GODITI OGNI MINUTO DEL TUO TEMPO PERCHE' IL TEMPO NON RITORNA... QUELLO CHE RITORNA E' SOLO

DANY1969

Forumer storico
IL RIMPIANTO DI AVER PERSO TEMPO (V.Santoro)
Buona settimana a tutti :)

Pista ciclabile di Sanremo :)
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Io è dal secolo scorso che ho buttato l'orologio, con tanti pro e l'arrivare sempre in ritardo agli appuntamenti come unico contro.
Il ritmo delle stagioni è l'unico orologio che conosco.
L'inverno è finito, la Natura si risveglia......ocio ai serpenti con la bici.


 
Buongiorno. Fa caldo.

Il centrodestra vince le elezioni regionali in Molise.

A scrutinio quasi terminato, in base ai dati pubblicati sul sito della Regione,
Donato Toma ottiene il 44,2 per cento.

Dietro il 5 stelle Andrea Greco al 37,79%.

Terzo il centrosinistra con Carlo Veneziale, al 16,9%
 
Ecco finalmente il Molise.

Lo aspettavano, molto oltre il senso della misura, sia Salvini che Di Maio.
Avrebbe dovuto regolare i rapporti di forza, per l’uno nel centrodestra e per l’altro nel Parlamento.

Il voto regala ai due vincitori delle politiche due sonori ceffoni.

Salvini che voleva fare le scarpe a Berlusconi, arriva terzo senza un voto in più. Amen.

E Luigi Di Maio prova sulla sua pelle cosa significhi mettere giacca e cravatta al movimento e imbarcarlo in trattative infinite, fargli poggiare i piedi nella palude della prima Repubblica.

I Cinquestelle dovevano vincere, potevano avere il primo governatore regionale e invece eccoli di nuovo al punto di partenza:
primo partito ma arretrato di molti punti rispetto alle politiche.

Opposizione
era e opposizione sarà.

In questa moltitudine tanti sono quelli storici del centrosinistra che hanno scelto, a differenza del 4 marzo, di non scegliere, come ultima chance, il Movimento.

Se Di Maio voleva provare i costi della sua spregiudicata tesi dei due forni,
l’idea che Lega e Pd siano uguali, che il governo sia una forma neutra sulla quale adagiare ogni possibile alleanza, eccolo accontentato.
 
Dell'ex parlamentare, non mi interessa. Però sto dalla sua parte. Anche se ha sbagliato.
Ma quando dici una volta, due volte, tre volte, quattro volte - contatele - la stessa cosa
invitantando il giornalista ad un incontro dietro appuntamento e questo una volta due volte
tre volte quattro volte e dippiù continua con la stessa litania, fregandose di quello che gli stai
dicendo.........beh, a Voi non sarebbe scappata la pazienza. A me sì. Lo ammetto.
La mia libertà è sacra. Come lo è quella degli altri. Ma la libertà degli altri finisce dove inizia la mia libertà.
Il video integrale trasmesso è chiaro.

Mario Landolfi e il giornalista Danilo Lupo, l'inviato di Non è l'Arena che lo stesso ex ministro aveva aggredito.
"Sono già stato inseguito, non più tardi di dieci giorni fa, fin dentro al bar da una troupe di Non è L’Arena sul tema dei vitalizi", ha raccontato,
"Dopo otto giorni … mi sento chiamare per strada. Volevo un confronto in un altro modo e in un altro momento … credo sia un mio diritto.”
 
"Mamma si è sentita male verso le 6.15. Avvertiva forti vertigini, dovute alla sindrome di Manière,
e probabilmente aveva la pressione alta perché stava collassando":
lei, la figlia decide di chiamare la guardia medica di Napoli.

"Ho chiamato il 118 e l’operatore mi ha chiesto di misurare la pressione a mamma,
ma gli ho spiegato più volte che non avevo l’apparecchio per compiere quell’operazione.
A quel punto mi assicura che arriverà un’ambulanza entro pochi minuti"

Uno spicchio di orologio fugge via e la ragazza sollecitata dal padre in ansia per la moglie prova una seconda telefonata:
"Questa volta mi risponde un ragazzo, che, quando gli spiego cos’ha mamma, mi consiglia di darle un bicchiere d’acqua e zucchero.
Faccio presente che mia madre probabilmente ha un picco di pressione alta e che acqua e zucchero potrebbe peggiorare la situazione,
ma lui insiste che quello è il modo migliore per farla riprendere.
Poi, spazientito, mi chiede di richiamare dopo mezz’ora, tre quarti d’ora, perché stavano per fare un cambio turno e non poteva mandare nessuno a casa".
 
Poteva salvarsi e invece è morta Daniela Sabbatini, una donna di Roma che da qualche giorno aveva dei dolori a reni e gamba sinistra.

"Il suo calvario è iniziato il 18 marzo: da giorni aveva lievi dolori a reni e gamba sinistra,
ma siccome anni fa era stata operata di ernia non si era preoccupata troppo
. Il medico di famiglia le aveva prescritto solo la tachipirina", racconta la sorella al Corriere.

La donna è andata al Policlinico Casilino ma dopo poche ore è stata rimandata a casa.
La diagnosi è di lombosciatalgia, che in parole povere sarebbe un brutto dolore alla schiena. Primo errore.
Passa un giorno e la donna peggiora. I dolori sono talmente forti che Daniela suda freddo e si contorce dal male.
Il padre decide di chiamare l'ambulanza ma nemmeno gli addetti del 118 si preoccupano.

La donna torna allora al Policlinico.
"Verso mezzanotte l’ho vista, aspettava ancora la visita. Era su una sedia, con dolori terribili e l’ago della flebo era uscito dalla vena.
Si è alzata per chiedere quanto mancava alla visita, ma è quasi svenuta.
Mi hanno fatta uscire, sono rimasta con mio padre in sala d’attesa.
Lei mi mandava messaggi per chiedermi aiuto, ma non potevo entrare",
racconta ancora la sorella al quotidiano.

"Verso le 5 un medico mi ha chiamato per chiedermi se Daniela aveva problemi psichiatrici.
Ovviamente ho risposto di no, ma quando l’ho vista mi sono spaventata.
Era a letto, ancora cosciente ma tutta storta, un braccio blu e gonfio,
una flebo infilata in un piede e continuava a lamentarsi per il dolore con un filo di voce, si contorceva,
ma mi diceva grazie per essere lì e scusa, ripeteva, scusami.
Mi guardava, ma gli occhi non erano più i suoi: lei li aveva azzurri, erano diventati di un grigio velato
e la parte inferiore del corpo era livida, fredda".

Due giorni dopo dall'inzio dei dolori, Daniela muore.

Non era lombosciatalgia, ma un aneurisma addominale, "con un inizio di ischemia celebrale e addensamento di sangue nei polmoni".

I medici avevano avvertito qualche ora prima la famiglia che ormai non c'era più niente da fare.
La madre, incredula e scioccata, ha chiesto al primario se doveva proprio morire.

E lui ha risposto secco: "Sì, prima o poi tocca a tutti".
 
Ahahahahah che notiziona.
Com'è che ha voluto la cittadinanza di un paese governato da quel brutto e razzista di Trump?
L'incoerenza regna in queste persone.


Nato a Los Angeles lo scorso 18 marzo, il figlio di Chiara Ferragni e di Fedez ha ottenuto ieri il passaporto americano.
Lo ha annunciato la stessa Ferragni su Instagram attirando così l'interesse di Repubblica che, come tutti i quotidiani d'Italia, ha dato la notizia.

Salvo poi scrivere che Leo ha ottenuto il passaporto americano "grazie allo ius soli".

"Negli Stati Uniti infatti la cittadinanza è sancita dal luogo di nascita - si legge sul sito -
si diventa cittadini statunitensi se si nasce nel territorio Usa, oppure nel caso si abbia uno o entrambi i genitori con cittadinanza americana".

Tutto vero, per carità. Gli Stati Uniti possono anche permettersi lo ius soli
perché hanno ferree regole sull'immigrazione.
 
Qualche giorno fa Heater Nauert, portavoce del Dipartimento di Stato Usa :

“Riconosciamo, apprezziamo e siamo molto grati ai White Helmets
per tutto il lavoro che stanno facendo per la gente del proprio paese
e per conto del Governo degli Stati Uniti e delle forze della coalizione”.

Alla domanda della giornalista della CBS Kylie Atwood se,
dopo la decisione di Trump di congelare 200 milioni di dollari di aiuti alla Siria,
i finanziamenti stessero ancora affluendo nella casse dei White Helmets,
la Nauert ha risposto: “Per quello che ne so è ancora tutto in gioco”.

Ma la dichiarazione della Nauert sposta l’attenzione su un’altra questione:
i Caschi Bianchi operano “per conto del Governo americano”?
A che titolo? E sopratutto, quale attività svolgerebbero per gli Usa?

L’ideatore di questa Ong è infatti James Le Mesurier
“Ho lavorato in zone di conflitto in tutto il Medio Oriente, e l’approccio standard dei governi
che vogliono stabilizzare degli Stati falliti o fragili di solito segue due linee guida;
la democratizzazione e il buon governo e il rafforzamento del settore della sicurezza. (…)
Ho speso tutta la mia carriera a lavorare sull’una o sull’altra”.

Le vicende di Le Mesurier ricordano quelle di un altro ufficiale, questa volta americano, Robert L. Helvey.
Anche lui attivo in aree di crisi, “specialista nell’azione clandestina”,
ha dedicato parte della sua vita a “democraticizzare” Stati e a “renderli più sicuri”.
Helvey, infatti, “compare più volte in giro per il mondo, in luoghi dove si preparano rivolte e rivoluzioni,
dalla Birmania alla Cina, dalla Serbia alla Thailandia” (Alfredo Macchi, Rivoluzioni S.p.a, p. 47).
Entrambi ex ufficiali ed entrambi sostenuti dall’America per operare in aree di crisi.

A partire dal 2013, l’Usaid (United States Agency for International Development)
ha finanziato gli elmetti bianchi con aiuti pari a 23 milioni di dollari.

Il braccio destro del responsabile siriano dei “white helmets” è Zouheir Albounni,
un impiegato dell’Usaid, come scrive Business Insider.
L’organizzazione è sostenuta anche da Regno Unito, Giappone, Danimarca e Germania.

Ma come è possibile che gli elmetti bianchi possano essere super partes
se vengono foraggiati da governi attivi – chi in un modo e chi nell’altro – nel conflitto siriano?

È semplicemente impossibile.

Gli elmetti bianchi, inoltre, agiscono solamente nelle zone controllate dai ribelli
ed è per questo scorretto chiamarli “protezione civile siriana”. Ma non solo.
Nella sezione “Broken promises” del loro sito, i “white helmets” ricordano che
l’Onu ha giurato più volte di intervenire in Siria contro Assad, senza però mantenere mai la promessa.
Promessa che deve essere rispettata “usando la forza per proteggere i civili”.
Facendo guerra al governo siriano, insomma.

Qui troverete una carrellata impressionate di immagini che testimoniano come molti
dei volontari dei White Hlemets siano anche militanti dei gruppi jihadisti più crudeli e spietati.
 
Ohi Ohi Ohi che ossa rotte

Un video di Andrea Marcucci del Pd definisce “quasi impossibile” l’accordo con il M5s
è stato prima pubblicato, poi cancellato, dalla pagina Facebook ufficiale del Partito democratico.

Il dettaglio è stato notato da alcuni parlamentari Pd, che osservano come adesso,
a poco più di un’ora dall’incontro alla Camera con Roberto Fico,
sulla pagina Dem campeggi in apertura l’intervista a Repubblica in cui Dario Franceschini invita al confronto con i Cinque stelle.

“La nostra disponibilità al confronto c’è.
E’ Fico il candidato a premier del M5S?

E’ lui che potrà far fare passi indietro molto rilevanti su temi su cui il M5S ha speso anni?

Mi pare difficile, sarebbe per loro rinnegare gran parte del loro programma elettorale, e perderebbero parlamentari”.
Lo ha detto a Radio Anch’Io il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci, spiegando che
“se ci fosse una disponibilità su tutto il fronte programmatico, andremo a sentire”.
 

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