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Tassare al 40% i rendimenti dei Btp detenuti dalle banche? Così il governo italiano scherza col fuoco​

di Angelo De Mattia
tempo di lettura 4 min

Dal Patto di Stabilità alla tassa sui presunti extraprofitti delle banche, all'introduzione del salario minimo, i tre grandi ostacoli davanti al governo di Giorgia Meloni​


Tre grandi ostacoli molto impegnativi si presentano al governo in queste settimane collegati, direttamente o indirettamente, con il macigno della manovra da varare con la Legge di Bilancio. Si tratta della riforma del Patto di Stabilità, della tassa sui presunti extraprofitti delle banche e dell'introduzione del salario minimo.

La tassa

Quanto alla tassa, una conseguenza clamorosa non ancora di estesa conoscenza, di cui si possono trovare le orme in una recente dichiarazione del vicepremier Antonio Tajani, è l'automatico assoggettamento all'imposizione anche dei rendimenti dei titoli pubblici, considerato che nella voce «30» del bilancio delle banche, insieme con il margine di interesse tra tassi attivi e tassi passivi, è compreso il rendimento dei titoli di Stato, che così sarebbe assoggettato a un prelievo del 40%. Come fare un autogol calciando un rigore nella porta avversaria.
Si è pensato a che cosa ciò significhi, per di più tenendo presente che sarebbero coinvolti pure titoli pubblici acquistati diversi anni fa in un regime di tassi zero? E si è ragionato sulle reazioni dei mercati toccandosi materia di alta sensibilità? Non sarebbe il caso di fornire, a stralcio, pronte rassicurazioni, ferma restando l'esigenza di rivedere in profondità la tassazione? O si vuol continuare, in attesa del parere della Bce, in un dannoso braccio di ferro? L'einaudiano «conoscere per deliberare» alberga a Palazzo Chigi?

Il Patto di stabilità

Per quel che concerne invece la prima delle prove, è chiaro che essa condiziona la formazione della Legge di Bilancio e, prima ancora, la Nadef, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza che si prevede sarà esaminato dal Consiglio dei ministri intorno al 20 settembre. La revisione del Patto di Stabilità non può non partire dalla proposta della Commissione Ue che introduce in esso flessibilità e prevede la negoziazione con i singoli Paesi di percorsi di rientro con le misure da adottare per deficit e debito da parte dei partner non in regola con i vigenti parametri, i quali sono confermati. Non è confermato invece il vincolo, fissato dal Fiscal Compact, della riduzione di un ventesimo ogni anno dell'ammontare che supera il 60% del rapporto debito/pil.
Il grado di flessibilità introdotto ceteris paribus è ritenuto inadeguato dal governo italiano. Invece, per indicare i poli delle posizioni dei partner comunitari, il governo tedesco è contrario tout court a una disciplina flessibile. È tra questi estremi che andrà trovato un punto di equilibrio in una trattativa non facile e che, almeno per il momento, è improbabile possa concludersi con la proroga della sospensione del Patto pure per il 2024. Da un lato, l'anno prossimo i risultati delle elezioni europee potrebbero agevolare una soluzione, una volta tradottisi nella composizione della governance delle principali istituzioni continentali; dall'altro, presentarsi alla competizione per il voto senza essere stati capaci di rivedere il Patto sarebbe chiaramente una generale manifestazione di impotenza. D'altro canto, non riuscire a concordare una modifica riproporrebbe lo status quo ante, prima della sospesione; una condizione che potrebbe non piacere a diversi Paesi, forse anche alla stessa Germania.
Per l'Italia sarebbe comunque un'accentuazione delle difficoltà nella progettazione della Legge di Bilancio. Accanto alla flessibilità da migliorare e a garanzie per il confronto con la Commissione per definire il tracciato del percorso da seguire per l'osservanza dei parametri, sarebbe opportuno prevedere una golden rule per specifiche categorie di investimenti pubblici o, in generale, per tali investimenti, fornendo tutte le garanzie di controllabilità e di rendicontazione che attestino l'effettività della decisione di investimento e non una falsa rappresentazione in quest'ultima categoria di spese correnti.
In un contesto che segnala i rischi di recessione nell'area, situazione in cui si trovano Paesi frugali leader quali l'Olanda e la Germania, è inconcepibile, considerato anche l'orientamento della politica monetaria non certo espansivo, bloccare gli investimenti nei settori della transizione. Il governo italiano, in occasione delle ultime dichiarazioni sulla ratifica del Mes-Meccanismo Europeo di Stabilità, ha ripreso la tesi del «pacchetto», che dovrebbe mettere insieme appunto il Mes, i pilastri dell'Unione Bancaria, cioè le procedure di risoluzione delle banche in difficoltà e soprattutto l'assicurazione europea dei depositi nonché la riforma del Patto in questione.

Lo scambio italo-tedesco?

Da ultimo, viene anche prospettata l'ipotesi di una sorta di scambio tra Italia e Germania, in cui la prima potrebbe ottenere le modifiche del Patto volute e la Germania potrebbe conseguire una legislazione più permissiva sugli aiuti di Stato che finora ha erogato in percentuali nettamente superiori a quelle degli altri partner. È difficile dire se un tale bilanciamento potrà essere conseguito. Un ruolo dovrà avere anche la Spagna con la presidenza dell'Unione. Ma, a poco a poco, il carattere eminentemente politico di questa materia sale ulterioirmente di grado e pone il problema della tempestiva ricerca di convergenze il cui conseguimento muoverà molto probabilmente da quanto l'Italia sarà disposta ad aprire sul Mes.
Comunque, occorrono chiarezza e trasparenza in merito al piano con cui l'esecutivo si appresta ad affrontare gli scogli di cui si è detto. È il momento di scelte che difficilmente possono essere procrastinate; alla fin fine, anche sul salario minimo va ricercato un dosato equilibrio tra la soglia da fissare per legge e il ruolo della contrattazione e delle organizzazioni sindacali. Con tutto quel che bolle in pentola questa seconda parte dell'anno diventa quella della verità e della effettiva caratura del governo, innanzitutto nella politica economica e di finanza pubblica, nonché nella politica sociale. Un segnale importante sarebbe sin d'ora la suddetta assicurazione sui titolo pubblici. (riproduzione riservata)
Milano Finanza - Numero 167 pag. 14 del 26/08/2023
Grazie, molto interessante.
 
Grazie, molto interessante.
B notte ormai, probabilemnte il mercato ha memoria lunga sulle cappellate di quelli di Fratelli "Bertinotti" D'Italia, in ambito di Borsa e Tassazione.
Gli extraprofitti derivano principalmente dal fatto che ci sono 1200-1400 miliardi di liquidità ferma nei conti correnti degli Italiani e rendono lo 0% per i correntisti. Fino al 2011-12 le banche davano un interesse attivo che era il tasso BCE -1/-1.5% in media. Adesso è tutto nelle loro tasche.
Ricordate la Tobin tax da aumentare allo 0.4% nel 2019? Aggiusteranno il tiro anche questa volta, mi auguro.
 
Aggiornamento BTP,


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Dando un occhiata ai setup settimana scorsa ha segnato un minimo e le prossime 2 settimane di setup saranno 21-25 Agosto e 28-1 Settembre,
quest'ultima settimana di setup dovrebbe essere una settimana rilevante, l'uscita dal range che si creerà dovrebbe dare la direzione per un pò di tempo.

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Un'altra data molto importante a livello mensile dovrebbe essere marzo 2024 e sarebbe bello capire in anticipo se ci arriveremo con un massimo o con un minimo, ciclicamente sembrerebbe poter essere il minimo dell'attuale T+7 inverso dal quale dovrebbe partire un corposo ribasso per la nascita di un nuovo T+7 inverso almeno, un percorso potrebbe essere:
Minimo a fine agosto nella settimana di setup e potrebbe intercettare il minimo di un T+5 corto come da ipotesi del primo BTP, sulla partenza del successivo T+5 un top in marzo 2024 sarebbe da monitorare con attenzione perchè a rischio di intercettare la fine del T+7/8 inversi.
Detto questo probabilmente faranno il contrario ma cambierà poco per le date da attenzionare :)


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Buongiorno, aggiornamento BTP.

Possiamo concedere ancora un pò di tempo all'ipotesi di annuale corto da 221g ma visti gli ultimi sviluppi è probabile che sia da cestinare in favore della seconda ipotesi di annuale da 330gg.
Con un T-1 positivo di indice viene interrotta la sequenza negativa sul T+3 e possiamo far ripartire almeno un nuovo T+2 dal minimo di venerdì 18/8/2023.
Per chi non lo avesse notato ho modificato le date dei prossimi minimi, tradingview al momento della creazione dei BTP mi proponeva delle date nelle varie scadenze cicliche ma poi man mano che ci si va avanti le date si accorciano sempre, probabilmente non conteggia i giorni di fermo borsa con largo anticipo e poi si sfasa, la durata totale del ciclo inserita in alto invece rimane sempre quella, cambiano solo le date, normalmente non le cambio ma abbiamo già accumulato 10 giorni di differenza ed andando avanti potrebbero aumentare ancora per cui meglio rettificare.



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Dal punto di vista degli oscillatori e dei setup questo doppio setup di agosto sembra segnare un minimo ed ora con la ripartenza di questo nuovo ciclo ci sarà un tentativo di recupero dei massimi, queste 2 settimane di setup rimangono in ogni caso molto importanti, la rottura del range che si creerà darà la direzione per il mese di settembre verso un nuovo max/doppio max oppure in caso di rottura down verso un minimo sotto quello di venerdì 18/8.
L'oscillatore day segna la ripartenza di questo nuovo T+2/3 ma dovrà remare contro i suoi cicli superiori che segnano il top di agosto come possibile top di questo annuale, dovrebbe essere una salita faticosa verso un nuovo top ma mai dire mai...

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Per quanto veda io almeno 30000 sarebbero da fare. Estensioni possibili in falsa rottura up fino (eventualmente) ai 32000 max. Poi giu' in area 22000 da cui ripartire verso nuovi massimi relativi.
 
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