FELICITA' E' TROVARSI CON LA NATURA, VEDERLA, PARLARLE

La madre del dottor Li-Meng Yan, la virologa cinese MD / PhD fuggita dalla Cina
ed ha pubblicato prove che il COVID-19 è stato creato in un laboratorio,
afferma che il Partito Comunista Cinese ha arrestato sua madre.


“Secondo il signor Miles Guo, il PCC ha arrestato la madre del dottor Li-Meng Yan nella Cina continentale,
presumibilmente come punizione contro il dottor Yan, la virologoadi Hong Kong, l’informatore cinese
e lo smascheratore della copertura COVID del PCC”, riferisce gnews.org – che è stato descritto come “il canale mediatico di Guo”.


Guo ha fatto i commenti durante un’apparizione insieme all’ex stratega di Trump Steve Bannon in un episodio di “War Room Pandemic”.


Qui un link per vedere il video di Miles Guo.


https://s3.amazonaws.com/gnews-media-offload/wp-content/uploads/2020/10/03171228/video0.mov


Il mese scorso, Yan è apparsa su Fox News, dove ha detto al presentatore Tucker Carlson
che COVID-19 è un virus “Frankenstein” progettato per colpire gli esseri umani e che è stato rilasciato intenzionalmente.


“Non potrebbe mai venire dalla natura”, ha detto Yan, che ha lavorato con il coronavirus all’Università di Hong Kong


“Ci sono prove rimaste nel genoma” – che Yan ha dettagliato in un documento scientifico di 26 pagine
scritto in collaborazione con altri tre scienziati cinesi.

“Non vogliono che la gente sappia questa verità. Inoltre, è per questo che vengo sospesa [da Twitter], vengo azzittita.
Sono l’obiettivo che il Partito Comunista Cinese vuole far scomparire”.


Ricordiamo che l’account twitter della dottoressa, da dove ha diffuso i dati della sua ricerca sul genoma del Covid-19,
è durato solo due giorni prima che Twitter ed il governo cinese lo facessero chiudere.

La sua ricerca non è stata ufficialmente contestata, ma ora si tratta di verificare questa notizia che, se vera,
potrebbe essere l’ennesimo caso di repressione della libertà personale e il tentativo di nascondere la verità sul Covid.
 
Soprattutto per ciò che concerne le attività pubbliche di massa, stiamo vivendo sotto la mannaia di una surreale dittatura sanitaria.

Il meccanismo con cui la politica ha di fatto abdicato al suo ruolo, affidando
ai vari comitati tecnico-scientifici sparsi nel Paese il compito di decidere, è piuttosto semplice da spiegare:


chi governa, per timore che i suoi oppositori interni ed esterni possano sfruttare l’epidemia di coronavirus come un’arma puntata contro di lui,

si affida al parere onnipotente di questi comitati di oscuri personaggi che nessuno ha eletto, scaricando su costoro la responsabilità finale delle scelte adottate.



Ciò che sta avvenendo nella mia regione d’elezione, la verde Umbria, appare come un formidabile caso di scuola,
dal momento che nei mesi autunnali si svolgono alcune importanti manifestazioni, di cui alcune di carattere internazionale, come l’Eurochocolate.

Ma procediamo per ordine.


Già nel mese di settembre, dopo un lungo tira e molla, si è deciso di non autorizzare la tradizionale Marcia della pace da Perugia ad Assisi,
sempre sulla scorta del parere negativo dato dal Comitato tecnico-scientifico regionale.

Al suo posto l’11 ottobre, data prevista per la manifestazione, si svolgerà una ridicola catena umana,
che vedrà le persone unite le une dalle altre con un filo, purché si rispetti una distanza di almeno due metri
(una distanza doppia rispetto a quella indicata a suo tempo dal comitato tecnico-scientifico nazionale).


Nel frattempo sempre a Perugia avrebbero dovuto iniziare i tanto attesi, particolarmente dai più giovani, Baracconi,
ossia una sorta di luna park itinerante che tutti gli anni si svolge per circa due mesi nel capoluogo umbro.

In questo caso il sindaco di centrodestra, Andrea Romizi, aveva inizialmente dato l’ok agli operatori,
i quali appartengono ad una categoria già duramente colpita dalle misure anticoronavirus.

Ma poi, terrorizzato dal parere negativo del Cts regionale, Romizi ha fatto dietro front,
sostenendo che l’evoluzione del Covid-19 non consentiva lo svolgimento della manifestazione.

Per la cronaca in tutta l’Umbria si registrano poche decine di nuovi contagi ogni giorno,

mentre negli ultimi due mesi i decessi, la cui causa primaria è tutta da vedere, si contano sulle dita di una mano.


Tuttavia il colpo più duro, anche sul piano del ritorno economico,
sembra che arriverà dal sempre più probabile annullamento della succitata Eurochocolate,
che si sarebbe dovuta svolgere dal 16 a 25 ottobre.

Anche in questo caso il ripetuto semaforo rosso esposto dai presunti garanti della salute pubblica
pare aver convinto le autorità locali a esprimere l’ennesimo divieto.

Di importante resta ancora la Fiera dei morti, imponente mercatino novembrino che richiama decine di migliaia di persone da tutto il Centro Italia.

Ma se tanto mi dà tanto, è assai probabile che pure questo importante evento commerciale, di grande tradizione per la società umbra, salterà.


Tutto questo ha ovviamente generato molte proteste, in particolare da parte delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali.

A tale proposito mi è parsa molto significativa la dura presa di posizione di Francesco Ferroni, rappresentante della Cisl:


“Nessuno contesta la difficoltà di dover prendere decisioni di questa portata, ci sembrava che l’impostazione, anche nazionale,

fosse quella di non tornare a chiudere le città ma lavorare per “convivere” con questa complicata situazione.

L’impoverimento che ha causato la pandemia rischia, a detta di tutti, di essere più dannoso della malattia stessa”.



Dannosa certamente per l’economia del sistema Paese nel suo complesso, con il quale ricordiamo si finanzia la sanità pubblica,
ma non per il consenso politico di chi sembra letteralmente terrorizzato dall’idea di passare per alleato del Covid-19, adottando una ragionevole linea aperturista.


A questo punto, dal momento che il Sars-Cov-2 si è stabilmente installato nella comunità umana,
determinando peraltro una problematica sanitaria in rapida attenuazione, non si comprende la necessità
di continuare ad eleggere i nostri democratici rappresentanti.

Visto che questi ultimi non sanno far altro che nascondersi dietro le deliberazioni dei vari Cts,
mandiamoli a casa a tempo indeterminato e facciamoci governare da chi osserva il mondo dalla ristrettissima angolazione di un microscopio.

Povera Italia
!
 
I decreti sicurezza di Matteo Salvini, che avevano fermato l’immigrazione selvaggia, sono stati cancellati.

Il Consiglio dei ministri presieduto da Giuseppe Conte ha approvato il nuovo testo presentato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese,
varato da Pd e Leu da una parte e Movimento 5 Stelle dall’altra.

I “corsari della illegalità e del disordine pubblico” ce l’hanno fatta a trasformare l’Italia nel porto franco dei clandestini.

“Fratelli tutti”, ma secondo la loro concezione fallimentare vetero-marxista.


Con queste norme il nostro Paese cambia vocazione e si qualifica come il più grande campo profughi aperto a chiunque

e la struttura dello Stato assume il profilo inequivocabile dell’accoglienza e dell’integrazione indiscriminate.

Chiunque viene, con qualunque mezzo e modo, potrà trovare accoglienza e circolazione, oltre a privilegi di ogni tipo.

Le politiche sulla tutela degli italiani e le norme rigide dell’era Salvini sono state polverizzate,

approfittando del processo a Catania per la Gregoretti e nonostante che i magistrati abbiano richiesto l’archiviazione.


I pirati del governo
hanno messo a segno una sterzata epocale, destinata a incidere nel tessuto sociale e identitario italiano.

Non basterebbe una rivoluzione e poi contro una massa di energumeni usati per imporre una maggioranza senza numeri e illegittima?

Siamo peggio che in Bielorussia.


Le norme “insicurezza” hanno eliminato le multe milionarie alle navi Ong e la confisca,

al loro posto sanzioni ridicole per gli attivisti che non si coordinano

con le autorità marittime dei Paesi di bandiera e con quelle che intervengono durante i soccorsi.


Inoltre tutti i divieti tornano a essere di competenza del ministero delle Infrastrutture e non più del Viminale.


La permanenza nei centri di accoglienza passa da 180 a 90 giorni, prorogabili di trenta.

Ed i richiedenti asilo potranno iscriversi all’anagrafe per ottenere una carta d’identità valida per tre anni e convertire il permesso di soggiorno in permesso di lavoro.


Soprattutto è stata varata la “protezione speciale”, vuol dire che ai clandestini nessuno potrà più dire e fare nulla,

perché sarà vietato respingerli ed espellerli.

“Non sono ammessi il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona qualora esistano fondati motivi

di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani degradanti”.

Basta che uno Stato sia riconosciuto tale da non rispettare i diritti umani, secondo questa compagine di estremisti rossi,

che non saranno neppure valutabili espulsioni e respingimenti, le uniche misure su cui l’Europa si era dichiarata pronta a intervenire.


Nel decreto non c’è una parola sui controlli riguardanti il Covid-19 in piena emergenza nazionale e mondiale.


Non c’è una parola sui profili di sicurezza per escludere di introdurre detenuti in fuga, soggetti a rischio e pericolosi.



Non c’è una parola sui traffici degli scafisti di esseri umani, di armi e di droga.


E non c’è una parola sulle regole che gli stranieri devono rispettare.


Nulla sul divieto di fuga, di bivacco, di spaccio, di prostituzione, di furti e di violenza.


L’unica cosa chiara è che dovremmo tenerceli a tutti i costi e mantenerli in tutto,
perché è una favola che una massa indistinta di esseri umani fragili e manipolabili sia utile alla democrazia, all’economia e alla storia.



Questo Governo e il suo premier Conte non hanno occhi per vedere cosa sono diventate le nostre città,
mostrate anche dai tanti video spontanei di cittadini che documentano il degrado ovunque,
la sporcizia, il malaffare, la disintegrazione e le illegalità.

E pensare che siamo in pieno regime virale, tutti con la mascherina e tutti disinfettati.

Ma dove?

Come può un governo di responsabili allo stesso tempo impartire norme sanitarie estreme e il massimo del fuori controllo?

È indecente.

Di più, è disumano coprire la propria fragilità politica, il rischio di essere cancellati nelle urne,
con una immigrazione selvaggia, con il caos, con lo sbando, con la rabbia, a cui si aggiungono norme autoritarie.


Un Paese che era la culla della democrazia, della libertà e della fratellanza

trasformato in un inferno di orrori e divieti a fronte di libertinaggio omosessuale, transessuale e contro la famiglia.

Non una parola sul principio sano dell’integrazione fraterna ma severa

e sulle sanzioni in cui dovrebbe incorrere chi nel nostro Paese viola la legge e il nostro patrimonio di valori.



E nemmeno un alito sulla nostra fede e i nostri dogmi, che non sono certo le società fluide e demoniache dei marxisti.

Perché “amare il prossimo” è il contrario di calpestare i propri connazionali e “amare i propri fratelli”
include la stretta appartenenza a una stessa comunità di credenti.


Non è così?


Vedremo chi ha ragione, la fede fa miracoli.
 
BUFFONE

“Siamo stati fra i governi che più hanno dilazionato i pagamenti, ma adesso abbiamo detto all’Agenzia delle Entrate che bisogna ripartire”, spiega il ministro Gualtieri.

E così, con queste “dolci” parole, ecco l’ennesima mazzata a un popolo inerme, affamato
e ancora in piena lotta per la ripresa, con altri mini-lockdown (come li hanno chiamati loro) alle porte.

Mentre pensano di tornare a chiudere le attività, il governo non si fa problemi a far ripartire le cartelle esattoriali e i pignoramenti.

La “pace fiscale” sta quindi per finire.

A partire dal 16 ottobre, i benefici del decreto Agosto saranno nulli.

Questo significa che da giovedì sia l’Agenzia delle Entrate che gli agenti locali e i Comuni

potranno riprendere le attività usuali, inclusi i pignoramenti di stipendi o pensioni.




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Sono in arrivo nove milioni di cartelle esattoriali.


L’amministrazione finanziaria è tenuta, infatti, a procedere all’esecuzione di cartelle di pagamento,
accertamenti esecutivi, accertamenti doganali e ingiunzioni fiscali.

Nonostante i tentativi di Italia Viva e dell’opposizione di centrodestra di prolungare a fine anno lo stop,

in commissione bilancio ha vinto la linea del ministro dell’Economia Gualtieri.




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Il ministro però prova a minimizzare:

“Solo una normale ripresa graduale delle attività di riscossione.
Abbiamo rinviato molte tasse, e sospeso tutte le cartelle esattoriali per parecchi mesi.
Si procederà con grande gradualità, anche perché parliamo di debiti verso il fisco
di anni precedenti che non c’entrano niente con il Coronavirus e che è giusto che i contribuenti saldino,
ma nel tempo che sarà necessario”,

spiega Gualtieri, come riportato da Italpress.

agenzia-entrate-riscossione-1.jpg



“Nessuna tragedia epocale, ma una normale ripresa dell’autorità di riscossione”, ha concluso.

Via libera, dunque, a cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti esecutivi doganali,
ingiunzioni fiscali degli enti territoriali e accertamenti esecutivi dei comuni, così come ad eventuali pignoramenti su stipendi e pensioni per onorare i debiti.
 
BUFFONE. Di quanto è sceso il PIL ?

Le entrate tributarie sono in calo di circa il 5,8% nel lasso di tempo gennaio-agosto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Le attività di accertamento e controllo a loro volta si sono fermate a 5,5 miliardi, facendo segnare un -29,9%.

Non c’è più tempo, dunque, per tergiversare:

la leva fiscale deve essere la benzina dell’azione del prossimo governo, con una riforma tra l’altro dietro l’angolo.

Il tempo della solidarietà si è esaurito da un pezzo.
 
I dati covid del 5 ottobre 2020 sono di 58 903 positivi con un incremento di 1 474 giornaliero

su un totale di casi di 327 596 dall’inizio dell’epidemia di cui 232 681 guariti.

Oggi i deceduti erano di 16 su un totale di 36 002 deceduti da inizio pandemia.






Significa che la percentuale totale di positivi, che chiamano “contagiati” e “focolai”, addirittura “infetti” o “malati”,

alludendo al concetto di “untore” onde colpevolizzare qualsiasi forma di vita, in primis la “movida”,

rappresenta lo 0.097% della popolazione totale, cioè meno dello 0.01
%.


Sul campione dei positivi (0.01% della popolazione),

i ricoverati con sintomi sono 3 487,

in terapia intensiva sono 323,

gli altri in isolamento domiciliare (55 093).

Significa che sui positivi solo poco più del 5% è ricoverato presumibilmente con sintomi
– anche se si scoprono casi di ricoverati senza sintomi in Campania e altrove –
mentre lo 0.5% dei positivi è ricoverato in terapia intensiva.


Cosa significa?


Significa che circa il 95% dei rilevati positivi non ha bisogno di essere ricoverato e supera la malattia.



E ancora, su un totale di 7 153 866 casi testati, da inizio epidemia,

327 586 sono risultati positivi, ergo il 4.5% è risultato positivo, nell’insieme,

ma tale valore è sceso al 3.74% se è vero che, da tabella ufficiale,

i risultati positivi al tampone sono 2257 su 60241 tamponi effettuati.

Ed è elementare che quanto più crescono i tamponi a tappeto,

tanto più risultano IN NUMERI ASSOLUTI i casi positivi,

ma come vedete invece sono diminuiti rispetto alla media dell’epidemia.


Estrapolando i risultati a livello nazionale, ci dovrebbero essere circa 2 500 000 di positivi,

se contiamo il 3.74% di risultati positivi sui tamponi.




I deceduti ufficialmente per covid oggi sono 16, cioè lo 0.02% dei casi positivi, lo 0.000005% della popolazione totale.

In confronto i morti per cancro quotidiani sono circa 500 al giorno (quasi 200 000 l’anno),

630 in media al giorno i morti per malattie cardiovascolari (230 000 l’anno),

per non parlare delle cause iatrogene di morte,

mentre dall’inizio dell’epidemia sono deceduti per Covid – secondo le statistiche totali – 36 002 cioè lo 0.05% della popolazione.


Esiste però un chiaro problema di rilevazione statistica

se è vero che anche un morto annegato recentemente è stato classificato morto per covid, con tampone post mortem,

se è vero che molti deceduti per infarto o per altro sono stati classificati covid

e se tra i morti per covid si conteggiano ultranovantenni quando la media di vita è di 82 anni circa in Italia.


Treviso 05/10/2020



Pertanto, il dilemma medico di rilevazione statistica se “morto per covid o morto con covid” permane,

venendo appositamente mescolate le due categorie, dilemma amplificato dall’esistenza di sussidi per ogni letto o terapia intensiva “covid”.


Ecco, sarebbe interessante conoscere ufficialmente l’esistenza e gli importi di tali sussidi alle “aziende ospedaliere” per i ricoveri covid.



Nel frattempo altri problemi sanitari non vengono fronteggiati decentemente, e visti i “protocolli” covid,
la gente esita sempre di più a farsi ricoverare per altri problemi, poiché anche per delle emergenze viene imposto il tampone
– con un vero e proprio ricatto – e puoi morire aspettando il risultato, come è successo ad esempio all’Avvocato Salvatore Manca
morto al pronto soccorso di Olbia, in attesa del risultato, per mancanza di assistenza

(Sardegna, avvocato muore prima del risultato del tampone. I familiari: chiedeva di chiamare i carabinieri).


In cambio, con la proroga dello stato di emergenza continua la possibilità da parte delle autorità di sequestrare in uso o in proprietà
le strutture ricettive per accogliere malati, positivi, personale infermieristico anche militare o medico.

Si mettono in ginocchio le strutture ricettive turistiche – obbligandole a non lavorare e a pagare le tasse comunque per l’anno scorso –
e per convertirle eventualmente in “strutture covid”.

Non bastavano i clandestini e la farsa dell’accoglienza.

Chi ha proprietà in Italia sempre di più si sente il laccio intorno al collo.

E’ come se, privatizzando tutti gli asset strategici del paese, il demanio, i beni pubblici,
venisse meno il diritto di proprietà privata per i normali e onesti cittadini.

Perché la privatizzazione nel paese è stata un concentrare nelle mani di pochi fondi finanziari esteri che destabilizzano l’economia del paese,
e adesso questo governo sta procedendo come un treno a “darla” alla fintech.


Con il protocollo di aiuto all’Italia firmato da Trump ad aprile si aumenta la presenza di militari USA in Italia
per aiutare l’assistenza domiciliare e sanitaria italiana così come con i primi DPCM si è provveduto ad assumere personale sanitario MILITARE e militari per aiutare l’esercito italiano (Memorandum on Providing COVID-19 Assistance to the Italian Republic | U.S. Embassy & Consulates in Italy).

Che ne è di questo accordo oggi?





Per cosa tutti questi militari?

Per presidiare le strade sulla mascherina adesso, e sui vaccini “obbligatori” poi?

Per organizzare deportazioni di massa in lazzaretti da vaccini ID?

No, lo chiedo per un amico.


Oggi ad esempio primo arresto di una cittadina non mascherata all’aperto, in quel di Napoli.


Napoli, donna in manette perché non ha la mascherina

E’ chiaro che i dati – visti con la statistica e non con la propaganda – non giustificano né lo stato di emergenza,
né le misure drastiche paventate, come mascherine all’aperto, tamponi per tutti,
minacce di chiusure locali e così via dicendo fino alla legge marziale che hanno sulla punta della lingua.


Se uno fa due calcoli capisce che la reazione è SPROPOSITATA, da FUORI DI TESTA.


Una reazione che sta portando a separare le persone ricoverate ed i moribondi dalle famiglie, impedendo loro di dar l’ultimo saluto,

di sentirsi circondati dall’affetto della famiglia, sia in caso di agonia sia in caso di semplice ricovero.



Un attentato violentissimo ai sentimenti umani di cui un giorno dovranno rispondere.


Oramai la maggior parte della gente teme di più le conseguenze economiche disastrose del regime digital sanitario che non il virus stesso.


Nessuno nega che ci voglia prudenza.

Sono la prima ad avere accusato il governo, in un articolo del 14 febbraio scorso,
di trasandatezza nell’affrontare il rischio contagi poiché il governo, pur di non sembrare razzista
e di non venire meno al dogma religioso del globalismo sfrenato, non voleva costringere i cinesi di ritorno in patria,
che pur lo supplicavano, alla quarantena obbligatoria né si accingeva a chiudere o a controllare fermamente le frontiere per chi proveniva da paesi a rischio.


Ma come visto dai numeri, la situazione oggi è diversa da quella dei mesi del lockdown.


Oggi la Lorenzin dichiara di essere positiva al Coronavirus: è risultata positiva al tampone e ha un po’ di febbre e un po’ di mal di gola.
“Una brutta bestia” dichiara.


Sono risultata positiva al #Coronavirus . Comincio le cure. Grazie all’aiuto di #medici e #infermieri sono sicura che vincerò!#5ottobre @Deputatipd pic.twitter.com/PIHUe1d1lh
— Beatrice Lorenzin (@BeaLorenzin) October 5, 2020




Visto che la verità esce sempre fuori baldanzosa, la Lorenzin, strenua sostenitrice della linea provax
basata sul dogma dell’incurabilità del virus, dice che sta seguendo la “cura”. Così come lo ha fatto Trump, Berlusconi, Johnson, Porro.


Beh, allora la cura esiste!


Certamente che esiste, ce lo hanno detto in tutti i modi i dottori: le cure sono state trovate, dal plasma alla clorochina
– che l’AIFA continua a ostacolare – dall’eparina ad altri anti infiammatori.

Allora perché continuano a terrorizzarci con l’incurabilità della malattia e la necessità di un vaccino per tornare alla “normalità”?


E’ anche chiaro che i tamponi sovrastimano i casi di positività

poiché per ammissione stessa dei produttori di reagenti, danno false positività con le interferenze di altri patogeni.



Non solo, ma per ammissione stessa di tanti scienziati del mondo accademico,
i cui pareri sono stati giornalisticamente riuniti in un articolo del New York Times del 29 agosto scorso,
i tamponi pcr risultano troppo sensibili e rilevano anche ombre o frammenti di virus del tutto innocui e non sussistenti.


Questa verità di pulcinella è nota a tutti i migliori medici che in scienza e coscienza
non si lasciano obnubilare dalle propagande farmaceutiche al punto che a un mio amico
ricoverato a luglio per embolia polmonare in clinica privata, hanno effettuato unicamente il test sierologico
poiché il tampone dava secondo loro il 70% di falsi positivi.


Il candidato al Nobel Dott Scoglio lo ha spiegato in una intervista a Byoblu.







La cosa insopportabile è vedere quindi in atto la macchina della propaganda che pur di terrorizzare la gente,

basa la sua narrazione quotidiana su numeri assoluti, ignorando le più elementari regole statistiche,

appositamente sovrastimando i casi rilevati – con i tamponi – e retoricamente confondendo “positivo” e “malato”.

Per convincere la popolazione, attraverso l’estorsione del consenso, sotto shock, a qualsiasi cosa che il regime digital sanitario vorrà imporgli di fare.



Ad esempio, stiamo assistendo a un crescendo nei toni, per giustificare l’emergenza, al punto che si sta riparlando dei contagi dentro casa
ricordate quando si parlava di allontanare i positivi in apposite strutture? – e qualcuno nel mondo parla dell’ipotesi “mascherine in casa”:

è chiaro che lo script è mondiale, discende dai backstage dell’Organizzazione mondiale della Salute, finanziata da Bill Gates,

il NON ingegnere NON medico NON scienziato che consiglia al mondo intero la campagna vaccinale prossima ventura

per 7 miliardi di persone di cui il 10% rischia, per sua stessa ammissione, gravi effetti collaterali compresi la morte.

E che spende miliardi per convincere il mondo che lui è un filantropo.



Evidentemente ai piani alti vorrebbero applicare un’enorme sperimentazione di massa sulla popolazione del mondo,
come hanno già fatto nei lager della seconda guerra mondiale, per evitare la quale ci vorrebbe consapevolezza
da parte della gente che non dovrebbe firmare MAI il consenso informato

(Vaccinazioni “obbligatorie” e consenso “informato”: gli estremi di un abuso).


Il problema è che l’unica cosa che dovremmo fare, organizzati, per evitare tale sperimentazione di massa di passaggio alla moneta digitale
con governo unico mondiale sarebbe l’unica cosa che voi non fare: buttare lo smartphone e ritornare al nokia solo voce,
anche perché le app sempre di più si autoscaricano, e il governo sta di nuovo battendo il chiodo sulla app Immuni.


Questa non è una pandemia, questa è una pantomima di potere globale.


E presto i mimi e i loro accoliti spettatori, rimarranno con il cerino in mano.


Anzi con l’esplosivo in mano.


Gli altri, quelli che hanno capito, si stanno già allontanando.
 
“Fuoco amico” colpisce il quotidiano La Repubblica.

La reprimenda per un errore – forse voluto – arriva infatti nientemeno che da Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali,
che su Twitter bacchetta il giornale in tema migrazione.

A parer suo, non è un diritto: il vero diritto sarebbe quello a non emigrare (e nell’enciclica di Papa Francesco che si cita in effetti parrebbe scritto così).


“Cara ⁦@repubblica” scrive Fassina su Twitter “segnalo errore nell’occhiello dell’apertura di oggi: in #TuttiFratelli #PapaFrancesco scrive (par. 38) che
“va riaffermato il diritto a NON emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra.”

E’ principio di giustizia sociale decisivo”.

In prima pagina infatti, ieri La Repubblica ha scritto, parafrasando papa Francesco: “Il Covid non è un castigo di Dio, migrare è un diritto“.


Cara ⁦@repubblica⁩ segnalo errore nell’occhiello dell’apertura di oggi: in #TuttiFratelli #PapaFrancesco scrive (par. 38) che “va riaffermato il diritto a NON emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra.” E’ principio di giustizia sociale decisivo. pic.twitter.com/WOUNCMFsdN
— Stefano Fassina (@StefanoFassina) October 5, 2020



Qualcuno nei commenti ribatte a Fassina che Repubblica si riferiva da un’altra citazione del Pontefice sempre nel pezzo e relativo all’enciclica Fratelli tutti,
in cui asseriva che “con pieno diritto” alcuni sarebbero “alla ricerca di opportunità per sé e la propria famiglia.
Sognano un futuro migliore e desiderano creare le condizioni perché si realizzi”.

Le maestrine dalla penna rossa dei social, i nuovi analfabeti funzionali metà David Puente metà Michela Murgia,
non si rendono conto che la polemica che fa il deputato di LeU è ideologica e non di forma.

Inoltre, è un po’ troppo “fortuita” come coincidenza questa interpretazione del messaggio di Bergoglio,
che in questo modo – come se non lo facesse già abbastanza in parole, opere ed omissioni –
piega il concetto espresso in favore assoluto della migrazione, ovvero a ciò che probabilmente desidera dire la redazione di Repubblica.

Perché a loro non basta che venga data ragione un po’, la vogliono proprio tutta.
 
“Fuoco amico” colpisce il quotidiano La Repubblica.

La reprimenda per un errore – forse voluto – arriva infatti nientemeno che da Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali,
che su Twitter bacchetta il giornale in tema migrazione.

A parer suo, non è un diritto: il vero diritto sarebbe quello a non emigrare (e nell’enciclica di Papa Francesco che si cita in effetti parrebbe scritto così).


“Cara ⁦@repubblica” scrive Fassina su Twitter “segnalo errore nell’occhiello dell’apertura di oggi: in #TuttiFratelli #PapaFrancesco scrive (par. 38) che
“va riaffermato il diritto a NON emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra.”

E’ principio di giustizia sociale decisivo”.

In prima pagina infatti, ieri La Repubblica ha scritto, parafrasando papa Francesco: “Il Covid non è un castigo di Dio, migrare è un diritto“.






Qualcuno nei commenti ribatte a Fassina che Repubblica si riferiva da un’altra citazione del Pontefice sempre nel pezzo e relativo all’enciclica Fratelli tutti,
in cui asseriva che “con pieno diritto” alcuni sarebbero “alla ricerca di opportunità per sé e la propria famiglia.
Sognano un futuro migliore e desiderano creare le condizioni perché si realizzi”.

Le maestrine dalla penna rossa dei social, i nuovi analfabeti funzionali metà David Puente metà Michela Murgia,
non si rendono conto che la polemica che fa il deputato di LeU è ideologica e non di forma.

Inoltre, è un po’ troppo “fortuita” come coincidenza questa interpretazione del messaggio di Bergoglio,
che in questo modo – come se non lo facesse già abbastanza in parole, opere ed omissioni –
piega il concetto espresso in favore assoluto della migrazione, ovvero a ciò che probabilmente desidera dire la redazione di Repubblica.

Perché a loro non basta che venga data ragione un po’, la vogliono proprio tutta.
Migrare e' un diritto se il territorio fosse libero, ma questi oltre non esserlo hanno gia' i problemi loro, diciamola semplice: i migranti economicie sono sono come noi da giovanotti che volevamo tutto e subito.... e come noi col tempo si troveranno schiavizzati dal un opprimente sistema fiscale ma, con una differenza, loro grazie al favorevole cambio valuta domani se ne tornano in patria da signorotti e noi restiamo qua a, sperare ci va bene illusi che votando cambieremo il futuro, mentre sappiamo che prima vanno cambiatele le regole del sistema di potere ormai putrefatto fino alle toghe.

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Il direttore dell’intelligence nazionale (DNI) John Ratcliffe martedì ha declassificato diversi documenti,

comprese note scritte a mano dell’ex CIA John Brennan dopo aver informato l’ex presidente Obama

su un presunto complotto di Hillary Clinton per collegare l’allora candidato Donald Trump alla Russia

come “un mezzo per distrarre il pubblico dal suo utilizzo di un server di posta elettronica privato


prima delle elezioni americane del 2016, secondo Fox News.



Ratcliffe ha declassificato le note scritte a mano di Brennan – che sono state prese dopo aver informato Obama sulle informazioni ricevute dalla CIA –
e una nota della CIA, che ha rivelato che i funzionari hanno deferito la questione all’FBI per una potenziale azione investigativa.


Martedì pomeriggio, l’ufficio del direttore dell’intelligence nazionale ha trasmesso i documenti declassificati ai comitati di intelligence della Camera e del Senato.


Oggi, sotto la direzione del presidente Trump, ho declassificato ulteriori documenti relativi alla supervisione e alle attività investigative del Congresso in corso”,
ha detto Ratcliffe in una dichiarazione a Fox News martedì. -Fox News


Stiamo ottenendo ulteriori informazioni sulle attività russe da [riservato]”, si legge nelle note di Brennan.
” [riassumendo] presumibilmente approvato da Hillary Clinton una proposta di uno dei suoi consiglieri di politica estera
per diffamare Donald Trump fomentando uno scandalo sostenendo l’interferenza del servizio di sicurezza russo
“.


Il portavoce di Clinton Nick Merrill ha definito le accuse “cazzate infondate“, tuttavia Ratcliffe ha dichiarato in una dichiarazione la scorsa settimana:

Per essere chiari, questa non è disinformazione russa e non è stata valutata come tale dalla comunità di intelligence”,

aggiungendo ” informerà il Congresso sulle fonti e sui metodi sensibili con cui è stato ottenuto nei prossimi giorni
“.



Una fonte che ha familiarità con i documenti ha detto martedì a Fox News che l’accusa “non era disinformazione”.


Questa non è disinformazione russa. Perfino Brennan lo sapeva, altrimenti non avrebbe informato il presidente degli Stati Uniti”, ha detto la fonte.

C’è una soglia alta per informare oralmente il presidente degli Stati Uniti e ha sentito chiaramente che questa ha raggiunto quella soglia“.


Un’altra fonte che ha familiarità con i documenti ha detto a Fox News che
“queste informazioni sono state ricercate da centinaia di richieste del Congresso per scopi legittimi di supervisione
ed è stata negata per dispetto politico e per la convinzione che non sarebbero mai state scoperte”. -Fox News


Il bello è che Twitter cerca di coprire tutto, impedendo di ritwittare la storia ed obbligandovi a leggere solo la versione di Clinton…


First time has happened. When I tried to RT @seanmdav story in l @FDRLST regarding the DNIs handwritten notes about Hillary’s effort to push the Russia narrative @Twitter put this up pic.twitter.com/AIoNvx1VSV
— Sean Spicer (@seanspicer) October 6, 2020




E questa notizia di censura è almeno tanto grande quanto quella del coinvolgimento della Clinton.

Twitter è ormai al servizio del Deep State.
 

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