“Nuove frontiere svizzere a Nord e a Sud?”di Tiziano Galeazzi
Martedi 22 giugno è stato pubblicato in Lombardia un sondaggio de “La Provincia di Como”, basato sull’idea, lanciata qualche mese fa dal deputato nazionale UDC Dominique Bättig, di
“allargare i confini svizzeri.” Bättig spiazzò sia le Camere sia il Consiglio Federale, che subito reagì nei confronti degli Stati toccati, sottolineando che fosse una proposta inaccettabile e senza alcuna base politico-legale.
Personalmente, penso che la
“provocazione” di Bättig non mirasse ad annettere realmente le regioni e le città in questione, quanto piuttosto a dare un segnale forte, da parte della Svizzera, contro l’assedio dell’UE al nostro Paese (sistema fiscale e segreto bancario).
Se analizziamo le regioni e le città coinvolte nella proposta Bättig, capiamo subito che sono in parte le più produttive e ricche dell’intera Europa centrale. Sicuramente,
l’obiettivo strategico avrebbe potuto essere un rafforzamento della nostra finanza, dell’economia e dell’industria, inglobando, come proposto,
il Baden Württemberg, la Savoia, il Vorarlberg (A), l’Alsazia, la Valle d’Aosta, la Savoia, il Jura (F), Como e Varese. E Milano?
Deficitario e tendenzioso il commento sul quotidiano italiano
La Repubblica, scritto da
Leonardo Coen, noto come giornalista (comunista) che non ha avuto alcun riguardo nei confronti del nostro Paese dopo la votazione sui minareti, quando il 57% dei cittadini svizzeri si oppose alla loro costruzione. Ci dipinse come un popolo xenofobo e mise in discussione la democrazia diretta (scrisse: “U
no strumento pericoloso in mano al popolo”).
Ebbene, anche in questa occasione il signor Coen non ha potuto esimersi dal lanciarsi in sterili polemiche sul perché gli italiani di Como abbiano votato SI (74.2%) al sondaggio per un’ipotetica annessione alla Svizzera.
Leonardo Coen potrà avere i suoi sostenitori in qualità di giornalista internazionale, ma sulla Svizzera e gli svizzeri ha ancora molto da imparare. Cita il Consigliere nazionale Dominique Bättig facendolo diventare niente meno che un Consigliere Federale del Giura; sottolinea che il nostro Paese dà rifugio ai più grandi mascalzoni del mondo pagando miliardi, che la nostra Polizia è peggio dei sergenti dei marines americani, che la Svizzera non ha mai vinto il mondiale di calcio (sic!) e che Cancellara è più italiano che svizzero. Continua scrivendo che la Svizzera, oltre al pane, al cioccolato e agli orologi a cucù, ha un bel nulla e che la pressione fiscale è al 20%. Infine, descrive Dominique Bättig come un
“noto esponente della destra antieuropeista, molto legato all’estrema destra nazionalista e xenofoba”.
Egregio signor Coen, mi permetta di ricordarle alcuni punti che le serviranno per capire meglio il nostro Paese e colmare, per quanto possibile, la sua ignoranza in merito.
I Consiglieri Federali sono i ministri che governano la Confederazione e siedono all’esecutivo: sono in sette. Bättig non è uno di loro, ma siede nel Consiglio Nazionale, cioè la Camera del Popolo.
In quanto a dar rifugio ai mascalzoni, guardi prima nel Belpaese, dove nacquero la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra, le Brigate Rosse e vari gruppi anarchici, che per anni hanno insanguinato le strade d’Italia. Se oggi in Svizzera possiamo offrire ancora un certa sicurezza nelle città e sulle strade, è per merito dei nostri poliziotti, di cui credo francamente dovremmo aumentare l’organico, così come per le Guardie di Confine.
Vittorie al mondiale ? Si sbaglia ancora, caro Coen, abbiamo
vinto il Mondiale Under 17 in Nigeria l’anno scorso, quindi, come vede, abbiamo pure noi la nostra Coppa del Mondo!
A proposito di aliquota fiscale, ogni Cantone stabilisce e preleva la propria, e alcuni Cantoni hanno aliquote per società sotto il 20%, dunque ancora meglio di quanto da lei scritto.
Cucù, pane e cioccolato a parte, che piace un sacco ai suoi concittadini, le ricordo che abbiamo, oltre alle banche, l’industria farmaceutica internazionale. Coltiviamo la ricerca nei campi scientifici a più alto livello e stiamo costruendo la galleria ferroviaria più lunga del mondo (57 km) tra le Alpi svizzere (Alptrasit), di cui pure l’Italia e l’Europa approfitteranno. A questo proposito, tengo a precisare che l’Europa non ha tirato fuori il
“becco di un quattrino” per quest’opera, che verrà pagata interamente da noi svizzeri (circa 30-35 miliardi di franchi).
Per quanto riguarda l’UDC (Unione Democratica di Centro), egregio giornalista, il suo programma partitico è contro l’adesione all’UE, cosa non sorprendente, visto come l’Europa sta navigando… Non esserne diventati membri è stata la nostra salvezza, avremmo solo finito per pagare i debiti degli altri: il caso Grecia insegna, e ve ne saranno altri.
Tutto qua, l’UDC non è invece un partito, come lei lo descrive, estremista e xenofobo. Rimane pur sempre il partito di maggioranza relativa in Svizzera, quindi così lei offende buona parte dei cittadini di una Nazione libera e sovrana.
Concludo, suggerendole di leggere il libro“La frontiera contesa”, che raccoglie interessanti informazioni sulla pianificazione dell’Esercito svizzero, all’inizio del ‘900, d’invadere la Lombardia e occupare Milano, riprendendo la Valtellina e la Valle d’Ossola, concesse secoli prima, e occupando le città di Como, Varese, Lecco e Novara.
Dunque, signor Coen, nessuna sorpresa se i comaschi hanno votato virtualmente SI per aderire alla Confederazione Elvetica. Un amico di Milano, qualche tempo fa, dopo aver saputo dei piani d’attacco d’inizio ‘900, mi disse in dialetto:
“Ma parché ul tò nono lè mia vegnüüt giò a ciapac”.
Tiziano Galeazzi
Vice presidente UDC Malcantone
(Ticinolibero.ch)
***
A questo proposito avrei qualcosa da dire anch'io ...