E NELLE MONTAGNE VADO A PERDERE LA MIA MENTE E A TROVARE LA MIA ANIMA

Gli ignavi, sono quelle anime che non avendo mai preso posizione in vita, non avendo udito, veduto o parlato,
hanno lasciato che si compissero i piani del maligno, senza batter ciglio.

Per Dante essi non meritano né le gioie del paradiso né quelle dell’inferno.

Stanno in un limbo che è l’anticamera dell’Inferno.

Quasi a dire che senza di loro non se ne spalancano le porte.

Loro, e le buone intenzioni di cui sono lastricate le vie di quel luogo nero.


Se dovessimo trasporre l’opera dantesca all’attualità, è difficile non accorgersi che siamo circondati da masse di ignavi.

Persone che dormono di sonni profondi o che con forza, determinazione, accanimento vogliono non ascoltare

chi spiega loro il colpo di stato mondiale in atto, e i progetti dei piani alti mettendoli in guardia sul secondo previsto lockdown,

sul default procurato del paese,

sul conseguente ricatto che ci spetta in merito al vaccino ID,

sul tipo di società digitalizzata verso cui ci vogliono traghettare con moneta digitale, controllo totale – facciale, impronta e sensore 5g –

sul rischio immane di slittamento verso una dittatura spietata con la censura – accelerata nella settimana dell’istituzione della commissione sulle fake news –

e la persecuzione dei soggetti scomodi, come è stato fatto in Cina con la scusa del Covid

e fu raccontato da qualche insider in qualche piega recondita del net, non creduto da quasi nessuno.



Essi voltano la testa, non vogliono sentire, non vogliono guardare, non vogliono farsi domande, non vogliono parlare.




Di loro Dante diceva che erano coloro che vissero senza infamia e senza lode,
insieme agli angeli che “non furono ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé foro”.

La loro pena è che “non hanno speranza di morte, e la loro cieca vita è tanto bassa che invidiosi sono d’ogni altra sorte”.

Talmente privi di misericordia e giustizia da concludere: “non ragioniam di loro, ma guarda e passa”.




«E io ch’avea d’error la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo?
e che gent’è che par nel duol sì vinta?”.

Ed elli a me: “Questo misero modo
tengon l’anime triste di coloro
che visser sanza infamia e sanza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
delli angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé foro.
Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”.
E io: “Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?”.
Rispuose: “Dicerolti molto breve.
Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ‘nvidïosi son d’ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.»
(Dante Alighieri, Inferno III, 31-51)





Questi ignavi di cui è composto in gran parte il paese fanno dell’omertà e della pavidità
il loro motto intriso di ignoranza, intesa nel senso di non porsi mai domande.


Non parlare, non guardare, non agire, non sapere.



E’ grazie a loro che un gruppo di criminali patentati sta tentando di ridurre l’umanità
a capi di bestiame imbrogliati e manipolati a cui apporre il microchip/codice a barre, con l’aiuto del vaccino.


Beppe Grillo, ieri, si è svegliato da un lungo torpore per intervenire, non richiesto,
negli affari interni ed esterni di questa povera martoriata Repubblica, parlando a spada tratta a difesa della digitalizzazione.

Ma che strano!


Egli osa ancora, impenitente e impudico, parlare dell’ebbrezza di avere partecipato alla “realizzazione di un sogno” a proposito del M5S,
deificando come al solito la Rete e insistendo sullo sviluppo digitale dell’Italia come se fosse l’unica àncora di salvezza
per ricuperare l’economia rovinata da 30 anni di deindustrializzazione forzata, per volontà dell’UE, della finanza,
del PD con cui il 5s si è alleato e precipitata grazie al contesto pandemico virus.


Come se l’Italia non fosse mai stata la patria del Made in Italy,

come se l’Italia non fosse mai stata defraudata in questa sua superiorità industriale,

nella fabbricazione di prodotti di altissima qualità, che andrebbe ricuperata, incentivata e tutelata,

lui quaquaraqua, pagliaccio di corte, straparla di accelerare il ribaltone dell’Italia nella digitalizzazione spietata, anticostituzionale, antidemocratica e insana.



Un’accelerata che cade a fagiolo con l’aiuto del frangente “pandemico”, come gli avvoltoi sui cadaveri,
“fate presto” sembra dire esattamente come negli anni scorsi i mass media acceleravano e ricattavano sull’entrata nell’euro
(“fate presto o non entreremo nell’euro”!) o blateravano di liberalizzazione confondendola con la privatizzazione di beni pubblici inalienabili e monopoli naturali.


Come se l’eccellenza italiana che potremmo esportare nel mondo intero con prezzi nella nostra valuta
– o nei NOSTRI strumenti di pagamento – non fosse costituita proprio da quella ristorazione/caffetteria e strutture ricettive,
cadute a terra esangui e non indennizzate, da questa insensata pantomima della pandemia!

No, per il giullare di corte, la priorità è un’altra :

non l’artigianato,

non la capillarità dei commerci che da sempre hanno fatto ricca l’Italia e diversa,

non l’agroalimentare nostrano,

non le industrie di punta,

non la produzione locale.



No, perché, qual miglior momento di questo per imprimere uno slancio massiccio alla digitalizzazione,
approfittando dei cittadini in ginocchio e dello stato dei pieni poteri a Conte?

(Loro che ipocritamente criticavano Salvini per una frase maldestra od Orban che ha già restituito tutti i poteri al Parlamento!).


Ma, dovendo continuare a fare il pagliaccio di corte, illudendo ancora quei pochi ignavi che lo seguono,
eccolo far finta di sparlare di certi poteri, criticare, sulla punta della lingua, la digitalizzazione a vantaggio della finanza
e insistere sulla necessità di un “piano industriale” per contrastare la finanza, sempre blaterando e vagheggiando,
ruffiano e sfegatato, di robotica, di internet delle cose, di auto senza guidatore e quindi di 5g e database con l’i-cloud.



Lui difende a spada tratta il progetto mondialista della distruzione degli Stati nazione per arrivare a uno “stato mondiale” digitale
a vantaggio dei GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple, MSN e affini) ma per salvare quell’apparenza di antani,
eccolo accennare flebilmente, non smentendo il suo ruolo di gatekeeper, al “diritto ai nostri dati”,
adesso che siamo stati del tutto stuprati nei dati e che la digitalizzazione avanza,
che Google ha fatto un accordo con Poste Italiane SpA per l’icloud data center di Milano,
e che la Tim ha già fatto accordi con Vodafone e messo le antenne 5g nella maggior parte delle città italiane.



Dal sito di TIM
Estratto dal sito Tim




Gatekeeper perché non dettaglia MAI come dovremmo o potremmo ricuperare i diritti fondamentali ai nostri dati,
si limita ad accennare, giusto per accontentare gli spasimanti acefali di fiabe ingannevoli.


Lui ci è o ci fa, di fare come se fosse ancora possibile stilare un piano industriale per la digitalizzazione?

Non lo sa che dobbiamo fermarci se non vogliamo finire mangiati crudi e nudi nelle fauci delle multinazionali della fintech
alleata con BigPharma e istituzioni come l’OMS (Organizzazione mondiale per la Sanità) e il FMI (Fondo monetario internazionale)?

Non lo sa che lui fa parte del problema visto che ha gridato VAFFANCULO ai fan grillini che non volevano allearsi con il PD,
il partito che più di tutti si è allineato alla finanza, e ciò facendo tradendo tutto e tutti?



Perché non ha mai parlato dei cavi sottomarini tra Italia e USA posti nell’anteguerra dalla STET italiana poi privatizzata e diventata roba inglese, as usual?

Ha paura di essere tagliato fuori dall’ingente mercato dei dati?

Vorrebbe fare come Francia e Germania (che nel frattempo danno aiuti di Stato alle loro imprese da decenni)?


Troppo tardi, e il problema è soprattutto lui con un M5S ambivalente, dissociato, traditore al massimo, che dice bianco e nero nella stessa frase e poi fa nero.


No, Grillo, adesso è troppo tardi per difendere il piano industriale del digitale, noi dobbiamo fare solo marcia indietro,
con un governo veramente guidato dalla Costituzione fatto di grandi statisti a servizio del paese
e non di mezze calzette gonfiate dal potere che hanno fatto peggio di tutte le auto blu da loro criticate per arrivarci.

Dobbiamo riprenderci una banca centrale COMPLETAMENTE PUBBLICA,

riformarci un settore bancario pubblico, e giù di moneta fiscale, statonote, titoli di solidarietà, piattaforma INHOUSE di trasferimenti crediti,

ma che sarà per sempre impossibile realizzare con questo governo, quello delle vaccinazioni OBBLIGATORIE,

e se non saranno obbligatorie saranno ricattatorie, compreso l’ID con dot quantici o spray.



03. I gironi dellinferno di Dante | Commedia, Dante alighieri, Scuola



Non so dove collocare Grillo nell’Inferno dantesco, se nell’ottava bolgia tra i consiglieri fraudolenti,

oppure nella decima tra i falsari di parole (a difesa dei falsari di moneta);

forse è il nono cerchio che gli si addice di più, tra i traditori della patria come quel Conte Ugolino

che oltre a tradire la patria, fagocitò i suoi figli, simbolicamente intesi qua come i suoi elettori.





«Oh!», diss’io lui, «or se’ tu ancor morto?».
Ed elli a me: «Come ’l mio corpo stea
nel mondo sù, nulla scienza porto. 123


Cotal vantaggio ha questa Tolomea,
che spesse volte l’anima ci cade
innanzi ch’Atropòs mossa le dea. 126


E perché tu più volentier mi rade
le ’nvetriate lagrime dal volto,
sappie che, tosto che l’anima trade 129


come fec’io, il corpo suo l’è tolto
da un demonio, che poscia il governa
mentre che ’l tempo suo tutto sia vòlto. 132


Ella ruina in sì fatta cisterna;
e forse pare ancor lo corpo suso
de l’ombra che di qua dietro mi verna. 135


Tu ’l dei saper, se tu vien pur mo giuso:
elli è ser Branca Doria, e son più anni
poscia passati ch’el fu sì racchiuso». 138


«Io credo», diss’io lui, «che tu m’inganni;
ché Branca Doria non morì unquanche,
e mangia e bee e dorme e veste panni». 141


«Nel fosso sù», diss’el, «de’ Malebranche,
là dove bolle la tenace pece,
non era ancor giunto Michel Zanche, 144


che questi lasciò il diavolo in sua vece
nel corpo suo, ed un suo prossimano
che ’l tradimento insieme con lui fece. 147


Ma distendi oggimai in qua la mano;
aprimi li occhi». E io non gliel’apersi;
e cortesia fu lui esser villano. 150


Ahi Genovesi, uomini diversi
d’ogne costume e pien d’ogne magagna,
perché non siete voi del mondo spersi?


Tradotto
Io gli dissi: «Oh! sei già morto?» E lui a me: «Non ho idea di come il mio corpo stia sulla Terra.


Questa Tolomea ha questo vantaggio: spesso l’anima ci cade prima che Atropo abbia posto fine alla vita.


E affinché tu mi tolga più volentieri le lacrime gelate dal volto, sappi che non appena l’anima compie il tradimento come feci io,
il suo corpo è preso da un demone che in seguito lo governa finché il tempo della sua vita non è concluso.


Essa precipita in questo pozzo infernale; e forse è ancora nel mondo il corpo dell’anima che sverna qui dietro a me.


Lo devi sapere, se arrivi qui solo adesso: egli è ser Branca Doria, e sono molti anni da quando è finito in questo luogo».


Gli dissi: «Io credo che tu mi inganni; infatti Branca Doria non è ancora morto, e mangia, beve, dorme e indossa vesti».


Egli disse: «Michele Zanche non era ancora arrivato nella Bolgia dei Malebranche, dove bolle la viscosa pece,
che questi lasciò il diavolo al suo posto e così un suo complice che fece con lui il tradimento.


Ma ormai stendi qua la mano; aprimi gli occhi». E io non glieli aprii; e l’essere villano fu una cortesia nei suoi confronti.


Ahimè, Genovesi, uomini alieni da ogni buona usanza e pieni di ogni vizio, perché non siete dispersi nel mondo?
 
Sono state oltre 200 le denunce contro Conte ed il suo governo per la gestione dell’emergenza Covid-19,

ma nel trasmettere le denunce al Tribunale dei ministri la procura di Roma avrebbe aggiunto una nota

consigliando l’archiviazione di tutte queste denunce come infondate.

Evidentemente a Roma si ritiene che a Marzo 2020 non sia successo nulla in Italia,

che tutto sia stato perfetto e liscio, e che quindi i ritardi nelle chiusure e negli interventi già a febbraio non si sarebbero potute salvare vite.


Come pone in evidenza l’avvocato Taormina

la procura non aveva nessun diritto di dare indicazioni sul proscioglimento,

tra l’altro in modo così sprezzante, perchè non è suo compito dare queste indicazioni.



Però si vuole dare l’impressione mediatica che sia tutto a posto, che vada tutto bene, che “Non bisogna disturbare il manovratore”.


Perchè la magistratura è quella di Palamara, quella che “Salvini ha ragione , ma dobbiamo processarlo”,

per cui possiamo anche immaginarci che Palamara avrebbe chiamato e detto “Conte è colpevole, ma dobbiamo assolverlo”.


Però Salvini deve comunque andare a processo, anche se agiva come ministro, nella collegialità del governo,

per applicare il programma di Governo approvato dal parlamento, perchè è Salvini.


Non perchè sia colpevole, ma perchè ormai la magistratura è l’ultimo strumento del Deep State, dei poteri forti, per combattere il popolo.
 
Tutti ricordano il baldo Di Battista nel 2016 mentre accusava il PD, con tanto di piovra alle spalle, di voler fagocitare il M5S.

Così come tutti ricordano la veemente Taverna mentre inveiva nella scorsa Legislatura contro i senatori Dem con irripetibili parolacce.

E come dimenticare Di Maio che nel 2015 sponsorizzava l’uscita dall’euro e appena un anno fa definiva il PD come il partito di Bibbiano?


Erano momenti differenti, direbbe la Taverna.


A settembre scorso l’alleanza di governo tra Zingaretti, Di Maio, Grillo e Renzi,
oggi l’ok degli iscritti alla piattaforma Rousseau all’alleanza tra Dem e pentastellati anche alle elezioni comunali,
oltre alla fine della regola rigida dei 2 mandati.


Il MoVimento delle origini non esiste più, morto per sempre.


Grillo ha definitivamente consegnato la sua creatura al Partito democratico, il rivale di sempre.


Il M5S ha captato i voti del popolo che non voleva più il PD al governo e li ha consegnati, dopo un anno di falsa recitazione, tutti al PD.

Un’operazione di gatekeeping perfettamente riuscita: attiro il dissenso e lo riporto nel sistema che facevo finta di combattere.


In ogni caso, complimenti al PD.

È riuscito a fagocitare i 5Stelle e a sterilizzarli, facendoli entrare mani e piedi nel sistema.

In tal modo, se ora sono utili, domani saranno innocui e non nuoceranno più. Grillo complice.


Ora la prossima mossa sarà quella di creare le basi per un’alleanza elettorale a livello nazionale tra i due vecchi nemici, con Conte leader della coalizione.

In caso di elezioni politiche anticipate senza che sia intervenuta una riforma della legge elettorale in senso proporzionale,
l’attuale Rosatellum consentirà ai giallo-rossi di creare problemi al centrodestra nei collegi uninominali del Sud Italia.

O quantomeno provarci.

In tal modo Zingaretti riuscirà anche a tenere sotto scacco Renzi, costretto a fare da gregario per elemosinare qualche collegio sicuro.

Poi, al momento giusto, il MoVimento sarà scaricato.

A pagarne le conseguenze, oltre ai colonnelli del M5S (che prima o poi dovranno trovarsi un lavoro anche in vista del “taglio dei parlamentari”),

c’è pure Renzi, che avendo favorito l’alleanza coi nemici di sempre si troverà investito prima dall’alleanza elettorale Pd-5Stelle,

poi dal collasso dei pentastellati che travolgerà anche lui.



Se Gianroberto Casaleggio si sta rivoltando nella tomba,

profondamente tradito da Grillo e dai cacciatori di poltrone,

Renzi sta sicuramente perdendo tempo prezioso per la seconda mossa del cavallo.
 
Se qualcuno nutriva ancora dubbi sulla nuova natura di un Movimento Cinque Stelle ormai sempre più subalterno al Partito Democratico,
l’ennesima conferma è arrivata dal voto andato in scena a ridosso del Ferragosto su Rousseau,
quello che ha visto gli utenti esprimersi sull’ipotesi di una nuova candidatura di Virginia Raggi
e sull’alleanza alle prossime elezioni amministrative “con forze politiche tradizionali” (leggi, ovviamente, i dem).

Su entrambi i fronti è arrivato il via libera alle strategie che, nei fatti, i grillini stanno portando ormai avanti da mesi,
quelli che li hanno visti da passare da forza anti-sistema ad ammaestrati collaboratori della casta.

Il tutto accolto, ovviamente, dalle esultanze dei vertici del partito.


Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha salutato festante il responso delle urne virtuali,
lanciandosi in un commosso ringraziamento su Facebook in cui ha fatto “un grande in bocca al lupo a Virginia Raggi per la sua ricandidatura”
estendendo poi l’augurio anche a “tutti i candidati sindaco che saranno a capo di coalizioni politiche nei Comuni dove correremo per le elezioni del 20 settembre”.

Un passaggio epocale, secondo Giggino:

“Da oggi inizia una nuova era per il MoVimento 5 Stelle.
Includere e aggregare saranno le vie da percorrere, rispettando e difendendo sempre i nostri valori.
Oggi abbiamo scelto di incidere. Oggi abbiamo scelto di provarci.”




C’è da esultare e parecchio, indubbiamente, nell’aver violato l’ennesima promessa fatta a suo tempo agli elettori,
quella del vincolo dei due mandati che ora, scardinato il meccanismo grazie al caso Raggi,
i big del partito potranno definitivamente accantonare per puntare anche in futuro a poltrone di tutto rispetto.

Così come c’è da esultare per la definitiva trasformazione in constola del Pd di quella forza, un tempo dirompente nelle piazze,
che prometteva una volta arrivata in Parlamento di spazzare via una classe politica immutabile nel tempo e inadeguata nella sostanza.

Quella bestia furiosa pronta alla rivoluzione è stata definitivamente ammaestrata, rinchiusa in gabbia, innocua.



A salutare con entusiasmo pari a quello di Di Maio l’esito del voto su Rousseau c’è, ovviamente, anche l’altra controparte.

Nicola Zingaretti ha parlato di un “fatto positivo. Noi siamo un’alleanza fra forze diverse che rimangono diverse,
ma per governare si deve essere alleati, non si può essere avversari. Quindi che si riesca a fare insieme percorsi comuni penso sia un fatto molto positivo”.

Un passaggio che arriva, tristemente, in un certo non come tutti gli altri:

un14 agosto che segna il secondo anniversario della tragedia del Ponte Morandi,
di fronte alla quale il Movimento aveva promesso la revoca della concessione ai Benetton.

Acqua passata, lontanissima.

Non abbastanza alta, però,
da sommergere la rabbia dei parenti di 43 vittime ancora in attesa di giustizia.

Anzi, ancora in attesa dell'incidente probatorio ..... dopo 2 anni....che schifo.


"Non importa quanto tempo ci vorrà, ci arriveremo.

E finalmente il 31 ottobre verrà consegnata la perizia sulle cause del crollo"
 
Negli ultimi mesi tutta l’attenzione si è concentrata sul nuovo ponte.
Di giustizia si è parlato poco. Questo la preoccupa?


“No perché da un certo punto di vista siamo stati beneficiati dal lockdown.
Il processo è ripartito il 14 luglio.
Noi abbiamo continuato a studiare le carte. Per arrivare alla giustizia”.

È fiducioso?

“Sono tranquillo.
Siamo nella fase finale del secondo incidente probatorio, per definire le cause che portarono al crollo del ponte Morandi”.

Sempre in attesa della perizia.

“Finalmente abbiamo una data certa, sarà consegnata il 31 ottobre. Allora capiremo davvero cos'è successo.
Anche se già dal primo incidente probatorio è tutto molto chiaro.
Il Morandi era degradato al massimo, non ce la faceva più. Lo dice anche una relazione della Nasa.
Stanno cercando di mettere in discussione tutto e tutti. Ma mettere in discussione la Nasa... Mi sembra impossibile”.

Cosa dice quella relazione?

“Attesta che il viadotto si era deformato dal 2015, in maniera evidente.
Sette mesi prima del crollo le oscillazioni erano sempre più forti.
Mentre la procura ha scoperto che i sensori di movimento erano stati tranciati nel 2015, lo sapevano.
Era stato richiesto un preventivo ma non fecero i lavori.
Anche quelli avrebbero permesso di far capire cosa stava accadendo”.

La prossima udienza?

“A dicembre, tutto il mese sarà dedicato alla discussione delle relazioni finali.
I periti sono molto sicuri. Sanno di avere in mano carte decisive.”.

Oggi è il giorno del dolore, il secondo anniversario.

“Cerchi di rimanere tranquillo ma è dura.
Ci troviamo davanti il nuovo ponte già percorribile, questo rende tutto più strano.
In due anni sono riusciti a ricostruire un’opera.
Vuol dire che la società sta andando avanti.
Ma anche che quelle persone non ci sono più, sono state uccise”.

C’è il nuovo ponte, non c’è giustizia.

“E’ così ma non importa quanto tempo ci vorrà, conta arrivare.
La nostra vita è segnata, in parte distrutta.
Quello che si rovina si può ricostruire, quello che si distrugge no”.

Intere famiglie sterminate.

“Stiamo parlando non solo di un ponte ma di un ponte che si trovava dentro la città.
Il suo crollo rappresenta anche la debolezza delle amministrazioni, sia locali che nazionali.
Oggi la battaglia è più aperta che mai”.
 
Doppia risata ahahahaha ahahahahahahahah ragazzi, che principi inviolabili si violano.


Panta Rhei. Tutto scorre, tutto cambia, tutto si trasforma.

Lo sanno anche fin troppo bene quelli del Movimento 5 stelle,
che forse questo incessante mutamento lo hanno preso largamente alla lettera.


Grillini e non solo.


Il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle hanno deciso, di comune accordo, di abbandonare alcune cause che li vedevano contrapposti.

Le due parti danno le proprie motivazioni:

“E’ inutile continuare ad intasare i tribunali perdendo tempo con vicende vecchie e superate, anche per coerenza rispetto al rinnovato clima politico”.



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Tra le cause aperte, riferisce Tgcom24, c’era quella presentata da Luigi Zanda (Pd) contro Luigi Di Maio (M5s).

Il tesoriere dem aveva presentato una proposta di legge (poi ritirata) per collegare gli stipendi dei parlamentari italiani a quello percepito dai deputati europei.


Del resto se con la barca avanti si vuole andare, la posizione delle vele, in funzione del vento, bisogna cambiare.
 
Fischia ragazzi, sto scoppiando dalle risate........una dietro l'altra.....ahahahahahah
quelli che avrebbero aperto la "scatola di tonno".........vi ci sono infilati....ahahahah


Le nuove indicazioni fornite dal Comitato tecnico scientifico lasciano di stucco.

Potrebbe sembrare addirittura uno scherzo.

Tanta foga, tanto caos, per poi arrivare alla indicazione conclusiva che smonta tutto:

“si può scendere anche sotto il metro di distanza laddove non ci sarà la possibilità di rispettarlo”.




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Il presidente dell’associazione nazionale presidi (Anp) ben rappresenta lo stato d’animo di tutti coloro
i quali finora si sono sentiti con l’acqua alla gola per riuscire a far ripartire la scuola nel rispetto delle misure di sicurezza:

“Siamo passati dalla tragedia alla commedia:

tanto rumore per nulla..

Tutto inutile, un’attività febbrile fatta in questi mesi che ci si poteva risparmiare.

I dirigenti scolastici non hanno preso un solo giorno di ferie

per lavorare con granitico senso del dovere affinché gli alunni potessero essere distanziati come previsto”.




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Nelle indicazioni viene anche riferito che “la mascherina sarà fondamentale laddove il distanziamento non c’è”.

Anche Lamberto Montanari, dell’Anp Emilia Romagna esprime il suo rammarico:

“I miei colleghi non ne possono più, sono esasperati.

Quanto tempo si è perso prima di arrivare a una decisione comune…

Siamo continuamente sollecitati, ora non si può più rinviare:

si faccia tutto quello che si deve fare per riaprire le scuole, ma con regole chiare.

Se basta la mascherina diciamolo.

E diciamo anche che si deve mettere tutte le volte che ti alzi e ti muovi”.



Dall’altra parte Azzolina continua sulla sua strada:

“Noi stiamo lavorando al distanziamento e continueremo a farlo.

Ci sono paesi europei che dicono: se non hai il distanziamento metti la mascherina e basta.

Noi stiamo facendo di più: stiamo lavorando per garantire a tutti il distanziamento.”



Ma allora a questo punto che senso ha avuto indire un bando e spendere una cifra irragionevole per banchi monoposto e monoposto con rotelle?


Non sarebbe stato meglio investirli nell’edilizia, per fare scuole più grandi?


È tutto ed il contrario di tutto, ma questo non è governare.

Sono i "ministri" di oggi. Quelli che il convento passa.
 
In seguito agli avvisi di garanzia contro il governo Conte inoltrata nei giorni scorsi,
i media si sono scatenati in fake news affermando che la richiesta di indagini era già stata stata archiviata.


L’avvocato Taormina chiarisce che non è né la procura né il governo a potere archiviare la richiesta,

la quale non può essere archiviata prima che non sia ancora iniziata l’indagine,

e che può essere archiviata solo dal Consiglio dei Ministri.




L’avvocato Taormina ha subito un attacco fortissimo in seguito all’inoltro della denuncia,

sul piano sia personale sia professionale con diffamazioni, ingiurie e calunnie basate su notizie false.


Il sistema, in questo particolare momento, si scatena violentemente non appena viene accusato,

o non appena viene sgamato nelle sue fake news.



Che il Tribunale dei Ministri voglia archiviarla è un conto,

ma darla già come una cosa fatta significa fare falsa informazione.



 

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