Come sempre, ogni secondo impiegato per leggerti è un secondo speso ottimamente
Ho notato che, a parte un brevissimo cenno al principio, l' Europa è del tutto assente dall' excursus. Ne comprendo (e sono pienamente d' accordo) l' irrilevanza
geopolitica diretta, ma a mio parere il mix fra il suo enorme peso come mercato e le tensioni interne che la agitano rischia di caratterizzarla come elemento fortemente destabilizzante, in funzione del grado di maturazione a cui diverse situazioni conflittuali sono arrivate. Il cambio di governatorato in Bce, con l' arrivo praticamente certo di un falco, è di suo
un elemento di grande rilievo, penso.
Qual è il tuo pensiero in proposito? Intendo, ritieni l' Europa un fattore di rischio potenziale in grado di avere una qualche influenza in uno degli scenari che hai delineato nell' analisi?
Se sì, in quale misura? Se no, per quale ragione?
Vero è che il non menzionare un elemento è già di per sé una valutazione implicita della sua importanza, in effetti. Ma poiché sono curioso come una scimmia, vorrei sentire la tua idea in proposito, se hai voglia
Buongiorno a tutti![]()
A pedate nel culo .O.T.
Per confermare a quale livello di disinformazione e manipolazione siano arrivati i giornali pur di creare la notizia, per farla rientrare pretestuosamente e senza alcun senso in argomenti ben più importanti...la scuola Boldrini ha lasciato il segno.
Dai commenti dei lettori però direi che gli è andata male questa volta.
Giulia, sergente pilota: «Io vittima di nonnismo, frustata dai compagni»
Ridiscutere vorrebbe dire far esplodere la germania ovvero tutto quello che c'è sotto, nascosto in quel marcio paese. La strada è segnata ed è a senso unico. Lo sappiamo tutti ma come spesso accade, molti hanno paura e fanno gli struzzi invece di prepararsi.Visto che in questo covo di sovranisti mi chiedi cosa penso dell'Europa mi metti in difficoltà..A parte gli scherzi:
L'Europa nella sua eccezione attuale è un coacervo di contraddizioni non solo monetarie ed economiche ma anche politiche e fiscali.
Mi limiterò però a parlare dei limiti politici relativamente alle altre aree di influenza multipolare e cioè Cina e USA.
Dal punto di vista industriale la Cina la fa da padrona e gli altri due poli fanno fatica a seguirne il cammino esclusi gli USA nell'high tech e l'Europa in alcune componenti manifatturiere.
Dal punto di vista finanziario la realtà è rovesciata e sono gli USA a dominare con l'Europa che segue ad ampia distanza (soprattutto con UK in un cammino differente) e la Cina che sta costruendo ora un suo mercato dei capitali anche se come qualunque cosa Cinese con grande impeto.
Inoltre l'Europa fa fatica ad imporre, come invece riesce bene agli USA con la politica dei ricatti, o alla Cina con la politica della colonizzazione finanziaria, i propri interessi a livello globale.
Lo scontro in atto tra USA e Cina può avere diversi sbocchi e tutti possono avere una forte influenza sull'Europa.
Se lo scontro sarà diretto è evidente che i danni maggiori potrebbero interessare proprio le due realtà belligeranti (in senso economico almeno al momento) e quindi l'Europa potrebbe approfittare dei capitali che necessitano di aree meno volatili e magari con la brexit in corso potrebbe andargli anche meglio del previsto.
Se lo scontro sarà invece indiretto l'occupazione di spazi economici mal presidiati potrebbe diventare una priorità e questo scenario sarebbe molto poco favorevole all'europa e molto più favorevole a un UK fuori completamente dall'Europa.
Al momento in una fase reflazionistica dove le aspettative per un pesante ritorno delle banche centrali a immettere liquidità al sistema sta premiando gli asset di rischio l'Europa potrebbe fare meglio del previsto per le sottovalutazioni del caso delle aziende e per i limiti della perfezione a cui gli asset di rischio USA stanno tendendo oramai da un pezzo in spregio a tutte le potenziali difficoltà del momento.
L'area in se è comunque debole e una eventuale nuova crisi economica metterebbe completamente a nudo il progetto quantomeno dell'euro se non di tutta l'architettura dell'area.
Per questa ragione è urgente ridiscutere il funzionamento della stessa e le priorità che non devono solo riguardare quelle delle lobbies che infestano Bruxelles ma quelle dei popoli che dentro questo contenitore ci stanno con sempre più fatica.
Visto che in questo covo di sovranisti mi chiedi cosa penso dell'Europa mi metti in difficoltà..A parte gli scherzi:
L'Europa nella sua eccezione attuale è un coacervo di contraddizioni non solo monetarie ed economiche ma anche politiche e fiscali.
Mi limiterò però a parlare dei limiti politici relativamente alle altre aree di influenza multipolare e cioè Cina e USA.
Dal punto di vista industriale la Cina la fa da padrona e gli altri due poli fanno fatica a seguirne il cammino esclusi gli USA nell'high tech e l'Europa in alcune componenti manifatturiere.
Dal punto di vista finanziario la realtà è rovesciata e sono gli USA a dominare con l'Europa che segue ad ampia distanza (soprattutto con UK in un cammino differente) e la Cina che sta costruendo ora un suo mercato dei capitali anche se come qualunque cosa Cinese con grande impeto.
Inoltre l'Europa fa fatica ad imporre, come invece riesce bene agli USA con la politica dei ricatti, o alla Cina con la politica della colonizzazione finanziaria, i propri interessi a livello globale.
Lo scontro in atto tra USA e Cina può avere diversi sbocchi e tutti possono avere una forte influenza sull'Europa.
Se lo scontro sarà diretto è evidente che i danni maggiori potrebbero interessare proprio le due realtà belligeranti (in senso economico almeno al momento) e quindi l'Europa potrebbe approfittare dei capitali che necessitano di aree meno volatili e magari con la brexit in corso potrebbe andargli anche meglio del previsto.
Se lo scontro sarà invece indiretto l'occupazione di spazi economici mal presidiati potrebbe diventare una priorità e questo scenario sarebbe molto poco favorevole all'europa e molto più favorevole a un UK fuori completamente dall'Europa.
Al momento in una fase reflazionistica dove le aspettative per un pesante ritorno delle banche centrali a immettere liquidità al sistema sta premiando gli asset di rischio l'Europa potrebbe fare meglio del previsto per le sottovalutazioni del caso delle aziende e per i limiti della perfezione a cui gli asset di rischio USA stanno tendendo oramai da un pezzo in spregio a tutte le potenziali difficoltà del momento.
L'area in se è comunque debole e una eventuale nuova crisi economica metterebbe completamente a nudo il progetto quantomeno dell'euro se non di tutta l'architettura dell'area.
Per questa ragione è urgente ridiscutere il funzionamento della stessa e le priorità che non devono solo riguardare quelle delle lobbies che infestano Bruxelles ma quelle dei popoli che dentro questo contenitore ci stanno con sempre più fatica.