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DONALDO: QUALE I RISULTATI CONCRETI DELLA SUA MANOVRA FISCALE?
Scritto il 21 dicembre, 2017 - 12:42 da Fabio Troglia
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DONALDO: QUALE I RISULTATI CONCRETI DELLA SUA MANOVRA FISCALE?
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DONALDO

Dopo che il piano fiscale ha ricevuto il passaggio a Capitol Hill, AT & T e Comcast hanno annunciato che avrebbero concesso $ 1.000 a migliaia di dipendenti degli Stati Uniti. Altre società si sono allineate con i propri annunci: il 5 ° Bancorp ha detto che distribuirà anche i bonus dei dipendenti e aumenterà il salario minimo, mentre Wells Fargo ha annunciato che sta alzando il salario minimo.



Eppure, è sbagliato pensare che la riforma fiscale della Repubblica creerà posti di lavoro e salari più alti, ha scritto l’ufficio di Schumer in una dichiarazione diffusa mercoledì.

AT & T “è l’eccezione, non la regola, quando si tratta delle più grandi società che spendono i loro guadagni”, dice la dichiarazione. “Nelle ultime settimane, le grandi aziende hanno annunciato una sorprendente raccolta di $ 83,7 miliardi di azioni, anticipando il passaggio della riforma fiscale”.

Dall’inizio del mese, almeno 32 società statunitensi hanno annunciato riacquisti di azioni di $ 100 milioni o più, secondo la dichiarazione.

Quelli includono il piano da $ 15 miliardi di Home Depot annunciato il 6 dicembre, i $ 12 miliardi di Oracle, che sono stati svelati solo la scorsa settimana, e il riacquisto da $ 10 miliardi di Pfizer che è stato rivelato martedì.

“C’è una ragione per cui pochi dirigenti hanno detto che lo sgravio fiscale porterà a più posti di lavoro, investimenti e salari più alti – perché in realtà porterà a riacquisti di azioni, bonus aziendali e dividendi”, ha affermato Schumer.


solo così possono andare ancora avanti per reggere il castello di carta :devil:
 
E' la prima volta che su Trinity ammetti l'eventualità di uno stop. :brr:
Vedo se riesco a fare una simulazione con entrate multiple (è ovviamente più complesso che singolo contratto).
Che ne dici di questa logica.
- Primo contratto con take-profit % fisso, niente stop.
- Se entra un secondo contratto sempre take-profit % fisso su questo, ma il primo si mette profit in pari.
- Lo stesso per tutti gli eventuali contratti successivi, guadagna solo l'ultimo, i precedenti tutti in pari.
- Alla prima entrata di segno opposto si chiudono tutti i contratti aperti anche se in perdita (es. al primo short si chiudono tutti i long aperti). :tutti:
ciao Ciccio, è sempre stata valida come regola l'ho citata più volte, mesi fà DEE mi ha chiesto espressamente come ci si doveva comportare in queste occasioni e l'ho ribadito anche a Dave settimane fà. Poi è altra cosa il discrezionale che ci mettiamo dentro se consideriamo che statisticamente (da febbraio storico corto) le operazioni vanno la maggior parte in gain o in pari.
Mi sembra una buona idea quella dei TP su entrate multiple stile forex :clap:grazie per il tempo che ci stai dedicando ;)
 
trinity m30 quà la cosa potrebbe diventare dubbiosa, cerchiamo di fare chiarezza secondo i miei criteri. L'eccesso ribassista di inizio dicembre ha generato 2 segnali sell, il primo si poteva chiudere ampiamente in gain subito poi ne avevamo un'altro venerdì in concomitanza di eccessi rialzisti quindi condizione 1, questi fanno si che la precedente operazione sell di venerdi debba chiudersi oggi e aprirne una long proprio in chiusura...............
Tra me e me potrei fare un'altra considerazione a riguardo e cioè che abbiamo su h1 una operazione sell in sofferenza dal 7 dicembre (22448) per cui se penso che debba almeno chiudersi in pari questa, quella di ieri sell su m30 potrebbe dare ancora delle soddisfazioni, ma queste sono come detto considerazioni del tutto personali

Vedi l'allegato 455770
vedi ciccio l'ho scritto anche quì, e sulle considerazioni discrezionali unendo i tf m30 e h1 non avremmo sbagliato :d:
 
ciao Ciccio, è sempre stata valida come regola l'ho citata più volte, mesi fà DEE mi ha chiesto espressamente come ci si doveva comportare in queste occasioni e l'ho ribadito anche a Dave settimane fà. Poi è altra cosa il discrezionale che ci mettiamo dentro se consideriamo che statisticamente (da febbraio storico corto) le operazioni vanno la maggior parte in gain o in pari.
Mi sembra una buona idea quella dei TP su entrate multiple stile forex :clap:grazie per il tempo che ci stai dedicando ;)

OK, allora provo, vediamo se anche in automatico, cioè applicando regole rigide si riesce a tirar fuori una equity che sale.
 
JAPAN … INFLATION FLOP!
Scritto il 21 dicembre 2017 alle 10:50 da icebergfinanza
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In attesa di osservare il risultato della formalità catalana, dove si avrà un solo risultato pilotato come accadde con l’indipendenza scozzese e con la riforma fiscale approvata, l’unica notizia degna di nota della settimana rimaneva la decisione della Bank of Japan, ormai da tempo banca centrale con stabile dimora sulla Luna…

Japan’s central bank leaves its monetary policy unchanged
La Banca del Giappone ha comunicato che sta mantenendo la sua politica monetaria costante, poiché l’inflazione è ancora lontana dal 2 percento, nonostante un’economia in crescita. Alla fine della riunione politica di due giorni, la banca centrale ha dichiarato di mantenere il tasso di interesse a breve termine a meno 0,1 per cento e l’obiettivo per il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni a ZERO.

“L’economia giapponese si sta espandendo moderatamente”, ha detto la BOJ in una dichiarazione.

Kataoka ha sostenuto che la probabilità che l’inflazione raggiunga il suo obiettivo del 2% è bassa e che la banca centrale dovrebbe impegnarsi in un ulteriore allentamento se i progressi per raggiungere l’obiettivo di inflazione non migliorano.

Ricordo a tutti coloro che vivono sulla luna che di inflazione in Giappone nessuna traccia da quasi tre decenni…

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Qui sotto lo spettacolare risultato del QEinfinity giapponese, compreso l’ultimo disperato tentativo di qualche anno fa, dove l’inflazione si è temporaneamente ripresa solo grazie a particolari stimoli fiscali che hanno lasciato il tempo che hanno trovato…



Nelle dichiarazioni di questa mattina traspare la delusione per l’andamento dell’inflazione, rispetto alle previsioni.

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Un sondaggio di Reuters ha rilevato che la maggior parte degli economisti si aspetta che la banca centrale ritiri gli stimoli dal 2018. Aspetta e spera!

Marcel Thieliant, senior economista giapponese di Capital Economics, ha detto che ci sono preoccupazioni per la sostenibilità del mantenimento di una politica monetaria allentata per un periodo prolungato. Ha detto che tassi bassi possono deprimere i profitti bancari, indebolire i coefficienti patrimoniali delle banche e ridurre i prestiti.

Su questo hanno perfettamente ragione!

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Thieliant ha detto che si aspetta che il Giappone lasci la politica invariata almeno fino alla fine del 2019.”Non pensiamo che queste preoccupazioni siano valide e pensiamo che le deboli pressioni sui prezzi continueranno a dominare le prospettive per la politica monetaria”, ha scritto in una nota dopo il rilascio dell’ultima dichiarazione di politica monetaria della BOJ.

Come riportato su Milano Finanza nel frattempo Il debito della Bank of Japan sale ai massimi storici

Le consistenze totali della Banca del Giappone (BoJ) hanno raggiunto livelli senza precedenti. L’allentamento quantitativo giapponese ha fatto salire di molto il livello del debito, per effetto dell’entità del programma nell’ultimo decennio. Da un po’ ormai ci s’interroga sulla sostenibilità di un tale livello di indebitamento.È evidente che questo livello d’indebitamento renderà molto difficile per la BoJ normalizzare la politica monetaria, per lo meno nei prossimi anni. Una diminuzione degli stimoli potrebbe provocare forti turbolenze nell’economia.
Per ora le retribuzioni non stanno aumentando e non c’è ancora l’inflazione necessaria per contribuire ad ammortizzare il debito. La BoJ sta facendo di tutto già da un po’ e non crediamo che si fermerà nel medio termine.

Per quanto riguarda invece le meraviglie che si raccontano sul mercato immobiliare americano prima degli ultimi acquisti di Natale, per stimolare il povero consumatore americano, il tutto andrebbe contestualizzato nel trend annuale, visto che le revisioni al ribasso dei dati dei mesi precedenti non vengono fatte notare…

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La media da inizio anno è chiaramente negativa e l’attuale numero delle vendite, la sua media è ben sotto il livello massimo registrato a dicembre dello scorso anno.

Stesso discorso per il trend delle vendite di abitazioni esistenti, l’ultimo dato va contestualizzato con le revisioni negative dei mesi precedenti, come potete vedere dal grafico qui sotto siamo più o meno sui livelli dell’intero 2016.

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Come si può notare dal grafico qui sopra l’effetto ricchezza del QE sta alimentando solo la fascia alta del mercato immobiliare americano.

Nel frattempo come abbiamo scritto è stata approvata la riforma fiscale che come immagino non produrrà alcun effetto sul dollaro nel corso del 2018…o sbaglio?

Trump: con riforma fiscale rimpatriamo 4.000 miliardi di dollari
Si tratta davvero di 4000 miliardi di dollari? Proveremo a dare una risposta nel nostro prossimo manoscritto “EPIC MOMENT Outlook 2018″…

Per il consigliere economico della Casa Bianca, il rally a Wall Street continuerà perché “la riforma fiscale non è inclusa nei prezzi di borsa”. Ne è convinto Gary Cohn, l’ex presidente di Goldman Sachs reclutato dal presidente americano Donald Trump come numero uno del National Economic Council.(America24)

Ovviamente il prossimo anno arriveremo a 3000 e sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno…

Usa: aumentano probabilità slittamento a gennaio di firma Trump
“Ci prepariamo a riportare 4.000 miliardi di dollari indietro in questo stato grazie alla riforma fiscale”. Lo ha detto il presidente americano Donald Trump commentando l’approvazione da parte del Congresso Usa di una riforma fiscale da 1.500 miliardi di dollari, la più importante dal 1986. “Abbiamo superato ogni record. Si tratta del più grande taglio alle tasse della storia di questo Paese”, ha aggiunto Trump. (…)

Il vice presidente, Mike Pence, ha definito la riforma, “un miracolo per la classe media”, questo anche se la maggior parte degli analisti sostengono che non darà alcuno sgravio alla classe media e aiuterà soltanto i più ricchi e le grandi aziende americane.

Un miracolo per la classe media… infatti loro ci credono davvero!

Esistono però, come si diceva, alcune incognite. Anzitutto, la percezione di questa riforma fiscale. Un sondaggio Quinnipiac University dello scorso 13 dicembre mostra che solo il 16 per cento degli americani crede che questa riforma abbasserà davvero le tasse. Il 55 per cento degli intervistati ha un’opinione negativa della nuova legge e il 46 per cento dice che con ogni probabilità non voterà per un deputato o senatore che l’ha sostenuta. Il carattere decisamente orientato a favore di imprese e ricchi della riforma – che porta dal 35 al 21 per cento la corporate tax, taglia la tassa di successione e abbassa le imposte soprattutto per gli americani più abbienti – non è dunque passato inosservato alla maggioranza degli americani. Tanto più che mentre i tagli per i singoli sono destinati a scadere nel 2025, quelli per le imprese diventano definitivi.

In GREED we TRUST! Auguri America, auguri a noi tutti!
 
iyr real estate rottura del canale rialzista, la dinamica ribassista è sballata ma è presente poi vi faccio vedere meglio appena ho tempo

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buonanotte e dormite tranquilli

Questo vulcano di follia finanziaria alla fine erutterà
Etichette: analisi tecnica, David Stockman, disoccupazione, ingegneria finanziaria, Main Street, ricerca economica, traduzioni,USA






di David Stockman


Non credeteci!

Il fiume di lava che inghiottirà i mercati finanziari incarna la bolla finanziaria più pericolosa ed instabile della storia umana. È stata promossa dai banchieri centrali keynesiani che non avevano la minima idea di cosa stessero scatenando.

Infatti non avevano alcuna teoria, solo una versione rinnovata della Curva di Phillips. Tuttavia, quest'ultima è stata screditata 40 anni fa a livello nazionale; ed è solo uno scherzo intellettuale nel contesto di mercati globali fluidi e integrati per lavoro, beni, capitali e finanza.

Quanti soldi stampati presso l'Eccles Building ci servono per svuotare le risaie dell'Asia orientale ed i villaggi fecondi dell'India e creare manodopera a basso costo?

E viste le migliaia di miliardi di scambi mondiali di beni e servizi su Internet, come si può negare che ci sia una curva del costo del lavoro globale fortemente inclinata con gli Stati Uniti in cima?

Cioè, oggi abbiamo un'economica dinamica in cui il prezzo cinese delle merci e il prezzo indiano per i servizi basati sulla tecnologia, fanno sì che le pressioni al ribasso si increspino attraverso la catena del lavoro mondiale -- anche se al margine la produzione si sposta verso regioni del pianeta a basso costo.

Eppure Janet Yellen e la sua combriccola scandagliano costantemente i dati in entrata con la lente d'ingrandimento sperando di trovare un'accelerazione nella seconda cifra decimale riguardo i saggi salariali interni. Pertanto il più recente aumento trimestrale per i lavoratori è stato del 2.44% rispetto all'anno precedente (agosto-ottobre 2016).

In realtà si tratta di un leggero deterioramento rispetto al 2.53% anno/anno nello stesso periodo del 2016; e si confronta con gli aumenti anno/anno del 2.22%, 2.36% e 2.34% durante lo stesso periodo di tre mesi nel 2015, 2014 e 2103 rispettivamente. Quindi meglio scandagliare a fondo e forse si potrebbe rilevare la differenza.

Detto in modo diverso, questi folli pianificatori monetari centrali si concentrano maniacalmente su quelle che sono in realtà fluttuazioni casuali di pochi punti base nel tasso di aumento dei salari interni. Se dopo 107 mesi di ZIRP e $3,500 miliardi di espansione del bilancio della FED, l'ago non si è mosso affatto, allora non si muoverà mai nonostante tutte le macchinazioni della banca centrale nei mercati monetari e del debito.

Malgrado ciò la FED continua ad abbracciare la definizione di follia di Einstein -- fare sempre la stessa cosa e aspettarsi un risultato diverso. Così facendo ha sostanzialmente distrutto una determinazione onesta dei prezzi nei mercati finanziari, nel futile tentativo di pompare la vasca da bagno della domanda di lavoro fino all'orlo e convalidare così la loro Curva di Phillips attraverso un accomodamento monetario infinito.

Al contrario, le fluttuazioni degli aumenti salariali interni pubblicati dal 2010 sono solo rumore nel contesto di mercati del lavoro globali dinamici e agitati da enormi ondate di distorsioni monetarie. Queste ultime, a loro volta, derivano dalle macchinazioni dei banchieri centrali keynesiani in altre parti del pianeta e dalle politiche mercantilistiche (ad es. sussidi alle esportazioni e barriere all'importazione) di quasi tutti i principali partner commerciali.

Infatti l'incapacità di Trump d'impostare le attuali politiche commerciali statunitensi (e l'annullamento del Trans-Pacific Partnership), o di spostare l'ago del massiccio deficit commerciale degli Stati Uniti, dice tutto sulla fallace Curva di Phillips.

L'unico modo per dare di nuovo un senso alla Curva di Phillips sarebbe quello di collocare alte mura commerciali trumpiane in tutta l'economia degli Stati Uniti, in modo che lo stimolo della domanda interna non si trasformi in una domanda incrementale per beni e servizi esteri meno costosi, forzandola esclusivamente verso maggiori spese interne per beni, servizi e salari. In teoria, ciò genererebbe l'inflazione salariale che è rimasta assente in quello che è stato il più grande periodo di stampa monetaria nella storia finanziaria.

Anche così, la FED avrebbe un gran bel da fare. Cioè, ci sono circa 41 milioni di posti di lavoro in quella che definisco economia del part-time -- vendita al dettaglio, ristoranti, bar, campi da gioco e servizi domestici. Secondo il BLS, questi posti di lavoro generano in media 27 ore settimanali di lavoro retribuito.

Eppure praticamente tutti questi impiegati accetterebbero sicuramente altre 5 ore alla settimana per generare un reddito decente, dato che attualmente stanno guadagnando solo $20,000 all'anno. Ciò significa che vi sono l'equivalente di 7.5 milionidi lavoratori addizionali a tempo parziale tra la popolazione già "occupata" agli attuali livelli salariali!

Significa anche che la Curva di Phillips è una reliquia dell'era industriale degli anni '30 e '50, quando gli uomini lavoravano 40 ore alla settimana, le donne rimanevano a casa e non c'erano molte opportunità di finire nel registro del welfare state: buoni pasto, assegno per la disabilità, o il seminterrato di mamma e papà.





Inutile dire che, data la realtà del mercato del lavoro globale e dell'economia domestica in cui il lavoro viene analizzato all'ora, non la settimana lavorativa standard di 40 ore, la ricerca dell'inflazione dei salari domestici da parte della FED attraverso la Curva di Phillips è davvero fuorviante. Potrebbe funzionare (e solo dopo enormi inefficienze e riduzioni di ricchezza) in un sistema completamente autarchico -- cioè, il tipo di economia con dazi ultra elevati basata su "beni casalinghi" e sostenuta da JM Keynes nel 1931.

Ma questo non succederà nel 2017 -- anche dopo tutta la sfacciata demagogia di Trump. Né dovrebbe succedere.

Tuttavia, anche un'ispezione casuale dei dati ci dice che la FED sta operando in base ad un quadro macroeconomico completamente obsoleto. Prima della completa internazionalizzazione degli scambi di beni e servizi con l'ascesa di Cina e India all'inizio di questo secolo, c'era una debole traccia degli effetti della Curva di Phillips nei dati ciclici sui salari, come mostrato di seguito.

Ad esempio, prima del picco del ciclo del 1990, gli aumenti nel numero dei salari interni è rimbalzato dal 2.0% al 4.3% su base annuale. Dopo la recessione del 1990-1991, a sua volta, il 2.5% annuo è riaccelerato al 4% mentre l'offerta di lavoro interna si restringeva; e questo modello s'è ripresentato un'ultima volta durante il boom immobiliare di Greenspan.

Ma non questa volta. Gli aumenti nel numero dei salari sono stati effettivamente limitati al 2.5% annuo e non mostrano alcun segno di rottura da questo canale -- quella che deriva da un'offerta di lavoro mondiale praticamente illimitata che opera più in basso sulla curva globale dei costi.

A margine, l'esternalizzazione è quella che ci guadagna in termini di salari interni. Lo stimolo monetario, quindi, non può riempire la vasca da bagno del lavoro interno data la rigidità della Curva di Phillips, e quindi non può stimolare gli aumenti salariali e il fantomatico 2.00% d'inflazione nella PCE.





Infatti l'esperimento keynesiano delle banche centrali sfida tutto ciò che è stato appreso sulla finanza dal 1715. Dopo la capitolazione di Greenspan nei confronti dei cosiddetti bond vigilantes nel 1994, solo gli sciroccati monetari ed i populisti avrebbero propugnato l'idea di una ZIRP infinita ed una massiccia espansione del bilancio della banca centrale.

Tali nozioni andavano letteralmente al di là di ogni immaginazione e per una buona ragione: sono follie basate sull'illusione monetaria e sull'idea fallace che la ricchezza possa essere generata attrvaerso i pasti gratis dello stato piuttosto che dal lavoro e dall'impresa.

Inoltre, come abbiamo dimostrato altrove, il canale interno dello stimolo monetario è rotto. Questo perché le famiglie hanno raggiunto il Picco del Debito.

Al margine, non stanno più integrando la loro tiepida crescita del reddito con una spesa basata su prestiti incrementali. Nonostante un aumento nei prestiti agli studenti e nel credito per automobili, il debito delle famiglie sta ancora lentamente diminuendo rispetto ai salari.

Di conseguenza, Keynes è già stato messo da parte dopo un LBO multi decennale dell'economia domestica; la spesa alconsumo delle famiglie è ora guidata solo dalla produzione e dai guadagni: la FED non sta stimolando l'economia di Main Street, ma i giocatori e gli speculatori all'interno dei canyon di Wall Street.





Lo stesso vale per le spese aziendali. Si supponeva che i tassi ultra bassi avrebbero stimolato i prestiti alle imprese per finanziare maggiori investimenti in impianti, attrezzature e tecnologia. Come mostrato nel grafico qui sotto, in parte è stato vero -- con il debito societario ora al punto più alto in 70 anni.

Ma questo debito incrementale non è finito nei beni produttivi. Più del 100% è tornato nei canyon di Wall Street sotto forma di ingegneria finanziaria: riacquisti di azioni, operazioni di fusione e acquisizione e ricapitalizzazioni a leva di ogni genere e tipo.





Infatti i $15,000 miliardi di ingegneria finanziaria hanno trasformato i piani alti delle grandi aziende d'America in sale di compravendita di azioni. Ma il danno derivante da questa errata allocazione del capitale non è solo una crescita stentata ed una bassa produttività già evidenti nell'economia degli Stati Uniti; questa inondazione di liquidità aziendale è finita anche nei mercati secondari degli asset, alimentando così un'inflazione degli asset finanziari su scala e durata mai registrate o persino immaginate.

Inutile dire che la conversione del capitale e dei mercati monetari in bische da gioco d'azzardo ha corrotto la trama del sistema finanziario. Gli speculatori sono stati premiati in modo così massiccio e per così tanto tempo che praticamente solo il momentum regola il casinò.

Al contrario, tutti i normali meccanismi di commercio a doppio senso e disciplina finanziaria sono stati praticamente distrutti. Ad esempio, non ci sono venditori allo scoperto e la domanda per un'assicurazione finanziaria (vale a dire, opzioni put sull'indice S&P che obbliga i market maker a posizionarsi short) è quasi evaporata a causa della scomparsa della volatilità.

Ma soffermiamoci un momento sulla storia principale di oggi gentilmente offerta da MarketWatch. Persino i megafoni fiduciosi della stampa mainstream hanno notato il grafico qui sotto. Cioè, l'ETF sul VIX è crollato inesorabilmente sin dal marzo 2009.

Con il passare del tempo e gli infiniti guadagni derivanti dalle posizioni short nei confronti dell'indice, il commercio è diventato "affollato" oltre ogni precedente storico. Alla fine, il crollo senza precedenti del volume ha promosso acquisti guidati dal panico degli ETF long.

Infatti la massiccia mancanza di volatilità è l'equivalente finanziario dell'eruzione di un vulcano. Il fumo e le chiacchiere salgono per mesi; e poi arriva il fuoco.





Proprio così. A partire dal 2009, l'ETF VXX (rettificato per le divisioni inverse) è passato da $120,000 per azione a soli $32, registrando così un calo del 99.99%.

Non c'è da stupirsi che Kevin Muir, sul blog Macro Tourist, non abbia risparmiato parole per avvertire gli investitori:

Uno spike nel VIX è pericoloso non solo per tutti quelli che giocano nel mondo del VIX, ma per tutti i partecipanti al mercato. Data la dimensione del complesso VIX, esso ha il potenziale per destabilizzare l'intero sistema finanziario da solo. Se il movimento è brusco e abbastanza ampio, non solo farà fallire molti settori, ma provocherà un effetto a catena in altri mercati. Posizionarsi short nei confronti del VIX, a questi bassi livelli, non solo è stupido, ma è pericoloso, non solo per le parti che lo negoziano, ma anche per la stabilità dell'intero sistema finanziario.
Quindi sì, questa è la madre di tutte le follie finanziarie. Questo mercato deve essere evitato senza ripensamenti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: Francesco Simoncelli's Freedonia
 
Ciao Iron, grazie dei grafici sui btp.
Mi hai scritto che la quota di 133,78 si riferisce al target massimo oppure al primo dei vari step ribassisti: (a seguire 132,7, 128, 127)?
Grazie
 
Stato
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