Anche Salvini preso dal morbo dell'onnipotenza post elettorale... poi arriva che Europa si stanca per davvero
L'Europa, in realtà, non c'entra nulla.
Dopo che è successo il caos in Grecia, i Paesi dell'UE hanno deciso che "prevenire è meglio che curare".
Si è creata una procedura di controllo preventivo dei conti pubblici dei singoli Stati appartenenti all'UE.
Tale procedura si chiama
semestre europeo
Semestre europeo - Consilium
L'Europa fa quello che è previsto dagli accordi internazionali sottoscritti anche dall'Italia.
La UE, alla fine di tutta la procedura, potrà irrogare una sanzione a un Paese-membro: ma, se tale Paese non pagherà la sanzione, non succederà nulla.
Il problema non è l'UE, ma sono i mercati, cioè i creditori, coloro che sottoscrivono i Bot, i Btp, i Cct.
I mercati alzeranno sicuramente i tassi di interesse (perché, se aumenta il debito, aumenta il rischio e quindi aumentano pure gli interessi, cioè il premio al rischio).
Come sono falliti il Portogallo e la Grecia?
A un'asta di titoli di Stato portoghesi i mercati hanno chiesto il 18% di interesse annuo, mentre per sottoscrivere i titoli greci i mercati hanno chiesto il 30% annuo.
Il rischio al quale si espone il nostro Paese è di non riuscire a collocare i titoli a una determinata asta.
Se i mercati chiedessero il 15% su 400 mld. di euro, il nostro Stato non potrebbe pagarli.
Per poter assicurare il funzionamento dello Stato, si dovrebbe chiedere dei prestiti alle istituzioni internazionali, che ci verrebbero assegnati solo dopo il commissariamento.
La colpa non è neppure di Salvini.
La colpa originaria è del CAF (Craxi-Andreotti-Forlani): il CAF ha preso l'Italia con un debito al 40% del Pil agli inizi degli anni '80 e l'ha lasciata nel 1992 con un debito al 126,8% del Pil (ho fatto la tesi di laurea su questo tema).
Amato, Ciampi, Dini e Prodi hanno ridotto i danni, portando il debito al 104% del Pil.
Berlusconi è stato sfortunato: sotto i suoi governi ci sono state crisi durissime (attentati dell'11 settembre, scoppio della bolla del Nasdaq, crisi dei mutui subprime) e il debito è ritornato al 130% del Pil.
Risolvere il problema è impresa titanica.
Il problema si può risolvere solo in tre modi:
1)
austerity (ogni anno si fanno avanzi primari e, con il surplus di bilancio, si riduce il debito): così ha fatto l'Inghilterra per tutto l'Ottocento, visto che con le guerre napoleoniche il suo debito era arrivato al 200% del Pil;
2)
inflazione: con un'inflazione al 10% l'anno si abbatte il debito in 7 anni (così ha fatto l'Inghilterra dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando il suo debito era arrivato al 250% del Pil;
3)
imposizione patrimoniale.
Esclusa l'inflazione (che falcidia i redditi fissi, soprattutto medi e bassi), non resta che l'austerity o la patrimoniale.
La flat tax potrebbe essere una buona idea: la Reaganomics prevedeva la flat tax.
Reagan ha fatto la flat tax e l'economia americana è ripartita: il debito americano è passato, però, dal 40% del Pil al 60% del Pil.
Noi che facciamo? Portiamo il debito al 160% del Pil?
In quel caso non ripartiremmo di certo, ma rischieremmo davvero il default e il commissariamento da parte dei creditori (come avviene in ogni fallimento).
Per cui Salvini farà una manovra economica, la quale contemplerà austerity e imposte patrimoniali.
Farà cioè di necessità virtù.
A meno che non decida di fare saltare il Paese.