Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

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Chissà, magari sono ragazzini speculatori :D.

In ogni caso o il governo tedesco è una parodia stile sturmtruppen, oppure quello che dicevo settimane fa sull'export tedesco che ormai aveva esaurito la copertura sul mercato europeo e voleva estendersi al di fuori dalla zona euro con un cambio favorevole, potrebbe essere anche plausibile a questo punto.

Non "ragazzini" speculatori ma incompetenti.
Non parlo delle politiche del Governo Tedesco, ma dello staff personale della Merkel ...
 
Borsa/ Europa di nuovo in netto ribasso, euro a minimi 4 anni

Roma, 19 mag. (Apcom) - Tornano ribassi generalizzati nelle Borse mondiali, in Europa si registrano cali superiori al 2 e al 3 per cento che oggi trovano nuovi spunti nella decisione della Germania di mettere al bando alcune operazioni speculative, le vendite al ribasso e allo scopero su diversi titoli pubblici e privati, mossa a cui diversi osservatori danno una chiave di lettura allarmistica.
Tuttavia i cali erano ripartiti già ieri a Wall Street, prima che Berlino facesse il suo annuncio, poi la decisione ha accentuato le flessioni, così come ha ulteriormente indebolito l'euro, finito fin sotto quota 1,22 dollari di nuovo ai minimi da quattro anni a questa parte.
Nel primo pomeriggio a Milano il Footies-Mib cede il 3,53 per cento. Di fondo continuano a pesare i timori di un indebolimento dell'economia dell'area euro, a seguito delle dure manovre correttive dei conti che vengono lanciate dopo la crisi di bilancio della Grecia. E si teme che la frenata di Eurolandia possa finire per compromettere anche il resto dell'economia mondiale.
Londra cala del 2,22 per cento, Parigi de 2,51 per cento, Francoforte del 2,36 per cento. A Wall Street i contratti futures sull'indice Dow Jones sono in calo dello 0,57 per cento.
Nel frattempo l'euro, dopo esser calato fino a 1,2144 dollari tenta una stabilizzazione vicino a 1,22, ma il quadro resta volatile.
La cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata a insistere sulla necessità di difendere la divisa: "se l'euro fallirà sarà l'Europa stesa a fallire", ha detto.
Secondo indiscrezioni di stampa vuole inasprire le regole del Patto di stabilità Ue e i meccanismi di controllo dei conti pubblici dei paesi.
Ma proprio in Germania c'è anche chi è tutt'altro che preoccupato dal deprezzamento dell'euro: i grandi esportatori.
Basti tener presente che due anni fa, quando l'euro aveva raggiunto invece un picco massimo a 1,6038 dollari, un'auto tedesca da 50.000 euro negli Stati Uniti costava 80.000 dollari: oggi la stessa cifra risulta 'scontata' a 60.000 dollari grazie ai cambi.
E il Financial Times frena le ipotesi di un ritorno alla parità euro-dollaro: anche gli Usa hanno i loro problemi di bilancio, osserva nella Lex Column, con un deficit che quest'anno salirà oltre il 10 per cento del Pil, mentre mancano manovre di risanamento dei conti simili a quelle dei paesi europei.
 
Che confusione, la germania va da una parte metà europa dall'altra e la UE in mezzo. :down:

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Commissione europea: Abbiamo bisogno di un'azione comune contro la vendita allo scoperto
Il commissario per il mercato interno Michel Barnier : Le misure saranno ancora più efficaci se prese in modo coordinato a livello UE.
 
certo che sono molto rassicuranti tali voci :eek:

E' ovvio che il divieto possa far pensare ad un problema di solvibilità di una o più banche e da qui le consuete smentite.

FRANCOFORTE, 19 maggio (Reuters) - Il divieto di vendite allo scoperto appena introdotto in Germania non è un segnale di debolezza del settore bancario, ha voluto precisare il responsabile dell'autorità di controllo dei mercati finanziari tedesca.
Intervenendo di fronte a un comitato parlamentare, Jochen Sanio, alla guida della BaFin, ha aggiunto che le banche tedesche, soprattutto quelle quotate, sono solventi.

Dalla mezzanotte di ieri, e fino al 31 marzo 2011, in Germania è in vigore un divieto di vendite allo scoperto su alcuni strumenti finanziari: azioni dei 10 principali istituti finanziari tedeschi, bond governativi della zona euro e transazioni equivalenti in credit default swap (CDS).
Il divieto riguarda le vendite allo scoperto 'nude' che si verificano quando un investitore vende uno strumento finanziario senza prima prenderlo a prestito o assicurarsi che si possa prendere a prestito, come si farebbe nelle vendite allo scoperto in senso proprio.
 
Timori sulle aste dei titoli di stato

Bene l'Irlanda, male la Spagna. Le due aste "periferiche" di titoli di stato spagnoli, per 6,4 miliardi a 12 e 18 mesi, e irlandesi per 1,5 miliardi a tre e dieci anni hanno fotografato ieri senza veli il mercato del debito pubblico dell'Eurozona, che resta fragile e volatile nonostante il sostegno degli acquisti da parte delle banche centrali dell'Eurosistema.
È indubbio che i prezzi dei bond governativi dell'Eurozona periferica siano saliti e i rendimenti conseguentemente calati da quando la Bce è scesa in campo: con grande beneficio per i portafogli con mark-to-market, soprattutto quelli bancari. L'anomalia delle curve dei rendimenti invertite (la parte corta con tassi più alti della parte lunga) è stata parzialmente corretta. Tuttavia la preoccupazione dei trader sulle aste resta: l'entità del flusso degli investimenti in uscita dai bond in euro e in entrata nei Treasuries americani, complice la debolezza della moneta unica europea; la carenza di acquisti genuini e sostanziosi sul mercato secondario dei bond periferici; l'eccesso di liquidità in Eurolandia che affolla i depositi aperti presso le banche centrali dell'Eurosistema. Il nuovo deposito a una settimana che serve a sterilizzare 16,5 miliardi di acquisti di bond è stato preso d'assalto dalle banche con richieste oltre i 160 miliardi.
L'asta irlandese ieri è andata bene, tenuto conto che l'austerity sui conti pubblici a Dublino ha anticipato di circa un anno la stretta ora discussa a Bruxelles: contro 1,5 miliardi in emissione ne sono stati richiesti 4,63 con un rapporto tra domanda e offerta di 3,1 volte, dunque molto elevato. L'agenzia del debito irlandese, Ntma, ha assicurato: «L'importo è standard, le nostre aste sono sempre tra 1 e 1,5 miliardi», come a voler sottintendere di non aver limato l'offerta per gonfiare la domanda. Tuttavia l'emissione del bond scadenza 2020 risalente allo scorso gennaio, effettuata tramite sindacazione di banche, era stata di 5 miliardi: l'86% venduta a non-irlandesi, il 96% collocata in Europa con una quota consistente (39%) nel Regno Unito. Gli investitori globali che risiedono a Londra, negli ultimi tempi avrebbero disinvestito per importi consistenti dai bond in euro per riversarsi sui Treasuries americani: come confermano gli ultimi dati resi noti dalle autorità Usa (si veda tabella). La società di analisi Creditsights ha sottolineato che lo scorso marzo gli acquisti netti di titoli di stato Usa da parte di investitori non americani ha superato la soglia dei 100 miliardi di dollari, un evento che ha due soli precedenti.
L'asta dei "BoT" spagnoli ha evidenziato ieri tensioni persistenti sulla parte cortissima della curva dei rendimenti. Al di là del fatto che Madrid ha raccolto 6,436 miliardi, appena sotto la parte bassa della forchetta 6,5-7,5 miliardi, il tasso di assegnazione del titolo a 12 mesi è stato dell'1,699%, contro lo 0,90% dell'asta di aprile ma soprattutto di 25 centesimi al di sopra del rendimento (1,442%) dei BoT italiani a un anno collocati nei giorni scorsi. Ieri lo spread dei Bonos spagnoli decennali contro i Bund tedeschi si è allargato a 121 centesimi mentre per i BTp con stessa scadenza il gap era attorno a quota 110.
 
Borsa Atene: Ase -2,1%, crescente volatilita'


MILANO (MF-DJ)--L'indice Ase di Atene cede il 2,1%, in una seduta caratterizzata da una crescente volatilita'.
In netto calo Piraues, a -5,2% ed Eurobank, a -4,6% dopo il downgrade di BofA Merrill su entrambe a neutral da buy.
Hellenic Telecoms cede il 3,5%, Alpha il 2,8%, Tital il 2,4% e Ppc il 2,1%.
"Sulla Borsa locale pesa la debolezza dei mercati europei e si riscontra una certa avversione al rischio in merito all'esposizione alla Grecia", afferma un trader.


La borsa anche sarà da tenere d'occhio... non sarebbe un caso se oggi perdesse un po' meno di altre...
 
IlSole24Ore -- Fondi alla Grecia i tecnici chiedono certezze -- I tecnici del servizio bilancio del senato ieri hanno rilevato che "emergerebbe una chiara proficuità dell'operazione per l'Italia, considerando gli interessi corrisposti dalla Grecia sul prestito e gli oneri della raccolta sul mercato per l'Italia"

La proficuità cui si accenna è ancora maggiore per la Germania.
Ciò spiega il forte desiderio della Grecia di tornare sul mercato, magari nel 2011: eviterebbe di svenarsi per finanziare i pietosi soccorritori.

Se vuole (deve) tornare sul mercato, dubito che voglia ristrutturare il debito, nemmeno nel 2012. Per me Martin Wolfe, che scrive un articolo in tal senso sulla prima pg. del IlSole24Ore soffia sul fuoco per favorire gli interessi della Germania che, fino a oggi, ha ottenuto solo vantaggi a dispetto delle continue lamentazioni pubbliche. Mi ricorda la gatta sui tetti che piange e fot...
 
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