Gloria ai Bastardi - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Non avevo dubbi sulla cannata ISTAT ma il problema è che lo sapevamo tutti. Comunque conta una fava, tra -0.1 e 0.1 annuale sempre pancia a terra siamo.
 
Dovrebbe andare meglio il prossimo trimestre con il sussidio in circolazione, salvo eventi esogeni ovviamente.
 
Questa mattina, grazie ad un collega molto preparato e che stimo, ho letto i principi della Modern Monetary Theory (MMT), che trovo interessanti e su cui mi piacerebbe confrontarmi con chi ha voglia di farlo.

Di seguito vado a riassumere gli aspetti principali di questa nuova teoria di politica monetaria, la quale ovviamente è fortemente osteggiata dall'establishment economico-finanziario.

Ecco i principi della MMT:

> Il denaro è una ‘creatura’ dello Stato. Chiunque può emettere dei ‘pagherò’, il problema è far sì che vengano accettati. La capacità di imporre tasse (e quindi di ottenere ricavi) rende ‘credibile’ il denaro di uno Stato.


> Il regime monetario in cui ci si muove è fondamentale. Emettere debito nella propria valuta rende impossibile che uno Stato sia costretto alla bancarotta. Questo è sicuramente vero per US, UK, Giappone (sono solo i tre esempi più significativi) ma non applicabile ai paesi dell’Eurozona (che emettono in una valuta che non possono liberamente ‘stampare’) e per molti paesi emergenti (che emettono prevalentemente in valuta ‘forte’ come USD o EUR).


> Ragionare sulla finanza pubblica in termini simili a quella privata è fallace. Lo Stato non ha una vera necessità di ottenere del denaro prima di spenderlo (con tasse/ricavi o facendoselo prestare) cosa che invece è ovviamente vera per un’impresa o una famiglia.


> L’approccio tradizionale della ‘sound finance’ che prevede di tenere sotto stretto controllo i saldi fiscali è auto-imposto e non necessario. Il vero limite non deve essere un livello massimo (qualsiasi esso sia) di deficit ma la disponibilità di risorse reali: persone impiegabili, stabilimenti sotto-utilizzati, materie prime disponibili. Se esiste una disponibilità di fattori reali, uno stato che spende tanto (o tassa poco) avrà spazio per agire fiscalmente a suo piacimento senza generare inflazione indesiderata che è alla fine il vero limite (e non le disponibilità finanziarie) della fiscalità pubblica. Anche l’impatto ecologico rientra tra i limiti ‘reali’.


> Il debito dello stato è un asset per il settore privato (ovvero i soldi vengono spesi e diventano saldi attivi per imprese e famiglie). Uno stato che può stampare la sua moneta non ha vincoli finanziari di spesa. Se ci sono questi rappresentano eredità autoimposte da consuetudini politiche o malintesi comportamenti virtuosi. Il dibattito si deve spostare non sul fatto che una spesa (o una riduzione di tasse) sia sostenibile ma se sia efficace/equa e corretta nello sfruttare risorse disponibili e altrimenti inutilizzate (altrimenti si genererebbe instabilità ‘reale’ e inflazione indesiderata).

 
Ultima modifica:
Questa mattina, grazie ad un collega molto preparato e che stimo, ho letto i principi della Modern Monetary Theory (MMT), che trovo interessanti e su cui mi piacerebbe confrontarmi con chi ha voglia di farlo.

Di seguito vado a riassumere gli aspetti principali di questa nuova teoria di politica monetaria, la quale ovviamente è fortemente osteggiata dall'establishment economico-finanziario.

Ecco i principi della MMT:

> Il denaro è una ‘creatura’ dello Stato. Chiunque può emettere dei ‘pagherò’, il problema è far sì che vengano accettati. La capacità di imporre tasse (e quindi di ottenere ricavi) rende ‘credibile’ il denaro di uno Stato.


> Il regime monetario in cui ci si muove è fondamentale. Emettere debito nella propria valuta rende impossibile che uno Stato sia costretto alla bancarotta. Questo è sicuramente vero per US, UK, Giappone (sono solo i tre esempi più significativi) ma non applicabile ai paesi dell’Eurozona (che emettono in una valuta che non possono liberamente ‘stampare’) e per molti paesi emergenti (che emettono prevalentemente in valuta ‘forte’ come USD o EUR).


> Ragionare sulla finanza pubblica in termini simili a quella privata è fallace. Lo Stato non ha una vera necessità di ottenere del denaro prima di spenderlo (con tasse/ricavi o facendoselo prestare) cosa che invece è ovviamente vera per un’impresa o una famiglia.
> L’approccio tradizionale della ‘sound finance’ che prevede di tenere sotto stretto controllo i saldi fiscali è auto-imposto e non necessario. Il vero limite non deve essere un livello massimo (qualsiasi esso sia) di deficit ma la disponibilità di risorse reali: persone impiegabili, stabilimenti sotto-utilizzati, materie prime disponibili. Se esiste una disponibilità di fattori reali, uno stato che spende tanto (o tassa poco) avrà spazio per agire fiscalmente a suo piacimento senza generare inflazione indesiderata che è alla fine il vero limite (e non le disponibilità finanziarie) della fiscalità pubblica. Anche l’impatto ecologico rientra tra i limiti ‘reali’.


> Il debito dello stato è un asset per il settore privato (ovvero i soldi vengono spesi e diventano saldi attivi per imprese e famiglie). Uno stato che può stampare la sua moneta non ha vincoli finanziari di spesa. Se ci sono questi rappresentano eredità autoimposte da consuetudini politiche o malintesi comportamenti virtuosi. Il dibattito si deve spostare non sul fatto che una spesa (o una riduzione di tasse) sia sostenibile ma se sia efficace/equa e corretta nello sfruttare risorse disponibili e altrimenti inutilizzate (altrimenti si genererebbe instabilità ‘reale’ e inflazione indesiderata).
Mà, è la roba che è sempre esistita, solo messa in discussione dal 92 fino ad oggi. E' tutto quello nato dal 92 in su che non è normale, almeno in URSS questo lo sapevano e quella poca economia che facevano era al servizio del'URSS oggi manco quella.
 
Nota positiva per oggi, pinocchio & c, tutti i sinistri in genere, si guarderanno bene dal parlare :D. Purtroppo sappiamo che i dati economici sono oggi assolutamente irrilevanti proprio perchè inattendibili, se poi ci mettiamo che stiamo parlando di zero virgola.......................è tutto dire.
 
Mà, è la roba che è sempre esistita, solo messa in discussione dal 92 fino ad oggi. E' tutto quello nato dal 92 in su che non è normale, almeno in URSS questo lo sapevano e quella poca economia che facevano era al servizio del'URSS oggi manco quella.


Trovo interessante l'aspetto che noi, inteso come Italia e facenti della UE, non potendo stampare direttamente siamo di fatti prigionieri del sistema e quindi ricattabili, proprio come accaduto dal 2011 ad oggi.

Inoltre, anche il punto 4, quando si parla di "sound finance" lo trovo molto attuale.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto