Gli oncologi si farebbero la chemio?

Il cancro è una malattia puramente artificiale?


da Il cancro è una malattia puramente artificiale? - Signoraggio.it



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Evviva, ci sono arrivati perfino gli scienziati: il cancro è una malattia artificiale!
Meglio tardi che mai, possiamo dire.
Dopo innumerevoli tentativi – tuttora in corso – di farci credere che il cancro è un difetto genetico, un microbo errante o peggio ancora un virus, arriva, dagli stessi ambienti dell’establishment medico-scientifico, una notizia alquanto interessante. Una notizia che smentisce loro stessi.
In Inghilterra, per l’esattezza all’Università di Manchester, un gruppo di ricercatori, dopo una lunga ricerca che ha scandagliato e perlustrato migliaia di anni di storia, dalle mummie egiziane fino ad alcuni corpi del Sud America, hanno concluso che le patologie tumorali erano pressoché sconosciute dagli esseri umani dell’antichità.

Lo studio, capeggiato dal professor Michael Zimmerman e dalla collega Rosalie David, è stato pubblicato nella rivista scientifica Nature Reviews Cancer.
Zimmerman ha espressamente detto che “l’assenza di neoplasie nelle mummie deve essere interpretato come indicazione della loro rarità nell’antichità, indicando che i fattori che causano il cancro sono limitati alle società moderne industrializzate”. Hanno esaminato al microscopio innumerevoli reperti fossili di corpi mummificati, centinaia e centinaia di mummie egiziane, risultato: un solo caso di cancro confermato.
I ricercatori hanno poi rigettato la classica tesi secondo la quale gli antichi egizi non vivevano abbastanza a lungo per sviluppare il cancro, portando invece le prove oggettive del riscontro di altre malattie legate proprio all’avanzare dell’età: indurimento arterioso e ossa fragili. Per tanto la quasi totale assenza di tumori non è da imputarsi alla brevità della vita. D’altronde basta studiare attentamente la storia (non quella dei sussidiari moderni, scritti dalla propaganda di Regime), per rendersi conto che per esempio nell’antica Grecia la longevità era un fatto assolutamente normale e che superava anche le nostre attuali tendenze.
Un’ulteriore conferma delle scoperte degli scienziati britannici è venuta dallo studio di migliaia di ossa di uomini di Neanderthal: un solo esempio di tumore. Mentre le prove di cancro descritte negli antichi testi egizi, secondo i ricercatori, sarebbero state causate da vene varicose, lebbra o altro, ma non tumore.
Gli antichi greci furono probabilmente i primi a definire il cancro come una malattia specifica, distinguendo tra tumori benigni e maligni e tale lavoro è stato portato avanti dal padre della medicina moderna, il grande Ippocrate.
I professori di Manchester continuano la loro requisitoria ricordando che solo nel XVII° secolo vi furono le prime vere descrizioni di operazioni al seno per tumori ed i primi rapporti nella letteratura scientifica di tumori ben distinti si verificarono solo negli ultimi 200 anni o poco più (il cancro ai testicoli negli spazzacamini nel 1775 e il cancro al naso nelle persone che fiutavano il tabacco nel 1761).
In conclusione, il tasso di insorgenza di tumori (soprattutto nei bambini, cioè nelle persone più indifese e sensibili della società) è aumentato esponenzialmente dopo la grande rivoluzione industriale, dimostrando inequivocabilmente che tale aumento non è dovuto alla maggiore longevità delle persone ma all’enorme inquinamento ambientale.
La Prof. Rosalie David, che ha presentato i risultati allo zar britannico del cancro Mike Richards, in una recente conferenza ha detto: “Nella società industrializzata, come causa di morte il cancro è secondo solo alle malattie cardiovascolari. Ma nei tempi antichi, era estremamente raro. Non c’è nulla nell’ambiente naturale che possa provocare il cancro. Quindi deve essere una malattia artificiale, inquinamento e cambiamenti della nostra dieta e del nostro stile di vita. Abbiamo osservato millenni e non centinaia di anni”.
A tal proposito, il dottor Rachel Thompson, del World Cancer Research Fund, ha detto che “questa ricerca è molto interessante. Circa una persona su tre nel Regno Unito avrà il cancro per cui è abbastanza comune nel mondo moderno.
Una persona su tre, secondo gli oncologi, in Inghilterra manifesterà il cancro; ogni anno ne muoiono proprio per questa malattia o per le cure associate oltre 150.000.
Dati allarmanti che dovrebbero farci tutti riflettere, anche perché molto probabilmente la mortalità per cancro non è seconda alle malattie cardiovascolari. Quando infatti muore una persona (per cancro o anche per cause naturali) normalmente viene scritto nell’atto di decesso: “arresto cardiorespiratorio” o “arresto cardio-circolatorio” e questi dati potrebbero andare a gonfiare le statistiche delle mortalità per malattie cardiovascolari, posizionandole al primo posto almeno nel mondo occidentale.
Ufficialmente le cause di morte sono le seguenti:
1° malattie cardiovascolari
2° tumori
3° cause iatrogene: medici stessi.

La realtà, come sempre, è assai diversa dalle cose che ci raccontano gli “esperti”.
Ufficiosamente le principali cause di morte sono le seguenti:
1° tumori
2° malattie cardiovascolari
3° cause iatrogene: medici stessi.
Quello che probabilmente rimane invariato sono proprio le morti iatrogene, cioè indotte e/o provocate da errori medici (farmaci, operazioni, ecc.).
Dal punto di vista igienistico, non ha molto senso tale diversificazione tra malattie cardiovascolari e tumorali, perché entrambe sono il risultato finale dello stile di vita!
Per riprendere il titolo della ricerca britannica e del presente articolo, le odierne malattie che stanno mietendo vittime ogni secondo nel mondo industrializzato, sono assolutamente artificiali e non naturali. Perciò non dobbiamo dare la colpa ad un gene viziato o difettoso, ad un microbo (i quali vivono in simbiosi, con noi e dentro di noi, da centinaia di migliaia di anni e sono di vitale importanza per l’economia organica) o ad un esserino un milione di volte più piccolo di una cellula, come il virus, perché è molto più semplice incolpare qualcuno esterno a noi, qualcuno che ci deresponsabilizzi, che ci tolga lo specchio per non guardare la nostra stessa esistenza.
Così facciamo sistematicamente da decenni e i frutti sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere!

I numeri sono allarmanti e i tempi sono assolutamente maturi per prendere coscienza del fenomeno e soprattutto per muoversi.
Ora gli stessi scienziati dicono che una dieta sana, un’attività fisica regolare, un peso sano possono prevenire circa un terzo dei tumori più comuni. Un terzo.
Poco importa la riduzione di un terzo, piuttosto che tre quarti, sono soltanto numeri e in quanto tali manipolabili a proprio piacimento. La cosa fondamentale è capire che lo stile di vita ha sempre fatto in passato e fa ancor oggi una grande differenza.
Cosa s’intende per stile di vita?
Per stile di vita s’intende tutto: quello che mangiamo, respiriamo e beviamo, pensiamo, sentiamo e proviamo; è l’intero mondo dei sentimenti, il corretto del corpo, il riposo, l’aspetto spirituale, ecc.
- Un’alimentazione sana nel rispetto della Natura e delle corrette combinazioni e sequenze, è un’alimentazione basata su alimenti vivi e vitali, non morti (raffinati, pastorizzati) o pregni di chimica tossica e cancerogena (additivi, aromi, edulcoranti, zuccheri, ecc.) o acidificanti come tutte le proteine di origine animale (carne, pesce, uova, latticini.
Una alimentazione sana aiuta ad avere digestioni rapidi e veloci, riducendo le tossine derivate da fermentazioni e putrefazioni intestinali, e fornendo oltre all’energia vitale anche le sostanze nutrizionali (vitamine, sali minerali, enzimi) fondamentali per un corretto funzionamento organico e cellulare.
Se è vero, come è vero, che la malattia acuta è una “eliminazione vicariante” delle tossine, cioè il meccanismo intelligente messo in atto dalla Natura per eliminare o abbassare il carico tossico, viene da sé che diminuendo la quantità delle tossine endogene prodotte con l’alimentazione, si riduce la cosiddetta “malattia”.
- L’attività fisica regolare non è intesa per modellare esteticamente il corpo, ma per smuovere il sistema linfatico. Tramite la linfa infatti avviene da una parte il trasporto di alcuni importanti nutrimenti, e dall’altra l’espulsione delle scorie tossiche che produciamo. Basti pensare che ogni giorno, per l’intera nostra esistenza, muoiono circa 70 miliardi di cellule. Una parte di queste viene riciclata dal corpo stesso, mentre il resto deve essere espulso dal corpo intossicante.
Inoltre il movimento smuovendo muscoli e articolazioni, li mantiene efficienti e attivi (come per esempio il classico esercizio per gli addominali che è straordinario per la funzionalità degli intestini e non solo).
- Il Sole è fonte di vita. Nonostante alcune assurde indicazioni mediche, esporre il più possibile il corpo nudo anche d’inverno fa bene a tutto l’organismo. Nella pelle esposta al Sole si produce per esempio la Vitamina D, l’unica che possiamo correttamente assimilare a differenza di quella di sintesi. Va fatta molta attenzione, durante il periodo estivo, agli orari più caldi per non incorrere in ustioni cutanee gratuite! Ultima precisazione, qui si sta parlando del Sole e non delle deleterie lampade artificiali, perché l’essere umano ha bisogno di tutto lo spettro della radiazione stellare e non di una piccola parte di esso.
- L’aspetto emozionale gioca un ruolo estremamente importante. La televisione per esempio, oltreché strumento di controllo mentale, serve proprio a veicolare spazzatura per la mente, spazzatura emozionale sotto forma di pseudo-notizie (stupri, assassinii, massacri, violenze, terremoti, uragani, ecc.) che inculcano il senso di impotenza; programmi d’intrattenimento beceri e assurdi che hanno l’obiettivo d’ingolfarci la corteccia prefrontale del cervello per far sì che le redini dei comandi (consci e inconsci) vengano prese dal cervello limbico, quello antico, e guarda caso il “cervello emozionale”…
Per questo e per moltissimo altro ancora, la tivù va gettata nella spazzatura quanto prima o centellinata con il contagocce, soprattutto se ci sono bambini.
Ci sarebbe ovviamente molto altro da dire, ma la cosa importante è diventare una volta per tutte responsabili della propria salute e soprattutto della propria malattia. Basta dare la colpa a esseri microscopici come i batteri o invisibili come i virus; basta incolpare la Natura per un corredo genetico imperfetto o difettoso. Ricordiamo quello che disseLouis Pasteur sul letto di morte, e cioè che il microbo non è niente in confronto al terreno. Il terreno è il nostro intero organismo: cellule, liquidi (sangue, linfa e liquidi extracellulari), organi, muscoli, apparati, ecc.
Poco importa se fu davvero Pasteur a dire quelle parole: sono una profonda e sacrosanta Verità, il Terreno è tutto!

Un terreno inquinato, tossico, acido e pregno di tossine endogene (fermentazioni e putrefazioni intestinali dovute ad una alimentazione innaturale basata su proteine animali e nelle scorrette combinazioni e sequenze, ecc.) e tossine esogene (vaccini, inquinanti, metalli pesanti, nano particelle, droghe e farmaci, ecc.) è il preludio di ogni malattia. Viceversa, un terreno biologico sano, predispone alla salute organica.
Detto questo, e tenendo in considerazione che nel Sistema-Uomo, Corpo e Mente viaggiano in due binari paralleli ma collegati e interagenti tra loro, star bene dal punto di vista organico, significa riflettere tale stato nell’aspetto mentale. Ridurre le tossine prodotte nel corpo (e quindi presenti nel sangue) significa ridurre il rischio che tali tossine penetrino la barriera emato-encefalica (B.E.E.) entrando direttamente e pericolosamente nel cervello. Possiamo a questo punto immaginare quali potrebbero essere le conseguenze di tale ingerenza, nell’eziologia o nell’aggravamento di serie problematiche (Alzheimer, Parkinson, Sclerosi, depressione, iperattività, ecc.) aumentate negli ultimi anni a livelli esponenziali. Ci hanno sempre rassicurati che la BEE è una barriera insuperabile, eppure sempre più esami autoptici riscontrano sostanze tossiche e velenose direttamente nel cervello!
Uno degli accessi diretti al cervello è la cosiddetta “via del glutammato”, cioè delle eccitotossine: acido aspartico (vedi aspartame) e acido glutammico (vedi glutammato e glutammato monosodico, MSG).[1] Quando sono presenti nel nostro organismo in quantità elevata, “aprono”, grazie ai recettori presenti dentro e fuori la BEE, un accesso diretto al cervello[2]. Questo potrebbe essere uno dei meccanismi che permette l’entrata dei metalli pesanti (iniettati in vena tramite i vaccini o introdotti con l’alimentazione o la respirazione), come alluminio, mercurio, bario, cadmio, piombo e di tutte le altre tossine presenti nel sangue, come le proteine non completamente digerite (soprattutto “glutine”, la proteina di alcuni cereali, e “caseina” quella dei latticini), candida, scarti e residui metabolici tossici delle proteine animali (indòlo, scatòlo, cadaverina, putrescina, ecc.).
Ecco perché il nostro stile di vita può fare la differenza!
Marcello Pamio
Fonte: cancro malattia artificiale
 
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Azienda farmaceutica ammette:
"Cancro trasmesso coi vaccini"




La tragedia mondiale che sembrava frutto di una mente squilibrata invece sarebbe una realtà pianificata. Clamorosa ammissione di un'azienda farmaceutica. Il maggior esperto di vaccini al mondo ha confessato che l'Aids, la leucemia e altri terribili malattie sono state diffuse per decenni attraverso i vaccini, nei quali è stato inoculato il virus del cancro. Ma l'intervista è stata censurata. Milioni di persone sarebbero morte per un agghiacciante disegno...
 
ora una notizia positiva.... speriamo sia completamente vera

L'aspirina per curare i tumori del fegato?

tumori epatici iniettati con una soluzione di bicarbonato di sodio e aspirina




L'aspirina per curare i tumori del fegato? su Lucky_borsa



12 Settembre 2013 da Lucky340

Tag: Medicina

Mercoledì 11 Settembre 2013
L'aspirina per curare i tumori del fegato? Ci sono stati una serie di documenti molto interessanti che sono saltati fuori durante l'estate, e saranno commentati sul blog nei prossimi giorni. Ad oggi però mi concentrerò su un documento ad accesso libero del World Journal of Hepatology (e nel caso vi stiate chiedendo, l'epatologia è la branca della medicina focalizzata sul fegato, del pancreas e della cistifellea).

Il documento è intitolato 'Nella valutazione in vivo di iniezione intratumorale di aspirina per curare i tumori epatici "e guarda cosa succede quando si inietta l'aspirina direttamente nei tumori del fegato.

Dati gli alti livelli di interesse per le proprietà antitumorali dell' aspirina, portandola al livello successivo ossia iniettarla direttamente invece di deglutirla sembra un'idea così evidente che è sorprendente che nessuno abbia mai provato a farlo. Ma allora è proprio questo un caso in cui le idee semplici, evidenti vengono trascurate.

E i risultati? Stupefacenti, ad essere onesti. L'esperimento ha avuto luogo nei conigli impiantati con tumori epatici e poi iniettati con una soluzione di bicarbonato di sodio e aspirina. In primo luogo non ci sono stati effetti negativi - i conigli non hanno mostrato variazioni fisiche a parte variazioni nei tumori iniettati. E qui i risultati sono stati chiari - i tumori sono crollati e sette giorni dopo il trattamento erano scomparsi del tutto, mentre nel gruppo di controllo i tumori hanno continuato a crescere come previsto. Inoltre, non vi era alcuna prova che i tumori hanno iniziato a ripresentarsi o ricrescere.

Chiaramente questo è un piccolo studio nei conigli e non in esseri umani, ma il risultato è davvero sorprendente e che grida per le ricadute sulla ricerca. Data la bassa tossicità dell' aspirina, l'ovvio follow-up è per una piccola sperimentazione umana. Se i risultati saranno veloci dovremmo sapere molto rapidamente se si tratta di una valida opzione di trattamento da esplorare ulteriormente.

Purtroppo non sono stato in grado di contattare i ricercatori (in Brasile), ma spero che questo non sia destinato ad essere uno di quei risultati interessanti che rimangono a languire sugli scaffali e non vanno da nessuna parte.


libera traduzione da http://www.anticancer.org.uk




PS_


correlato a questo articolo vedi anche l'interessante


L'aspirina previene il tumore al fegato. Uno studio del San Raffaele e dell'Istituto Jolla della California ha dimostrato che l'aspirina a basso dosaggio previene anche l’insorgenza del tumore al fegato in chi ha l’epatite virale cronica
 
è il caso del VIDATOX, elaborato partendo dal veleno dello scorpione azzurro.

Cuba crea quattro vaccini contro il cancro: una lezione alle aziende farmaceutiche che non fara' notizia Video - Libera.TV

Cuba crea quattro vaccini contro il cancro: una lezione alle aziende farmaceutiche che non fara' notizia


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Cuba crea quattro vaccini contro il cancro

una lezione alle aziende farmaceutiche che non farà notizia
Josè Manzaneda - Coordinatore CubaInformazione.
http://www.cubainformacion.tv/index.php/lecciones-de-manipulacion/47891-cuba-crea-cuatro-vacunas-contra-el-cancer-una-leccion-a-las-farmaceuticas-que-no-sera-noticia

Che Cuba abbia sviluppato già quattro vaccini contro altrettanti differenti tipologie di tumori è senza dubbio una importante notizia per l'umanità., e se teniamo presente che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno muoiono nel mondo, per queste infermità, circa 8 milioni di persone. I grandi mezzi internazionali hanno ignorato il fatto quasi completamente.

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Nel 2012 Cuba testava il primo vaccino terapeutico contro il cancro al polmone avanzato a livello mondiale, la CIMAVAX-EGF. E nel gennaio 2013 è stato annunciato il secondo, la cosìdetta Racotumomab. Sperimentazioni cliniche in 86 paesi dimostrano che questi vaccini, sebbene non curino l'infermità, ottengono la riduzione dei tumori e permettono una tappa stabile dell'infermità, aumentando le speranze e la qualità di vita.
Il Centro Immunologico Molecolare de la Habana, appartenente allo Stato Cubano, è l'artefice di tutti questi vaccini. Già nel 1985 venne sviluppato il vaccino della meningite B, unica al mondo, e più tardi altre, come quelle contro l'epatite B o il deng. Inoltre opera da molti anni per sviluppare un vaccino contro l'HIV-SIDA. Altro centro statale cubano, il laboratorio Labiofam, sviluppa medicamenti omeopatici anche contro il cancro: è il caso del VIDATOX, elaborato partendo dal veleno dello scorpione azzurro.
Cuba esporta questi farmaci in 26 paesi, e partecipano in imprese miste in Cina, Canadà e Spagna. Tutto questo rompecompletamente uno stereotipo molto diffuso, rafforzato dal silenzio mediatico sui successi di Cuba e di altri paesi del Sud: che la ricerca medico-farmaceutica di avanguardia si produce solo nei paesi cosìdetti "sviluppati".
Indubbiamente, lo Stato cubano ottiene una rendita economica dalla vendita internazionale di questi prodotti farmaceutici. Senza dubbio, la sua filosofia di ricerca e commercializzazione è agli antipodi della pratica imprenditoriale della grande industria farmaceutica.


Il Premio Nobel della medicina Richard J. Roberts denunciava recentemente che le aziende farmaceutiche orientano le proprie ricerche non verso la cura delle infermità, ma lo sviluppo di farmaci per dolenze croniche, molto più remunerativi. E segnalava che le malattie proprie dei paesi più poveri - per la loro bassa redditività non venivano investigate. Per questo, il 90% dei finanziamenti per le ricerche viene destinato verso le malattie del 10% della popolazione mondiale.
L'industria pubblica medico-farmaceutica di Cuba, sebbene sia una delle principali fonti di entrate per il paese, di regge su principi radicalmente opposti.
In primo luogo, le sue ricerche vanno dirette, in buona parte, a sviluppare vaccini che proteggono dalle malattie e, di conseguenza, abbassano il costo dei medicamenti sulla popolazione.
In un articolo della prestigiosa rivista Science, i ricercatori dell'Università di Stanford (California) Paul Drain e Michele Barry assicuravano che Cuba ottiene migliori indici nella salute che gli Stati Uniti con un costo venti volte inferiore. La ragione: l'assenza - nel modello cubano - di pressioni e stimoli commerciali da parte delle aziende farmaceutiche, e una riuscita strategia di educazione della popolazione nella prevenzione.

Inoltre, le terapie naturali e tradizionali - come la medicina verde, l'agopuntura, l'ipnosi e molte altre, pratiche poco redditizie per i produttori di farmaci, sono integrate da molti anni nel sistema sanitario pubblico gratuito dell'isola.
Dall'altro lato, a Cuba i farmaci vengono distribuiti, in primo luogo, nella rete ospedaliera pubblica nazionale, in modo gratuito o altamente sussidiato.
L'industria farmaceutica cubana, inoltre, destina praticamente nulla in pubblicità, mentre nel caso delle multinazionali, è superiore al costo dell'investimento stesso della ricerca.


Per ultimo, Cuba spinge alla produzione di farmaci generici che mette a disposizione di altri paesi poveri e dell'Organizzazione Mondiale della Salute, a un prezzo molto inferiore a quello della grande industria mondiale.

Per questi accordi, alieni alle regole del mercato, generano forti pressioni dall'industria farmaceutica. Recentemente, il governo dell'Ecuador annunciava l'acquistoda Cuba di un numero importante di farmaci, in reciprocità alle borse di studio fornite a studenti ecuadoriani sull'isola e per l'appoggio di specialisti cubani al programma "Manuela Espejo" per persone diversamente abili.
Le proteste dell'Associazione dei Laboratori Farmaceutici Ecuadoriani si sono commutate immediatamente in campagne mediatiche, diffondendo il messaggio della insinuata cattiva qualità dei farmaci cubani.


Dall'altro lato, numerosi analisti vedono dietro il colpo di Stato in Honduras, nel 2009, la grande industria farmaceutica internazionale, dato che il governo del deposto Manuel Zelaya, nel quadro degli accordi ALBA, pretendeva sostituire l'importazione di medicamenti delle multinazionali con farmaci generici cubani.
Il blocco degli Stati Uniti a Cuba impone importanti ostacoli per la commercializzazione internazionale dei prodotti farmaceutici cubani, però pregiuduca anche direttamente la cittadinanza degli Stati Uniti. Ad esempio, le 80.000 persone diabetiche che soffrono in questo paese ogni anno dell'amputazione delle dita dei piedi, non possono accedere al farmaco cubano Heperprot P., che propriamente le evita.

Il Premio Nobel della Chimica Peter Agre affermava recentemente che "Cuba è un magnifico esempio di come si possa integrare la conoscenza e la ricerca scientifica". Irina Bokova, direttrice generale dell'UNESCU, dichiarava di sentirsi "molto impressionata" dai successi scientifici di Cuba e mostrava la volontà di questa organizzazione delle Nazioni Unite per promuoverli nel mondo. La domanda è inevitabile: conterà sulla collaborazione imprescindibile dei grandi media internazionali per diffonderli?
 
SU 100 NODULI O CISTI MAMMARIE SOLO 2 SONO PERICOLOSE

Nei giorni successivi, viene a sapere che su 100 cisti al seno solo 2 sono pericolose. Se una leggera manipolazione al seno è insidiosa, aprirlo e amputarne una parte o tutto non è affatto un'inezia. Le operazioni al seno comportano conseguenze spesso gravissime. Recidive, sviluppo cisti alla seconda mammella, dolori intensi e ricorso ai narcotici. Il medico si affretta ad assicurare le pazienti che il trattamento radio-chemio impedisce le recidive, ma egli sa che si tratta di una menzogna. Se un tumore è canceroso, l'operazione non fa altro che affrettare la morte.



BANALI FORME TUMORALI TRASFORMATE IN CANCRI DA OPERARE

“Abbiamo riscontrato che l'introduzione dello screening ha portato 1,5 milioni di donne alla diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale”, scrive il dr Gilbert Welch, co-autore del test. A più di un milione di donne è stato detto di avere un cancro in fase iniziale, molte delle quali hanno subito chirurgia, chemioterapia o radiazioni per una banale forma tumorale che non le avrebbe mai fatte stare male. Anche se è impossibile sapere chi siano queste donne, il danno è enorme.

CHEMIO, RADIAZIONI E CHIRURGIA ONCOLOGICA SONO NIENTE ALTRO CHE UNA TRUFFA PLANETARIA

Secondo quanto detto dagli scienziati, il cancro alla mammella è stato over-diagnosticato (cioè sono stati trovati tumori in fase di screening ma questi non avrebbero mai portato a sintomi clinici) in almeno 1,3 milioni di donne americane negli ultimi 30 anni. Gli oncologi di queste donne hanno mentito: “Se non acconsentite al trattamento, morirete entro sei mesi”, era la frase medica di rito. Sotto la minaccia di questa paura, la maggior parte delle donne si piegava e acconsentiva a iniziare il trattamento, spesso nello stesso giorno della falsa diagnosi.

PERSUASIONE DILAGANTE VERSO LA MAMMOGRAFIA

Ignorando il quasi totale fallimento della mammografia da un punto di vista scientifico, la propaganda continua a spingere verso questa tecnica in maniera assordante. Come Welch spiega in questo articolo su New York Times. Nessun altro test clinico è stato tanto pubblicizzato come la mammografia. Gli sforzi sono andati oltre la persuasione e sono arrivati alla coercizione. Le manipolazioni statistiche convincono le donne a subire chemioterapie tossiche per un cancro alla mammella che non hanno mai avuto.:wall:

da
Valdo Vaccaro: LE BUFALE E IL CULTO DEL CANCRO ALLA MAMMELLA

 
Ultima modifica:
“IL CANCRO E’ SPARITO E MIO PADRE, ORA, STA BENE!”

Posted on 27 novembre 2013 by [email protected]

?IL CANCRO E? SPARITO E MIO PADRE, ORA, STA BENE!? niclapress.com


Massimiliano Diaco racconta la guarigione del padre affetto da metastasi al cervello​
“Non so se sono completamente guarito. Ma una cosa sicuramente posso dirla: mi sento benissimo”
Chi c’era a Be4eat 2013 lo ricorda bene. Occhi lucidi e voce rotta per l’emozione, Antonio Diaco e suo figlio Massimiliano sono andati diritti al cuore. E lì ci sono rimasti. Perché la loro storia inizia come tante altre in Italia e raccontarla, nel suo epilogo, fa bene. Fa bene a chi la dice. Ma soprattutto, fa bene a chi l’ascolta.
“Non sai mai a chi può arrivare la tua storia” sottolinea Massimiliano. “E’ per questo che ho convinto mio padre a salire sul palco a Vicenza: per ridare una speranza a chi non ne ha più. E per dirgli di non smettere mai di combattere, perché una soluzione può esserci, solo che bisogna faticare per ottenerla”.

39 anni, un lavoro come consulente informatico a Milano, Massimiliano di cose da dire ne ha. E molte. Soprattutto da quando, due anni fa, la sua vita si è stravolta a seguito dell’ennesima diagnosi di tumore ai danni di suo padre.
E’ il mio lavoro. Sono consulente informatico. Cercare su google una spiegazione a tutto ciò che ci stava accadendo mi è sembrata l’azione più logica. Da allora non ho più smesso di cercare”.
La testimonianza di tuo padre è stata toccante. So che non voleva venire e che si sentiva in imbarazzo a raccontare la sua storia…
“Mio padre è sempre stato molto riservato e parlare su un palco a più di 700 persone lo imbarazzava tantissimo. Ma mi ha voluto accontentare perché ne ha capito l’importanza. E poi mi ha confidato che mi deve un favore…”.
Effettivamente qualcuno potrebbe dire che la tua presenza è stata, per fortuna, piuttosto “ingombrante”…
“Lo ammetto. Sono stato pressante. Ma agivo solo nel suo interesse. Dopo le prime due diagnosi di tumore e la chemioterapia successiva non riuscivo a capire come poter affrontare anche il terzo round. E lui era ancora più stanco e spaventato di me.”
Raccontaci con calma.
“Mio padre aveva 57 anni quando gli diagnosticarono il primo tumore al polmone destro. Eravamo tutti fiduciosi: i medici dopo l’intervento dissero che il polmone risultava pulito e che quindi non c’era bisogno di sottoporsi a chemioterapia. Nel corso degli accertamenti pre-operatori avevano riscontrato un infarto ai danni del cuore a causa di una disfunzione alla valvola mitralica di cui nessuno sapeva nulla. Una volta aggiustata anche questa, l’hanno rilasciato con la raccomandazione di non fumare più. E così è stato. Mio padre non ha più toccato una sigaretta. E tutto sembrava andare per il meglio, fino al 2009 quando da un controllo risultò un’altra massa tumorale sul polmone sinistro”.
Questa volta, però, la chemioterapia c’è stata…
“Dopo il secondo intervento, un ciclo di chemioterapia è stata d’obbligo. E sul principio ha funzionato. Ciò che tuttavia mi sorprendeva è che nei controlli successivi all’intervento e alla terapia non ci fossero dei consigli o delle indicazioni terapeutiche per evitare che il cancro si ripresentasse una terza volta. Cosa potevamo fare per non trovarci ancora in questa situazione? Cosa stavamo sbagliando? Niente. Nessuno sapeva risponderci”.
Fino al 2011.

“Era giugno e c’era un caldo infernale. Così, dal nulla, mio padre inizia a stare malissimo. Chiamiamo l’ambulanza e al pronto soccorso ci dicono che è solo un colpo di calore e che non c’è nulla di grave. Ma il giorno dopo le cose non stavano proprio così. Mio padre si muoveva in modo strano e parlava molto lentamente. Così ho aperto google: volevo sapere cosa stava succedendo e perché. La mia ricerca mi ha portato dritto da un neurologo, il dr. Paolo Rege-Gianas, che con una TAC ha delimitato una massa tumorale di origine metastatica nella zona del parlato. L’operazione risultava impossibile e mio padre è stato indirizzato ad una radioterapia mirata per rimpicciolire il cancro. Dentro di me, tuttavia, ribollivo di domande senza risposta”.
E’ qui che ha avuto inizio la tua lunga ricerca.
“Una ricerca che ancora continua e che, penso, non terminerà mai. Avevo due possibilità davanti a me: affidarmi per la terza volta al sistema o cercare una via alternativa, sperando in un risultato diverso. Ho scelto quest’ultima strada e per fortuna posso dire che ha funzionato. Ma non è stato tutto rose e viole…”
Convincere tuo padre penso sia stata la parte più dura.
“In principio ho dovuto insistere un bel po’. Del resto era lui stesso a non voler più sottoporsi alla chemioterapia che i medici gli avevano consigliato. Quindi una via alternativa andava trovata e la mia ricerca inseguiva solo chi in questa guerra per la vita aveva avuto successo: non volevo teorie. Solo pratica e risultato. E’ così che sono incappato prima nel video di “A delicate balance” e successivamente nel video “Le cure proibite del cancro”: il centro di tutto era l’alimentazione. E io volevo saperne di più.”
Cosa ha convinto tuo padre a seguirti?
“All’inizio nulla in realtà. Decisi di cambiare per primo la mia alimentazione in modo da riscontrare su me stesso i benefici di questa scelta, ma il mio esempio non smuoveva di un millimetro mio padre che continuava a mangiare come aveva sempre fatto e mi seguiva di malavoglia nelle diverse conferenze mediche cui lo trascinavo. Fino a quando nel novembre del 2011 lo convinsi a partecipare ad un seminario del dr. Young a Firenze. Qui gli è stato fatto sul momento un esame del sangue (si è offerto volontario) e il professore americano gli prescrisse di bere 6 litri di acqua ionizzata alcalina al giorno e di seguire strettamente l’alimentazione raccomandata nel suo libro “Il miracolo del PH alcalino”. Non so cosa sia scattato e perché. Ma all’uscita da quella conferenza mio padre è capitolato e ha accettato di seguirmi per le 12 settimane necessarie al trattamento. Non una in più, ma neanche una in meno. E da quel momento la nostra vita è cambiata completamente”.

Tutta la famiglia ha iniziato a seguire un nuovo stile alimentare…
“Tutti. Mio padre, mia madre ed io. Abbiamo chiesto al dr. Rege-Gianas, oggi divenuto un nostro grande amico, di seguirci. E abbiamo interpellato la dottoressa Michela De Petris, dietologa ed esperta nella terapia nutrizionale del paziente oncologico a Milano, oltre ovviamente al sostegno di Rocco Palmisano, naturopata e iridologo che ha curato la pubblicazione in Italia del libro del dr. Young. In poco tempo avevamo così il nostro estrattore e la nostra dieta per i primi 3 mesi. Ci siamo sottoposti a 5 sessioni di idrocolon-terapia e ci siamo attenuti uno ad uno a tutti i principi esposti sul libro. All’inizio non è stato facile, lo ammetto. L’abitudine è dura a morire. E nutrirsi di estratti di verdure verdi ricche di clorofilla e litri di acqua ionizzata alcalina per i primi giorni può sembrare strano e poco credibile. Ma con il passare dei giorni ci sentivamo tutti sempre meglio e sempre più in forze. Io ho continuato a lavorare e devo ammettere che mi sentivo benissimo. In casa facevamo a gara a chi la mattina aveva la saliva e l’urina più alcalina, e abbiamo imparato a giocare un po’ con una terapia che in principio era tutto meno che usuale. Poco prima della fine delle 12 settimane, nel corso di una visita di controllo, il risultato fu incredibile: la massa tumorale di mio padre si era ridotta a poco più di un puntino ed oggi, a distanza di un anno, il neurologo conferma che non c’è più. Il cancro è stato assorbito e lo si può vedere dalle sue lastre. Mio padre ha smesso la pastiglia per la pressione, ha tolto quella per le crisi epilettiche e sta bene. Anzi, sta benissimo.

Si è iscritto ad un corso di cucina naturale vegan-macro-bio e oggi ha preso il diploma di cuoco. Insieme costruiamo e inventiamo piatti, a metà tra il crudo e il cotto. Ci divertiamo a sperimentare insieme nuovi gusti e nuove combinazioni. E la nostra vita è cambiata completamente”.







Da come parli, tuttavia, mi sembra di capire che la guarigione di tuo padre sia solo uno dei tanti risultati ottenuti in questi due anni?
“Combattere insieme, a tu per tu con mio padre, mi ha cambiato. Ci ha cambiati. Ci ha reso più forti, più uniti. Ma soprattutto ci ha dato un sogno: quello di continuare questa ricerca aiutando più persone possibili. Per questo stiamo lavorando insieme al dr. Rege-Gianas per costruire in Italia un centro capace di unire tutte queste scoperte, terapie e consigli alimentari in vista della salute e della prevenzione. I lavori sono solo all’inizio. Ma non demordo.”
Hai un messaggio per chi ti sta leggendo?
“Di non mollare mai. Di diffidare da ciò che è semplice e di non smettete mai di combattere: una speranza c’è sempre. Bisogna solo impegnarsi per ottenerla”.
 
Il suono è un medium potentissimo di cui abbiamo pieno e totale controllo, sulle cui dinamiche la gente sa poco o addirittura nulla. Gli stessi musicisti in generale si interessano poco alla fisica del suono, e questo è un vero peccato.


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Suono, Voce, Preghiera e cellule





Suono, Voce, Preghiera e cellule

Published on December 19, 2013, in CORPO UMANO.
Il ricercatore, compositore e musicoterapeuta Fabien Maman insieme ad alcuni suoi collaboratori ha dimostrato inequivocabilmente come il suono influisca sulla struttura fisica e sull’energia delle cellule, e come possa distruggere le cellule del cancro. Maman ha stabilito anche le correlazioni tra note musicali e i punti dell’agopuntura nell’applicazione in biologia cellulare.
Nel suo libro “Quando la musica guarisce” ci mostra delle serie di foto fatte al microscopio e con la camera Kirlian scattate al laboratorio dell’Università parigina di Jessieu, dove furono fatti vari esperimenti con il suono e la voce su cellule ematiche umane di vario tipo tra cui anche cellule cancerose. A queste cellule venivano applicati vari suoni da una distanza di circa 30 centimetri e una ampiezza dai 30 ai 40 decibel per una durata di circa 21 minuti, scattando una foto ogni minuto. Il suono provocava sempre un cambiamento notevole nelle cellule e nei loro campi magnetici.

Tra i risultati interessanti vi è l’”esplosione” delle cellule cancerose causata dalla progressione del suono nella scala musicale. L’esplosione era dovuta all’espansione del suono che spingeva verso l’esterno la membrana cellulare con un movimento dal centro alla periferia.
Durante gli esperimenti è stato notato che in assenza di suono le cellule sul vetrino tendevano ad espandersi nel tentativo di aderire al supporto ma, a differenza della condizione di presenza di suono, la crescita cellulare era più limitata. Senza suono infatti il diametro esterno delle cellule era compreso tra i 10 e gli 11 millimetri, mentre con il suono esso oscillava tra gli 11 e i 19 millimetri. Sotto l’influsso del suono la cellula in pratica raddoppiava di volume; in assenza di suono invece essa non raggiungeva tali dimensioni neppure dopo 45 minuti in cui il diametro misurava solo 14 millimetri.
Qui a seguito mostriamo due serie di sequenze fotografiche di due relativi esperimenti eseguiti su cellule cancerose Hela per una durata di 21 minuti ciascuno.
Il primo è stato effettuato senza suono e si nota la leggera tendenza naturale ad espandersi.


Cellule cancerose Hela in assenza di suono

Il secondo è stato eseguito in presenza del suono di un gong carico di armonici (un colpo al minuto). Il suono ha prodotto lo stesso effetto di frequenze dissonanti causando la progressiva destabilizzazione della struttura delle cellule provocandone l’esplosione:


Cellule cancerose Hela in presenza di suono


Le cellule sane sembrano assorbire, integrare e sincronizzarsi con il suono senza opporre resistenza, ossia pare che esse non trattengano l’energia della frequenza sonora come invece succede per le cellule cancerose.
Affinché il suono possa rivelarsi positivamente attivo ha necessità di spazio e tempo per risuonare nell’organismo. La parola chiave quindi, anche qui, è “risonanza”.
Le cellule sane ricevono la risonanza del suono e in questo modo ne vengono amplificate e rivitalizzate, soprattutto quando la frequenza sonora corrisponde al bisogno delle cellule stesse.
Le cellule sane si sono rivelate flessibili e in grado di ricevere, assorbire e restituire l’energia

mentre quelle cancerose sono apparse rigide e fisse nella loro struttura.



Qui a seguito vediamo una serie di scatti fotografici eseguiti nell’arco di 14 minuti (una ogni minuto) durante un esperimento con lo xilofono su una cellula cancerosa Hela.
E’ stata eseguita una scala ionica nota dopo nota. Usando le nove frequenze diverse, quattordici minuti si sono rivelati sufficienti per far esplodere la cellula:

Cellula cancerosa Hela durante l’esperimento eseguito con lo xilofono
Qui sotto vediamo una serie di scatti fotografici eseguiti nell’arco di 9 minuti (una ogni minuto) durante un esperimento con la voce su una cellula cancerosa Hela. E’ stata cantata una scala ionica per nove minuti. La struttura cellulare si destabilizza velocemente perché la voce umana ha nella sua vibrazione qualcosa che la rende più potente di qualsiasi altro strumento musicale: la coscienza:

Cellula cancerosa Hela durante l’esperimento con la voce


I maggiori effetti benefici si sono avuti con la voce umana perché in essa vi è un elemento in più che non si può trovare in nessun altro strumento. La voce infatti può essere considerata lo strumento principale perché la sua inflessione non solo porta con sé i dati dell’aspetto fisico e la colorazione emotiva, ma anche un elemento più sottile, più etereo, che deriva dalla volontà, cosciente o meno, di chi canta. La voce umana porta con sé la sua risonanza spirituale.



 

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