Fotovoltaico (1 Viewer)

lorenzo63

Age quod Agis
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]SI STA GIA' CREANDO ADESSO IL PROBLEMA DELLO SMALTIMENTO DEI PANNELLI FOTOVOLTAICI.[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]In realtà il problema è piuttosto fasullo....anzitutto il silicio, che è la parte primaria dei pannelli, è praticamente "sabbia", lo smaltimento avviene come per le schede dei computer o dei circuiti stampati. Non è materiale tossico, non è materiale contro natura. Il pannello è rivestito da una lastra di vetro temperato, che si smaltisce come il cristallo, ed è rifinito dai profili metallici. C’è poi uno strato di EVA (Etil Vinil Acetato) che si smaltisce come si fa con le tovaglie impermeabili. Cavi e junction box si utilizzano normalmente in edilizia. Senza poi considerare che queste considerazioni le facciamo basandoci su quella che è la tecnologia di oggi...magari fra 15 o 20 anni e più, avremo affinato le tecnologie di recupero e ricicl dei materiali tanto da non doversene neppure preoccupare......magari il vostro pannello fotovoltaico diventerà parte del telaio della vostra futura motocicletta![/FONT]

[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Un discorso diverso va fatto nel caso dei pannelli contenenti il TELLORURO DI CADMIO: è un materiale tossico ed infatti molte delle principali case produttrici di pannelli fotovoltaici sta abbandonando questo tipo di prodotto per fare solo quello a silicio.[/FONT]
Infatti l' unico elemento su cui ho detto qualcosa è proprio il CdTe...quindi tutto sta precisazione mi sfugge ma:
La tecnologia thin film tuttora adopera il tellururo di cd, che per la cronaca è meno pericoloso in condizioni standard, di quello che respiriamo dai motori delle nostre auto sopratutto i primi km ... ... comunque se nel frattempo ci sono evoluzioni ne sono ben felice ... :)

http://www.firstsolar.com/Downloads/pdf/FastFacts_CdTe_IT.pdf

L' eva pur con la presenza del doppio legame non è pvc (che è un polimero vinilico si, ma ha il cloro inside... e quindi c'entra nulla con le tovaglie .. ;))
 
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lorenzo63

Age quod Agis
qui il report a cui fa riferimento l'articolo del corriere

http://www.ncwarn.org/wp-content/uploads/2010/07/NCW-SolarReport_final1.pdf


concordo con te che da noi il fotovoltaico non è ancora conveniente (infatti io non l'ho ancora montato) ma penso che con le nuove scoperte il rendimento aumenterà di molto.

l'articolo comunque confronta solare con nucleare.

Krugman condivide sulla costosità ....

L'insostenibile pesantezza delle energie rinnovabili - Il Sole 24 ORE
 

lorenzo63

Age quod Agis
Rubbiatron (nn ssapevo si chiamasse così.... :ops:) è la soluzione.
Listen to me.


Rubbiatron - Wikipedia

http://rassegna.acegas-aps.net/dataload/rassegna_pdf/pdf_articoli/2009102013989471.pdf

Nn è un caso che in India ne stanno costruendo una ventina ...
In caso di una tsunami essendo un subcritico, semplicemente si spegne perchè nn ha l' energia sufficiente per autoalimentarsi ... somiglia ad un fuoco che necessita sempre dell' ignitore per bruciare e che nel quale ancorchè sottrarre il combustibile o il comburente viene tolto proprio l' ignitore ... si spegne punto. Il piombo fa il resto con la sua elevata densita e notevole stabilità (essendo nuclearmente molto stabile)-inoltre per definizione assorbe al meglio le radiazioni neutroniche.
Inoltre:
E' attivato da neutroni termici: nn danneggiano, come avviene in altre follie tipo il Superphoenix francese(un autofertilizzante che pubblicizzato alla grande in realtà la maggiore produzione di materiale fissile veniva realizzata in una decina d' anni at least...distruggendo a cagione del suo specifico tipo di neutroni -energia- la struttura stessa del reattore)infatti sono usati i neutroni veloci, estremamente + energetici, e la struttura del reattore è resa in breve un' ammasso di profondamente corroso ed estrememamente radiaottivo ....
Proprio per questo possono durare molto piu' a lungo questo tipo di reattori (Rubbiatron) laddove in una II/III/III+ la fine della vita operativa del reattore è data dalla corrosione sia delle strutture metalliche (cambiano anche chimicamente composizione) sia del cemento etc.etc.
Sono molto + piccole, costano estremamente meno (500mio euro) contro i 10 e + mld euro di una normale III gen, le scorie generate invece di ere geologiche durano qualche centinaio di anni e sono comunque a bassa attivtà con nulla presenza di Pu...il materiale fissile è pure presente in Italia .. (Lazio ad esempio ...)

Ah per la cronaca: quella m.erda del SuperPhoenix ce lo abbiamo a 100 km dal confine e quindi a 250/300 km da varese e milano ... (ma ci sono le Alpi..che ci proteggono ;)) ... berremo poi acqua di mare ...stante che quella che arriva dalle Alpi e che arriva anche nelle falde acquifere sarà ben radioattiva...
 
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MATLEY

Forumer storico
Infatti l' unico elemento su cui ho detto qualcosa è proprio il CdTe...quindi tutto sta precisazione mi sfugge ma:
La tecnologia thin film tuttora adopera il tellururo di cd, che per la cronaca è meno pericoloso in condizioni standard, di quello che respiriamo dai motori delle nostre auto sopratutto i primi km ... ... comunque se nel frattempo ci sono evoluzioni ne sono ben felice ... :)

http://www.firstsolar.com/Downloads/pdf/FastFacts_CdTe_IT.pdf

L' eva pur con la presenza del doppio legame non è pvc (che è un polimero vinilico si, ma ha il cloro inside... e quindi c'entra nulla con le tovaglie .. ;))

buona sera lorenzo,
in realtà sfuggono a me molte cose... e non riesco a decidere se fare oppure no questo benedetto investimento.
I tuoi e vs consigli sono i benvenuti in quanto siete tutti molto preparati

grazie per il 3d:up:
 

lorenzo63

Age quod Agis
buona sera lorenzo,
in realtà sfuggono a me molte cose... e non riesco a decidere se fare oppure no questo benedetto investimento.
I tuoi e vs consigli sono i benvenuti in quanto siete tutti molto preparati

grazie per il 3d:up:

Buonasera Matley,
Ma grazie a te per gli spunti...:)
Per l' investimento è valido se e solo se rimangono gli incentivi ovvero che ti paghino la corrente 3 volte + o meno rispetto a quanto è l' attuale valore loro di vendita; viceversa senza incentivi con i costi attuali di acquisizione pannelli nn c'è storia -

A meno che l' acquisto avvenga in USA o posti + economici: ma poi ci deve essere chi certifica ergo nn è possibile - Ultima possibilità è che siano talmente economici in altri paesi da riuscire ad essere ammortizzati dal risparmio in bolletta, ma a mia notizia al momento nn cene sono - speriamo davvero nell' evoluzione postata dal baffo ...
 

superbaffone

Guest
Le 5 idee di Rubbia per l'energia del futuro - Wired.it


Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

A due settimane dalla prima esplosione a uno dei reattori della centrale nucleare, la situazione nella prefettura di Fukushima non accenna a migliorare. Il livello di radiazioni continua a crescere in modo preoccupante, attorno al reattore 2 si sarebbe raggiunta la terrificante quota di 1000 millisievert l’ora, sufficiente per determinare alterazioni temporanee dell’emoglobina. Stamattina il governo ha ammesso che le radiazioni a Fukushima sono fuori controllo, e mentre la terra continua a tremare (stamattina altro terremoto da 6,5 gradi), sale la proeccupazione per la contaminazione dei bacini idrici.

E mentre il New Scientist sostiene che le concentrazioni di cesio e iodio radioattivi sono paragonabili al peggior disastro nucleare della storia, quello di Chernobyl, in tutto il mondo (Italia compresa) i governi fanno autoanalisi sull’impiego di energia nucleare e sulla sicurezza delle centrali già operanti.

È una dinamica macabra, ma inevitabile: come in una perversa borsa energetica, in occasione di disastri nucleari (o petroliferi, vedi quello Bp), la quotazione delle energie rinnovabili si impenna. Se prima di Fukushima gli scettici levavano i propri megafoni per raccontare che le energie alternative non sarebbero competitive, ora sembra che il mondo non abbia mai avuto tanto bisogno di nuove idee (e di fondi per realizzarle). In realtà, di idee coraggiose e promettenti in campo energetico ne escono di nuove ogni settimana, basti pensare alla ricerca nel solare che sta attualmente esplorando innumerevoli approcci e soluzioni differenti.

Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica e uno dei più preziosi cervelli fuggiti (anche se sarebbe meglio dire cacciato), dopo aver lasciato lo Stivale per andare a costruire le sue centrali solari termodinamiche in Spagna, da poco è coinvolto nell’attività dell’ Institute for Advanced Sustainability Studies (Iass) di Postdam, in qualità di direttore scientifico. Iass è stato recentemente citato nel rapporto The Global "Go-To Think Tanks" 2010, come miglior Think Tank inaugurato negli ultimi 18 mesi. E non a sproposito, oltre ad occuparsi di impatto climatico e sostenibilità, Iass punta il grosso delle energie sul settore Cluster E3 (Earth, Energy and Environment). Cluster E3 opera sotto la diretta responsabilità di Carlo Rubbia e, oltre a proporre la costruzione di centrali nucleari al torio (come racconta sul Corriere della Sera del 28 marzo) sta lavorando a 5 idee per offrire un’alternativa a idrocarburi e nucleare.

Idea 1: Trasporto di energia a lunghe distanze attraverso linee di cavi superconduttori

Uno dei problemi principali delle energie rinnovabili consiste nel fatto che gli impianti di produzione sono spesso situati lontano dai centri abitati o comunque dai conglomerati urbani che potrebbero usufruirne. C’è bisogno di un sistema sicuro per trasportare energia elettrica su lunghe distanze, minimizzando la dispersione energetica lungo il tragitto.
I normali sistemi di trasmissione (a corrente alternata) avrebbero una dispersione troppo alta per essere impiegati in questo settore, di conseguenza la ricerca si è concentrata finora sui sistemi di trasmissione Hvdc (High Voltage Direct Current). L’Iass sta studiando come sviluppare sistemi di trasmissione in corrente continua alternativi agli Hvdc basati sull’impiego di superconduttori. " I superconduttori," si legge infatti nella presentazione ufficiale: " grazie all’assenza di una resistenza Ohmica, sono caratterizzati da perdite elettriche pari esattamente a zero".

Attualmente il team di ricerca sta testando diversi materiali superconduttori, dai più comuni (leghe di Niobio-Titanio, Boruro di Magnesio) ai superconduttori ad alta temperatura. L’obiettivo è di fabbricare a breve un prototipo della lunghezza di 1.000 km.

Idea 2: Concetti avanzati nel campo dei sistemi solari a concentrazione

A differenza degli impianti fotovoltaici, gli impianti solari a concentrazione producono energia elettrica a partire dall’ energia termica solare. Attraverso un sistema di specchi parabolici, la luce viene concentrata ad altissime temperature su di un tubo ricevitore nel quale è contenuto un fluido termovettore. Questo fluido concentrerà così alte temperature che verranno utilizzate per produrre vapore e conseguentemente energia elettrica. Il lavoro di Iass in questo campo si concentra sulla ricerca di un mezzo tampone che permetta di ottimizzare il trasporto di calore dagli specchi parabolici all’impianto di produzione di energia elettrica. L’obiettivo finale sarebbe quello di favorire l’installazione di questo tipo di impianti anche in zone come quelle desertiche, dove l’acqua scarseggia. Iass non nega che un simile miglioramento potrebbe trovare terreno fertile nell’ambito del monumentale progetto Desertec, che punta a trasformare parte del Sahara in un’enorme centrale solare.

Idea 3: Combustione di metano senza produzione di CO 2

Il metano è un gas naturale abbondante e sufficientemente economico per essere utilizzato in grandi quantità. Lo puoi bruciare come qualsiasi altro combustibile, ottenendo calore e rilascio di CO 2. Oppure, lo puoi sottoporre a temperature elevatissime (1.600 gradi centigradi) e dissociarlo, in parole povere: scindere le sue molecole in atomi di carbonio e idrogeno. Il Think Tank di Rubbia si sta concentrando su quest’ultima possibilità, obiettivo: convertire, senza emettere CO 2, il metano in idrogeno e carbonio e renderli utilizzabili in altri processi. " Sarà possibile sviluppare elaborate tecniche per convertire i gas naturali in idrogeno sfruttando un appropriato ciclo termodinamico, usando scambiatori di calori, ma con un’emissione di CO 2 risultante pari a zero o poco più", si legge nel sito: " Combinando poi l’idrogeno liberato con la CO 2 è possibile produrre combustibili liquidi".

Anche il carbonio risultante dalla dissociazione potrebbe essere utilizzato, ad esempio, in altri processi industriali come la produzione di pneumatici.

Idea 4: Riciclare CO 2 per la produzione di metanolo

L’idea 3 apre la strada a un’altra possibiltà: riciclare la CO 2 derivante dai processi industriali, e altrimenti rilasciata nell’atmosfera, combinandola con l’idrogeno derivante dalla dissociazione del metano. Da questa combinazione sarebbe infatti possibile ottenere metanolo, un composto utilizzato come solvente, reagente industriale e combustibile. In questo modo sarebbe possibile sequestrare CO 2 e riutilizzarla prima di espellerla di nuovo nell’atmosfera. Qualcuno ha fatto notare che, dal momento che la dissociazione necessità di energie elevate, il suo impiego porterebbe comunque ad emissioni di CO 2. Ma Da Iass arrivano rassicurazioni a questo proposito: l’inquinamento in questa fase del processo verrà minimizzato.

Idea 5: Le proprietà dei clatrati di metano

Si stima che nel mondo le riserve di gas naturale ammontino a quasi 500 gigatonnellate. Ma esistono riserve molto più grandi di gas naturale su questo pianeta, ma anche molto meno accessibili. Parliamo delle molecole di metano attualmente ingabbiate nei clatrati (delle specie di gabbie molecolari fatte d’acqua) e sepolti nei fondali oceanici, lacustri o nel permafrost delle regioni più fredde. Non si sa quanto questo tesoro naturale sia ricco, alcuni parlano di 10mila gigatonnellate, altri si spingono oltre i 70mila. Quello che si sa è che attualmente non esiste un metodo per estrarre efficacemente questa risorsa, ma potrebbero rendersi disponibili con l’aumentare della temperatura terrestre. Iass vuole studiare come sfruttare questa possibile risorsa, accoppiandola magari alle idee 3 e 4.
 

lorenzo63

Age quod Agis
La avevo già vista una cosa del genere nel luglio agosto 2008 dove deii ricercatori delMit avevano con le alghe fatto una cosa del genere e si ipotizzava appunto la sostituzione in toto delle fonti di energia con questa cosa
 

lorenzo63

Age quod Agis
Le 5 idee di Rubbia per l'energia del futuro - Wired.it


Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

A due settimane dalla prima esplosione a uno dei reattori della centrale nucleare, la situazione nella prefettura di Fukushima non accenna a migliorare. Il livello di radiazioni continua a crescere in modo preoccupante, attorno al reattore 2 si sarebbe raggiunta la terrificante quota di 1000 millisievert l’ora, sufficiente per determinare alterazioni temporanee dell’emoglobina. Stamattina il governo ha ammesso che le radiazioni a Fukushima sono fuori controllo, e mentre la terra continua a tremare (stamattina altro terremoto da 6,5 gradi), sale la proeccupazione per la contaminazione dei bacini idrici.

E mentre il New Scientist sostiene che le concentrazioni di cesio e iodio radioattivi sono paragonabili al peggior disastro nucleare della storia, quello di Chernobyl, in tutto il mondo (Italia compresa) i governi fanno autoanalisi sull’impiego di energia nucleare e sulla sicurezza delle centrali già operanti.

È una dinamica macabra, ma inevitabile: come in una perversa borsa energetica, in occasione di disastri nucleari (o petroliferi, vedi quello Bp), la quotazione delle energie rinnovabili si impenna. Se prima di Fukushima gli scettici levavano i propri megafoni per raccontare che le energie alternative non sarebbero competitive, ora sembra che il mondo non abbia mai avuto tanto bisogno di nuove idee (e di fondi per realizzarle). In realtà, di idee coraggiose e promettenti in campo energetico ne escono di nuove ogni settimana, basti pensare alla ricerca nel solare che sta attualmente esplorando innumerevoli approcci e soluzioni differenti.

Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica e uno dei più preziosi cervelli fuggiti (anche se sarebbe meglio dire cacciato), dopo aver lasciato lo Stivale per andare a costruire le sue centrali solari termodinamiche in Spagna, da poco è coinvolto nell’attività dell’ Institute for Advanced Sustainability Studies (Iass) di Postdam, in qualità di direttore scientifico. Iass è stato recentemente citato nel rapporto The Global "Go-To Think Tanks" 2010, come miglior Think Tank inaugurato negli ultimi 18 mesi. E non a sproposito, oltre ad occuparsi di impatto climatico e sostenibilità, Iass punta il grosso delle energie sul settore Cluster E3 (Earth, Energy and Environment). Cluster E3 opera sotto la diretta responsabilità di Carlo Rubbia e, oltre a proporre la costruzione di centrali nucleari al torio (come racconta sul Corriere della Sera del 28 marzo) sta lavorando a 5 idee per offrire un’alternativa a idrocarburi e nucleare.

Idea 1: Trasporto di energia a lunghe distanze attraverso linee di cavi superconduttori

Uno dei problemi principali delle energie rinnovabili consiste nel fatto che gli impianti di produzione sono spesso situati lontano dai centri abitati o comunque dai conglomerati urbani che potrebbero usufruirne. C’è bisogno di un sistema sicuro per trasportare energia elettrica su lunghe distanze, minimizzando la dispersione energetica lungo il tragitto.
I normali sistemi di trasmissione (a corrente alternata) avrebbero una dispersione troppo alta per essere impiegati in questo settore, di conseguenza la ricerca si è concentrata finora sui sistemi di trasmissione Hvdc (High Voltage Direct Current). L’Iass sta studiando come sviluppare sistemi di trasmissione in corrente continua alternativi agli Hvdc basati sull’impiego di superconduttori. " I superconduttori," si legge infatti nella presentazione ufficiale: " grazie all’assenza di una resistenza Ohmica, sono caratterizzati da perdite elettriche pari esattamente a zero".

Attualmente il team di ricerca sta testando diversi materiali superconduttori, dai più comuni (leghe di Niobio-Titanio, Boruro di Magnesio) ai superconduttori ad alta temperatura. L’obiettivo è di fabbricare a breve un prototipo della lunghezza di 1.000 km.

Idea 2: Concetti avanzati nel campo dei sistemi solari a concentrazione

A differenza degli impianti fotovoltaici, gli impianti solari a concentrazione producono energia elettrica a partire dall’ energia termica solare. Attraverso un sistema di specchi parabolici, la luce viene concentrata ad altissime temperature su di un tubo ricevitore nel quale è contenuto un fluido termovettore. Questo fluido concentrerà così alte temperature che verranno utilizzate per produrre vapore e conseguentemente energia elettrica. Il lavoro di Iass in questo campo si concentra sulla ricerca di un mezzo tampone che permetta di ottimizzare il trasporto di calore dagli specchi parabolici all’impianto di produzione di energia elettrica. L’obiettivo finale sarebbe quello di favorire l’installazione di questo tipo di impianti anche in zone come quelle desertiche, dove l’acqua scarseggia. Iass non nega che un simile miglioramento potrebbe trovare terreno fertile nell’ambito del monumentale progetto Desertec, che punta a trasformare parte del Sahara in un’enorme centrale solare.

Idea 3: Combustione di metano senza produzione di CO 2

Il metano è un gas naturale abbondante e sufficientemente economico per essere utilizzato in grandi quantità. Lo puoi bruciare come qualsiasi altro combustibile, ottenendo calore e rilascio di CO 2. Oppure, lo puoi sottoporre a temperature elevatissime (1.600 gradi centigradi) e dissociarlo, in parole povere: scindere le sue molecole in atomi di carbonio e idrogeno. Il Think Tank di Rubbia si sta concentrando su quest’ultima possibilità, obiettivo: convertire, senza emettere CO 2, il metano in idrogeno e carbonio e renderli utilizzabili in altri processi. " Sarà possibile sviluppare elaborate tecniche per convertire i gas naturali in idrogeno sfruttando un appropriato ciclo termodinamico, usando scambiatori di calori, ma con un’emissione di CO 2 risultante pari a zero o poco più", si legge nel sito: " Combinando poi l’idrogeno liberato con la CO 2 è possibile produrre combustibili liquidi".

Anche il carbonio risultante dalla dissociazione potrebbe essere utilizzato, ad esempio, in altri processi industriali come la produzione di pneumatici.

Idea 4: Riciclare CO 2 per la produzione di metanolo

L’idea 3 apre la strada a un’altra possibiltà: riciclare la CO 2 derivante dai processi industriali, e altrimenti rilasciata nell’atmosfera, combinandola con l’idrogeno derivante dalla dissociazione del metano. Da questa combinazione sarebbe infatti possibile ottenere metanolo, un composto utilizzato come solvente, reagente industriale e combustibile. In questo modo sarebbe possibile sequestrare CO 2 e riutilizzarla prima di espellerla di nuovo nell’atmosfera. Qualcuno ha fatto notare che, dal momento che la dissociazione necessità di energie elevate, il suo impiego porterebbe comunque ad emissioni di CO 2. Ma Da Iass arrivano rassicurazioni a questo proposito: l’inquinamento in questa fase del processo verrà minimizzato.

Idea 5: Le proprietà dei clatrati di metano

Si stima che nel mondo le riserve di gas naturale ammontino a quasi 500 gigatonnellate. Ma esistono riserve molto più grandi di gas naturale su questo pianeta, ma anche molto meno accessibili. Parliamo delle molecole di metano attualmente ingabbiate nei clatrati (delle specie di gabbie molecolari fatte d’acqua) e sepolti nei fondali oceanici, lacustri o nel permafrost delle regioni più fredde. Non si sa quanto questo tesoro naturale sia ricco, alcuni parlano di 10mila gigatonnellate, altri si spingono oltre i 70mila. Quello che si sa è che attualmente non esiste un metodo per estrarre efficacemente questa risorsa, ma potrebbero rendersi disponibili con l’aumentare della temperatura terrestre. Iass vuole studiare come sfruttare questa possibile risorsa, accoppiandola magari alle idee 3 e 4.
c'è un errore nella traduzione :sono idrati di metano. E' una scoperta già nota da tempo ma che ha limite nella bassa concentrazione ed elevata diffusione quindi costosa come estrazione (tieni conto che la max diffusione è sui fondali oceanici. Il discorso CO2invece slegsto dallla fotosontesi lo vedo difficile on quanto l'energia di legame della CO2 rende questa molecola piuttosto difficile da rompere . In any case se trova la soluzione ne sono felice.:)
 
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