"Greece Is Not In Talks To Extend The Repayment Of Its Entire Debt"
A finance ministry official noted on Tuesday that Greece is not in talks to lengthen the repayment of its entire outstanding debt, according to Reuters.
"The government has a very specific agenda ... there is preliminary agreement to extend repayment of Greece΄s EU/IMF bailout loans and that΄s it," the official said.
"There is nothing else being discussed, nothing more on extending repayment of all outstanding debt," the official told Reuters.
The official, who requested anonymity, was responding to comments by Deputy Prime Minister Theodoros Pangalos, who said late on Monday that he believed Greece could be helped out of its debt crisis by extending repayment of all outstanding debt but without any haircuts.
(capital.gr)
Come dire...
"No, non ancora...
Ora è il turno dei prestiti EU+IMF che dobbiamo riuscire a procrastinare nelle scadenze e magari a tagliare per quanto riguarda gli alti interessi richiesti.
Poi sarà il turno dell'intero outstanding, magari dopo il 2013 e certo non avvertiremo il mercato prima..."
Purtroppo mi dispiace ma questo modo di procedere mi ha tolto gran parte della fiducia che la ristrutturazione non si faccia.
Prescindendo da considerazioni strettamente economiche, che pure hanno la loro importanza per capire quanto il mercato sottostimi o sovrastimi il rischio di uno specifico debito, è evidente che molte circostanze come quella Greca o dei PIIGS in genere, anche in passato, hanno rappresentato allettanti possibilità speculative.
A volte vanno bene a volte possono andare male.
E non dipende quasi mai unicamente dalla stretta congiuntura economica (quella diamo per scontato che "butta male" altrimenti non ci sarebbe proprio lo stato di crisi e i timori di insolvenza).
Spesso è solo un fatto di decisioni politiche (quando la politica si mette in mezzo, come nei TdS ma anche in corporate di rilevanza nazionale e sovranazionale) e a fronte di possibili soluzioni pro tempore (al limite quella di riuscire a "rollare" con nuovo debito) la volontà ferrea, potendo, di onorare i propri debiti.
A chi ha lucrato anni fa sulla Russia e sugli emergenti, quel BRIC di cui oggi si va tanto fieri, è andata bene.
Chi ha provato a speculare su GM ha subito la ristrutturazione (va per altro detto che chi l'avesse comprata all'ultimo avrebbe avuto un prezzo di carico, rateo compreso, che mi sembra non sia stato in alcun modo conteggiato nella conversione in azioni, di circa 15-16, che ai prezzi attuali del bond sul pink sheet calcolando la conversione nelle nuove azioni, significa aver più che raddoppiato l'investimento!

).
Chi nello stesso periodo avesse provato ad acquistare a 20-30 le obbligazioni ventennali Ford, che ha fatto una offerta volontaria di scambio (certo pure li c'era da raggiungere una quota minima, quindi forse non era facile fare hold out a cuor leggero) adesso avrebbe un bond più che quadruplicato di valore sul mercato e gli avrebbe fruttato rispetto alla somma inizialmente stanziata il 36% di interesse annuo di solo flusso cedolare

.
Analoga considerazione per chi avesse fatto hold out con i bond Safilo dopo l'offerta volontaria del fondo olandese che era sceso in campo a salvarla.
Chi avesse provato invece con le subordinate Irlandesi (apparentemente vicenda che due anni fa poteva sembrare più rassicurante, con messa in protezione per due anni sotto l'egida dello stato Irlandese, e qui ci vedo una raggelante analogia) lo hanno passato al tritacarne.

che dire....
La palla di vetro non ce l'ha nessuno.
Solo che questa vicenda poteva raggionevolmente e a buon senso sembrare di infinitamente più semplice soluzione.
Tutti speravano in una semplice soluzione politica.
Ma la Germania ha complicato enormemente le carte in tavola, perchè di essere il fideiussore finale proprio non ne vuole sapere. A torto o a ragione, non entro nel merito, al limite si dovrebbe contestare come da più parti si è più volte detto, che l'Europa Unita andava fondata su una maggiore integrazione centralizzata, sia fiscale che del debito e delle spese pubbliche e non solo per fissare le "quote latte"

Che forse i paesi più peones (e ci metto anche il nostro in primis) avrebbero avuto tutto da guadagnarci dal soggiacere a regole che ci imponevano gli euroburocrati. Magari potrebbero sancire in primis, come forma di perequazione, che gli stipendi di europarlamentari ma anche delle "caste" politiche nazionali, fossero equiparati (verso il basso).
Non risolve la recessione, ma in tempi di austerity sarebbe un bell'esempio doveroso. E più in generale noi in particolare ne beneficeremmo ad avere una sentinella europea, per vigilare su sprechi, corruzione, appalti truccati, bustarelle.
Comunque tornando al discorso principale, di fatto l'EU si è dimostrata fondata su basi ancora ampiamente dis-integrate, in termini di coordinazione economica e di conseguenza oggi, di volontà politiche.
E quello che ne è venuto fuori è un circo con nani e ballerine all'insegna di immobilismo, di lentezza decisionale nel trovare una soluzione definitiva, che credo abbia stupito oltremodo il mercato ed è stata manna per la speculazione. Se uno avesse dovuto scegliere se fare "una puntata" sulla drammatica crisi Russa del '98 (per le cui conseguenze immediate sui listini, era saltato il Fondo Long Term Capital Management sulle opzioni gestito dai nobel Black e Shoels) o sulla Grecia di oggi non ho dubbi che questa crisi in confronto appare come poca cosa. Il punto però è capire quali reali intenzioni politiche si stanno insinuando nelle testoline degli euroburocrati.
E spero che avere l'Europa alle spalle, non si riveli, invece che una ulteriore garanzia come tutti credevano, un aspetto controproducente rispetto ad uno stato totalmente sovrano delle sue decisioni e forte della volonta di voler onorare il suo debito (per intenderci non come l'Argentina

).