Come vedevo troppo pessimismo qualche settimana fa ora vedo troppo ottimismo. Titoli speculativi ==> salite e discese nei valori repentini e frequentemente poco motivati.
Passando ai dati di chiusura d'anno, come anticipavo qualche giorno fa il principale problema è rappresentato dalla spesa poichè quella per interessi (vincolata al prestito) è sotto il budget è di poco sopra quella del 2009 (quando la Grecia era in rating molto più alto).
Esattamente.
Quello a cui abbiamo assistito nei due giorni scorsi è una farsa.
Le considerazioni da fare per essere long sui titoli Greci sono altre al limite.
Va bene scommettere sul fatto che la Grecia sembra si stia impegnando per far quadrare i conti e non si può negare che abbia abbracciato con decisione una politica di austerity purtroppo molto gravosa in termini di sacrifici ma efficace nel taglio dei costi (semmai resta da capire come si farà ad avviare il volano economico e la crescita in un simile contesto di recessione globale in un regime di severa austerity).
Legittimo anche scommettere che dopo tante chiacchiere e dichiarazioni di circostanza per tenere buoni gli elettori, alla fine i Tedeschi dovranno fare buon viso a cattivo gioco e concedere meccanismi di reale sostegno comunitario ai paesi in crisi in modo da scongiurare che la crisi di fiducia si avviti su se stessa e i tassi di mercato astronomici rendano di fatto questi paesi tagliati fuori dalla possibilità di rifinanziarsi.
Ma sia chiaro che in questi due giorni non c'è stata alcuna reale novità positiva. Anzi a ben vedere le notizie ci indicano che la situazione è peggiorata, che il contagio si è definitivamente propagato al Portogallo (un mese fa era in forse, ora sono arrivati a pressarlo per accettare gli aiuti internazionali) e la Spagna è a un passo da finire al centro del palcoscenico.
Ora vi dico come va letto quello a cui abbiamo assistito:
il mercato azionario temendo i risultati dell'asta portoghese sui titoli medio lunghi aveva bisogno di scaricare i valori delle azioni dei finanziari Europei e soprattutto dell'area PIIGS, e portarli sui supporti principali di lungo periodo, testandoli più volte e anche violandoli un po' al ribasso, tanto per essere sicuri di essere ben bene in ipervenduto. Così di sicuro ha fatto il nostro listino la settimana scorsa e fino a lunedì. La Spagna idem, peraltro lei si era portata avanti col lavoro, l'IBEX nelle settimane passate aveva fatto più pena del nostro F-mib, quindi poi ha anche anticipato prima di noi la risalita.
E come nel più classico "buy on rumors, sell on news" sul nostro listino sono crollati i prezzi dei finanziari sull'attesa dell'asta per poi iniziare l'accumulo rapidamente da martedì pomeriggio, fino all'apoteosi di Mercoledì con titoli bancari balzati dell'6-8-10-13%. Rimbalzo continuato anche oggi.
Il tutto anticipando i risultati dell'asta e questo perchè nessuno era realmente interessato a come sarebbe andata o meglio gli operatori del mercato lo sapevano che sarebbe andata così, ossia salvando formalmente la faccia con l'aiutato soprattutto dalla BCE e anche dal Giappone e Cina.
Ma suona esattamente come quando Wall Street deve salire e allora terribili dati sulla disoccupazione vengono accolti positivamente perchè battono positivamente le ancor più cupe aspettative degli analisti.
Il prodigio che sarebbe riuscito al Portogallo è di migliorare il tasso che ha spuntato sul decennale (dal 6,8% al 6,7%) rimanendo al di sotto della soglia psicologica di "insostenibilità" del 7% (poi qualcuno mi spieghi perchè se il 7% è insostenibile, il 6,7% è invece sostenibile

).
Risultato per altro ottenuto da un'asta drogata dalla presenza di istituzionali forti e compiacenti corsi in aiuto. Il mercato vero quanto avrebbe chiesto al Portogallo lo esprimeva sul secondario ai prezzi che abbiamo visto nelle settimane passate.
Per altro tra gli istituzionali compiacenti non certo la Cina
13-01-11
CRISI: LA CINA ACQUISTA TITOLI PORTOGALLO A COLLOCAMENTO PRIVATO
(ASCA) - Roma, 13 gen - La Cina ha acquistato titoli di Stato del Portogallo per un miliardo di euro attraverso un collocamento privato con un
rendimento superiore a quello di mercato. E' quanto scrive il quotidiano Journal de Negocios indicando che
il Portogallo corrispondera' ai cinesi un tasso di interesse del 4,75% per l'emissione a 18 mesi 
rispetto al 3,97% dell'asta di ieri.
CRISI LA CINA ACQUISTA TITOLI PORTOGALLO A COLLOCAMENTO PRIVATO - Agenzia di stampa Asca
Allego poi per comodità l'esito di questa famosa asta del Portogallo di mercoledì:
Esito misto asta Portogallo: si svena sui triennali. Ma cds Piigs tutti in calo
Sorpresa: a scendere soprattutto i credit default swap sull'Italia. I risultati dell'emissione non sono proprio confortanti, ma il fatto che i rendimenti dei titoli a dieci anni siano calati contribuisce ad allentare ulteriormente le tensioni.
Pubblicato il 12 gennaio 2011 | Ora 12:33
Fonte: WSI-ASCA
Arrivano i tanto attesi risultati dell'asta dei bond portoghesi, che risultano misti, in quanto, se i rendimenti dei bond a dieci anni, sono scesi, quelli a quattro e tre anni sono saliti. Anzi, si può dire che sui triennali il paese si è svenato: di fatto, con l'emissione dei titoli triennali il paese ha raccolto 650 milioni di euro con un rendimento annuo lordo del 5,39%, contro il 4% precedente.
Il balzo del rendimenti registra, in questo caso, una maggiore avversione degli investitori al rischio di liquidita' in capo a Lisbona. Da segnalare che quest'anno il Portogallo ha pianificato emissioni lorde di titoli di stato tra 18-20 miliardi di euro.
La reazione dei mercati è tuttavia positiva e gli stessi cds per proteggersi contro il rischio default dei Piigs puntano verso il basso. Secondo i dati raccolti da Cnbc, i cds sui bond a cinque anni del Portogallo sono in calo del 2,03%, ovvero di 11,13 punti, a 537,7 punti base. Il costo da sostenere per proteggersi contro il rischio default Italia scivola di più del 5%, (-5,06%) ovvero di 12,96 punti, a 243,3 punti base. In calo anche i cds su Grecia (-1,85%, ovvero -19,67 punti a 1.044,9), Spagna (-2,58%, ovvero -9,27 punti base a 350,3 punti base) e Irlanda (-1,41% ovvero -9,68 punti base, a 677,3 punti base).
Complessivamente il Portogallo ha venduto bond governativi per un valore di 1,249 miliardi di euro, il massimo di quanto previsto dalla forchetta del Tesoro compresa tra 750 milioni e 1,25 miliardi.
La domanda sui titoli a quattro anni ha superato l'offerta di 2,6 volte, mentre quella per i bond a 10 anni è stata superiore di 3,2 punti.
Intervistato da Cnbc, Louis Gargour, managing partner e responsabile degli investimenti di LNG Capital ha perfino parlato di "risultati straordinariamente buoni". Gli analisti avevano infatti temuto che i rendimenti dei titoli a dieci anni sarebbero saliti al record del 7%, contro il 6.806% della precedente asta di novembre. Invece, i rendimenti sono scesi al 6,716%.
Sono cresciuti invece, oltre i triennali, i rendimenti dei bond a quattro anni, che si sono attestati al 5,396% dal 4,014% di novembre. E questo è comunque un dettaglio che, secondo Emiliano Poli di Mts Spa, intervistato da Class Cnbc, non può essere ignorato. "Di certo, il Portogallo non ha risolto i propri problemi, ma il risultato complessivo è una boccata d'ossigeno". A confortare i mercati, d'altronde, è anche la consapevolezza "degli aiuti che arrivano dalla Bce, che sta acquistando i titoli dei paesi che versano in maggiore difficoltà".
Detto questo, Alan McQuaid, responsabile economista di Bloxham Stockbrokers di Dublino, aveva avvertito ieri in una intervista a Cnbc: "L'asta potrebbe avere anche successo, ma per quanto tempo il paese (Portogallo) potrà sostenere i costi di rifinanziamento? Ogni mese questi punteranno sempre più in alto". Tanto che McQuaid parla del Portogallo come di un "dead man walking".
E se Lisbona piange Madrid non ride, che pure con l'asta di oggi ha ottenuto tassi che io giudico allarmanti. Se ci si mette di impegno la speculazione riuscirà a tirare dentro anche loro nel casino e poi magari il Belgio con la sua ormai eterna crisi di governo.
Meglio ce la siamo cavata noi nell'asta di oggi, tutto sommato.
Concludo l'intervento sottolineando che sono rimasto un po' deluso su come l'Europa ha affrontato la questione, che poteva già quasi essere risolta verso la fine di Novembre quando ha preso corpo l'attuale EFSF(acility) ,ma soprattutto il EFSM(echanism), meccanismo tenuto volutamente oscuro e ancora
in fieri nei dettagli, in cui l'unico concetto ben chiaro e ribadito più volte è la volonta di coinvolgere gli obbligazionisti (solo quelli delle future emissioni?) agli eventuali problemi dopo la metà del 2013. Concetto per altro che ha continuato a essere portato avanti con coerenza anche di recente sulle obbligazioni bancarie sia subordinate che senior se proprio le cose si mettono male per una banca.
Come a dire, signori qui gli stati non possono essere più visti come prestatori di ultima istanza e salvatori di ogni situazione finanziaria in difficoltà.
Possiamo discutere a lungo se è giusto o sbagliato e soprattutto se opportuno porre l'accento su questa cosa (che in realtà dovrebbe essere scontata, ma il clima da grande crisi ha un po' abituato l'investitore all'idea di privatizzare il profitto e socializzare la perdita). Di sicuro credo si siano accorti che parlare troppo era controproducente e hanno fatto marcia indietro.
Il famoso appello di Trichet alla "disciplina verbale".
Che però spero non significhi ipocrisia e dichiarazioni mendaci.
Dobbiamo riconoscere ai tedeschi che anche quando vorrebbero dal profondo del cuore tranquillizzare i mercati, più di tanto non riescono a sciogliersi in "calde effusioni"...non si riesce a far dire loro quello che tutti vorrebbero sentire, proprio perchè non hanno nessuna intenzione di accollarsi i costi delle bancarotte altrui.
E quindi continua la carrellata di dichiarazioni sibilline, di detto e non detto.
Per non parlare poi delle "indiscrezioni" trapelate a mezzo stampa ellenica sotto natale e mai smentite.
Tutta questa pappardella (scusate se mi sono allungato molto) per ammonire tutti i forumer, al di là del susseguirsi dei climi di depressione ed euforia tipici del mercato che è costituzionalmente ciclotimico, a ragionare con la propria testa, a rimanere aderenti ai "fondamentali" e a fare una valutazione di cosa conviene fare e dire a questi signori (ci metto tutti, l'UE, l'FMI, la Germania, il governo Greco, l'opposizione, la stampa con i suoi toni sempre iperbolici da una parte e dall'altra, gli ottimisti, i catastrofisti, le cassandre) perchè alla fine è una questione di soldi e quando ci sono di mezzo i soldi spesso i principi purtroppo contano poco.
La newsflow è utilissima (e i ringraziamenti per Tommy non saranno mai abbastanza) ma va letta anche e soprattutto tra le righe.
Ricordando sempre che è il caso di stare dentro con una quota di portafoglio per cui si possa comunque sopportare nel worst case scenario una qualche forma di ristrutturazione che anche a questi prezzi potrebbe significare un'ulteriore perdita anche di un 30%-40% del valore sul mercato, almeno per i titoli più costosi e meno difensivi, secondo quelle indiscrezioni, mai smentite, del meccanismo di allungamento maturity e abbassamento cedola (quindi significativo aumento duration) che sarebbe il più attendibile e coerente con i famosi step ricordati anche dalla Merkel sulla procedura di "messa in crisi" di uno stato. Tutto in quel caso dipenderebbe da quanto allungano la scadenza e quanto abbassano il rateo.
Tanto per ricordare che se ristrutturano lo fanno dalla sera alla mattina e il primo giorno utile di mercato poi i book in denaro sono deserti.
Poi chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori.
Lo dico a voi ma in realtà lo ripeto a me stesso per cercarmi di disciplinare, visto che nei momenti di euforia si rischia di sovrappesare, ma qui muovono questi titoli dall'oggi al domani con una qualsiasi notizia che si presti alla speculazione, portandoli ora sotto terra, ora alle stelle.