Germania: ora l’austerity è sotto processo.

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Germania, dalla stampa agli economisti: ora l’austerity è sotto processo.
E anche la nuova Spd chiede più investimenti

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Il pareggio di bilancio è stato il faro della politica di Angela Merkel e della Grosse Koalition.
Un'economia in difficoltà e le sfide per il futuro, dall'ambiente alla digitalizzazione, stanno però mettendo in dubbio l'eccessiva attenzione ai conti. Gli economisti, come l'ex Bce Trichet, e i socialdemocratici chiedono "una politica espansiva". Mentre la SZ titola: "Tirate fuori i soldi".
E a Berlino l'opzione è sul tavolo

di Daniele Fiori | 8 AGOSTO 2019
Germania, dalla stampa agli economisti: ora l'austerity è sotto processo. E anche la nuova Spd chiede più investimenti - Il Fatto Quotidiano

Lo Schwarze Null non è più un tabù. Il pareggio di bilancio, l’austerity che è stata il marchio di fabbrica della politica economica targata Angela Merkel è ora sotto processo in Germania. “Haut das Geld Raus” è il titolo dell’editoriale che giovedì pomeriggio è apparso in apertura sulla versione online della Süddeutsche Zeitung, uno dei più importanti quotidiani tedeschi. In pratica, “Tirate fuori i soldi“: una presa di posizione contro il governo e a favore di una politica economica più espansiva. Tradotto: miliardi di investimenti, anche a costo di non rispettare i vincoli di bilancio.
È quello che l’Italia chiede da tempo all’Europa.
È quello che con sempre più insistenza critici ed economisti stanno chiedendo al governo di Berlino, dopo la doccia fredda degli ultimi mesi, quando i tedeschi hanno scoperto di avere un’economia che rallenta e una produzione industriale in declino.
Una richiesta che ora arriva direttamente da esponenti di una delle due forze al governo, la Spd che con Olaf Scholz ha in mano il ministero delle Finanze.


Una pressione che sta portando la Merkel e il suo governo a valutare un’inversione di tendenza: abbandonare il pareggio di bilancio, almeno per quel che riguarda il pacchetto di riforme sull’ambiente. Le prime conferme arrivano da un alto funzionario di Berlino, sentito dalla Reuters a condizione di mantenere l’anonimato.
Il timore del governo, spiega la fonte, è che una volta rotto il tabù “arrivino tutti a battere cassa“. Il ministero delle Finanze non commenta, ma da quel che trapela sulla stampa tedesca adesso anche il socialdemocratico Scholz avrebbe aperto per la prima volta a un cambio di rotta.

La Spd è infatti alla prese con un profondo processo di rinnovamento interno, tentativo di rimediare al crollo dei consensi. E tra i candidati in corsa per prendersi la presidenza e la leadership del partito, la voce di chi chiede di rinunciare allo Schwarze Null (il pareggio di bilancio) si fa sempre più forte. “Abbiamo bisogno di massicci investimenti statali sulle energie rinnovabili, quindi il pareggio di bilancio è economicamente ed ecologicamente privo di senso“, ha dichiarato Karl Lauterbach all’Handelsblatt. Arrivando a mettere in dubbio il Schuldenbremse, il “freno al debito” che in Germania dal 2009 è legge costituzionale: “Quando si investe nell’istruzione e nell’ambiente, non dovrebbe essere applicato”. Allo stesso modo si è espresso Michael Roth, altro candidato alla presidenza Spd: “Se ci asteniamo dall’investire nel futuro adesso, questo sarà un onere molto più grande per le generazioni future rispetto all’esigenza del pareggio di bilancio in tempi di tassi di interesse storicamente bassi”.

L’economia rallenta, “serve una politica espansiva”
Finora l’austerity è stata uno dei principi guida della Grosse Koalition, ma oggi la spinta a una politica espansiva non arriva soltanto dal partito di minoranza nel governo. Il Pil tedesco non cresce più ai ritmi di un tempo, tanto da rischiare la recessione nel terzo trimestre. L’industria, locomotiva d’Europa, continua da mesi a produrre sempre meno. E con la Germania fatica tutta l’Eurozona, rallentata da guerra dei dazi e difficoltà dei Paesi emergenti. In Germania “sarebbe più opportuno adottare una politica espansiva”, ha detto esplicitamente l’ex numero uno della Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet in un’intervista all’Handelsblatt in edicola oggi.

Servono investimenti per digitalizzazione e ambiente
“La Germania ha avuto una sana politica fiscale in passato. Ma ora è necessaria una politica fiscale più attiva, a vantaggio delle infrastrutture pubbliche e per rafforzare la domanda”, ha spiegato Trichet. “Un maggiore dinamismo nel settore salariale sarebbe ancora più importante”, ha proseguito l’ex capo della Bce. Sono diversi gli economisti che recentemente hanno sollecitato un maggior indebitamento, sfruttando i bassi tassi di interesse, come risposta all’indebolimento dell’economia. Jens Südekum, dell’Università Heinrich Heine di Düsseldorf, ha sostenuto che Berlino necessita di “una strategia di investimento estesa e soprattutto a lungo termine”. In primis, perché in questo momento la Germania può indebitarsi a costo zero: i titoli di stato tedeschi sono così richiesti e sicuri che hanno rendimento negativo. Inoltre, ha bisogno di grandi investimenti per affrontare le due principali sfide del futuro: ridurre le emissioni, come sottolineano Verdi e Svp, ma anche diventare un Paese digitale. Questo sostiene anche Bastian Brinkmann nel suo editoriale per la Süddeutsche Zeitung. Non fare debiti è da sempre un mantra del buon tedesco, ma ora in molti chiedono al Governo un cambio di passo: “Lo Stato risparmia – scrive Brinkmann – il pareggio di bilancio regge. Questo danneggia l’intera società, le persone potrebbero vivere in una Germania migliore“.




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GERMANIA, CROLLANO ANCHE LE VENDITE AL DETTAGLIO
Pubblicato il 30 Agosto 2019 da Redazione
Germania, crollano a luglio anche le vendite al dettaglio

Si tratta del dato peggiore da dicembre 2018. Restano forti i timori per la recessione
Le vendite al dettaglio in Germania sono diminuite del 2,2%. Un risultato che delude fortemente le aspettative degli analisti, che avevano previsto una contrazione dell’1,3%, ed è inferiore anche al dato registrato a giugno, pari a un rialzo del 3%. Si tratta del calo peggiore, su base mensile, dallo scorso mese di dicembre, e conferma le preoccupazioni dei mercati internazionali per la recessione della più grande economia europea. Dal 1994 al 2019 la media in Germania mese su mese è dello 0,05%. Il massimo storico equivale al 4,6% di dicembre 2006, mentre per il minimo record bisogna risalire al -6,1%, gennaio 2007.


source: tradingeconomics.com

Le vendite al dettaglio rappresentano una misurazione mensile di tutti i beni venduti dai venditori al dettaglio in Germania, su una base a campione di punti vendita di tipologie e dimensioni diverse, automobili escluse. Su base annuale sono aumentate del 4,4 per cento a luglio, invertendo un calo dell’1,4 per cento nel mese precedente. Tra il 1995 e il 2019, la media in Germania su base annua delle vendite al dettaglio è pari a +0,52%. Massimo storico del 9,70 percento nel maggio 2000, un minimo record del -7,90 percento nel febbraio del 2009.


REAZIONE DEL MERCATO
I dati sono stati pubblicati da Destasis a mercati chiusi, alle 8 di questa mattina. In apertura, il Dax ha registrato guadagni sopra la parità a +0,54%, per poi accelerare portandosi oltre al punto percentuale. Reazione al ribasso dell’Euro/Dollaro, che da 1,1050 è sceso a 1,1036, per poi raggiungere i minimi intraday all’apertura dei mercati europei, a quota 1,1033.

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vedrai che loro non faranno una finanziaria lacrime e sangue come l'Italia
ma faranno di tutto di farsi finanziare la riprese con l'ESM a spese sempre dell'italia... abbiamo politici venduti ...loro invece sono governati

GERMANIA: CROLLO ORDINI INDUSTRIA E COSTRUZIONI






Giornata di dati dalla Germania, non proprio brillanti. Iniziamo con gli ordini dell’industria.

A luglio gli ordini per l’industria tedesca sono calati del 2,7%, contro una previsione di uncalo dello 1,5% ed un mese precedente che aveva visto una crescita del 2,7%, anche se dopo una revisione contabile:



I problemi sono diffusi e colpiscono sia gli ordini interni sia quelli provenienti dall’estero. In questi ultimi il calo è dovuto ad una forte diminuzione degli ordini dei mercati extraeuropei, con una diminuzione del 6,7%, mentre quelli dell’area euro si mantengono stabili con un +0,3%.

Se analizziamo per categoria il calo colpisce tutto:
Beni capitali con -3%,
di consumo con -2,4%
e beni intermedi con -2,2%.
Quindi la scarsa spinta sui consumi e il calo degli ordini dall’estero fa si che le aziende non investano, e questo viene a condurre ad un avvolgersi verso la decrescita industriale, come noi sappiamo bene.

Sinora il settore delle costruzioni è stato un traino per la Germania, ma anche in questo campo c’è un po’ di rallentamento.
Il PMI del settore costruzione, fino a giugno positivo, ha svoltato in settore negativo da luglio, ed ad agosto ha rafforzato la proprio negatività:



Ricordiamo che sotto il 50 l’indice PMI segnala una riduzione attesa del relativo settore. Se a luglio si era andato leggermente sotto la soglia ad agosto ci avvicinano a 46, segno che gli operatori si aspettano una forte riduzione. Questo è particolarmente pericoloso perchè da un lato colpisce un settore particolarmente importante per la Germania, ed in secondo luogo perchè il calo dell’attività di costruzioni avviene nonostante i tassi praticamente a zero sui mutui, che, evidentemente, non riescono a fornire alcuno stimolo.
 
La Germania scivola verso la recessione tecnica. Dopo l'allarme della Bundesbank di agosto, a confermare la debolezza dell’economia tedesca è arrivato anche il dato sul calo - oltre le stime - della produzione industriale, scesa del 4,2% nel mese di luglio 2019 rispetto all'analogo periodo precedente, a fronte di una previsione del -3,9%. Il passo indietro rispetto al mese precedente è stato dello 0,6% contro un rialzo previsto dello 0,4%. In crescita del 3,2% il costo del lavoro su base annua e dello 0,8% su base trimestrale. Altri segnali preoccupanti per l’economia tedesca sono arrivati dagli ordinativi per l'industria e le costruzioni.
 
Osce, superindice segnala moderazione crescita economie avanzate

Askanews9 settembre 2019
Roma, 9 set. (askanews) - Nuovi segnali di moderazione dalle economie avanzate, secondo i risultati di luglio del superindice dell'Ocse. Il Composite leading indicators (Clis) relativo a tutta l'area Ocse ha segnato un calo dello 0,07 per cento rispetto al mese precedente, mentre la variazione su base annua si è attestata al meno 1,24 per cento.

Con un comunicato, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico afferma che l'indagine segnala un proseguimento dell'attenuazione della dinamica di crescita negli Usa e sull'insieme dell'area euro. In special modo in Germania, su cui si è registrato il calo mensile più forte del Clis, pari al meno 0,23 per cento assieme a un meno 2,18 per cento su base annua.(Segue)
 
l'Austerity và bene per tutti gli stati europei
ma la germania che cerca di fare [ormai sappiamo che i tedeschi sono proprio degli imbroglioni-prepotenti]

LA GERMANIA PENSA AD UN “BILANCIO OMBRA” PER AGGIRARE LE… PROPRIE REGOLE DI BILANCIO


La Germania starebbe pensando ad un “Bilancio Ombra” per poter aumentare la propria spesa per investimenti, aggirando le proprie stesse regole fiscali sul debito.
Questo almeno risulta da voci ministeriali riportati da Reuters.

Ricordiamo che la repubblica Federale si è imposta una legge costituzionale, francamente assurda, che viene a limitare l’indebitamento netto allo 0,35% del PIL, tranne casi eccezionali. Questo sta limitando eccessivamente gli investimenti e le politiche anticicliche in un momento in cui la crescita sta rallentando e la manifattura boccheggia. Un paese normale cancellerebbe la norma dannosa, ma siamo in Germania e quindi bisogna inventarsi qualcosa per far finta che la norma stessa rimanga e potersi quindi chiamare i più puri di tutti sul debito.
Ecco il colpo di genio: si crea un “Bilancio ombra” praticamente una contabilità in nero, attraverso la creazione di enti pubblici intermedi, di scopo, che avrebbero la possibilità di indebitarsi per finanziare gli investimenti Il debito verrebbe così a sfruttare il momento di tassi negativi di cui sta godendo (si fa per dire) l’economia tedesca.

Un’idea geniale per aggirare le stesse leggi che i tedeschi si sono dati.

Pensare che noi latini magari avremmo discusso dieci anni per abolire una norma costituzionale nefasta, un po’ come da noi lo stupido pareggio di bilancio in Costituzione, e quindi passare per la via più diretta. Invece bisogna fare quella più contorta e creare degli enti oggettivamente inutili che creino debito!!! Come abbiamo fatto a non pensarci prima !!

Ora sarà un caso, ma oggi i tassi negativi sul debito tedesco si sono ridotto dal circa -0,7% di alcuni giorni fa a -0,59%: anche perchè, invece di fare degli enti inutili per fare debito, magari sarebbe più corretto emettere debito allo scoperto ed in modo ufficiale, anche perchè questa soluzione ricorda molto da vicino i MeFo Bond di epoca hitleriana o i certificati Worgl….
 
MUTUI: Germania ed Italia simili, ma diversi timori

Oggi sulla Welt è comparso un interessante articolo che mette in luce il rischio di una bolla immobiliare in Germania. Questo perchè, dopo gli ultimi ribassi dei tassi immobiliari voluti dalla BCE, si sono ribassati anche i tassi sui mutui. le banche devono impiegare i soldi per non pagare tassi negativi sui prestiti overnight. Questo ha ovviamente un effetto sugli interessi come possiamo vedere in questo grafico dove sono confrontati i tassi dei mutui a 10 ed a 15 anni in Germania:



Come vediamo in Germania un tasso fisso a 10 anni paga lo 0,72%, mentre un 15 anni paga il 1,06%. Un tasso molto basso, per cui l’articolo citato parla di rischio di tassi negativi sul mutuo da un lato, come è successo in Danimarca, anche se per gruppi limitati di clienti, e soprattutto si incentra sul rischio di una bolla immobiliare d’oltralpe, ma quanto è vero questo pericolo? La stessa Welt poi ci fornisce dei dati che sono in parziale contraddizione con quanto affermato con l’articolo stesso:



Se può esserciuna bolla nel prezzo degli immobili questa è legata , come vediamo al continuo aumento degli affitti, la parte in beige, ma non particolarmente ad un aumento dei prestiti ipotecari. La bolla immobiliare, se c’è, è legata più che altro allo sviluppo degli affitti più che dei mutui, perchè, evidentemente , il consumatore tedesco è molto prudente e non si indebita più di tanto. Questo non diminuisce il pericolo di un calo dei prezzi immobiliari in Germania, ma questo non è dovuto ai tassi bassi, ma ad una crescita troppo forte degli affitti. Fino a quando potrà proseguire senza un forte aumento delle remunerazioni ?

In Italia l’andamento dei tassi di interesse è simile a quello della Germania, con ormai dei valori molto bassi, confrontabili con quelli tedeschi:



Attualmente se consultate Mutuionline.it e chiedete un mutuo a 15 anni su un normale immobile da 150 mila euro di valore, vi trovate queste offerte



Sono valori non troppo lontani da quelli tedeschi, dove solo i clienti premium hanno lo 0,3%. In Italia però nessuno ha paure di bolle immobiliari ,anzi il Sole registrava un calo del 9% sul numero dei mutui sottoscritti dagli italiani. Questo conferma che non basta avere dei tassi bassi per convincere gli italiani a sottoscrivere i finanziamenti, ma ci vuole anche una speranza nel futuro e dei redditi sufficienti. In Italia di bolle non ce n’è, anzi si prosegue con un mercato sostanzialmente stagnante. Se si vuole vedere una crescita dei mutui bisogna agire sui redditi.
 

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