Euro sì-euro no - euro fallisce?

1507133_271754712985970_6566466368816729855_n.jpg

https://www.facebook.com/photo.php?...489.1073741828.223409861153789&type=1&theater
Lo psicodramma di Floris ieri sera dopo le dichiarazioni di Franziska Keller in alcuni simpatici collage su twitter



e che se l'italia uscisse dall'euro, LA GERMANIA perderebbe molti posti di lavoro! per coloro che difendono a spada tratta l'euro è meglio che i posti si perdano in italia! venduti!



Ska Keller, la dichiarazione che nn piace ai #PUDE
Ballarò 6 maggio 2014
youtube.com
 
Ultima modifica:
Censura alla RAI: la Keller in Versione Kompressor


Orwell direbbe che "nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario". Ebbene, pare che alla RAI qualcuno non ami molto le rivoluzioni, specie quelle legate all'informazione. Accade così che l'intervento della leader dei Verdi tedeschi, Ska Keller, con un passato al parlamento europeo e una candidatura come presidente della commissione europea è stato per così dire "ridotto", o meglio, postato in versione "Kompressor", dalla televisione pubblica italiana.
Grazie mille all'ottimo @Chemiculture per la pronta segnalazione e per la redazione del post.


Voci dall'estero: Censura alla RAI: la Keller in Versione Kompressor


durante il ventennio di mussolini le radio dicevano di più la verità rispetto alla rai di oggi

ed io dovrei pagare il canone a questi bugiardoni? fanqulo!


 
SONO COSTRETTI A SALVARE LA GRECIA PER EVITARE IL COLLASSO DELL’EURO

Di Leonardo , il 21 febbraio 2015


di GERARDO COCO






Come mai un paese come la Grecia con una popolazione del 3% del totale e un Pil del 2% del totale eurozona, quindi irrilevante dal punto di vista economico, ha scatenato l’allarme nella finanza mondiale?

Come mai i poteri economico finanziari europei e perfino le agenzie di rating si sono coalizzati in una santa alleanza per costringere il paese ad accettare un piano di salvataggio condizionato a nuove misure di’austerità?

Quale austerità potrà mai ripagare un debito record di 323 miliardi e pari al 175% del PIL con una economia sfinita?
Come mai la santa alleanza ha respinto sin dall’inizio la proposta greca di ristrutturare il debito declassato dalle stesse agenzie di rating?
Senza ristrutturazione, cioè senza una considerevole riduzione del suo debito la Grecia, non potrà mai ripagare i creditori se non nei secoli a meno di non aver uno sviluppo da economia cinese.


Il vero motivo dell’opposizione alla ristrutturazione del debito nasconde una crisi molto più grave e pericolosa per la moneta unica.



Completamente ignorato dai media spiega le difficoltà del negoziato ma anche il funzionamento della finanza europea.

Di che si tratta?

Per spiegarlo bisogna fare un passo indietro, nel 2012, all’epoca del secondo salvataggio greco (il primo è del 2010), in realtà mai avvenuto.
Nel dicembre 2011 la Banca Centrale Europea inaugurava la prima operazione LTRO e nel febbraio 2012 la seconda. La crisi nell’eurozona cominciava a farsi seria. Con il LTRO, long term refinancing operation la BCE concedeva un prestito della durata di 3 anni alle banche richiedenti. Si trattava di una specie di quantitative easing con la differenza che con il LTRO i prestiti venivano concessi attraverso operazioni di repurchase agreement, meccanismo in forza del quale la BCE acquistava i titoli sovrani dalle banche con l’accordo di rivenderli nel giro di tre anni alle banche stesse. In sostanza serviva a salvare il sistema bancario acquistandogli titoli sovrani di valore incerto contro nuova liquidità. Così se la banca A aveva nel suo attivo, poniamo, titoli di stato greci al valore nominale di 100 e il valore di mercato scendeva a 50, il suo capitale netto (differenza tra attivo e passivo) avrebbe subito una riduzione pari alla minusvalenza del titolo. Il LTRO risparmiava alla banca questa perdita perché la banca centrale acquistava i titoli non al valore di mercato ma al valore nominale contro liquidità che A imputava a riserva presso la banca centrale. Insomma un’operazione di apparente riequilibrio finanziario. Tra il 2011/2012 venne così erogata a più delle 800 banche del sistema la somma totale di 1.3 trilioni di euro in cambio dei titoli sovrani fra cui quelli greci.
In particolare, fu la seconda operazione LTRO mandata ad effetto nel 2012 proprio poco prima dell’accordo per il secondo salvataggio della Grecia a sottrarre i titoli greci posseduti dalle banche agli haircut ossia dalle perdite di oltre il 50% che invece, gli investitori privati si accollarono. I titoli acquistati dalla banca centrale conservavano il valore nominale e poi, alla scadenza dell’operazione di rifinanziamento rientravano nei bilanci delle banche con lo status di “collaterale” di primordine (!) per le loro operazioni di prestito.

Il salvataggio greco, in realtà fu quello del sistema bancario.


Ora le nervose trattative in corso tra l’Eurogruppo e BCE da una parte e la Grecia dall’altra, mascherano ancora una volta le preoccupazioni per la fragilità del sistema bancario europeo.

Fin dall’inizio Eurogruppo e BCE hanno respinto qualsiasi discussione avente per oggetto la ristrutturazione del debito greco.

Perché?

Perché la ristrutturazione del debito

1) falcerebbe il valore nominale dei titoli di debito greci non più protetti dalla BCE, penalizzando l’attivo delle banche;

2) la riduzione del debito comporterebbe perdite sui derivati legati ai titoli, cioè sui contratti di assicurazione stipulati con gli hedge funds per garantirsi contro le oscillazioni del loro valore o i rialzi del tasso di interesse), le perdite sarebbero enormi poiché i derivati sono acquistati dalle stesse banche con un’alta leva finanziaria cioè praticamente con capitale di prestito e quindi l’esposizione bancaria è immensa;

2) alla ristrutturazione del debito greco seguirebbe quella del debito degli altri paesi membri il che, significherebbe una ristrutturazione complessiva di 3 trilioni di titoli di debito associati a 30 trilioni di derivati in carico al sistema bancario, infatti, il rapporto tra il valore dei derivati e quello dei bond è in media di 10 a 1.

Ora il sistema bancario europeo si regge su una leva finanziaria “ufficiale” di 26 a 1 (ma in realtà è più alta) e ciò significa che ogni 26 euro del suo attivo (prestiti erogati a terzi) sono garantiti da appena 1 euro di capitale. Quindi, con una leva così alta, basterebbe un ribasso del valore dell’attivo di appena il 3,8% (ad es. per perdite su crediti o diminuzione delle quotazioni dei titoli) per azzerare il suo capitale portando il patrimonio netto in area negativa.

Il ribassoche, in caso di ristrutturazione del debito, dovrebbero subire i titoli greci, spagnoli, italiani, francesi e portoghesi sarebbe ovviamente molto, molto superiore al 3.8% fino a raggiungere il 50%, il che significherebbe l’annientamento del sistema bancario e quindi dell’eurozona.




Quindi, alla domanda: perché tutte le forze finanziarie europee si sono coalizzate per costringere la Grecia ad accettare il loro piano di salvataggio basato sull’austerità con programmi di revisione periodica senza passare per la ristrutturazione del debito?
Si deve rispondere: per evitare il collasso del sistema bancario europeo, il vero soggetto a rischio in tutta questa vicenda e sempre tenuto lontano dai riflettori.

Non è il debito greco che deve spaventare ma l’orrenda situazione del sistema bancario. Ed è infatti questo è il motivo per cui la BCE tra breve manderà ad effetto il quantitative easing.


Tutto ciò deve ovviamente far riflettere sui fondamentali su cui si regge l’eurozona: inesistenti.
In un’unione monetaria solida con un sistema bancario altrettanto solido la sorte di un paese come la Grecia non desterebbe alcuna preoccupazione. Ma nulla è solido nell’eurozona e ogni piccola crisi ha un potenziale distruttivo enorme.







A più di due anni di distanza del famoso e rassicurante whatever we take del presidente della BCE, tutto è peggiorato.

L’unione monetaria è sostanzialmente fallita e va avanti come un Frankenstein: quello che rimane è ormai una creatura informe con i resti organici di più paesi economicamente sfiniti che vegetano a forza di periodici elettroshock monetari.

Non ci si illuda: qualunque sia il risultato delle trattative con la Grecia, si tratterà per l’eurozona solo di un rinvio della resa dei conti finale.
The post SONO COSTRETTI A SALVARE LA GRECIA PER EVITARE IL COLLASSO DELL’EURO appeared first on MiglioVerde.
 
Dobbiamo Ringraziare la Macchina del Tempo Greca

Di FunnyKing , il 22 febbraio 2015 14 Comment


56379756_1.jpg

(50 sfumature di Greco)​
Orbene abbiamo visto il futuro. Cioè sappiamo cosa succederà quando una nazione europea, dove un partito che non accetta gli attuali assetti e patti presi con l’Europa, vince le elezioni e prende il potere.
Facciamo finta che a Dicembre 2015 Podemos vinca le elezioni in Spagna:
Il Governo Podemos dichiara che i precedenti accordi con l’Europa sul bilancio non sono validi
L’Europa convoca un tavolo con il nuovo governo Spagnolo
C’è un periodo di instabilità in cui gli Spagnoli prosciugano le loro banche di liquidità trasformandole in Zombies attaccate alla BCE
L’Europa (Italia compresa) dice serenamente a Podemos che o mangia questa Minestra o si Stampa la Peseta
Il Governo Podemos, fa la sua scelta…..
In Grecia il governo Tsipras parrebbe che (condizionale…) Lunedì si mangerà la minestra, anzi che se ne mangi una pure più schifosa.
Utilizzo uno schema di Uriel Fanelli per mettere a confronto le dichiarazioni di Alexis Tsipras con la realtà:

Dichiarazione di Tsipras Trasformazione in neolingua. Significato reale “Non avremo mai piu’ a che fare con la Trojka”
http://www.rischiocalcolato.it/2015/02/dobbiamo-ringraziare-la-macchina-del-tempo-greca.html

La “sconfitta” diventa “compromesso”: Lunedi’ 23 Tsipras deve presentare il suo programma, che deve contenere “gli impegni presi” (cioe’ il vecchio memorandum) , piu’ la descrizione di cosa fara’ per rientrare nei parametri (che ha sforato a Febbraio), se vuole il prolungamento di 4 mesi.
Tra quattro mesi il governo Tsipras si dovra’ ripresentare a Bruxelles, a rendere conto delle riforme che LUI ha dovuto “proporre”, senza piu’ un capro espiatorio (anche se le condizioni sono identiche a quelle di prima) , perche’ le stesse riforme che prima erano “della Trojka” diventeranno parte della “proposta Tsipras” e dovra’ farlo con gli occhi del mondo puntati addosso, mentre prima si trattava di colloqui tecnici che avvenivano da qualche parte nelle catacombe di Bruxelles.

Utilizzo ancora il condizionale perché non sono ancora del tutto convinto che Tsipras si presenterà lunedì prossimo con un piano credibile e verificabile.
Però per lo meno molti Greci devono ringraziare in qualche modo Tsipras e i due mesi di instabilità che la Grecia ha appena passato.
Si calcola che qualcosa come 30 miliardi di euro siano andati via dalle banche Greche cioè in:
Conti esteri
Contanti
Oro
Una delle cose di cui personalmente sono sempre più stupito riguardo al comportamento dei correntisti italiani è la loro suicida pigrizia nel volere tenere i soldi in banche a forte rischio (ehi ma non ho detto Carige questa volta eh!, niente querele please).
Evidentemente è necessario un pericolo “nazionale” per fare muovere il culo alla massa, in Grecia hanno avuto “l’evento Tsipras” e chi ne ha approfittato in futuro dovrà essere grato del benefico “spavento”.
Ad ogni modo, al limite il balletto ricomincerà tra 4 mesi.
Ah il particolare dei 4 mesi e non dei 6 mesi è indicativo su chi sia la Schiava e chi il Padrone in questo gioco (siccome va di moda 50 sfumature di grigio). Guardate un attimo quando scade il grosso del debito greco:
scadenze-debito-grecia-1.jpg

Ohhhh. ma guarda proprio tra 4 mesi e 1 giorno la Grecia deve ripagare il grosso dei sui debiti con….. la BCE!!!
Quindi la conclusione che devono trarre i partiti euroscettici e i loro elettori è:
L’Europa non si cambia da posizioni di debolezza, l’unica scelta possibile è rispettare gli impegni presi ed eventualmente provare ad avere concessioni con un lento lavoro di compromesso e sulla base del consenso, oppure uscire dalla moneta unica, senza neppure sedersi ad un tavolo.
Poi su cosa rappresenti il “bene” degli italiani…beh… diciamo che la questione della sovranità monetaria è poco più che un dettaglio. Ma che lo ripetiamo a fare.
 
Ultima modifica:

Users who are viewing this thread

Back
Alto