Mi sto chiedendo come si può reagire alla percezione di un pericolo mortale, se sia più etico cercare il rifugio nei propri affetti più cari o pensare al bene di una collettività indistinta e distante. Distante in special modo quando si incominciano ad intravvedere le contraddizioni che la governano, le ingiustizie che la pervadono, le inefficienze che la opprimono, i reali rapporti di forza che la fondano.
Proprio ora, pochi minuti fa mia sorella mi ha chiesto allarmata cosa ne pensassi della storia che circola sulle manovre militari degli americani in Italia, il motivo è che sua figlia, mia nipote, che sta a Mosca da un po' di anni, l'ha informata che ha grosse difficoltà a tornare poiché il volo dell'Alitalia che aveva già prenotato da tempo per i primi di aprile è stato soppresso e gli ha detto che lì si percepisce un aumentato pericolo di guerra.
Ho cercato di rassicurarla ma non penso di essere stato troppo convincente, perché anche io, che cerco di informarmi e di pensare, sinceramente non sapevo cosa dire.