Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Non ho capito una cosa (ho letto l'articolo...): ma questo scenario, al di là dei ricami poetici, è compatibile con un calo del PIL del 4% quale quello previsto per il 2010 ?

Rammento a tutti che il nostro PIL è calato lo scorso anno del 5,1%, e certo non c'era molto di cui gioire, tuttavia il contesto mi è parso meno drammatico di quello descritto sul Sole a pag. 2...
 
I prezzi vecchi sono quelli dell'altro ieri, mentre l'OTC di ieri sera registra le chiusure indicate di seguito. I dati sembrano confermare il possibile esaurimento del rimbalzo estivo segnalato giorni addietro.

Continua con ritmo accellerato l'erosione dei prezzi tanto sulle scadenze più prossime e fino al 2019, titoli per i quali cali nell'ordine dei 100 pb sui due giorni dalla precedente rilevazione sono nella norma, quanto per quelle più lunghe, sulle quali pure l'allentamento dei prezzi è sensibile.

Particolarmente sensibile il calo del GGBei 2030.

il 2013 - 83,13 (BBML) 83,51 (Xtrakter);
il 2014 - 78,83 (BBML) 78,93 (Xtrakter);
il 2015 - 78,13 (BBML) 78,09 (Xtrakter);
il 2016 - 67,58 (BBML) 67,61 (Xtrakter);
il 2017 - 65,61 (BBML) 65,90 (Xtrakter);
il 2018 - 65,33 (BBML) 65,22 (Xtrakter);
il 2019 6% 69,59 (BBML) 69,79 (Xtrakter);
il 2019 6.5% 71,56 (BBML) 71,55 (Xtrakter);
il 2022 - 64,96 (BBML) 65,11 (Xtrakter);
il 2024 - 59,73 (BBML) 60,17 (Xtrakter);
il 2026 - 60,48 (BBML) 60,74 (Xtrakter);
il 2037 - 53,00 (BBML) 53,92 (Xtrakter);
il 2040 - 53,40 (BBML) 53,28 (Xtrakter);

GGBei 2025 - 53,00 (BBML), non significativo su Xtrakter
GGBei 2030 - 45,85 (BBML), non significativo su Xtrakter

Ieri sera, OTC... il calo dei giorni scorsi si è arrestato, per ora. Nessuna reale risalita, solo stasi sui corsi del giorno precedente, con cali molto modesti sui titoli più lunghi, nell'ordine dei 2-3 decimi di punto.

Molto sottili i volumi sui mercati retail, in linea di massima, compresi quelli tedeschi.

il 2013 - 83,32 (BBML) 83,50 (Xtrakter);
il 2014 - 78,81 (BBML) 79,16 (Xtrakter);
il 2015 - 78,05 (BBML) 78,23 (Xtrakter);
il 2016 - 67,59 (BBML) 67,49 (Xtrakter);
il 2017 - 65,57 (BBML) 65,61 (Xtrakter);
il 2018 - 65,18 (BBML) 65,25 (Xtrakter);
il 2019 6% 69,48 (BBML) 69,70 (Xtrakter);
il 2019 6.5% 71,44 (BBML) 71,64 (Xtrakter);
il 2022 - 64,82 (BBML) 64,98 (Xtrakter);
il 2024 - 59,44 (BBML) 59,70 (Xtrakter);
il 2026 - 60,27 (BBML) 60,42 (Xtrakter);
il 2037 - 52,81 (BBML) 53,13 (Xtrakter);
il 2040 - 53,17 (BBML) 53,39 (Xtrakter);

GGBei 2025 - 53,07 (BBML), non significativo su Xtrakter
GGBei 2030 - 45,91 (BBML), non significativo su Xtrakter
 
Lo sai benissimo che la tua risposta elude il problema ;).
Non esattamente.
Il punto e' che i cosidetti "servizi" forniti (o per meglio dire con un'espressione anglofona, "stuffed down your throat") dallo stato non hanno la finalita' di dare un'utilita' agli schiav...ehm, volevo dire ai cittadini , ma sono semplici alibi per distribuire spesa pubblica alle proprie clientele.
Le strade vengono asfaltate (male, di modo che l'anno dopo si possa fare un nuovo appalto) per dare lavoro alla coop costruttori , oltre che per permettere ai vigili urbani di fare multe; la sanita' pubblica non esiste per curare la gente, ma per assumere i propri affiliati , idem la "giustizia" , la "difesa" , l'"istruzione" ecc.
 
Le misure di riduzione del deficit adottate dal governo greco "appaiono sufficienti" per raggiungere gli obiettivi di risanamento fissati per il 2010. E’ il giudizio della Commissione europea espresso in un documento pubblicato sul suo sito web e destinato al Consiglio, che analizza i progressi fatti da Atene, beneficiaria degli aiuti di emergenza sborsati da Ue, Fmi e Banca centrale europea.

"Sulla base delle informazioni disponibili - dice la Commissione - le misure fiscali adottate dalla Grecia finora appaiono sufficienti per raggiungere gli obiettivi di deficit per il 2010 contenuti nella decisione del Consiglio del 10 maggio 2010", tenendo presente che lo spazio di manovra sulla spesa "è molto ristretto". Se le misure concordate con Atene saranno messe in pratica in modo tempestivo - prosegue la Commissione - e lo scenario macroeconomico va come ci si aspetta "le stime disponibili suggeriscono che anche gli obiettivi di riduzione del deficit per il periodo 2011-2014 "sono a portata di mano".
 

Come ha detto Mark, l'articolo è molto colorito (e poetico).
Lo sappiamo tutti che il "lamento" è tipico dell'area mediterranea, per cui non darei troppo peso al reportages.
La realtà è quella dei numeri, gli scioperi - ad esempio - hanno sempre riguardato essenzialmente alcune grosse città raccogliendo via via sempre meno partecipazione.

Ad esempio: le imponenti manifestazioni per la pace, in occasione della guerra contro l'Iraq, hanno raccolto circa 1 milione di persone ad Atene. L'ultimo sciopero generale ha chiamato in piazza faticosamente 25.000 persone.
Ditemi voi se è più facile richiamare in piazza il popolo con le tasche svuotate (si suppone) oppure per un problema di politica internazionale.

Io credo inoltre che il debito sia assolutamente sostenibile (e con tassi accettabili) quindi le riforme messe in atto avranno tempo di dispiegarsi nell'arco di questi anni: il terreno è fertile per una modernizzazione della società.
Al limite il problema si porrà nel 2014 quando la Grecia dovrà restituire gli aiuti ricevuti da BCE/FMI. Ma se l'economia, intorno a quella data, sarà ripartita non credo sarà un problema richiedere un riscadenziamento dei tempi.
D'altra parte la BCE è li per quello, in fin dei conti sono sempre "piccole" esposizioni che non intaccano la tenuta della moneta unica.
 
Netanyahu offers natural gas to Greece



In latest bid to fill vacuum left by broken alliance with Turkey, PM seeks new energy ties with trans-Mediterranean pipeline plan.

By Avi Bar-Eli

During his recent visit to Greece, Prime Minister Benjamin Netanyahu suggested to his Greek counterpart that the country purchase natural gas from Israel, but did not discuss the move with National Infrastructure Ministry officials beforehand, TheMarker has learned.



Netanyahu was thought to be referring to gas that may be found at the Leviathan offshore prospect, and suggested that a pipeline be built between Greece and Israel in order to transport the gas.

Israel has been courting Greece since ties with Turkey, once a major regional ally, deteriorated following Israel's invasion of Gaza in late 2008 and its raid in May on a Gaza-bound aid flotilla, which left nine Turkish citizens dead.
The response of Greek Prime Minister George Papandreou to the proposal is not known.



Netanyahu apparently did not consult with National Infrastructure Ministry officials before he made the offer. Ministry officials currently are trying to figure out how much natural gas Israel should keep as a strategic reserve for domestic consumption.



This wasn't the first time Netanyahu made a proposal that would advance the gas exploration companies' interests: Earlier this year, he opposed a plan by Finance Minister Yuval Steinitz to establish a committee to review whether the government should raise the taxes and royalties it charges on oil and gas discoveries. And when Steinitz did manage to form the panel, in April, appointing Prof. Eytan Sheshinski of the Hebrew University as chairman, Netanyahu interfered and kept it from convening for about a month. TheMarker reported at the time that the prime minister wanted to limit the extent to which the committee could discuss royalties, igniting a dispute between the Prime Minister's Office and the finance and justice ministries.



Pre-drill estimates suggest that the Leviathan find is twice as large as the Tamar field, to its north, where gas was recently found. Late last year, Noble Energy conducted a three-dimensional seismic survey over a three-month period covering a 4,500-square-kilometer area off Israel's coast.



The survey covered five exploration sectors: Amit, Rachel, David, Hanna and Eran, licensed to the Delek Group through Delek Drilling and Avner Oil Exploration (with a joint 45% stake ), Noble (40% ) and Ratio Yam (15% ). Noble also surveyed the Alon A and Alon B sites, licensed to Delek (53% ) and Noble (47% ), and the Block 12 exploration area in Cypriot waters, whose concession is held by Noble. The Delek Group has an option for a 30% stake in that site.



Most of the attention, however, focused on Leviathan, which extends over two of the five former Ratio Yam license areas, Rachel and Amit. It has double the area of Tamar, and it is thought to be located 5,000 meters below sea level. Noble estimates the gross mean recoverable gas from Leviathan is about 16 trillion cubic feet (453 billion cubic meters ), and the probability of geologic success is 50%, compared to a 35% pre-drilling probability assessment for Tamar.



Exploratory drilling at Leviathan is expected to take place in the final quarter of the year, but a drilling plan hasn't been drawn up yet and the money to carry it out hasn't been allocated. One reason is the exploration partnership's insistence on finding an immediate market for the natural gas under the seabed off Ashkelon. Since Tamar is expected to take care of Israel's energy needs for the next 20 to 25 years, the natural gas in Leviathan does not have an automatic market. The gas companies need to find buyers, and soon, to improve their cash flow. Geographically, the most natural market is Europe.



There are two main ways for Israel to access this market. The first is to construct an undersea pipeline to either Turkey or to Greece that would connect to planned pipelines from Turkmenistan and Azerbaijan to southern Europe and parts east. This option has the benefits of obviating the need for building land-based infrastructure or liquefying the gas. It would also bring with it the easy credit terms - or even grants - that come with European Union involvement.



The second option is to turn to the liquefied natural gas market. That would require either building a liquefying facility in Cyprus, or using Egypt's facility and then shipping the gas in tankers to customers around the world.
The current state of the natural gas market in Europe and beyond, however, jeopardizes the economic feasibility of both these option.



In a recent interview with TheMarker, Dr. Brenda Shaffer, director of the energy policy management program at the University of Haifa, ticked off several reasons why Israel shouldn't count on Italy, Turkey or Greece as a destination for its natural gas. These include straightforward economic reasons, such as a decline in consumption due to recession and the lack of a need for another source of natural gas, as well as geopolitical ones involving Russia and Iran.



(Haaretz.com)
 
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif][FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Ireland must now pay more than Greece to borrow[/FONT]

[/FONT] Dublin has played by the book. It has taken pre-emptive steps to please the markets and the EU. It has done an IMF job without the IMF. Indeed, it has gone further than the IMF would have dared to go.

It has imposed draconian austerity measures. The solidarity of the country has been remarkable. There have no riots, and no terrorist threats.

Yet, as of last week, it is paying 5.48pc to borrow for 10 years, or near 8pc in real terms once deflation is factored in. This is crippling and puts the country on an unsustainable debt trajectory if it lasts for long.

Yet Greece is able to borrow from the EU at 5pc and from the IMF at a staggered rate far below that (still too high for the policy to work, but that is another matter). These were the terms of the €110bn joint bailout.

To add insult to injury, Ireland has to subsidise Greece to meet its share of the rescue fund.

George Papandreou’s PASOK has benefited from dilly-dallying on the first set of austerity measures, and – not to be too diplomatic about it – by insulting the Germans with demands for war reparations. Hotheads also set fire to downtown Athens and Thessaloniki, improving the effect.

(The Malta Indipendent)

***
... argomento (opinabile) ripreso da molti blog.
 
No.
Le tasse hanno origine dalla violenza.
Chi vince la guerra impone un tributo a chi la perde.
Analogamente l'organizzazione criminale che prevale su tutte le altre su un territorio abbastanza a lungo da potersi autoproclamare "stato" impone tributi a tutti i disgraziati che in quel territorio in un qualche modo ci tirano a campare.


Si anch'io sono affascinato dalle idee anarchiche (e non scherzo).
Ma mi sono reso conto che esse sono spesso e volentieri aria fritta tanto quanto tutte le altre ideologie.

La realtà è un'altra cosa.
La realtà è reale.

L'ideologia è irrealtà allo stato puro.
 
Come ha detto Mark, l'articolo è molto colorito (e poetico).
Lo sappiamo tutti che il "lamento" è tipico dell'area mediterranea, per cui non darei troppo peso al reportages.
La realtà è quella dei numeri, gli scioperi - ad esempio - hanno sempre riguardato essenzialmente alcune grosse città raccogliendo via via sempre meno partecipazione.

Ad esempio: le imponenti manifestazioni per la pace, in occasione della guerra contro l'Iraq, hanno raccolto circa 1 milione di persone ad Atene. L'ultimo sciopero generale ha chiamato in piazza faticosamente 25.000 persone.
Ditemi voi se è più facile richiamare in piazza il popolo con le tasche svuotate (si suppone) oppure per un problema di politica internazionale.

Io credo inoltre che il debito sia assolutamente sostenibile (e con tassi accettabili) quindi le riforme messe in atto avranno tempo di dispiegarsi nell'arco di questi anni: il terreno è fertile per una modernizzazione della società.
Al limite il problema si porrà nel 2014 quando la Grecia dovrà restituire gli aiuti ricevuti da BCE/FMI. Ma se l'economia, intorno a quella data, sarà ripartita non credo sarà un problema richiedere un riscadenziamento dei tempi.
D'altra parte la BCE è li per quello, in fin dei conti sono sempre "piccole" esposizioni che non intaccano la tenuta della moneta unica.

Ma poi resta l'interrogativo di fondo che se l'articolo del Sole (a tutta pagina, e che pagina: la 2 !) descrive la situazione di un paese il cui PIL si accinge a calare del 4% nel 2010, anzi meno, a sentire il governo greco, cosa è successo da noi nel 2009, anno in cui il PIL è calato del 5,1% ?

Al di là dei ricami poetici dei giornalisti, o abbiamo vissuto una situazione per molti versi analoga a quella greca, anzi, peggiore (e gradirei allora che ci fosse raccontata, facendo a meno del colore, ma nella sostanza) oppure forse il punto più basso dell'economia greca è ancora un bel po' più in basso di quanto non ci venga raccontato dalle autorità greche (con UE e FMI che oggi enfatizzano la parte mezza piena del bicchiere ellenico, perché così fa comodo ai mercati in questa fase già turbolenta).
 
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