Macroeconomia Fine dell'euro: scenari possibili o ipotetici (2 lettori)

mostromarino

Guest
Infatti, molti dimenticano che in Italia la sanità è pubblica ... provate a farvi ricoverare in un ospedale svizzero (senza mutua) poi mi dite. Oppure la sola visita del medico di famiglia ... se non avete redditi oltre i 70k annui penso che i contributi sanitari siano più bassi in Italia.

occhio..sei su una strada complicata... non é come la pensi che funzia

é completamente
PER ORA
avulso dal reddito..su base volontaria la assistenza

a parte uno zoccolo di base,obbligatorio, ma a prezzi calmierati dal cantone

la base di assistenza, (poche medicine) ma ospedaliera garantita
in classe comune
la paghi 200 euro mese ca a cranio
 

tommy271

Forumer storico
occhio..sei su una strada complicata... non é come la pensi che funzia

é completamente
PER ORA
avulso dal reddito..su base volontaria la assistenza

a parte uno zoccolo di base,obbligatorio, ma a prezzi calmierati dal cantone

la base di assistenza, (poche medicine) ma ospedaliera garantita
in classe comune
la paghi 200 euro mese ca a cranio

Intendevo quella italiana ... contributi sanitari percentualmente alla dichiarazione dei redditi (oltre al costo fisso).
 

azetaelle

investitore(s)qualificato
vero paghi meno,perché pagano tutti

i servizi noi li paghiamo da anni a prezzi reali
voi..meglio ..i vs. genitori li pagavano a prezzo politico
voi oggi li pagate a prezzo reale, da poco
ma mal gestiti

attenzione che la sanità
é diversa in ch
io, per averla, a buon livello pago 1300 euro mese
per due..
ti sbagli, li paghiamo a prezzo reale+la percentuale di furto applicata da politici e pubblici amministratori...in pratica, una follia :V
sicuramente rubano anche oltre cortina, però non così sfacciatamente
 

tommy271

Forumer storico
PUNTO 1-Patto Ue, è debito pubblico che conta per sanzioni -Rehn

mercoledì 30 giugno 2010 14:57


(aggiunge background e dichiarazioni Rehn)

BRUXELLES 30 giugno (Reuters) - Nell'ambito della riforma del Patto di stabilità, una maggiore attenzione al parametro del debito si baserà in prima battuta sul debito pubblico, elemento cruciale per decidere eventuali sanzioni.
La Commissione potrà tener conto anche di numerosi altri fattori, tra cui il debito privato, per avere una visione d'insieme.
Lo ha dichiarato il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Olli Rehn dopo la presentazione della proposta dell'esecutivo Ue sul rafforzamento della disciplina di bilancio.
"Non mischiamo tra debito privato e debito pubblico, c'è una distinzione tra questi due elementi. Alla fine per decidere sulle sanzioni si terrà contro del debito pubblico", ha detto Rehn.
"È importante che, nel momento in cui rafforziamo il ruolo del debito nella procedura di deficit eccessivo, abbiamo una modalità intelligente di farlo", ha aggiunto.
A questo proposito Rehn ha detto che l'esecutivo Ue terrà conto di una serie di fattori "incluso il livello e la variazione del debito privato nella misura in cui potrebbe rappresentare una passività implicita per i governi".
Nel dibattito sulla riforma del patto di stabilità, l'Italia, che prevede per fine 2010 un debito pubblico di 118,4% del Pil, aveva fatto pressioni perchè, a fianco di una maggiore attenzione al debito pubblico, l'Ue inserisse un esame dell'indebitamento di famiglie e imprese.
Nel patto di stabilità la Ue indica una soglia di riferimento del 60% per il debito/pil e ai paesi membri con un indebitamento superiore a questa soglia viene chiesto di ridurre il quoziente a una velocità sufficientemente rapida.
Il documento presentato oggi da Rehn sul patto non è ancora disponibile, tuttavia, il Commissario ha indicato che, insieme al debito privato, la Ue potrebbe tener conto delle dinamiche demografiche, degli asset posseduti da un governo e di eventuali garanzie concesse dallo Stato a società private. Verrà inoltre considerata la valuta di denominazione del debito dello Stato.
 

Comandante Gerard

Forumer storico
PUNTO 1-Patto Ue, è debito pubblico che conta per sanzioni -Rehn

BRUXELLES 30 giugno (Reuters) - Nell'ambito della riforma del Patto di stabilità, una maggiore attenzione al parametro del debito si baserà in prima battuta sul debito pubblico, elemento cruciale per decidere eventuali sanzioni.
La Commissione potrà tener conto anche di numerosi altri fattori, tra cui il debito privato, per avere una visione d'insieme.
Lo ha dichiarato il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Olli Rehn dopo la presentazione della proposta dell'esecutivo Ue sul rafforzamento della disciplina di bilancio.
"Non mischiamo tra debito privato e debito pubblico, c'è una distinzione tra questi due elementi"...

Come era logico attendersi...il privato e´privato...poi, nella "visione d´insieme", si´...se ne potra´tenere conto
 

tommy271

Forumer storico
Trichet, a p/t oggi domanda normale anche se sotto stime mercato

mercoledì 30 giugno 2010 17:25




ROMA 30 giugno (Reuters) - La domanda all'operazione di finanziamento a tre mesi della Bce di oggi è stata inferiore rispetto a quanto previsto da alcuni, ma il quantitativo è normale per il tipo di operazione che la Bce aveva in mente.
Lo dice il presidente della Bce Jean-Claude Trichet durante una conferenza stampa a Roma.
Trichet aggiunge che alcuni osservatori di mercato giudicano il risultato di oggi molto buono e continua a vedere sul mercato monetario una ordinaria transazione a condizioni di normalità.
L'operazione di pronti contro termine ha visto una richiesta di fondi per poco meno di 132 miliardi di euro. Un sondaggio Reuters diffuso nei giorni scorsi indicava in 210 miliardi la possibile cifra richiesta. Domani è in scadenza il p/t Bce a un anno da 442 miliardi di euro.
 

Comandante Gerard

Forumer storico
Analisi dell'attacco all'euro

Crisi dell?euro e smantellamento dell?Unione Europea | eurasia-rivista.org

La crisi dell’euro è il risultato di un attacco mirato da parte delle agenzie di rating statunitensi Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch contro il debito della Grecia, della Spagna e del Portogallo. L’abbassamento dei conti di questi tre paesi da parte delle agenzie americane, soprattutto per quanto riguarda quelli della Grecia, relegati nella categoria degli investimenti speculativi, è la conseguenza di un’azione mirata.
Quest’abbassamento fa seguito ad una serie di decisioni ripetute e molto ravvicinate. Questi attacchi sono stati appoggiati dall’apparato statale statunitense, in particolare dalle dichiarazioni allarmiste del consigliere economico del presidente Obama, ex presidente della Federal Reserve, Paul Volker che ha parlato di una futura disintegrazione della zona euro.

Quest’offensiva contro l’euro è innanzitutto un’azione destinata a portare negli Stati Uniti i capitali esteri necessari alla copertura del crescente deficit della bilancia finanziaria degli USA. È un segnale di avvertimento a paesi come la Cina, che aveva iniziato a riequilibrare le sue riserve di valute acquistando in euro anziché in dollari. Per gli Stati Uniti, c’è in effetti una certa urgenza in materia. Fino al 2009, il finanziamento dei loro deficit e la difesa del dollaro erano assicurati da un saldo positivo dei flussi finanziari. Ma, durante questo stesso anno, se il movimento dei capitali rimaneva positivo, esso non arrivava più a compensare i deficit. Il saldo diventò negativo per un ammontare di 398 miliardi di dollari. A livello puramente economico, l’offensiva contro l’euro e della stessa linea di quella contro la lotta alla frode fiscale, iniziata dal presidente Obama nel 2009. Si tratta di portare i capitali nella cerchia degli USA.

Quest’azione tattica si sdoppia in un’operazione strategica, quella di un movimento di smantellamento dell’Unione Europea a vantaggio di un’unione economica che copre i due continenti, in cui il progetto di creazione di un grande mercato transatlantico ne è la manifestazione più visibile. È in funzione di questo secondo obiettivo che si può comprendere l’atteggiamento della Germania che, sia per la lotta alla frode fiscale che per l’attacco contro l’euro, ha fornito un sostegno all’offensiva statunitense. Questo doppio atteggiamento è coerente con l’impegno privilegiato di questo Stato europeo nella realizzazione di un’unione economica transatlantica.

L’Unione Europea è stata costruita attorno la Germania e strutturata secondo i suoi interessi. Paese economicamente il più competitivo al momento dell’installazione del grande mercato, ha potuto, senza vincoli politici, senza governo economico e trasferimenti importanti verso le zone sfavorite, giocare pienamente i suoi vantaggi economici comparativi. Fino a quest’anno, la zona euro assorbe i tre quarti delle esportazioni tedesche. La Germania, dalle dichiarazioni dei suoi responsabili politici e dei suoi banchieri, così come dalla ripetuta ostentazione delle sue esitazioni, ha contribuito all’efficacia dell’offensiva contro l’euro. Per lei, i benefici di quest’azione sono immediati. Il calo della moneta comune permette di aumentare le esportazioni fuori dalla zona euro. In più, questo paese può meglio finanziare i suoi propri deficit. La crisi e la fuga verso la qualità che essa genera permettono alle obbligazioni tedesche di piazzarsi con un tasso di interesse ridotto.

Se, a lungo termine, la Germania dà l’impressione di tagliare il ramo su cui è seduta, vuol dire che ha deciso di cambiare ramo e che vuole inserirsi in un insieme più grande: il grande mercato transatlantico. La « costruzione europea » è ad un incrocio. Se fino ad ora, ha permesso uno sviluppo permanente della Germania, tale processo non più continuare secondo le stesse modalità. La UE non può uscire dalla crisi senza mettere in atto un governo economico che gestisca una politica economica comune, un’armonizzazione dello sviluppo e, per questo, senza assicurare dei conseguenti trasferimenti finanziari verso i paesi e le regioni sfavoriti. Una tale gestione politica è in completo disaccordo col semplice patto di stabilità promosso dalla Germania. La politica di bilancio di diminuzione accelerata dei deficit imposta nuovamente in nome di questo patto si farà a scapito del potere di acquisto delle popolazioni e non può realizzarsi senza una recessione economica. La zona euro non può più essere la sbocco privilegiato delle esportazioni tedesche. La Germania ha fatto la sua scelta: il grande mercato transatlantico e il mercato mondiale.

In luogo di ristrutturare il debito dei paesi deboli, cosa che avrebbe portato le banche a versare la loro parte, l’Europa ha messo in piedi due fondi di intervento. I 110 miliardi di euro di aiuto alla Grecia, così come i 750 miliardi di prestiti e garanzie, hanno come fine quello di sottomettere i paesi ricevitori alle condizioni del FMI, in cui gli USA hanno la maggioranza dei diritti di voto. In caso di depressione o anche di stagnazione economica, la politica di consolidamento delle spese pubbliche è votata al fallimento. I 750 miliardi previsti di aiuto serviranno a rimborsare le banche a scapito del potere di acquisto del contribuente e questo versamento alle istituzioni finanziarie aumenterà di molto la recessione.

La costruzione europea è stata imposta dagli Stati Uniti che, dopo la guerra, ne hanno fatto una condizione per le concessioni degli aiuti del Piano Marshall. È stata realizzata attorno la Germania, i cui interessi immediati erano complementari a quelli degli USA. L’attacco contro l’euro e l’operazione di smantellamento dell’Unione Europea risultano anche da un’offensiva lanciata dagli USA a cui ha dato il cambio la prima economia del vecchio continente, e ugualmente le istituzioni della UE. La Commissione e il Consiglio confermano così la loro partecipazione alla decomposizione dell’Unione ed alla sua integrazione in una nuova struttura politica ed economica transatlantica sotto la direzione americana, un ruolo già ricoperto attraverso i negoziati degli accordi sul trasferimento dei dati personali dei cittadini europei verso gli USA e sulla creazione di un grande mercato comprendente i due continenti.

Jean-Claude Paye, sociologo, autore de La fine dello Stato di diritto (Manifestolibri). Su “Eurasia” ha pubblicato Spazio aereo e giurisdizione statunitense (nr. 4/2007), Gli scambi finanziari sotto controllo USA (nr. 1/2009), La gerarchizzazione del sistema finanziario (nr. 1/2010)
 

mago gambamerlo

Xx Phuket xX
Collasso Euro nall' arco di mesi ?

News Headlines
Vedere questo video ..... eh eh eh !! Balbetta anche mentre dice che l' euro vedra' il collasso nel giro di mesi ! :hua::hua::hua:
Puntano sulle Economie del Sud Europa e sul Sistema Bancario Europeo come madre di tutte le battaglie ! (E ,riborda , ha menzionato anche il Roubini come per sottolineare la validita' delle sue tesi.)
Che ne pensate ? ci riusciranno ?:)
 

Comandante Gerard

Forumer storico
Un cappio legale al collo dell’ unione monetaria europea

Fonte: STAMPA LIBERA
Link: Un cappio legale al collo dell’ unione monetaria europea

Sul rischio che la Corte costituzionale tedesca possa bloccare il piano di salvataggio dell’euro, mando la traduzione dell’articolo di Ambrose Evans-Pritchard dell’8 luglio 2010, pubblicato sul Telegraph.

———————————————

“La trama si infittisce alla Corte costituzionale tedesca, organismo con potere di vita o di morte sull’unione monetaria europea.

Contrariamente a quanto si crede, i professori tedeschi euroscettici non hanno abbandonato i loro sforzi legali per bloccare il salvataggio europeo delle banche esposte al debito greco, e dal 7 maggio al debito di Spagna, Portogallo, e Irlanda.


Se dovessero riuscire, la zona euro rischia la disintegrazione in pochi giorni, forse ore. Non penso che gli investitori di New York, Londra, Tokyo, Pechino, o anche Francoforte se ne rendano conto.

Ci sono quattro casi presso la Corte – o Verfassungsgerichtshof – in cui si sostiene che tali discussi salvataggi bancari violino diverse clausole del trattato UE, e quindi anche la Legge Fondamentale della Germania.

Un quintetto di professori – Wilhelm Hankel, Wilhelm Nölling, Joachim Starbatty, Karl Albrecht Schachtschneider, e Dieter Spethmann (ex amministratore delegato della Thyssen) – hanno appena esteso la loro denuncia sul salvataggio bancario della Grecia, per includervi i nuovi 440 miliardi di € di prestiti, che violano il diritto comunitario.

La denuncia riguarda anche l’acquisto di massa da parte della Banca centrale europea dei bonds greci, spagnoli, portoghesi e irlandesi, da banche private. Ciò che permette agli investitori che hanno acquistato questi titoli durante la bolla del credito allo scopo di massimizzare il profitto – così come a coloro che hanno acquistato CDO subprime degli Stati Uniti per avere alti rendimenti – di riversare le conseguenze dei loro errori di valutazione sulle spalle dei contribuenti (gli hedge funds erano già “long” sul debito Club Med, naturalmente, quando la BCE è intervenuta, in modo da realizzare un guadagno speculativo a spese dei contribuenti).

E’ stato ampiamente riportato dalla stampa tedesca – che dovrebbe essere più informata – che la Corte ha respinto la causa dei professori. Questo è falso. E’ stata respinta la loro richiesta di un provvedimento immediato che bloccasse i trasferimenti verso la Grecia (per il fatto che una tale mossa sarebbe stata troppo pericolosa). Ma il caso è ancora pendente.

Nel loro ultimo esposto i professori hanno detto che il fondo europeo “in tutta evidenza” viola la clausola di non-salvataggio del Trattato di Lisbona.

Hanno ripreso i commenti del ministro francese in Europa Pierre Lelouche, il quale ha ammesso, dopo il summit del 7 maggio, che i leader UE avevano effettuato un colpo di stato incostituzionale. “E ‘espressamente vietato dai trattati nella famosa clausola no-bailout. De facto, abbiamo cambiato il trattato” ha detto.

Il quintetto ha affermato che il metodo utilizzato per imporre al Bundestag il salvataggio UE è una minaccia “golpista” per la democrazia tedesca. “Questo percorso sta portando la Germania alla rovina”, hanno detto al Frankfurter Allgemeine.

I cittadini non sono stati informati su come è stato creato il fondo di stabilità di 440 miliardi di €. La natura opaca dei negoziati a Bruxelles non ha fatto chiarezza su chi era alla guida di questa politica, ed esattamente per quale scopo. Un SIV (veicolo di investimento strutturato), era stato creato a Lussemburgo per raccogliere denaro e gestire il fondo. “Eppure, quando il Bundestag ha adottato questo progetto di aiuto non un singolo membro del parlamento sapeva su cosa stava votando.”

“Il Cancelliere Merkel ha obbligato il Presidente a firmare questa legge d’emergenza in poche ore. E il Presidente non era in grado di esaminarne la costituzionalità, come è suo dovere fare. Nessun governo dovrebbe mai trattare un capo di Stato in questo modo, e tra l’altro su una questione di tale importanza esistenziale”.

Il gruppo ha detto che l’erosione delle finanze dello Stato tedesco “colpisce la base costituzionale del nostro Stato e della nostra società”. Essa è in contraddizione con il vero spirito d’Europa, con le sue radici e culture diverse, e “gioca con il futuro dei nostri figli e nipoti”.

“Combattere su questo non significa ritornare a un nazionalismo obsoleto. Come cittadini abbiamo il diritto di chiedere che il nostro governo si attenga al suo giuramento di proteggere dalle minacce la nazione tedesca”.

Essi sostengono che il “mancato bailout” non fa nulla per ridurre il debito dei paesi che ricevono gli aiuti. L’intero gioco è stato progettato per i creditori. “I fondi per la Grecia sono chiaramente dei trasferimenti finanziari, in quanto tutti sanno che la Grecia non può rimborsare i suoi debiti.” Stando ai conti dello stesso FMI, il debito pubblico della Grecia passerà dal 120% a 150% entro il 2014. “Questa è follia economica”, ha detto il prof Nölling.

Nel frattempo il Centro per la politica europea a Friburgo – un think tank di libero mercato – è entrato nella mischia con una relazione in cui si sostiene che l’uso di 60 miliardi di € di fondi dell’UE ai sensi dell’articolo 122 del trattato di Lisbona, per sostenere il pacchetto di salvataggio, è illegale (L’art. 122 del Trattato di Lisbona ammette aiuti per un paese membro a causa di catastrofi naturali e altre circostanze “straordinarie”, n.d.t.) . Si tratta di una nuova svolta, e appare incontestabile. Ecco il link in lingua tedesca: Centrum für Europäische Politik: Startseite

“E’ una totale violazione del nostro diritto costituzionale, e di fronte a un caso che gli venga sottoposto i giudici del tribunale dovranno ammetterlo, anche se temono le conseguenze economiche”, ha detto l’autore, il dottor Thiemo Jeck.

La clausola di non salvataggio dell’ articolo 125 dice:

“L’Unione non risponde né si fa carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali, dagli enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da imprese pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto economico specifico. Gli Stati membri non sono responsabili né subentrano agli impegni dell’amministrazione statale, degli enti regionali, locali o degli altri enti pubblici, di altri organismi di diritto pubblico o di imprese pubbliche di un altro Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto specifico.”

Questo non necessariamente vieta agli Stati europei di unirsi volontariamente per salvare un paese in difficoltà. Tuttavia, un altro discorso è utilizzare i fondi UE a tale scopo, anche se ciò è possibile laddove “uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo” (art 122).

La Grecia si è trovata nei guai per ragioni “al di là del suo controllo”? Ovviamente no.
Il politico bavarese Peter Gauweiler sta progettando di sollevare un caso speciale alla Verfassungsgerichtshof per includere questi ultimi argomenti.

Non ho idea di come la Corte risponderà a tutte queste questioni, ma coloro che affermano con sicurezza che i giudici rigetteranno il tutto, non lo sanno nemmeno loro.
Questa è la Corte che ha messo i brividi alle istituzioni dell’Unione con la sua sentenza sul Trattato di Lisbona nel giugno 2009. I giudici hanno ammonito severamente la Corte di giustizia europea, organo che scandalosamente e ripetutamente sosteneva di avere suprema giurisdizione sul diritto nazionale.

La Corte di giustizia non ha tale potere. Essa lo afferma falsamente. L’UE è una Organizzazione nata da Trattati di Stati sovrani. Gli stati recepiscono le norme UE (non leggi) nel loro diritto nazionale.
Il Verfassungsgerichtshof ha dichiarato che gli stati sono “sovrani sui Trattati” e non viceversa. Hanno detto che i parlamenti nazionali sono l’unico forum legittimo della democrazia, e che il Parlamento europeo è intrinsecamente antidemocratico. Questo è corretto.

La Corte costruisce una linea di difesa contro ogni eventuale possibile violazione della sovranità tedesca, affermando che alcune materie “devono rimanere per sempre sotto il controllo tedesco” – tra cui, ovviamente, la politica fiscale.

In un certo senso, la Verfassungsericht è diventata il difensore della democrazia e delle libertà per tutta l’Unione europea, (mentre altri giudici nazionali sono in gran parte codardi, tranne la Corte Suprema d’Irlanda), poiché la Corte di giustizia hegeliana ha dimostrato in una serie di casi chiave che non ha alcun rispetto dei diritti umani e funge da semplice scagnozzo del potere autoritario della macchina dell’esecutivo UE. Come tale, la Corte di giustizia europea è un’organizzazione pericolosa.

La mia ipotesi è che il Verfassungsgerichtshof girerà intorno a queste questioni per un po’, sperando che la crisi passi. La crisi non passerà perché la divisione Nord-Sud dell’UEM è inerente al sistema e non può essere colmata.

Ad un certo punto la Corte si troverà costretta a giudicare. Si può ben ritenere che ci siano elementi di incostituzionalità nel pacchetto di salvataggio – anche se non in tutto – tali da ordinare a Berlino di ricominciare daccapo.

Se ciò accade, sarebbe meglio non avere in portafoglio obbligazioni Club Med o valute (al plurale).”

Legal noose tightens on Europe's monetary union – Telegraph Blogs
 

Geppetto

Nuovo forumer
Fonte: STAMPA LIBERA
Link: Un cappio legale al collo dell’ unione monetaria europea

Sul rischio che la Corte costituzionale tedesca possa bloccare il piano di salvataggio dell’euro, mando la traduzione dell’articolo di Ambrose Evans-Pritchard dell’8 luglio 2010, pubblicato sul Telegraph.

———————————————

“La trama si infittisce alla Corte costituzionale tedesca, organismo con potere di vita o di morte sull’unione monetaria europea.

Contrariamente a quanto si crede, i professori tedeschi euroscettici non hanno abbandonato i loro sforzi legali per bloccare il salvataggio europeo delle banche esposte al debito greco, e dal 7 maggio al debito di Spagna, Portogallo, e Irlanda.


Se dovessero riuscire, la zona euro rischia la disintegrazione in pochi giorni, forse ore. Non penso che gli investitori di New York, Londra, Tokyo, Pechino, o anche Francoforte se ne rendano conto.

Ci sono quattro casi presso la Corte – o Verfassungsgerichtshof – in cui si sostiene che tali discussi salvataggi bancari violino diverse clausole del trattato UE, e quindi anche la Legge Fondamentale della Germania.

Un quintetto di professori – Wilhelm Hankel, Wilhelm Nölling, Joachim Starbatty, Karl Albrecht Schachtschneider, e Dieter Spethmann (ex amministratore delegato della Thyssen) – hanno appena esteso la loro denuncia sul salvataggio bancario della Grecia, per includervi i nuovi 440 miliardi di € di prestiti, che violano il diritto comunitario.

La denuncia riguarda anche l’acquisto di massa da parte della Banca centrale europea dei bonds greci, spagnoli, portoghesi e irlandesi, da banche private. Ciò che permette agli investitori che hanno acquistato questi titoli durante la bolla del credito allo scopo di massimizzare il profitto – così come a coloro che hanno acquistato CDO subprime degli Stati Uniti per avere alti rendimenti – di riversare le conseguenze dei loro errori di valutazione sulle spalle dei contribuenti (gli hedge funds erano già “long” sul debito Club Med, naturalmente, quando la BCE è intervenuta, in modo da realizzare un guadagno speculativo a spese dei contribuenti).

E’ stato ampiamente riportato dalla stampa tedesca – che dovrebbe essere più informata – che la Corte ha respinto la causa dei professori. Questo è falso. E’ stata respinta la loro richiesta di un provvedimento immediato che bloccasse i trasferimenti verso la Grecia (per il fatto che una tale mossa sarebbe stata troppo pericolosa). Ma il caso è ancora pendente.

Nel loro ultimo esposto i professori hanno detto che il fondo europeo “in tutta evidenza” viola la clausola di non-salvataggio del Trattato di Lisbona.

Hanno ripreso i commenti del ministro francese in Europa Pierre Lelouche, il quale ha ammesso, dopo il summit del 7 maggio, che i leader UE avevano effettuato un colpo di stato incostituzionale. “E ‘espressamente vietato dai trattati nella famosa clausola no-bailout. De facto, abbiamo cambiato il trattato” ha detto.

Il quintetto ha affermato che il metodo utilizzato per imporre al Bundestag il salvataggio UE è una minaccia “golpista” per la democrazia tedesca. “Questo percorso sta portando la Germania alla rovina”, hanno detto al Frankfurter Allgemeine.

I cittadini non sono stati informati su come è stato creato il fondo di stabilità di 440 miliardi di €. La natura opaca dei negoziati a Bruxelles non ha fatto chiarezza su chi era alla guida di questa politica, ed esattamente per quale scopo. Un SIV (veicolo di investimento strutturato), era stato creato a Lussemburgo per raccogliere denaro e gestire il fondo. “Eppure, quando il Bundestag ha adottato questo progetto di aiuto non un singolo membro del parlamento sapeva su cosa stava votando.”

“Il Cancelliere Merkel ha obbligato il Presidente a firmare questa legge d’emergenza in poche ore. E il Presidente non era in grado di esaminarne la costituzionalità, come è suo dovere fare. Nessun governo dovrebbe mai trattare un capo di Stato in questo modo, e tra l’altro su una questione di tale importanza esistenziale”.

Il gruppo ha detto che l’erosione delle finanze dello Stato tedesco “colpisce la base costituzionale del nostro Stato e della nostra società”. Essa è in contraddizione con il vero spirito d’Europa, con le sue radici e culture diverse, e “gioca con il futuro dei nostri figli e nipoti”.

“Combattere su questo non significa ritornare a un nazionalismo obsoleto. Come cittadini abbiamo il diritto di chiedere che il nostro governo si attenga al suo giuramento di proteggere dalle minacce la nazione tedesca”.

Essi sostengono che il “mancato bailout” non fa nulla per ridurre il debito dei paesi che ricevono gli aiuti. L’intero gioco è stato progettato per i creditori. “I fondi per la Grecia sono chiaramente dei trasferimenti finanziari, in quanto tutti sanno che la Grecia non può rimborsare i suoi debiti.” Stando ai conti dello stesso FMI, il debito pubblico della Grecia passerà dal 120% a 150% entro il 2014. “Questa è follia economica”, ha detto il prof Nölling.

Nel frattempo il Centro per la politica europea a Friburgo – un think tank di libero mercato – è entrato nella mischia con una relazione in cui si sostiene che l’uso di 60 miliardi di € di fondi dell’UE ai sensi dell’articolo 122 del trattato di Lisbona, per sostenere il pacchetto di salvataggio, è illegale (L’art. 122 del Trattato di Lisbona ammette aiuti per un paese membro a causa di catastrofi naturali e altre circostanze “straordinarie”, n.d.t.) . Si tratta di una nuova svolta, e appare incontestabile. Ecco il link in lingua tedesca: Centrum für Europäische Politik: Startseite

“E’ una totale violazione del nostro diritto costituzionale, e di fronte a un caso che gli venga sottoposto i giudici del tribunale dovranno ammetterlo, anche se temono le conseguenze economiche”, ha detto l’autore, il dottor Thiemo Jeck.

La clausola di non salvataggio dell’ articolo 125 dice:

“L’Unione non risponde né si fa carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali, dagli enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da imprese pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto economico specifico. Gli Stati membri non sono responsabili né subentrano agli impegni dell’amministrazione statale, degli enti regionali, locali o degli altri enti pubblici, di altri organismi di diritto pubblico o di imprese pubbliche di un altro Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto specifico.”

Questo non necessariamente vieta agli Stati europei di unirsi volontariamente per salvare un paese in difficoltà. Tuttavia, un altro discorso è utilizzare i fondi UE a tale scopo, anche se ciò è possibile laddove “uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo” (art 122).

La Grecia si è trovata nei guai per ragioni “al di là del suo controllo”? Ovviamente no.
Il politico bavarese Peter Gauweiler sta progettando di sollevare un caso speciale alla Verfassungsgerichtshof per includere questi ultimi argomenti.

Non ho idea di come la Corte risponderà a tutte queste questioni, ma coloro che affermano con sicurezza che i giudici rigetteranno il tutto, non lo sanno nemmeno loro.
Questa è la Corte che ha messo i brividi alle istituzioni dell’Unione con la sua sentenza sul Trattato di Lisbona nel giugno 2009. I giudici hanno ammonito severamente la Corte di giustizia europea, organo che scandalosamente e ripetutamente sosteneva di avere suprema giurisdizione sul diritto nazionale.

La Corte di giustizia non ha tale potere. Essa lo afferma falsamente. L’UE è una Organizzazione nata da Trattati di Stati sovrani. Gli stati recepiscono le norme UE (non leggi) nel loro diritto nazionale.
Il Verfassungsgerichtshof ha dichiarato che gli stati sono “sovrani sui Trattati” e non viceversa. Hanno detto che i parlamenti nazionali sono l’unico forum legittimo della democrazia, e che il Parlamento europeo è intrinsecamente antidemocratico. Questo è corretto.

La Corte costruisce una linea di difesa contro ogni eventuale possibile violazione della sovranità tedesca, affermando che alcune materie “devono rimanere per sempre sotto il controllo tedesco” – tra cui, ovviamente, la politica fiscale.

In un certo senso, la Verfassungsericht è diventata il difensore della democrazia e delle libertà per tutta l’Unione europea, (mentre altri giudici nazionali sono in gran parte codardi, tranne la Corte Suprema d’Irlanda), poiché la Corte di giustizia hegeliana ha dimostrato in una serie di casi chiave che non ha alcun rispetto dei diritti umani e funge da semplice scagnozzo del potere autoritario della macchina dell’esecutivo UE. Come tale, la Corte di giustizia europea è un’organizzazione pericolosa.

La mia ipotesi è che il Verfassungsgerichtshof girerà intorno a queste questioni per un po’, sperando che la crisi passi. La crisi non passerà perché la divisione Nord-Sud dell’UEM è inerente al sistema e non può essere colmata.

Ad un certo punto la Corte si troverà costretta a giudicare. Si può ben ritenere che ci siano elementi di incostituzionalità nel pacchetto di salvataggio – anche se non in tutto – tali da ordinare a Berlino di ricominciare daccapo.

Se ciò accade, sarebbe meglio non avere in portafoglio obbligazioni Club Med o valute (al plurale).”

Legal noose tightens on Europe's monetary union – Telegraph Blogs

Meravigliosa campagna dei media anglosassoni, ultimo loro disperato tentativo - gettando fango sui vicini di casa - di prolungare l'agonia della sterlina e di un sistema-paese che si è sparato nelle palle da solo smantellando completamente la propria industria e affidandosi in toto alla roulette dell'iperfinanza.

E il bello è che tra noi c'è qualcuno che se la beve...
 

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