Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
EU, IMF back Greece in rating agency battle




The European Commission has backed Greek officials in questioning the way that rating agencies operate while the International Monetary Fund expressed concern about market panic caused by their actions.
The comments come after Standard & Poor’s downgraded Greece and Portugal on Tuesday, in decisions that put extra pressure on policymakers to stem the debt turmoil that led to the bailouts of Greece and Ireland. Moody's and Fitch have also downgraded European Union members in the past.
The IMF said in a report that sovereign rating announcements in Europe have significant spillover effects in the region, revealing their potential to stir financial instability.
Cuts to levels near the lowest investment grade for “relatively large economies” such as Greece have had a systematic impact on other countries sharing the euro, IMF economists said in a study released late on Tuesday.
The European debt crisis “has been the theater of sovereign credit rating downgrades, widening of sovereign bond and credit default swap spreads, and pressures on stock markets,” the report said.
Interestingly, financial markets throughout the euro area have been under pressure although credit rating actions were concentrated in few countries such as Greece, Iceland, Ireland, Portugal and Spain,” the study said.
European officials have criticized credit rating companies for making rating changes just as Europe’s debt crisis was unfolding, exacerbating market turmoil.
The European Commission, the 27-nation EU’s executive arm, has said that it will make proposals by September to toughen regulation of the credit rating companies and increase competition.
On Wednesday, the Commission said it had some doubts and concerns about how credit rating agencies function but did not comment on the individual credit ratings of countries.
It said that Greece was doing all it could to implement a fiscal adjustment program agreed with the European Union and the IMF and «things are going well."
The comments from Brussels follow an angry reaction from Greek officials to the S&P downgrade on Tuesday that pushed its the rating on Greek bonds deeper into junk territory on fears that the country will restructure its debt and force losses on bondholders after 2013.
Prime Minister George Papandreou accused credit rating agencies of spreading panic in the markets.
We have seen the ratings agencies go from the bubble of euphoria to the panic of risk,” he said.
“Only two years ago they were rating AAA all the toxic bonds that created the crisis.”
In March, 10 members of Parliament from Greece’s ruling Socialist party signed a petition urging the government to take legal action against Moody’s, claiming the agency had deliberately intended to weaken the country’s negotiating position ahead of an EU summit by downgrading Greek bonds.






ekathimerini.com , Wednesday March 30, 2011 (15:31)
 
EU Commission has concerns about credit rating agencies






BRUSSELS, March 30 | Wed Mar 30, 2011 6:48am EDT



BRUSSELS, March 30 (Reuters) - The European Commission said on Wednesday it had some doubts and concerns about how credit rating agencies function, but said it had no comment on individual credit ratings of countries.
Rating agency Standard & Poor's downgraded both Portugal and Greece on Tuesday, further undermining financial market confidence in the countries' abilities to meet their debt obligations. Moody's and Fitch have also downgraded EU members in the past.
The Commission, the EU executive, said Greece was doing all it could to implement a fiscal adjustment programme agreed with the European Union and the International Monetary Fund and said "things are going well".

Balle! Mi dispiace ma questa volta non sono proprio d'accordo.
Se si può fare una critica alle società di rating è quella di arrivare sempre tardi (a ben vedere anche sui PIIGS sono tutt'ora in ritardo e persino l'attuale retrocessione del reting non è allineata con le quotazioni e i rispettivi rendimenti, ma sono valutazioni generose rispetto a come sono prezzati sul mercato).
Si può anche accusarli di essere spesso in malafede e in conflitto di interesse.
E di avere figli e figliastri, essendo tutte di matrice anglosassone (in realtà Fitch ha come azionista di maggioranza un miliardario francese).
D'altronde se anche guardassero con occhio di favore al Treasury o al Gilt piuttosto che ai TdS distressed europei come dargli torto? E non solo per ragioni fondamentali: l'Inghilterra è in recessione, ma è sovrana della sua moneta quindi un default è assai improbabile. Gli USA hanno ripreso a crescere, hanno un'economia 1000 volte più vitale di quella Europea, che lascerà pure morti e feriti quando crolla, ma poi risorge come la fenice. Hanno un debito colossale, hanno raggiunto il limite di indebitamento sancito dalle loro leggi, ma tanto ad Aprile lo estenderanno. Inoltre se serve stampano moneta, comprano i loro stessi titoli, ne sostengono le quotazioni. Resta se mai da capire quanto valga sul lungo periodo essere investiti in dollari, ma forse grazie alla non coesione che sta dimostrando la politica Europea, non è detto che non ci saranno margini di riapprezzamento sostanziale per il dollaro.
Ma in questo caso per assurdo le società di rating stanno facendo (magari per pura coincidenza non essendo certo il loro primo fine) l'interesse dell'investitore (intendo dell'investitore che fosse tentato di accostarsi ai titoli, non purtroppo di chi è incastrato dentro) interpretando obbiettivamente come stanno evolvendo i fatti:
1) I dati di bilancio sono spaventosi e ogni revisione conferma l'insano ottimismo dei dati preventivati, del tutto incoerenti con la congiuntura economica che al momento non lascia sperare nulla di buono.
2) Posso anche capire che possiamo essere vicino al bottom dell'avvitamento della spirale austerity-recessione. Il punto è che non c'è nessuna garanzia che da lì ci sia un rimbalzo a V (e perché dovrebbe esserci se la Grecia continua ad essere gravata dei medesimi oneri finanziari, anzi aggravati dai nuovi prestiti di salvataggio, non essendo comunque mai stata strutturalmente una locomotiva in termini economici. Molto più probabile un lungo periodo di recessione, per così dire, laterale, tipo la lost decade Giapponese in uno scenario pesantemente deflazionistico per l'economia interna.
Le riforme strutturali potranno dare i loro frutti e sono senz'altro un bene, ma magari in un contesto economico migliorato anche a livello internazionale, magari fra 5 anni, magari fra 10. L'economia mondiale risente della mancanza di vere innovazioni che creano indotto. Da dieci anni l'occidente va avanti con speculazioni finanziarie e immobiliari (e ora la bolla ha fatto il botto) e precariato, che sembra l'unica cosa che ha portato, almeno qui da noi, la grande innovazione delle TLC, con i call center. Poi ci sono i "giocattoli" Hi Tech, ma anche li i margini e la concorrenza si sono fatti spietati: e in ogni caso è una partita che non riguarda certo noi PIIGS.
3) Se un rimbalzo a V del Pil è dunque improbabile ( e invece i loro programmi ottimistici questo vogliono farci credere, ritornando sopra la soglia del -3%, o addirittura in avanzo, ora non ricordo, entro il 2014-2015, cosa a cui non crederò neanche vedendola) non si vede proprio come possano non dipendere dai prestiti ESM anche dopo il 2013.
Lo stesso piano di privatizzazioni e vendita assets per 50 miliardi sembra difficilissimo da perseguire in così poco tempo, qualcuno aveva calcolato quanto avrebbero dovuto racimolare mediamente su base giornaliera e veniva da ridere. E se anche ci riuscissero, avrebbero coperto solo circa il 50% del debito sul capitale con l'ESFS, interessi esclusi.
4) Nonostante queste premesse l'Europa si è accordata per mettere su un meccanismo che presuppone dal 2013 la ridiscussione del debito con i privati.
Chiamiamola anche "burden sharing", di fatto non si ha alcuna intenzione di trasferire TUTTI i costi del sostegno dalle economie deboli a quelle forti, ma di condividere ALMENO UNA PARTE dei costi con gli investitori che hanno puntato sul cavallo sbagliato (che è poi un modo di punire anche il cavallo, facendogli attraversare un minimo di forche Gaudine con i mercati, invece di salvare la faccia, così imparano ad aver vissuto da cicale oltre i loro mezzi e ad aver taroccato i conti).
L'elettorato nordico, Tedesco ma non solo, sta dando chiari segnali di insofferenza a questo tipo di assistenzialismo e la Merkel, nonostante la linea dura, evidentemente giudicata non abbastanza dura dagli elettori, sta rischiando la poltrona. Già alle prime voci di salvataggio avevamo visto come anche l'est europa si fosse dimostrata ancora più riluttante a dover contribuire finanziariamente per salvare un paese con retribuzioni medie decisamente più alte rispetto alle loro economie.

Per ragioni in parte analoghe il Portogallo, per la voragine bancaria l'Irlanda, sono finiti nel baratro insieme alla Grecia. E così i paesi a gravare sul fondo salva stati europeo sono tre! Mal comune mezzo gaudio, in tempi straordinari sono ammissibili misure straordinarie, così che se riusciranno anche solo a rivedere alcuni termini del debito di questi tre paesi, tutto sommato marginali, senza che la crisi avrà investito il debito Spagnolo e Italiano, alla fine ci si complimenterà a vicenda nell'eurogruppo con grandi strette di mani, pacche sulla spalla e foto di gruppo sorridenti a Bruxelles. E ci diranno di aver scongiurato l'apocalisse.

Concludo dicendo che se l'eurogruppo voleva fare una critica costruttiva ai nuovi declassamenti delle società di rating, poteva rispondere in modo circostanziato nel merito alla questione sollevata:

Greece's Rating Cut Two Levels to BB- by S&P on Debt-Restructuring Concern

By Marcus Bensasson - Mar 29, 2011 3:51 PM GMT+0200 Tue Mar 29 13:51:42 GMT 2011
Greece’s credit rating was cut two steps by Standard and Poor’s on concern the country may be required to restructure its debt and bondholders may lose out.
The rating was lowered to BB- from BB+ by S&P, according to a statement today. The outlook remains negative, according to the statement.
A meeting of EU leaders in Brussels on March 25 affirmed a decision earlier this month to ease the terms of 110 billion- euro ($155 billion) in emergency loans granted to Greece last year in return for a program of budget cuts. The leaders also agreed that repayment of loans granted through the European Stability Mechanism, the region’s permanent debt crisis mechanism from 2013, would take a priority in the event of a debt restructuring. S&P said on March 15 that the agreement would be “detrimental” to existing bondholders.
The March 25 statement “confirms our previously published expectations that sovereign-debt restructuring is a potential pre-condition to borrowing from the ESM,” according to S&P. The rating company also cited concerns that senior unsecured government debt will be subordinated to ESM loans.
 
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Balle! Mi dispiace ma questa volta non sono proprio d'accordo.
Se si può fare una critica alle società di rating è quella di arrivare sempre tardi (a ben vedere anche sui PIIGS sono tutt'ora in ritardo e persino l'attuale retrocessione del reting non è allineata con le quotazioni e i rispettivi rendimenti, ma sono valutazioni generose rispetto a come sono prezzati sul mercato).
Si può anche accusarli di essere spesso in malafede e in conflitto di interesse.
E di avere figli e figliastri, essendo tutte di matrice anglosassone (in realtà Fitch ha come azionista di maggioranza un miliardario francese).
D'altronde se anche guardassero con occhio di favore al Treasury o al Gilt piuttosto che ai TdS distressed europei come dargli torto? E non solo per ragioni fondamentali: l'Inghilterra è in recessione, ma è sovrana della sua moneta quindi un default è assai improbabile. Gli USA hanno ripreso a crescere, hanno un'economia 1000 volte più vitale di quella Europea, che lascerà pure morti e feriti quando crolla, ma poi risorge come la fenice. Hanno un debito colossale, hanno raggiunto il limite di indebitamento sancito dalle loro leggi, ma tanto ad Aprile lo estenderanno. Inoltre se serve stampano moneta, comprano i loro stessi titoli, ne sostengono le quotazioni. Resta se mai da capire quanto valga sul lungo periodo essere investiti in dollari, ma forse grazie alla non coesione che sta dimostrando la politica Europea, non è detto che non ci saranno margini di riapprezzamento sostanziale per il dollaro.
Ma in questo caso per assurdo le società di rating stanno facendo (magari per pura coincidenza non essendo certo il loro primo fine) l'interesse dell'investitore (intendo dell'investitore che fosse tentato di accostarsi ai titoli, non purtroppo di chi è incastrato dentro) interpretando obbiettivamente come stanno evolvendo i fatti:
1) I dati di bilancio sono spaventosi e ogni revisione conferma l'insano ottimismo dei dati preventivati, del tutto incoerenti con la congiuntura economica che al momento non lascia sperare nulla di buono.
2) Posso anche capire che possiamo essere vicino al bottom dell'avvitamento della spirale austerity-recessione. Il punto è che non c'è nessuna garanzia che da lì ci sia un rimbalzo a V (e perché dovrebbe esserci se la Grecia continua ad essere gravata dei medesimi oneri finanziari, anzi aggravati dai nuovi prestiti di salvataggio, non essendo comunque mai stata strutturalmente una locomotiva in termini economici. Molto più probabile un lungo periodo di recessione, per così dire, laterale, tipo la lost decade Giapponese in uno scenario pesantemente deflazionistico per l'economia interna.
Le riforme strutturali potranno dare i loro frutti e sono senz'altro un bene, ma magari in un contesto economico migliorato anche a livello internazionale, magari fra 5 anni, magari fra 10. L'economia mondiale risente della mancanza di vere innovazioni che creano indotto. Da dieci anni l'occidente va avanti con speculazioni finanziarie e immobiliari (e ora la bolla ha fatto il botto) e precariato, che sembra l'unica cosa che ha portato, almeno qui da noi, la grande innovazione delle TLC, con i call center. Poi ci sono i giocattoli Hi Tech, ma anche li i margini e la concorrenza si sono fatti spietati: e in ogni caso è una partita che non riguarda certo noi PIIGS.
3) Se un rimbalzo a V del Pil è dunque improbabile ( e invece i loro programmi ottimistici questo vogliono farci credere, ritornando sopra la soglia del -3%, o addirittura in avanzo, ora non ricordo, entro il 2014-2015, cosa a cui non crederò neanche vedendola) non si vede proprio come possano non dipendere dai prestiti ESM anche dopo il 2013.
Lo stesso piano di privatizzazioni e vendita assets per 50 miliardi sembra difficilissimo da perseguire in così poco tempo, qualcuno aveva calcolato quanto avrebbero dovuto racimolare mediamente su base giornaliera e veniva da ridere. e se anche ci riuscissero, avrebbero coperto colo circa il 50% del debito sul capitale con l'ESFS, interessi esclusi.
4) Nonostante queste premesse l'Europa si è accordata per mettere su un meccanismo che presuppone dal 2013 la ridiscussione del debito con i privati.
Chiamiamola anche "burden sharing", di fatto non si ha alcuna intenzione di trasferire TUTTI i costi del sostegno dalle economie deboli a quelle forti, ma di condividere ALMENO UNA PARTE dei costi con gli investitori che hanno puntato sul cavallo sbagliato (che è poi un modo di punire anche il cavallo, facendogli attraversare un minimo di forche Gaudine con i mercati, invece di salvare la faccia, così imparano ad aver vissuto da cicale oltre i loro mezzi e ad aver taroccato i conti).
L'elettorato nordico, Tedesco ma non solo, sta dando chiari segnali di insofferenza a questo tipo di assistenzialismo e la Merkel, nonostante la linea dura, evidentemente giudicata non abbastanza dura dagli elettori, sta rischiando la poltrona. Già alle prime voci di salvataggio avevamo visto come anche l'est europa si fosse dimostrata ancora più riluttante a dover contribuire finanziariamente per salvare un paese con retribuzioni medie decisamente più alte rispetto alle loro economie.

Per ragioni in parte analoghe il Portogallo, per la voragine bancaria l'Irlanda, sono finiti nel baratro insieme alla Grecia. E così i paesi a gravare sul fondo salva stati europei sono tre! Mal comune mezzo gaudio, in tempi straordinari sono ammissibili misure straordinarie, così che se riusciranno anche solo a rivedere alcuni termini del debito di questi tre paesi, tutto sommato marginali, senza che la crisi avrà investito il debito Spagnolo e Italiano, alla fine ci si complimenterà a vicenda nell'eurogruppo con grandi strette di mani, pacche sulla spalla e foto di gruppo sorridenti a Bruxelles. E ci diranno di aver scongiurato l'apocalisse.

Concludo dicendo che se l'eurogruppo voleva fare una critica costruttiva ai nuovi declassamenti delle società di rating, poteva rispondere in modo circostanziato nel merito alla questione sollevata:

Ottimo post, ben circostanziato ma tanta carne sul fuoco.
In effetti si criticavano le società di rating per intervenire a cose fatte.
Ci ricordiamo tutti la doppia AA di Lehann, evaporata nel giro di un week-end.
Inizio a dialogare su questo punto. Gli altri più avanti.

Il downgrade per Grecia e Portogallo è avvenuto sulle stesse motivazioni, l'entrata in vigore del ESM nel 2013 che comporterà, se richiesto l'intervento, una obbligatorietà della "ristrutturazione" del debito (modalità e gradi ci sono ancora sconosciuti, andiamo dal taglio del nominale al rinvio del pagamento di una cedola).
Lo stesso accanimento mi sembra fuoriluogo per il Portogallo (non avendo chiesto ancora nulla) e salvifico per l'Irlanda (che ha chiesto ma trova la porta chiusa alla trattativa): il Portogallo è stato punito con la BBB- mentre l'Irlanda gode ancora della A-.
Un trattamento veramente singolare.
Mi pare che le agenzie di rating seguano ora gli "umori" del mercato, piuttosto che i fondamentali.
Prima intervenivano tardi ora invece anticipano conclusioni.
Mi piacerebbe fotografassero meglio il dato attuale.

Certamente i dati di bilancio non sono eccellenti, ma non possiamo dire che siano totalmente pessimi.
Sappiamo benissimo che i provvedimenti presi hanno lo scopo di migliorare il pesantissimo deficit pubblico. E' altrettanto evidente che tagliando in questo modo la spesa pubblica è difficile non entrare in una spirale recessiva.
D'altra parte cosa può fare Papandreou?
Tutte le volte che cerco di immaginarmi scenari, mi calo innanzitutto nei panni del mio interlocutore per vedere come mi muoverei se fossi al suo posto.
Ragionevolmente avrei fatto le stesse cose.
Il punto di inversione io lo aspetto tra un paio di mesi con l'estate e l'avvio dell'autunno con le nuove riforme messe in campo per liberalizzare "arti e professioni".
Una spinta poi la aspetterei con un rientro dei capitali in seguito dell'avvio del programma di privatizzazioni.

La situazione non è certamente "brillante" ma il paese ha tenuto, le leggi varate dal consiglio dei Ministri hanno trovato la maggioranza in Parlamento.
Il percorso rimane lungo e gli sforzi sono stati premiati con l'allentamento ai vincoli sulla restituzione dei prestiti e sui tassi.
L'Europa può fare di più e l'inquadramento dato al ESM è stato letto negativamente da tutti.
Risollevare il fardello del debito non è questione semplice, ma i percorsi indicati di un buy-back o di un concambio rimangono estremamente realistici ed in grado di affrontare di petto il problema.
Io rimango ancorato al piano del Memorandum che può ridare slancio alla Grecia: sin'ora siamo, seppur faticosamente (ed ogni tappa successiva lo è) in linea con il percorso.
 
Intendevo dire quanti soldi sono garantiti dalla Troika per il 2012?

La Troika garantisce il fabbisogno sino al 2013.
Ma il punto non è questo, dato che è acclarato.
Se, malauguratamente, la Grecia dovesse "ristrutturare" non aspetterà il 2013 ma lo farà di propria iniziativa nel 2012.
Il quadro sarà abbastanza chiaro a fine 2011 per sapere dove andrà la Grecia ...
 
S&P Cuts Cyprus A Notch, Citing Exposure To Troubled Greece



DOW JONES NEWSWIRES
Standard & Poor's Ratings Services cut its rating on Cyprus a notch, citing the Mediterranean island's exposure to woes in nearby Greece.
Cyprus has struggled from its financial system's vulnerability to its neighbor, which has suffered dysfunction and widespread protests over the government's austerity program amid a deepening recession.
"The increasing likelihood that the Greek government will restructure its debt heightens the risk that a significant portion of the Cypriot government's large financial-sector contingent liabilities will become explicit liabilities migrating to the Cypriot government's balance sheet," S&P credit analyst Benjamin Young said.
S&P has Cyprus at A-, with a negative outlook, suggesting another cut is likely in the near term. The downgrade followed a previous cut in November.
S&P said the rating could be lowered again if it perceives increased credit risks in Cyprus' financial system, demonstrated by further credit conditions in either its or Greece's funding base.
The rating agency had downgraded Greece two notches Tuesday, saying it is highly unlikely the country, which has already accepted a three-year plan of emergency help from the European Union and International Monetary Fund, will have to access official assistance after the middle of 2013.
 
La Borsa di Atene chiude oggi ancora in rosso, lasciando sul terreno un - 1,34%. L'indice scende a 1558 punti. Volumi nella normalità a 111 MLN.

Spread sul decennale sempre in oscillazione stabile intorno a 949 pb.
 
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