Gloria ai Bastardi - Cap. 1

Stato
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Trovo interessante l'aspetto che noi, inteso come Italia e facenti della UE, non potendo stampare direttamente siamo di fatti prigionieri del sistema e quindi ricattabili, proprio come accaduto dal 2011 ad oggi.

Inoltre, anche il punto 4, quando si parla di "sound finance" lo trovo molto attuale.
Guarda, basta tornare alla crisi dei primi anni 90; l'Italia era nello SME e nacquero i problemi. Soros sapeva che non poteva attaccare i TdS italiani, la BI lo avrebbe steso e allora andò sulla moneta. Usciti dallo SME tutto finì.

La moneta è libertà, la produzione interna è libertà. Come per le materie prime, altri Stati combattono per espropriarti della tua moneta e spogliarti dell'industria, Vi ricorda qualche cosa ?
 
Nota : anche io sono stato un €urocretino, anche io mi sono bevuto la propaganda 90/2000 e la colpa è solo e soltanto mia e di nessun altro. In questo sono molto diverso dall'italiano medio, che non si assume mai i propri errori e anzi cerca in ogni modo di nasconderli o di dare la colpa ad altri.

Io ho capito ed accettato tutto dal 2010 in avanti, la verità è una brutta bestia da digerire ma occorre farlo se si vuole sopravvivere ed andare avanti. Rimettere le cose al proprio posto è la cosa più naturale che esista.
 
Sul nostro ho la prima divergenza volumetrica VERA dal 12 novembre sul derivato e dell'indice. Prima era al rialzo, ora è al ribasso. Per adesso è una avvisaglia, niente più ma se consideriamo che non si è mai verificato, neppure nel mezzo del ciclo, tale incrocio in 109 giorni allora forse abbiamo qualche cosa di nuovo.
 
Venezuelani lo sapete vero cosa vi accadrà se cadrete in mani straniere ? Libia, Iraq ecc...
 
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Buongiorno :)

Ecco i principi della MMT:
> Il denaro è una ‘creatura’ dello Stato. Chiunque può emettere dei ‘pagherò’, il problema è far sì che vengano accettati. La capacità di imporre tasse (e quindi di ottenere ricavi) rende ‘credibile’ il denaro di uno Stato.


Il punto è proprio questo: che vengano accettati. Per quanto mi riguarda la capacità di imporre tasse non è condizione sufficiente per considerare uno Stato realmente credibile.

Oltre alla capacità di imposizione la credibilità deve essere garantita dalla capacità di riscossione ed in particolare all’equità distributiva della riscossione e cioè fare pagare le imposte a chi effettivamente genera profitti e non ai soliti noti.

Ma a parte questo la credibilità di uno Stato dipende da cosa può mettere a garanzia di quel debito:
materie prime preziose ed abbondanti quali oro, petrolio; oppure moneta forte (euro, dollaro, yen); oppure classe dirigente credibile (tasso di corruzione nella media).

Il Venezuela ad esempio ha il petrolio migliore al mondo ma non ha una sua moneta forte ed una classe dirigente credibile. Può stampare tutta la moneta che vuole ma ci si possono pulire il sedere. Stesso dicasi per un elenco interminabile di Paesi.


> Il regime monetario in cui ci si muove è fondamentale. Emettere debito nella propria valuta rende impossibile che uno Stato sia costretto alla bancarotta. Questo è sicuramente vero per US, UK, Giappone (sono solo i tre esempi più significativi) ma non applicabile ai paesi dell’Eurozona (che emettono in una valuta che non possono liberamente ‘stampare’) e per molti paesi emergenti (che emettono prevalentemente in valuta ‘forte’ come USD o EUR).

Penso che emettere debito nella propria moneta non sia una condizione sufficiente per evitare la bancarotta. A meno che il debito non sia coperto da riserve auree o da moneta forte tipo USD o EUR.

Se l’Italia battesse moneta, secondo me che sono l'ultimo dei fessi, rientrerebbe in tutti quei casi di Paesi con valuta debole, senza materie prime a garanzia (oro, petrolio, altro) e senza una classe dirigente credibile.

Sarebbe costretta per credibilità ad emettere debito in valuta pesante fino a quando la credibilità della classe dirigente regge. Poi scatterebbe la iperinflazione come per il Venezuela, l’Argentina, la Russia, che sono fallite e ripartite da capo (e per forza adesso hanno pure rapporti debito/PIL virtuosi)


> Ragionare sulla finanza pubblica in termini simili a quella privata è fallace. Lo Stato non ha una vera necessità di ottenere del denaro prima di spenderlo (con tasse/ricavi o facendoselo prestare) cosa che invece è ovviamente vera per un’impresa o una famiglia.

Se lo Stato ha moneta pesante e credibile posso al limite essere d’accordo. Non per uno Stato con moneta debole.

E comunque se così fosse avremmo trovato la soluzione di tutti i mali.

Tutti i Paesi stamperebbero moneta e la regalerebbero tipo pioggia dall’elicottero. Non ci sarebbe più la povertà!

E poi se fosse così semplice perché non farlo? I politici non sarebbero contenti di promettere (e poter mantenere a costo zero) mari e monti a tutti per farsi rieleggere?

Estremizzo e banalizzo ad esempio il concetto di stampare moneta debole: distribuisco ad ogni cittadino sia lavoratore che disoccupato un reddito di cittadinanza pari ad uno stipendio medio (con il quale si campa bene per capirci).


Tutti contenti: il politico che si fa rieleggere, il cittadino che ha un reddito medio, l’imprenditore ed il commerciante che hanno tanti clienti che spendono, le banche e la borsa felici e contente. In pratica il paradiso in terra.

Se non lo fanno è perché gli effetti collaterali potrebbero essere più devastanti per le sorti del pianeta.


> L’approccio tradizionale della ‘sound finance’ che prevede di tenere sotto stretto controllo i saldi fiscali è auto-imposto e non necessario. Il vero limite non deve essere un livello massimo (qualsiasi esso sia) di deficit ma la disponibilità di risorse reali: persone impiegabili, stabilimenti sotto-utilizzati, materie prime disponibili. Se esiste una disponibilità di fattori reali, uno stato che spende tanto (o tassa poco) avrà spazio per agire fiscalmente a suo piacimento senza generare inflazione indesiderata che è alla fine il vero limite (e non le disponibilità finanziarie) della fiscalità pubblica. Anche l’impatto ecologico rientra tra i limiti ‘reali’.

Sono d’accordo limitatamente all’aspetto inflattivo, il motivo per cui non cresce l’inflazione è proprio questo: i fattori produttivi sono ancora sovrabbondanti (sotto utilizzati) e pagati poco.

Ma mentre i fattori materiali prima o poi diminuiranno (anche a causa dell’aumento della popolazione) il fattore umano è in crescita esponenziale: pertanto il costo del lavoro andrà necessariamente diminuendo nel tempo! (sia per l’aumento della popolazione sia per l’uso della AI)

A me i politici che si preoccupano di dare soldi alle famiglie numerose fanno solo ridere (o piangere).

Dovrebbe essere il contrario: randellare di tasse chi fa da 1 a più figli.

Il pianeta morirà di sovraffollamento. Mancherà il cibo (a parte gli insetti in un primo momento), lavoreranno in 4 gatti, e con tutte le risorse non rinnovabili esaurite: auguri.

A meno che non ci sia uno sterminio di massa di 5 miliardi di persone (stima ad oggi più in là ne serviranno di più) o si sterilizzino le persone alla nascita o non si colonizzino nuovi pianeti!



> Il debito dello stato è un asset per il settore privato (ovvero i soldi vengono spesi e diventano saldi attivi per imprese e famiglie). Uno stato che può stampare la sua moneta non ha vincoli finanziari di spesa. Se ci sono questi rappresentano eredità autoimposte da consuetudini politiche o malintesi comportamenti virtuosi. Il dibattito si deve spostare non sul fatto che una spesa (o una riduzione di tasse) sia sostenibile ma se sia efficace/equa e corretta nello sfruttare risorse disponibili e altrimenti inutilizzate (altrimenti si genererebbe instabilità ‘reale’ e inflazione indesiderata).



Il debito di uno Stato è un asset per il privato se e solo se ha prodotto benessere tangibile, duraturo o capace di generare ricchezza. Il fatto che il Giappone abbia il rapporto oltre il 300% del PIL non è “solo” dovuto alla possibilità di stampare moneta (anche Russia, Argentina, Venezuela lo hanno fatto e lo fanno) ma alla credibilità della classe dirigente.

Basta andare in Giappone per capire cosa il debito pubblico abbia finanziato negli anni e poi tornare in Italia per capire cosa il nostro debito pubblico ha finanziato (guardare repertorio Striscia della rubrica “e io pago”).
 
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Buongiorno ...Goldman Sachs

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