Ciao Giuseppe, concordo senz'altro... a volere essere più concreti e meno fumosi, sono poi in pratica le cose di cui si parla al link postato da Tommy, e che sarà bene mettere qui sotto per intero, visto che non solo ai greci torna utile avere un sistema paese più efficiente, comunque finisca la storia.
Le avessero fatte 10 anni fa queste riforme, anziché attendere di essere con l'acqua alla gola...
Le sei riforme che stanno modernizzando la Grecia. Ecco come la crisi può far ripartire una nazione
Che sta succedendo in Grecia?Il premier socialista George Papandreou sta usando la crisi per far passare
riforme struttuali che oggi sono impopolari ma che porteranno i loro frutti tra qualche anno, magari facendo perdere le elezioni a chi le ha fatte. Ma tant'è, questa è la differenza tra gli statisti e i semplici populisti. Qualche esempio della nuova aria riformista che si respira ad Atene?
Primo esempio da seguire anche da noi. I medici del servizio sanitario pubblico ora devono fare le ricette solo via computer per consentire al servizio sanitario nazionale di controllare i farmaci erogati, le quantità e se a ogni ricetta corrisponde una ricevuta fiscale: facile no? Risposta dei medici: proteste e scioper bianco e per una settimana visiteranno gratis i pazienti negli ospedali non ritirando nemmeno il ticket pubblico di 3 euro.
Secondo esempio. Tutti i contratti e le aste pubbliche sono inserite su internet con tutti i dati dei contratti e i vincitori dell'asta, con i relativi termini e somme complessive e nome dei contraenti. Un bell'esempio di trasparenza a cui la Corte dei conti farebbe un plauso.
Terzo esempio. Un altro degli effetti della crisi economica è stata una radicale riforma (chiamata Kallikrates) dell'organizzazione statale. Le 57 province greche sono state eliminate e sostituite da 13 macroregioni (il termine province e abolizione delle medesime in vista del federalismo vi ricorda qualcosa?) e molti comuni sono stati accorpati, riducendo il numero dei municipi da 1.034 a 325. Una rivolzuione epocale per i costi e la chiarezza di chi governa. A Corfù ad esempio da 13 sindaci ne è rimasto uno solo, così come a Rodi, ex Dodecaneso italiano, dove ora c'è solo un primo cittadino.
Quarto esempio. Il parlamento greco ha approvato il mese scorso una legge che liberalizza il trasporto su gomma, respingendo le richieste dei camionisti, che per giorni avevano stretto l'assedio intorno ad Atene, bloccando con i loro mezzi pesanti alcune delle principali città del paese. Le vecchie licenze sono state praticamente azzerate nel loro valore e ne sono state concesse di nuove. I camionisti dopo una furiosa protesta hanno dovuto cedere e il governo ha imposto lasua linea.
Quinto esempio. I nuovi professori universitari verranno scelti da una commissione scientifica composta da docenti stranieri: fine del baronato. Inoltre il ministro dell'Istruzione ha chiesto ai docenti della numerosa diaspora greca nel mondo di tornare a insegnare per un breve periodo in patria per innalzare così il livello delle lezioni universitarie. Semplice no? Ha chiesto cioè di far tornare i cervelli in patria.
Sesto esempio. Lotta all'evasione. Ora i tassisti greci rilasciano uno scontrino fiscale elettronico (c'è una macchinetta che permette il pagamento anche con carta di credito) a fine corsa con l'indicazione del percorso e del prezzo. Le entrate tributarie, provenienti dalle imposte sulle società e dall'Iva, sono aumentate del 3,7% nei primi 10 mesi del 2010, ha detto il ministro delle Finanze Papaconstantinou. Ma resta il fatto che le entrate fiscali sono tra le più basse dell'Unione, pari al 32,6% del Pil, rispetto alla media 39,3% per le 27 nazioni dell'Unione europea, secondo i dati di un rapporto del 2009 Eurostat. Nei primi nove mesi del 2010, il Nucleo di polizia tributaria ha erogato multe per evasione fiscale per 3,1 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto all'anno precedente, ha dichiarato Ioannis Kapeleris, che dirige l'ufficio, in un'intervista rilasciata il 7 ottobre.
Riformismo socialista
Che sta dunque succedendo ad Atene? Papandreou vuole mettere fine su una storia che si ripete da decenni in Grecia, poiché l'attuale crisi è figlia di un modello che ha posto la politica sopra i mercati, dice Takis Michas, autore di un saggio "Una tragedia greca: mettere la politica sopra i mercati" che verrà pubblicato dal Cato Institute.
La débâcle greca non è solo conti truccati e spese fuori controllo: si tratta di clientelismo politico dove lo stato distribuisce benefici e prebende. Già nel 1980 ogni 10mila abitanti c'erano 176 dipendenti pubblici in Francia, 126 in Germania e 214 in Grecia. Oggi la situazione è la medesima: 1) con un milione di occupati statali, l'80% delle spese pubbliche vanno in salari e pensioni degli stessi lavoratori pubblici; 2) lo stato limita l'accesso in alcune professioni riducendo la competizione per avvantaggiare le medesime categorie; 3) vengono poste delle tasse a favore di categorie che non prendono parte alla transazione.
Per esempio se si apre un'attività in Grecia si deve pagare 1% del capitale iniziale a favore del fondo pensioni degli avvocati. Ogni volta che si compra un biglietto navale il 10% va al fondo pensione dei portuali. Così sulle forniture all'esercito, dove un 4% va al fondo pensione dei militari. Addirittura si versa ancora oggi una tassa sul biglietto passeggeri di una nave a un'associazione (non più esistente) di barcaioli che andavano ad accendere luci di segnalazione nel porto dell'isola di Santorini. Nessuno sa dove vadano oggi questi soldi.
Si è calcolato che se si liberalizzasse l'accesso alle professioni Atene sarebbe più ricca dell'1%, mentre se i costi burocratici greci fossero in linea con quelli Ue il paese crescerebbe di un 3,5% in più all'anno. Questa è la scomessa che Papandreou vuole vincere. Liberalizzare la società e dare ai migliori la possibilità di emergere indipendentemente dal censo e dalla provenienza sociale. Una ricetta sociale moderma che sa molto di antico.