FTSE Mib Futures Gli amici di Fibonacci - Cap. 1 (3 lettori)

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daniele26

Forumer storico
Lo scrivo in un thread di un amico....Ma ci pensate quello che stanno facendo sulle criptovalute? Ogni giorno leggo sempre più cose nuove e mi sono fatta un'idea. Un mercato incontrollato, non regolamentato, una terra di nessuno. Ma quale hacker? Vi immaginate andare da un avvocato e fare una causa. Quello ti dice fammi vedere le carte e tu che rispondi quale carte, è tutto virtuale. Tutto studiato a tavolino per togliere soldi alla massa, stanno inondando i media di spot ed altro per fottere più gente possibile. Uno si starà facendo i miliardi, il banco. Saluti.
Sarà..ma intanto un mio collega con 10000 euro sul dash se portato a casa 600000 euro e il bello che a suo tempo( gennaio 2017) mi chiese se volevo partecipare con 5000 euro e ridendogli in faccia gli dissi :mi fai comprare detersivo ?.e nn glieli diedi.
 

guillermo01

Forumer storico
Sarà..ma intanto un mio collega con 10000 euro sul dash se portato a casa 600000 euro e il bello che a suo tempo( gennaio 2017) mi chiese se volevo partecipare con 5000 euro e ridendogli in faccia gli dissi :mi fai comprare detersivo ?.e nn glieli diedi.
A Palermo una decina di anni fa , Sucato moltiplicava i soldi. Alcuni moltiplicarono i loro soldi, ma poi......Sucato finì di campare.
 

Macd72

Forumer attivo
Sarà..ma intanto un mio collega con 10000 euro sul dash se portato a casa 600000 euro e il bello che a suo tempo( gennaio 2017) mi chiese se volevo partecipare con 5000 euro e ridendogli in faccia gli dissi :mi fai comprare detersivo ?.e nn glieli diedi.
Secondo me le criotovalute oggi sono come il Nasdaq del 2000 non appena crolleranno del 90% bisogna comperare a piene mani bitcoin cash sarà la valuta del futuro per gli scambi digitali e non ...perché appena si accorgeranno del loro effettivo funzionamento saranno governate dalle banche centrali
 

ironclad

Pitchfork + Harmonic patterns
La madre di tutte le esuberanze irrazionali
Etichette: bolla azionaria, David Stockman, Microsoft, ricerca economica, storia, traduzioni






di David Stockman


Si potrebbe quasi capire l'esuberanza irrazionale del 1999-2000. Questo perché allora sembrava che tutto fosse rose e fiori, il che significa che i tassi di capitalizzazione probabilmente avevano un margine di crescita ragionevole.

Ma alla fine la mania perse ogni contatto con la realtà, facendo apparire un vero pazzo persino Alan Greenspan.

La grande bolla tecnologica e il crollo del 2000 hanno segnato una svolta cruciale nella storia finanziaria moderna: i banchieri centrali avrebbero disabilitato i normali meccanismi di determinazione dei prezzi nel mercato azionario ed avrebbero distrutto i meccanismi di bilanciamento e disciplina dei mercati.

Di conseguenza il mercato azionario sarebbe diventato un rione della banca centrale e un casinò che non avrebbe più potuto auto-correggersi. Sarebbe inesorabilmente vissuto sullo slancio speculativo -- fino a raggiungere una cima asintotica, per poi crollare in un crash tonante.

Questo è quello che successe nell'aprile del 2000, quando i settori più caldi del mercato azionario -- i titoli del NASDAQ 100 -- iniziarono una discesa dell'80%; ed è anche quello che successe nei mercati più ampi -- incluso l'indice S&P 500 -- nel 2008-2009, quando ci fu un fragoroso calo del 60% in poco meno di un anno.

Quindi, con il mercato che crede alle proprie storie sul momentum e con l'indice S&P 500 che segna 2,600 punti, riflettiamo sul grande crash delle dotcom per ricordare ciò che accadde dopo. Questo discorso è particolarmente pertinente oggi, perché l'attuale mania nel mercato azionario è molto meno giustificata di quella di allora.

Inoltre la versione dotcom è stata la prima grande bolla dei tempi moderni alimentata dalla banca centrale -- una creatura che gli operatori di mercato non avevano pienamente compreso. I successivi esperimenti della FED nel voler salvare i giocatori d'azzardo del casinò hanno solo causato l'atrofia di Wall Street.

Infatti, dopo 30 anni di Finanza delle Bolle in stile Greenspan e due devastanti crash finanziari, Wall Street è ancora più imbambolato dal credito di quanto non fosse alla vigilia del crash tecnologico. A quei tempi, infatti, c'era una considerevole falange di veterani di Wall Street che mettevano in guardia dalla follia delle dotcom. Adesso quasi nessuno se ne preoccupa.

Infatti la pessima previsione di oggi di Goldman Sachs, secondo cui l'indice S&P 500 raggiungerà i 3,100 entro la fine del 2020, fa sembrare la precedente cecità di Greenspan nei confronti delle bolle una leggera svista.

Col senno di poi, Alan Greenspan vide arrivare il crash abbastanza presto -- quando affrontò l'argomento "esuberanza irrazionale" nel corso di un discorso nel dicembre 1996. Sfortunatamente venne accusato di essere eccessivo nelle sue affermazioni.

In realtà, stava solo pensando ad alta voce di voler frenare un toro scatenato. Infatti negli anni successivi non fece praticamente niente e poi rialzò i tassi d'interesse di 25 miseri punti base nell'aprile 1997.

Dopo questo, apparentemente dimenticò tutto sulla "esuberanza irrazionale" nonostante questa si diffuse in tutto il sistema finanziario.

Infatti l'amnesia di Greenspan divenne così pronunciata che, proprio alla vigilia del crollo delle dotcom nell'aprile del 2000, si dimostrò cieco come un pipistrello quando si parlava di bolle create dalla banca centrale.

L'otto aprile Greenspan pronunciò le seguenti parole davanti una commissione del senato quando gli venne chiesto se un rialzo del tasso d'interesse avrebbe potuto far scoppiare la bolla nel mercato azionario:

Ciò presuppone che io sappia dell'esistenza di una bolla [...]. Non penso che possiamo sapere se esista una bolla fino a quando non scoppia. Presumere di saperlo, presuppone avere la capacità di prevedere un imminente declino dei prezzi (delle azioni)".
Almeno aveva ragione sull'ultima parte. Dopo che il NASDAQ salì da 835 punti nel dicembre 1996 a 4585 punti il 28 marzo 2000 -- o di un 5.5X in 40 mesi -- Greenspan ancora non era sicuro che ci fosse un bolla!

Di conseguenza pareva non avere la capacità di prevedere un imminente declino -- sebbene il crollo del 51%, a 2250 punti entro la fine dell'anno, fosse praticamente telefonato. Greenspan fece la figura dello sciocco quando questa bolla si sgonfiò dell'81% nei due anni successivi.

Infatti nel settembre 2002 l'indice si trovava quasi esattamente dov'era quando Greenspan pronunciò le parole "esuberanza irrazionale" e poi mandò a tutta velocità la stampante moentaria della FED.





Almeno all'epoca il presidente della FED poteva quasi essere scusato per la sua cecità nei confronti delle bolle, anche perché stava operando nei primi giorni della pianificazione centrale monetaria e della gestione degli effetti ricchezza a cascata, e la sua capacità di scatenare una speculazione dilagante nel sistema finanziario non era ancora pienamente compresa -- anche se la teoria monetaria sottostante sfidava tutti i canoni di una finanza solida.

Inoltre, oltre alle bolle nel mercato finanziario, il pompaggio monetario della FED durante gli anni '90 sembrava produrre effetti apparentemente robusti anche nel mondo reale e nel settore delle nuove tecnologie.

E, a loro volta, questi sviluppi macroeconomici positivi si stavano diffondendo in un contesto politico/strategico globale che era diventato improvvisamente più favorevole di qualsiasi altra cosa vista dal 1914.

Infatti il mondo esterno era piuttosto animato da sviluppi positivi: la rivoluzione di Internet trasudava vigore tra gli adolescenti, i conti fiscali del governo erano quasi in equilibrio per la prima volta in due decenni, il vasto mercato della Cina stava crescendo in modo convincente dopo il suo sonno maoista e la commissione per salvare il mondo (Greenspan, Summers e Rubin) aveva appena salvato Wall Street dal crollo di Long Capital Capital Management (LTCM).

Allo stesso modo, l'Europa stava lanciando la moneta unica e ampliando il mercato unico. Al posto dell'Unione Sovietica, che nel 1991 era scomparsa dai libri di storia, la Russia, le sue repubbliche separatiste e le ex-nazioni del Patto di Varsavia stavano sperimentando il capitalismo nazionale e si stavano affacciando verso l'occidente grazie all'aumento dei flussi commerciali e di capitali.

Negli Stati Uniti, la combinazione tra la fine della guerra fredda e la rivoluzione di Internet, contribuì doppiamente alla crescita economica e alla prosperità. Quando la spesa per la difesa scese dal 7% del PIL alla vigilia del crollo sovietico a meno del 4%nel 2000, vennero rilasciate risorse interne per investimenti privati e ci fu un sostanziale aumento della produttività.

Infatti gli investimenti privati non residenziali crebbero del 7.3% annuo dal picco pre-recessione del 1990 fino al 2000, più del doppio rispetto al tasso ancora rispettabile del 3.4% registrato tra il 1967 e il 1990; al paragone l'anemica crescita reale dell'1.4% degli investimenti fissi tra il picco pre-crisi (2007) e il 2016 è insignificante.





Nonostante tutti questi aspetti positivi, il grande mercato toro della fine degli anni '90 finì per deragliare. Ciò avvenne in particolare 18 mesi dopo il salvataggio di LTCM da parte della FED, quando fu palese ai giocatori d'azzardo del casinò azionario che la Greenspan Put era decisamente operativa.

Nel libro, The Great Deformation, ho analizzato 12 titoli azionari a grande capitalizzazione tra il discorso di Greenspan del dicembre 1996 e il crack delle dotcom nell'aprile 2000. Durante questo periodo di 40 mesi, la capitalizzazione di mercato combinata di questi 12 titoli -- tra cui Microsoft, Cisco, Dell, Intel, Juniper Networks, Lucent, AIG, GE e altri quattro -- è salita da $600 miliardi a $3,800 miliardi. La capitalizzazione totale del mercato di questa dozzina di titoli è cresciuta, quindi, del 75% all'anno per quasi 4 anni consecutivi; e la prospettiva futura era ancor più delirante.

Ad esempio, a partire dalla metà del 2000, Intel aveva un valore di $500 miliardi ed era trattata a 53X i suoi $9.4 miliardi di entrate annuali. Eppure si diceva che questo multiplo era più che giustificato perché la società aveva aumentato le sue entrate nette da $1 a $9.4 miliardi nel decennio precedente, e che all'orizzonte non c'era altro che un cielo blu.

Ecco il punto: Intel era ed è una grande azienda che non ha mai smesso di crescere, ma sin dalla metà del 2000 il tasso di crescita delle sue entrate nette è bruscamente rallentato a solo l'1.79% annuo; e i suoi $12.7 miliardi di entrate nette annuali a settembre 2017 sono valutate al 15.7X, o $210 miliardi.

In breve, al picco della bolla tecnologica, la capitalizzazione di mercato di Intel superava ampiamente la sua capacità di guadagno a lungo termine. Ancora oggi ha riguadagnato solo il 40% del suo picco di valutazione.

Allo stesso modo, Cisco era valutata a $500 miliardi nel luglio 2000 e sfoggiava un multiplo PE di 185X sui suoi $2.7 miliardidi entrate nette annuali. Inoltre ha continuato a crescere, facendo registrare un utile netto annuale di $9.7 miliardi a settembre 2017.

Eppure le entrate di oggi sfoggiano solo un multiplo del 19X dopo 17 anni di crescita al 2.4% annuo; l'attuale capitalizzazione di mercato da $181 miliardi di Cisco, infatti, è appena il 36% rispetto a quella del suo picco massimo.

Persino Microsoft ha vissuto quasi lo stesso destino. A metà del 2000 faceva registrare $8.3 miliardi di utile netto annuale ed era valutata a $600 miliardi, o al 72X. Oggi il suo utile netto è triplicato a $23.1 miliardi, ma il suo multiplo PE si è ridotto a solo il 29X. Detto in modo diverso, l'utile netto di Microsoft è cresciuto del 6.1% annuo da quando la società ha ampiamente superato il suo valore reale all'inizio del 2000. Di conseguenza la sua capitalizzazione di mercato ha guadagnato solo lo 0.4%annuo negli ultimi 17 anni.

E quando si tratta dell'impero industriale e finanziario che Jack (Welch) ha costruito, la storia è ancora più drammatica. La capitalizzazione di mercato a metà 2000 di GE era pari a $500 miliardi, oggi si attesta oggi a soli $155 miliardi; e il suo multiplo PE di 60X si è ridotto a soli 22X.

Insomma, quella era un'esuberanza irrazionale e non ci volle molto affinché l'aria nella bolla di queste capitalizzazioni uscisse fuori. Verso la fine del settembre 2002, quattro società di suddetta dozzina erano svanite e la capitalizzazione di mercato di quelle sopravvissute era scoppiata a soli $1,100 miliardi.

Questo è un dato di fatto. In meno di 30 mesi, $2,700 miliardi di capitalizzazione di mercato sono letteralmente svaniti. E queste erano le aziende leader dell'epoca.

Nessuna di loro era valutata a 280 volte l'utile netto, come oggi con Amazon; o a infiniti multipli PE come gran parte del settore biotecnologico e aziende come la Tesla.

Ancora più importante, la promettente situazione macroeconomica alla fine del secolo ha lasciato il posto ad un mondo con $225,000 miliardi di debiti globali e $40,000 miliardi di debiti cinesi.

Allo stesso modo, la calma dell'ambiente geo-strategico di quell'epoca è stata risucchiata dalla follia del RussiaGate, da guerre senza fine in Medio Oriente e in Africa, e dallo scontro incendiario tra Kim/Trump.

Infine, dopo 30 anni di espansione monetaria dilagante, le banche centrali del mondo sono state costrette ad invertire la rotta e ad iniziare a normalizzare i tassi d'interesse e i loro bilanci.

E questo esperimento senza precedenti nella demonetizzazione massiccia dei debiti pubblici sta arrivando in un momento in cui -- dopo 8 anni di espansione del ciclo economico -- gli Stati Uniti, il Giappone e la maggior parte dell'Europa si ritrovano bilanci monumentali in pieno deficit.

Queste politiche fiscali spericolate stanno avvenendo a causa di uno tsunami di pensioni, spese mediche ed assistenziali.

Nel periodo più recente, le società nell'indice S&P 500 hanno guadagnato $107 per azione su base annuale -- o solo il 2% in più rispetto ai $105 per azione pubblicati a settembre 2014; e poco più gli $85 per azione registrati nel picco pre-crisi del giugno 2007.

Detto in modo diverso, su base tendenziale le società dell'indice S&P 500 hanno visto crescere i loro utili al 2.33% annuo nell'ultimo decennio. In che modo un multiplo PE al 24.3X si possa adattare al prezzo dell'indice di oggi è difficile da immaginare -- per non parlare dell'obiettivo a 3100 punti di Goldman per il 2020.

Infatti solo mantenere l'assurdo multiplo PE di oggi richiederebbe $130 per azione negli utili GAAP entro il 2020.

Proprio così, entro la fine del 2020 saremmo implicitamente nella più lunga espansione economica della storia registrata a 140 mesi (rispetto ai 118 mesi degli anni '90).

Inoltre la struttura dei tassi d'interesse sarà superiore di 200-300 punti base secondo le attuali politiche della FED, mentre il Tesoro USA avrà $1,000+ miliardi in deficit annuali.

Anche così ci vorrebbe una crescita degli utili annui del 7% per conservare il multiplo PE di oggi a 24.2X e raggiungerel'obiettivo di Goldman.

Come abbiamo detto, rispetto alla pazzia nel casinò di oggi e alle fiabe di Goldman, l'Alan Greenspan dell'aprile 2000 sembra un modello di sobrietà al confronto.

Quindi se quella dell'aprile del 2000 era esuberanza irrazionale, quello che abbiamo ora è sicuramente la madre di tutte le esuberanze irrazionali.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: Francesco Simoncelli's Freedonia
 

ironclad

Pitchfork + Harmonic patterns
I mercati sono davvero calmi come sembrano?
Etichette: economia, Thorsten Polleit, traduzioni






di Thorsten Polleit


Gli indicatori che misurano lo "stress" dei mercati finanziari hanno raggiunto i loro livelli storici più bassi. Ad esempio, la volatilità del mercato azionario non è mai stata così bassa dall'inizio degli anni '90. Gli spread del credito si sono ridotti e i prezzi dei credit default swap sono scesi ai livelli pre-crisi. Di fatto, gli investitori non sono più infestati da preoccupazioni sulla stabilità del sistema finanziario, potenziali inadempienze e sorprese sfavorevoli nei mercati finanziari. Come mai?





La politica monetaria svolge un ruolo significativo. Riducendo i tassi d'interesse e aumentando la quantità di denaro nel sistema bancario, le banche centrali di tutto il mondo hanno stimolato le rispettive economie dopo il crash del 2008/2009. Ma questa non è tutta la storia. Il fatto che gli investitori si aspettino che le banche centrali siano pronte a respingere un rallentamento dell'economia e il calo dei prezzi nei mercati azionari e immobiliari, non è affatto meno importante.

La verità è che gli investitori si aspettano che le banche centrali forniscano una "rete di sicurezza". Questa aspettativa li incoraggia a sottoscrivere di nuovo investimenti rischiosi (che altrimenti avrebbero rifiutato). Ciò detto, le banche centrali hanno innescato un colossale "azzardo morale": gli investitori si sentono praticamente sicuri che il profilo di rischio/rendimento dei loro investimenti sia diventato più favorevole.

Di conseguenza gli investitori spingono verso l'alto i prezzi degli asset. Con l'aumento dei prezzi delle azioni, il costo del capitale delle imprese diminuisce, incoraggiando investimenti ancor più rischiosi. I consumatori, vedendo l'apprezzamento del loro patrimonio immobiliare, si indebitano ancora di più. Il debito in scadenza viene rinnovato a tassi d'interesse bassi e la capacità di spesa dei mutuatari aumenta. In altre parole: la manipolazione al ribasso dei tassi d'interesse e il calo dell'avversione al rischio, si traducono in un rafforzamento ciclico dell'economia.

Ma aspettate: il rialzo dei tassi d'interesse da parte della FED e la riduzione pianificata del suo bilancio, non annulleranno quelle forze che finora hanno spinto l'attività economica verso territori positivi? No, non necessariamente. Il punto cruciale è la rete di sicurezza della FED: se gli investitori continueranno a presumere che la FED rimarrà volentieri il "prestatore di ultima istanza", anche una politica monetaria fatta di alcuni rialzi dei tassi a breve termine è difficile che inficerà la ripresa attuale.

Ecco perché: se le cose dovessero peggiorare, la FED dovrebbe invertire la sua politica monetaria restrittiva. Questo potrebbe spiegare perché i mercati finanziari sono rimasti piuttosto rilassati alla luce dell'attuale ciclo di rialzo dei tassi della FED, iniziato a dicembre 2015. E i mercati non sono diventati instabili a causa del piano della FED di ridurre il suo bilancio, ovvero, una riduzione della liquidità nel sistema bancario statunitense e della quantità di denaro.

Molte persone accolgono i guadagni in termini di produzione e occupazione, oltre a rendimenti decenti sugli investimenti nei mercati degli asset, che sono stati determinati dalla politica monetaria ultra espansionista della FED. Tuttavia, il lato negativo di tutto questo non dovrebbe essere trascurato. Le banche centrali di tutto il mondo, sotto la guida della FED, hanno infatti orchestrato l'ennesimo boom artificiale — che, prima o poi, vacillerà e si trasformerà in un bust.

Questa non è affatto una previsione pessimistica, ma si basa su principi economici saldi: una politica di tassi d'interesse artificialmente bassi, un aumento inarrestabile della quantità di denaro e prezzi di mercato manipolati politicamente, non possono portare ad una maggiore prosperità e ad un aumento dell'occupazione nel lungo periodo. Pensarlo è delirante. La verità è che alla fine una tale politica monetaria causerà un altro giro di guai.



Entra in scena il rischio

Tassi d'interesse più alti hanno il potenziale di far crollare la piramide del credito. Per molti consumatori diventerebbe difficoltoso ripagare il proprio debito, emergerebbero investimenti improduttivi e ci sarebbero perdite aziendali, e i prezzi delle azioni e delle abitazioni alla fine seguiranno la legge di gravità. I mercati del credito potrebbero schiantarsi dal momento che i mutuatari correrebbero il rischio di inadempienza per i loro debiti, con le banche che attualmente hanno una capacità limitata di assorbire le perdite sui loro libri di prestito.

Questo è lo scenario se le banche centrali tolgono le caramelle di Halloween (ovvero, tassi d'interesse bassi). Tassi d'interesse più alti sono una cosa, un'altra invece è l'appiattimento della curva dei rendimenti (ovvero, la differenza tra i rendimenti a lungo e breve termine). Un calo della curva dei rendimenti fa sì che le banche restringano la loro offerta di credito. Con l'esaurimento del credito bancario, la liquidità del mercato finanziario cala e la festa finisce: i prezzi degli asset iniziano a crollare.

Come mostra il grafico qui sotto, una curva dei rendimenti piatta o addirittura negativa ha accompagnato in passato un crollo del mercato azionario. Dall'inizio del 2014, la curva dei rendimenti è in calo, fondamentalmente perché i tassi d'interesse a breve sono aumentati, mentre i tassi d'interesse a lungo termine sono scesi. Anche se i rialzi dei tassi d'interesse da parte della FED non si sono tradotti in maggiori costi di finanziamento, un appiattimento continuo della curva dei rendimenti rimane un motivo per aspettarsi l'inaspettato.





Ma forse questa volta è diverso? Forse ci sono buone ragioni per aspettarsi che la FED rialzi i tassi d'interesse solo un po' e non troppo? Perseguendo una politica molto lenta di rialzo dei tassi d'interesse, la FED rende un po' più facile per i debitori e l'intera economia adeguarsi ad un regime di costi di finanziamento e di capitale maggiorati. Come indica il basso livello di volatilità, i mercati si aspettano che la FED riesca ad evitare il prossimo crash.

L'approccio lento e graduale della FED nel restringimento della politica monetaria potrebbe infatti ridurre il rischio che possa "rialzare troppo e troppo velocemente i tassi d'interesse", far scoppiare la bolla del credito e far crollare il castello carte (del credito). Tuttavia persiste un rischio considerevole che la FED trasformerà nuovamente il boom in bust. E siamo onesti: in considerazione della sua storia, non ci sono motivi per aspettarsi che la FED non faccia pasticci questa volta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: Francesco Simoncelli's Freedonia
 

ironclad

Pitchfork + Harmonic patterns
Quella folle dozzina
Etichette: bolla azionaria, David Stockman, FANG, ricerca economica, Tesla, traduzioni






di David Stockman


Giovedì scorso abbiamo analizzato la massiccia inflazione della capitalizzazione di mercato e il successivo collasso della Folle Dozzina del 2000. In essa c'erano Microsoft, Cisco, Dell, Intel, GE, Yahoo, AIG e Juniper Networks -- più altre quattro aziende che non sono sopravvissute (Lucent, WorldCom, Global Crossing e Nortel).

Abbiamo rivisto l'ascesa e la caduta di queste aziende perché credo che lo stesso processo si stia sviluppando anche oggi, mentre la gigantesca bolla gonfiata dalle bacnhe centrali raggiunge il suo picco. Infatti ho identificato un nuovo roster per la Folle Dozzina del 2017 -- e ho tracciato il loro corso negli ultimi 40 mesi. Durante tale intervallo Janet Yellen non si è preoccupata minimamente di parlare di "esuberanza irrazionale" come fece Greenspan.

Questo perché la FED ora sostiene semplicemente l'inesistenza delle bolle -- a parte segmenti isolati come il settore degli immobili commerciali. Al contrario, i 12 geni del FOMC hanno presumibilmente sconfitto il ciclo economico, assicurando così un nirvana economico di piena occupazione perpetua, un mondo senza fine.

La penso diversamente. Di conseguenza la nostra nuova Folle Dozzina è composta dai FAANG (Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google) più altre otto grandi aziende (Tesla, NVIDIA, Salesforce, Alibaba, UnitedHealth, Home Depot e Broadcom).

Non sorprende se la loro capitalizzazione congiunta sia passata da $1,700 miliardi a $4,000 miliardi negli ultimi 40 mesi, un modello che ricorda molto il precedente. E per i nostri soldi quei $2,300 miliardi in più rappresentano lo stesso tipo di aria fritta.

Pertanto Amazon è ora valutata a $550 miliardi e quindi viene trattata al 293X dei suoi $1.9 miliardi di utili netti annuali. Ma tutto ciò è attribuibile al suo servizio rent-a-cloud (AWS), che da solo vale probabilmente $100 miliardi.

Vale a dire, il grande colosso dell'e-commerce di Bezos è valutato implicitamente a $450 miliardi, ma non ha generato un centesimo di profitto nonostante la terra bruciata che s'è lasciato dietro nel commercio al dettaglio del mondo fisico. Come ho detto poco sopra, aria fritta.

Allo stesso modo, Broadcom è trattato a 246X le sue entrate nette e Netflix è valutato a 194X. Queste società potrebbero ricordare Cisco e Intel in quanto innovatori e generatori di valore con una lunga crescita futura.

Ma entrambi sono sfidati da concorrenti feroci e non hanno più possibilità di sostenere i loro attuali multipli di valutazione rispetto a Cisco (200X allora, 19X ora) o Intel (60X allora, 16X ora).

Successivamente consideriamo Salesforce (CRM), che attualmente ha un valore di $77 miliardi, e Tesla, che vanta una capitalizzazione di mercato di $54 miliardi. Eppure entrambi hanno avuto grosse perdite nette negli ultimi 12 mesi. Infatti negli ultimi cinque anni, CRM ha registrato perdite nette cumulative per $650 milioni e Tesla ha perso $3.3 miliardi.

Anche se riusciranno ad evitare il destino di Nortel e Global Crossing, i grafici macchiati di inchiostro rosso qui sotto suggeriscono che ci vorrà un miracolo affinché riescano a guadagnare $131 miliardi in capitalizzazione di mercato.





Anche Alibaba a 55X, NVIDIA a 50X e Goggle e Facebook a 35X stanno essenzialmente sfidando la matematica e il ciclo economico.

Le ultime due società, infatti, potrebbero rappresentare la cosa più importante nella vita delle persone dopo il pane a fette, ma sono praticamente al 100% dipendenti dai ricavi pubblicitari. Durante l'ultima recessione, la spesa pubblicitaria globale è crollata di quasi il 9%, come mostrato di seguito, e di oltre il 14% solo negli Stati Uniti.

Inoltre l'acquisizione digitale di quote di mercato -- di cui l'85% è attribuibile a FB e GOOG -- ha quasi fatto il suo corso. Di conseguenza nessuna azienda in un settore a crescita ciclica del 3-4% può sostenere un multiplo PE del 35X per un periodo di tempo prolungato.





Lo stesso può dirsi per Home Depot (HD) che attualmente sta volando alto, ma non è in grado di sostenere in modo permanente un multiplo PE a 25X. Infatti i suoi risultati recenti sono stati positivi grazie alla cattura di una significativa quota di mercato derivante dal crollo di Sears e alle elevate vendite nel settore immobiliare le quali stanno raggiungendo il loro picco. Inoltre non è stato ancora attaccato frontalmente da Amazon (ma sicuramente arriverà questo colpo).

Ma come molte altre cose nell'attuale bolla del casinò, i guadagni a breve termine di Home Depot sono stati confusi per una capacità di crescita permanente. Tuttavia il verdetto è chiarissimo: durante gli 11 anni trascorsi dal picco immobiliare del 2006, l'utile netto di HD è cresciuto da $6.1 miliardi a $8.6 miliardi nel periodo annuale terminato lo scorso ottobre. Ciò comporta un tasso di crescita annuo del 3.2% e gli anni migliori di Home Depot sono sicuramente dietro le spalle.

Allo stesso tempo, la forza lavoro in rapido restringimento dovrà far fronte a tasse sempre più alte per pagare la classe dei baby bommer in pensione, limitando così il reddito discrezionale della maggior parte delle famiglie lavoratrici.

Di conseguenza i giorni di HD con azioni al 25X PE sono contati.

In breve, tra la Folle Dozzina del 2017 solo Apple ha un multiplo ragionevole al 19X. Ma, ancora una volta, Apple ha viaggiato lungo la linea piatta per più di tre anni al suo vertiginoso livello di vendite di $230 miliardi e $50 miliardi di utile netto.

Tuttavia anche il casinò di oggi riconosce che, data la dimensione monumentale di Apple, è praticamente impossibile spostare l'ago della crescita; e che anche un prodotto consegnato in ritardo o scadente potrebbe far sì che i suoi $50 miliardi di utile netto facciano un tuffo non trascurabile.





In breve, a parte il caso unico di Apple, la Folle Dozzina del 2017 è pronta per una ripetizione della massiccia deflazione del 2000-2002. Cioè, nel giugno 2014 il gruppo (ex-Apple) aveva una capitalizzazione di mercato di $1,100 miliardi, che rappresentava 34 volte il loro utile netto combinato di $32 miliardi.

Durante i 40 mesi da allora, la capitalizzazione di mercato del gruppo è quasi triplicata a $3,200 miliardi, mentre il loro utile netto è salito a $65 miliardi. Di conseguenza il multiplo PE del gruppo è ora salito a 49X, o a quasi il livello registrato nel precedente gruppo nell'aprile del 2000.

Inutile dire che il ciclo economico non è stato abolito e questa espansione dura ormai da 101 mesi. Infatti il grafico qui sotto suggerisce che potrebbe aver raggiunto la sua "data di scadenza".

Ma ecco il punto: l'aria fritta tra la Folle Dozzina del 2017 è il punto in cui si è nuovamente concentrata la mania.

Quindi, quando arriverà il prossimo evento imprevedibile, dagli Stati Uniti o dalla Cina a seconda dei casi, vedremo una cascata di vendite tra AMZN, FB, TSLA o CRM.

È qui che si nasconde in piena vista il prossimo bagno di sangue finanziario.





[*] traduzione di Francesco Simoncelli: Francesco Simoncelli's Freedonia
 

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ATTUALITA' dicembre 16, 2017 posted by Fabio Lugano
AGGIORNAMENTO. LA NOTIZIA E’ VERA. ECCO IL TESTO DELL’EMENDAMENTO DEL GOVERNO PER CEDERE I BENI CULTURALI AGLI STRANIERI. A QUALE STATO VENDEREMO LA FONTANA DI TREVI ED A CHI IL COLOSSEO?




Cari amici

un aggionramento: è tutto tristemente vero. ECCO IL TESTO DEL DECRETO DELL’INFAMIA.



Quindi e’ tutto vero . Confermato. INCREDIBILE!

Qui abbiamo superato le previsioni di Totò quando vendeva la fontana di Trevi .



Gli immobili del Demanio, compresi quelli del DEMANIO CULTURALE, possono essere ceduti a STATI ESTERI! Quindi, previo consenso del ministero della Cultura, il Governo potrà vedere la Fontana di Trevi ai Francesi, il Colosseo ai Tedeschi, Pompei ai Qatarioti. Questa è , come dicono diverse fonti, il testo di un emendamento che il governo proporrà alla prossima finanziaria. Che sia tutto legato alla scorsa partecipazione di Gentiloni al Consiglio Europeo di Bruxelles? Gentiloni si è venduto l’Italia ?

Non so se ci rendiamo conto DELL’ENORME SCANDALO CHE NE DERIVA. Non si parla neppure di cessione a privati, cosa già estremamente scottante, ma di STATI! Perchè dovremmo cedere parte della sovranità a STATI STRANIERI? Quale improvvida ragione, quale perverso disegno c’è sotto questa norma? Perchè viene approvato questo emendamento? Soprattutto, che ci stanno fare in parlamento i rappresentanti del popolo ?

Sono senza parole. Il Governo con un emendamento mette in pericolo, in modo definitivo, la sovranità dell’Italia prepara l’esproprio definitivo della nostra cultura, del nostro passato.

Abbiamo visto diverse conferme, come:

Askanews

AGI

Tiscali

La Prealpina

e RAINEWS



e stiamo cercando il testo diretto dell’emendamento e , soprattutto, i NOMI DI CHI LO HA PRESENTATO.

A questo punto ci vendiamo tutto: Colosseo, Fontana di Trevi, Pompei, Duomo di Milano. Una vergogna , come è vergognoso ch questo avvenga senza che nessuno dica nulla.

Grazie .
 

ironclad

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POLITICA dicembre 14, 2017 posted by Guido da Landriano
ORMAI IL DISEGNO E’ CHIARO: ELEZIONI INUTILI, GOVERNO TECNICO, PIU’ “EUROPA” E POI A RIVOTARE (chi ne avrà ancora voglia..)






Un brevissimo passaggio sulla politica, cercando di non sporcarci troppo le mani, visto lo stato in cui è ridotta. Ieri abbiamo avuto la rivelazione di un piano già comunque intuito dai più, che spiega la legge elettorale (il confuso “Rosatellum”) la fretta nel voto e le posizione prese da numerosi parti politiche.

Passiamo all’intervento di Berlusconi alla presentazione dell’ultimo libro di Vespa:




Berlusconi appoggerebbe Gentiloni come “Governo tecnico” o di transizione veso nuove elezioni.

Il disegno è chiaro , direi lampante: il PD ha fatto una legge assurda assicurandosi l’appoggio di altri, costruita in modo tal che da un lato non fosse un proporzionale perfetto, che non favorisce alleanze strambe, ma la trattativa maggioritaria e dall’altra non fosse una soluzione maggioritaria con un governo risultante “Automaticamente” dalle elezioni. Si è scelta una soluzione imbastardita, sporca, che da un lato costringe ad alleanze elettorali snaturanti, dall’altro garantisce , allo stato attuale, la quasi certa assenza di un governo.

Parliamoci chiaro e presentiamo il disegno eversivo risultate: da un lato un PD in decadenza rapida, ma ancora gonfio dell’arroganza renziana, dall’altro un M5s che pretende un incarico, senza averne però i numeri perchè isolato, dall’altro un centrodestra diviso e contraddittorio non riuscirebbero a formare nessun governo. A questo punto, seguendo il modello spagnolo , ci dovrebbero essere nuove elezioni, maldestramente evitate nel 2013 da Napolitano. Che fare nel frattempo? Un bel Gentiloni BIS, con dentro tutti i “Moderati” di buona volontà , essenzialmente PD, Fi, frattaglie centriste del CSX, “Quarta gamba” del Cdx. In numeri potrebbero essere un problema , perchè, allo stato attuale, arriverebbero ad un 40% massimo dei voti e difficilmente alla maggioranza dei seggi, ma se pensiamo a quanto successo nel 2013 con i governi Letta e Renzi ed il mercimonio parlamentare, con la nascita di NCD, ALA, i transfughi e sappiamo che tutto è , potenzialmente , possibile. Basta pagare, politicamente.

Quindi in disegno del blocco “Conservatore Europeista”, che comprende pezzi dai socialemocratici ai Popolari a tutta la frattaglia centrista e che fa capo ai vari poteri europo-antidemocratici, è il seguente :

  • primo voto quanto prima, tanto non concluderà nulla;
  • “Governo di garanzia” , “Governo di Transizione”, “Governo elettorale”, “Governo tecnico di emergenza”, chiamatelo come volete, formato dal solito gruppo di tecnici non eletti, manovrati , che potrebbero benissimo comprendere lo stesso Gentiloni, o Calenda, o altri “Tecnici”;
  • Solita paccottiglia europea di norma indigeribili tra cui l’applicazione del Fiscal Compact, strette pensionistiche , cessioni di sovranità varie;
  • ritorno al voto dopo 3-6 mesi (magari vi entra la solita pessima finanziaria), con gli elettori ormai convinti di non contare ASSOLUTAMENTE NULLA.
Vedrete che tutti i vari supergiornaloni cercheranno di appiopparvi quest’orrida realtà, perchè ci vuole stabilità, perchè “Lo vuole Leuropa” perchè le pensioni sono troppo alte, perchè è il futuro dei nostri figli (che sono già rovinati sin d’ora dalla disoccupazione) etc etc. Tutte scuse trite e ritrite, false, fatte solo per conservare il potere di un gruppo di persone ristretto e che ha sostanzialmente venduto l’anima a Soros ed ai grandi poteri.

Per questo è necessario votare bene, e votare in modo che qualsiasi inciucio sia impossibile. Fate pressione sui vostri politici di riferimento, di qualsiasi colore. Meglio la morte, di un governo tecnico!
 

ironclad

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ATTUALITA' dicembre 13, 2017 posted by admin
MATTARELLA SCIOLGA LE CAMERE E GENTILONI SI DIMETTA di Francesca Romana Fantetti




Il capo dello Stato Sergio Mattarella non può mantenere in carica il governo Gentiloni dopo avere indetto le elezioni fissate al 4 marzo 2018 e dopo avere sciolto le Camere, perché ciò non rientra tra i suoi poteri né è previsto dalla Costituzione italiana. Non è cioè né legittimo né regolare che, sciolte le Camere ed indette le elezioni, si predisponga la passerella di passaggio al fine di fare rimanere il governo Paolo Gentiloni, che è il quarto governo peraltro non scelto dagli italiani dopo Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi (e Parlamento dichiarato incostituzionale con sentenza per tre quarti).

Ciò anche in considerazione dell’utilizzo irregolare che viene fatto tuttora dalle istituzioni politiche in carica. Si guardi infatti a Piero Grasso che abusa del Senato confondendo istituzioni e politica, campagna elettorale per se stesso inserendo, sul sito della presidenza del Senato, in veste di seconda carica dello Stato, e da presidente del Senato di parte, il simbolo del proprio partito politico comunista, schieramento da lui stesso fondato e di cui Piero Grasso è a capo.

Una pratica già peraltro manifestatasi con Renzi che, anch’esso, in un pandemonio confusionario tra istituzioni e partito di sinistra, ha affossato e screditato, mandato a ramengo ogni fiducia e credibilità democratica e rappresentativa del Paese. Mattarella ha solo ripreso tali illeciti. Ma non è affatto vero che si tratti di errori, e se anche lo siano, sono errori che devono comportare la rimozione immediata dalla presidenza del Senato, e dal ruolo politico con sanzione e corposo pubblico risarcimento. Non è sufficiente cioè il solo inutile e superficiale rimbrotto da parte del capo dello Stato. Serve gravità e responsabilità. Fatte valere effettivamente. A tal fine è necessaria l’identificazione e l’inserimento, nei nostri codici, della nuova categoria della “responsabilità politica”, che non deve risolversi in ciò che è oggi, cioè nel niente, non sortendo alcun effetto nè sanzioni, ma è necessario si configuri quale responsabilità grave ed “altra” rispetto a quella giudiziale.

La responsabilità politica deve cioè prevedere sanzioni personali ed economiche, tali da disegnare e racchiudere, definire compiutamente l’esercizio delle funzioni e dei ruoli pubblici (stipendiati da noi tutti) politici in Italia, dei politici così come dei partiti e delle istituzioni ed entità politiche. Il capo dello Stato scioglierà dunque le Camere entro la fine del 2017, precisamente il 27 dicembre, per indire le elezioni il 4 marzo 2018.

L’Italia ristagna, ma non per questo può permettersi di stracciare e fare man bassa delle regole democratiche che vigono e che ci siamo dati. Di stravolgimento e violazioni antidemocratiche, così come di forzatura in forzatura infatti si fa la fine che ci è stata fatta fare, imposta dal precedente capo dello Stato Giorgio Napolitano, con il golpe istituzionale ed il disastro conseguente, economico ancor prima che politico e sociale, sotto i nostri occhi.

Dunque ci si guardi bene dall’intendere traghettare Paolo Gentiloni ed il suo governo, che non può restare in carica, perché ciò significa stravolgere e violare quanto previsto nel nostro sistema ordinamentale. E’ illegittimo e irregolare infatti fare proseguire il governo Gentiloni in quanto “pronto” per rimanere a Palazzo Chigi nel caso in cui, dopo le urne, risulti non facile la formazione del nuovo governo. Il nostro dettato costituzionale non prevede cuscinetti graditi al capo dello Stato di turno, né alle forze politiche per il dopo elezioni, quando cioè si sarà manifestata la volontà del popolo italiano.

A tale proposito è opportuno che ogni seggio elettorale sia ben controllato di modo da non consentire si verifichino contraffazioni del voto e della reale, effettiva volontà di ciascuno di noi. E’ noto infatti che i voti nei seggi sono letteralmente “sorvegliati” da scrutatori sinistri che, con punta della matita sotto l’unghia, “votano” ed annullano a seconda del proprio orientamento, in barba a ogni principio di correttezza, imparzialità e trasparenza.

Ciò che si ipotizza, oggi, di voler fare domani con il governo Gentiloni è una forzatura e lo stravolgimento delle regole della democrazia italiana.
Dopo il varo definitivo della legge di bilancio il capo dello Stato Sergio Mattarella può cioè sciogliere anticipatamente il Parlamento – il secondo via libera della manovra del Senato è atteso entro il 23 dicembre prossimo – ma la vita del governo Gentiloni deve cessare per il futuro.

Effettuate le elezioni politiche, non si può avere alcun regime di prorogatio di Gentiloni, anche nel caso vi siano eventuali casualità nella formazione del nuovo esecutivo. Gentiloni deve dimettersi, essere dimesso. Attenzione dunque a non confondere la ordinarietà del disbrigo degli affari correnti con le dimissioni dovute.

Ogni eventuale formalità o tecnicalità al di fuori di quanto dettato in Costituzione sostanzia una pericolosa creazione istituzionale che si pone al di fuori della legge costituzionale italiana. No dunque a dimissioni “formali” dinnanzi alle nuove Camere. Le dimissioni del governo Gentiloni saranno, così come devono essere effettive.

Non si sciolgono le Camere sub condicione né a metà, o formalmente, o tecnicamente o per finta. Se mai ci sarà una transizione e un “vuoto”, si ricordi che in Belgio, in Spagna ed anche in Olanda si è stati senza un governo se non per “gli affari correnti” e tutti e tre i Paesi hanno iniziato a correre economicamente. Anche per l’Italia, è concretamente meglio restare senza esecutivo. In Belgio sono stati 541 giorni senza esecutivo ed il pil è schizzato, c’è stata crescita record anche in Spagna ed in Olanda, privi di governi. Li hanno chiamati i “giorni della felicità”.
 
Stato
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