Europa si prepara a tempeste politiche in autunno
mercoledì 25 agosto 2010 17:16
di Peter Apps
LONDRA (Reuters) - Scioperi, proteste e scompiglio politico potrebbero divenire motivo di instabilità per i mercati finanziari europei a partire da settembre, anche se le paure di una vera e propria crisi finanziaria nell'euro zona sembrano essere eccessive.
L'Europa ha goduto di una tregua estiva dopo il nervosismo di maggio e giugno, quando i timori per la situazione politica ed economica di Spagna e Grecia hanno fatto vacillare i mercati globali.
Ma già da settembre i sindacati in Europa promettono scioperi, l'Italia potrebbe incappare in un voto anticipato e per le nazioni dell'Europa centrale e orientale sono previsti difficili negoziati con il Fmi.
AGITAZIONI SINDACALI
"I giornali tra settembre e ottobre saranno quasi certamente pieni di immagini di manifestazioni, in particolare in Spagna e in Grecia", ha detto David Lea, analista per l'Europa occidentale del gruppo Control risk.
Una data cruciale sarà il 29 settembre, quando le rappresentanze sindacali di tutto il continente scenderanno in strada per una manifestazione congiunta contro i tagli alla spesa. Al vaglio dei media quel giorno ci saranno gli eventuali episodi di violenza, che potrebbero scatenarsi più probabilmente nei paesi dell'Europa meridionale come Italia, Grecia e Spagna.
Un'inattesa ampia partecipazione alle manifestazioni o particolari episodi di violenza potrebbero creare scompiglio anche in altri mercati europei, così come accadde a maggio, quando le proteste in Grecia causarono la morte di tre persone in una banca data alle fiamme. Un episodio che fu ampiamente condannato e che gli organizzatori tenteranno di ripetere.
Una delle ragioni per cui i sindacati hanno deciso di coordinare le manifestazioni europee in un unico giorno è di evitare che i mercati in risposta prendano di mira un solo paese. (??? Mio ...)
Il premier greco George Papandreu all'inizio del mese è riuscito a porre fine a uno sciopero di conducenti di mezzi pesanti, costringendoli a tornare a lavoro. I sindacati probabilmente torneranno alla carica ma, come sta accadendo in Spagna, sono riluttanti a mettere i bastoni tra le ruote al governo di sinistra, favorendo così un ritorno al potere delle destre.
Alcuni analisti individuano anche un certo rischio di agitazioni sindacali in Belgio, dove si deve ancora formare un governo due mesi dopo le elezioni, e in Francia, dove il presidente Nicolas Sarkozy sta lavorando ad una serie di tagli alla spesa pubblica.
In Gran Bretagna, i sindacati con ogni probabilità prenderanno parte alla protesta di settembre, ma si ritiene che resteranno calmi fino al nuovo anno, quando inizieranno i tagli programmati nella manovra prevista per ottobre. (Qui è più clemente ...)
Inoltre le normative britanniche prevedono che ogni sciopero debba essere legato ad una specifica questione relativa al rapporto di lavoro, rendendo relativamente difficile uno sciopero generale o uno stop coordinato diffuso.
PREOCCUPAZIONI FMI PER PAESI EMERGENTI UE
Alcuni analisti ritengono che i maggiori rischi possano derivare dalle economie più in difficoltà dell'Est dell'Unione Europea, che da tempo hanno diverse controversie relative ai prestiti del Fondo monetario internazionale e dell'Ue. Il problema in particolare riguarda Ungheria, Romania e Lituania.
I negoziati con cui si sperava di riavviare i programmi di finanziamento tra Ungheria e Fmi/Ue sono falliti a luglio, dopo che il nuovo governo del paese ha deciso di non rispettare gli obbiettivi di deficit previsti.
In Lituania, a lungo considerata una delle più fragili economie europee, si terranno il 2 ottobre le elezioni. La coalizione di governo è caduta per i disaccordi sui tagli proposti dall'Fmi, e da allora l'esecutivo è rimasto in carica senza una maggioranza.
Molti pensano che resterà in piedi fino alle elezioni, ma una qualsiasi diversa alleanza potrebbe voler rinegoziare i termini dell'accordo con l'Fmi. Un simile evento potrebbe mettere a rischio la tenuta della moneta in Lituania, generando una nuova serie di timori in tutta la regione.
"Le situazioni in Ungheria, Romania e Lituania sono diverse, davvero non hanno nulla a che fare tra loro", ha detto l'analista di Eurasia Jon Levy. "Ma se si considera che ci sono problemi in tutte e tre, si può dedurre che siamo di fronte a un progressivo scivolone in Europa dell'Est, il che potrebbe avere un più ampio impatto sui mercati".
Molte banche dell'Europa occidentale - in particolare austriache e svedesi - sono particolarmente esposte ai paesi emergenti europei e potrebbero pertanto essere particolarmente vulnerabili.
DIFFICOLTA' TRA I GOVERNI DELL'EUROPA OCCIDENTALE
L'Europa occidentale potrebbe a sua volta dover fronteggiare delle crisi politiche, con tutti i governi sotto forte pressione a causa delle dure manovre di austerità che stanno tentando di varare. L'Italia sembra apprestarsi ad un autunno tempestoso dopo la rottura tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.
In Gran Bretagna, qualsiasi divisione all'interno della coalizione tra conservatori e liberal-democratici darebbe una significativa scossa ai mercati, penalizzando la sterlina e sostenendo la crescita del debito pubblico.
La maggior parte degli analisti ritiene che la coalizione, la prima nel paese da decenni, possa sopravvivere almeno un paio d'anni, ma la stagione di congressi dei partiti in ottobre potrebbe far venire a galla prima le divisioni tra i due gruppi.
Olanda e Belgio, a circa due mesi dalle elezioni, non hanno ancora coalizioni in grado di governare, anche a causa dei buoni risultati conseguiti dall'estrema destra olandese e dai separatisti fiamminghi.
Finora i mercati sono rimasti calmi, ma un ritardo prolungato nella creazione dei governi potrebbe avere un impatto sui rendimenti delle obbligazioni.
La coalizione al governo in Irlanda ha periodicamente mostrato a sua volta delle tensioni, che hanno fatto dubitare molti analisti della sua capacità di superare indenne le elezioni previste nel 2012. Qualsiasi fallimento potrebbe avere effetti negativi immediati sul debito.
Il clima politico è particolarmente caldo anche in Francia e Germania, per via delle elezioni regionali in Germania il prossimo anno e della scadenza presidenziale in Francia nel 2012. In entrambi i paesi, la sinistra sta recuperando terreno, mentre i piani di austerità stanno facendo perdere popolarità ai partiti al governo.
Ma in pochi credono le situazioni politiche in Francia e Germania possano avere un impatto immediato negli ultimi mesi del 2010. "La Francia e la Germania in realtà sono questioni che riguarderanno il 2011", spiega Jon Levy di Eurasia.
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