Tornando sull'argomento del 3d:
riporto anzitutto le parole dette da Fini l'altro giorno così come riportate dal sito di Panorama.
Qualcuno dei suoi l'accusa di voler bombardare la casa della destra, di voler annullare l'identità di An nel Partito popolare europeo.
L'approdo al Ppe è la meta che abbiamo indicato alla nostra gente. Ci arriveremo senza annullare la nostra identità. I valori della Destra restano, ma devono evolvere: come li decliniamo nella realtà di tutti i giorni? Ecco il problema che abbiamo di fronte.
Patria è sempre stato uno dei valori della Destra. Come lo declinerebbe nel mondo di oggi?
Facendo i conti con il grande tema dell'età moderna, il confronto con l'altro, con il diverso da me. L'Italia soffre di un problema demografico, abbiamo bisogno di immigrati, che sono un'opportunità, non un rischio. A patto che si integrino.
Integrazione. Che significa, vista da Alleanza nazionale ?
Vuol dire innanzitutto garantire agli immigrati dei diritti, il diritto di credere nel loro Dio e di professare il loro culto. Vuol dire rispetto delle loro tradizioni e della loro storia. Al tempo stesso, da loro si deve pretendere che accettino la nostra cultura e che adempiano precisi doveri. Ovviamente questo discorso vale per chi entra in Italia con regolare permesso di soggiorno e contratto di lavoro, non per i clandestini che vanno solo espulsi.
Lei crede nella contaminazione?
Integrare vuol dire abbattere muri e barriere, dunque non può che essere frutto di una contaminazione. Non dobbiamo temere il diverso; ma agli altri, se vengono da noi, dobbiamo chiedere di condividere i nostri valori e principi.
Quali, per esempio?
Per esempio, quello della separazione tra la sfera religiosa e la sfera pubblica. Poi, la libertà personale, che non può avere altra limitazione oltre quelle previste dalle leggi dello Stato. E ancora, la libertà religiosa, il rispetto della fede altrui e del loro diritto di partecipare ai loro riti. Voglio fare un esempio concreto. Se a scuola, in una classe, c'è un bimbo musulmano, non lo si può costringere a scrivere la letterina a Babbo Natale. Come non sarebbe giusto, d'altra parte, impedire a tutti gli altri di fare il presepe, solo perché nella stessa classe ci sono bambini di religione non cattolica.
E se un bimbo musulmano volesse studiare il Corano a scuola?
Penso che avrebbe tutto il diritto di farlo, come materia facoltativa.
Il velo. Lei ha già detto che vietare alle donne islamiche di portarlo non è giusto. Perché?
Per lo stessa ragione per la quale troverei ingiusto vietare a mia madre di portare il crocifisso. Vede che torniamo al punto? Sono troppo geloso della mia identità per chiedere a un altro di annullare la propria. Più forte e chiara è la mia identità, meno ho paura del diverso. E poi, per citarle un altro esempio di valore di destra da declinare nell'attualità, c'è l'uguaglianza.
Non era della sinistra, quello?
No, è un valore della destra. Quello tradizionale della sinistra è invece l'annullamento delle diversità sociali. Ma come lo decliniamo, oggi? Garantendo a tutti le stesse condizioni di partenza. Poi, la selezione dovrà avvenire sulla base di un criterio meritocratico.
Da questo punto di vista, come giudica la situazione nell'Italia di oggi?
Guardi, per come vanno oggi le cose in Italia, il mio discorso sulla meritocrazia non è progressista, ma rivoluzionario.
Il suo è il discorso di un liberale, con venature addirittura liberal. Pensa che il suo partito sia ricettivo?
Da una decina d'anni a questa parte, sì. Soprattutto i giovani. Se penso alle nuove leve di militanti e dirigenti, le assicuro: dal punto di vista culturale, An non è un partito pigro.
Eppure, a volte lei viene dipinto come un leader solitario nelle sue rivoluzioni.
Non è così. È che, a volte, avverto la necessità di esercitare un ruolo di leadership anticipando i temi, e non rincorrendoli. Una classe dirigente non può limitarsi a commissionare un sondaggio per sapere che cosa vuole la gente. Guidare un partito non significa soltanto dare ascolto, ma indicare una strada lungo la quale camminare, un senso di marcia. Una classe dirigente ha il dovere di capire quando un tema è già dietro l'angolo e sta per irrompere sulla scena.
Un suo ex pupillo, Francesco Storace, dice che se lei non passerà la mano, lui sarà costretto a fondare comitati per celebrare il ventennale di Fini alla guida della destra.
Guardi, non mi va di polemizzare con Storace. Però le dico questo: è difficile conquistare la leadership di un partito e avere successo, ma ancora più difficile è mantenerlo.
Storace chiede un congresso del partito. La sua risposta?
Non ne avverto la necessità in tempi ravvicinati. Abbiamo elaborato un progetto, «Riformare il centrodestra per una prospettiva europea», ed è stato approvato dal 99 per cento del partito. Il congresso si dovrà tenere necessariamente quando anche Forza Italia e Udc diranno la loro sul partito unico della Casa delle libertà.
La sua meta è il partito unico del centrodestra italiano e l'ingresso nel Partito popolare europeo. Come e quando intende arrivarci?
Se non ci saranno incidenti di percorso, e mi riferisco a un'eventuale e auspicabile caduta del governo Prodi, avremo davanti a noi tre anni senza appuntamenti elettorali. Le prime elezioni importanti saranno le Europee del 2009. Possiamo utilizzare questo tempo per riorganizzarci e darci una strategia politica. Ci sono mille modi per farlo. Per esempio, un patto federativo tra i partiti della Cdl, il coordinamento dei nostri gruppi nelle assemblee elettive e, nel 2009, liste comuni per le europee.
Permette un'ultima domanda su An? L'affiancherà un segretario?
Questo l'ho letto su Panorama. Un'ipotesi del genere dovrà nascere dal congresso, nel caso in cui il centrodestra fosse al governo e io fossi ministro. Intanto, nel 2007, terremo tutti i congressi provinciali del partito.