PUNTO 1 - G8, focus leader su primavera araba, Fmi, Grecia
giovedì 26 maggio 2011 12:48
* Successione a vertice Fmi potrebbe distrarre leader
* G8 parlerà di soluzione per Libia, aiuti Tunisia, Egitto
* A esame impatto crisi Grecia su cambio
(Aggiunge dettagli)
DEAUVILLE, Francia, 26 maggio (Reuters) - I leader del G8 sono a raccolta oggi e domani nella cittadina francese di Deauville per trovare un accordo sugli aiuti alle nascenti democrazie nei paesi arabi, ma la scena potrebbe essere rubata dalle trattative sullo stato dell'economia e sulla successione alla guida del Fondo monetario internazionale.
L'Italia è rappresentata dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, da poco atterrato a Deauville, che per il momento non ha nella sua agenda nessun bilaterale.
TENSIONI SU FMI, OCCHIO A GRECIA
Forte attenzione al tema della successione a Dominique Strauss-Kahn alla guida del Fmi, dopo le dimissioni del francese per le accuse di abuso sessuale su una cameriera a New York, sebbene il tema non sia ufficialmente all'ordine del giorno.
I leader, nell'ambito della discussione sullo stato dell'economia globale, affronteranno il tema della crisi greca ma non con riferimento al rischio di ristrutturazione del debito, quando piuttosto alle conseguenze sui cambi.
"Nei colloqui sull'economia globale è verosimile che si parli di Grecia ma sotto il profilo degli squilibri finanziari che possono essere innescati da un rafforzamento del dollaro contro l'euro a seguito della crisi greca", ha riferito una fonte diplomatica Ue a margine dei lavori.
Il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, ha detto che non sono in corso negoziati su un pacchetto di aiuti supplementari alla Grecia nel corso del summit e che l'Europa farà di tutto per evitare il default.
Il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde ha annunciato ieri la propria candidatura in via ufficiale e gode del sostegno unanime dei 27 paesi dell'Unione europea, mentre gli Stati Uniti l'hanno lodata per bocca del segretario al Tesoro Timothy Geithner.
A mettere a rischio la candidatura europea c'è la Cina, secondo la quale qualsiasi decisione in merito alla nuova guida del Fondo "dovrebbe essere presa attraverso una consultazione democratica".
In una dichiarazione ufficiale il governo di Pechino ha affermato oggi che le posizioni di maggiore responsabilità all'interno dell'organizzazione internazionale "dovrebbero migliorare il livello di rappresentanza dei Paesi emergenti e riflettere i cambiamenti in atto nell'assetto economico mondiale".
Nel comunicato non viene dichiarato l'appoggio cinese a Lagarde, che Parigi aveva dato per certo, ma nemmeno una bocciatura del ministro delle Finanze francese.
Allo stesso modo, Pechino non si esprime in merito all'altro candidato in campo, il messicano Agustin Carstens.
"Penso che a margine del summit se ne parlerà anche se Lagarde è probabilmente il miglior candidato", ha detto l'ambasciatore russo in Francia a Reuters aggiungendo di non credere che il suo Paese si metterà di traverso.
"La questione è però se l'Europa occidentale debba dare per scontato di avere diritto a guidare il Fondo e perché non si possa invece considerare una candidatura di un altro paese, come uno dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa)", ha però precisato.
Il Fmi, a guida europea dal 1945, ha promesso un processo democratico per la scelta del successore del politico socialista che dovrà essere scelto entro il 30 giugno.
Il presidente russo Dmitry Medvedev e il ministro delle Finanze sudafricano Pravin Gordhan - uno dei dieci paesi africani invitati al summit in Normandia - sono orientati a difendere le istanze dei Brics.
La Russia esprimerà anche le sue preoccupazioni sulla Libia dove oltre due mesi di raid Nato non sono ancora serviti a deporre Muammar Gheddafi. Mosca è contraria all'intervento militare e sta mediando per arrivare a un cessate il fuoco.
PRIMAVERA ARABA, IN ARRIVO PIANO AIUTI
Attenzione anche sullo Yemen, dopo gli ultimi atti di violenza perpetrati nella notte dal regime contro i movimenti di rinascita democratica, cosa che ha portato gli Usa, sponsor chiave del presidente Ali Abdullah Saleh, a chiedere al proprio corpo diplomatico di lasciare il paese.
Ieri si sono tenuti fra gli sherpa dei Paesi G8 - Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Giappone e Russia - colloqui preparatori per trovare una posizione comune sull'economia mondiale, la guerra in Libia, i progetti nucleari iraniani e i disordini in Siria.
Il summit dovrebbe dare il via libera a un piano di aiuti da diversi miliardi di dollari per Tunisia ed Egitto a sostegno della cosiddetta 'primavera araba' che ha scardinato i vecchi regimi autoritari in nord Africa, e trovare un accordo a sostegno degli altri paesi dell'area che aspirano alla democrazia.
(Francesca Piscioneri)