Allego l'originale della proposta francese (trovato sul FOL).
Come puoi vedere è differente sia dalla mia versione (30% cash, 50% bond trentennale NON garantito, 20% garantito) che dalla tua (30% cash, 70% garantito).
Se ho ben capito il meccanismo di garanzia:
il 70% del "new investment amount" la Grecia lo può usare come le pare e piace;
il 30% lo deve mettere in un veicolo (Collateral SPV) che in cambio si impegna ad assumersi il debito in caso di default;
l'SPV questo 30% lo investe in un bond trentennale zero coupon AAA emesso da un'istituzione sovranazionale.
Secondo i loro calcoli, il nominale del ZC dovrebbe essere pari al nominale del new investment (direi realistico, verrebbe un TIR del ZC pari al 4,09%): in questo modo a scadenza il new investment sarebbe completamente collateralizzato e anche in caso di default greco le banche creditrici non rischierebbero nulla.
Ovviamente se il default avvenisse prima della scadenza allora il recupero del credito sarebbe solo parziale, visto che lo ZC varrebbe meno di 100..
Considerando che la Grecia si terrebbe solo il 70% del nuovo debito, il tasso proposto (5,50% + PIL) è più oneroso di quanto appare a prima vista:
(5,50% + PIL) / .7 = 7,86% + PIL * 1,4
tasso max con PIL >= 2,5% ---> 11,43%
Avete capito male, gli scenari descritti sono i seguenti:
1. Titoli trentennali
2. Titoli di durata quinquennale
Al punto 1 gli investitori si impegnano a rinnovare non meno del 70% di quanto in scadenza (es. 700 euro ogni 1000) ottenendo titoli (new GGB) garantiti da un collaterale che interviene solo nel caso di insolvenza (zero-coupon). Il rendimento sarà del 5,5% + il GDP greco cappato al 2,5% (max 8%). Tali titoli sono fuori mercato sino al 2022.
Per il punto 2, l'impegno da investire sale a non meno del 90% di quanto in scadenza (900 euro ogni 1000). Il rendimento sarà del 5,5% e i titoli saranno scambiabili con alcune limitazioni.
Andasse davvero a finire così, come pensi procederanno le cose con gli altri quattro piccoli porcellini?
Il mio timore è che possa ripetersi il film già visto nel 2008 dopo il salvataggio Bear Stearns - qualche mese di apparente tranquillità, poi si è passati al bersaglio successivo e si è andati avanti fino ad arrivare a quello troppo grosso da tenere su.
Insomma, al di là del possibile salvataggio greco... non è che poi tocca comunque a Irlanda, Portogallo, Spagna, ... ?
Ciao a tutti, grazie per l'interessante discussione (seguita senza aver esaminato la bozza...

) e premesso che vengo sicuramente sopravvalutato nella mia capacità di analisi, e di una buona spanna, mi riservo di dire le mie impressioni dopo aver dato un'occhiata...
Piccola premessa: non avevo ieri una "mia" tesi, cercavo di capire dalla sintesi giornalistica il senso di questa proposta. Capisco ora sia i giornalisti della Reuters, che dinanzi a questo testo devono essere andati nel pallone, sia quelli di uno fra il NYT e il WSJ che diceva testualmente "i contenuti della proposta, secondo quanto riportato dalla Reuters, sono i seguenti... ".
Concordo peraltro con quanto scritto da Gaudente: questa bozza - che il ministro delle finanze olandese aveva indicato ieri non a caso come "di difficile comprensione" - sembra avere generato già una bozza tedesca con la quale verrà confrontata. occorrerà cmq aspettare la bozza finale per un commento definitivo.
A Yunus dico che talune situazioni paiono difficilmente sostenibili negli anni a venire: i deficit pubblici, ed in primis quello USA, sono stati il vero motore della ripresa economica nel post-Lehman, e si sono sostituiti al motore che aveva dato spinta nei precedenti vent'anni: le cartolarizzazioni di qualsiasi debito, la finanza creativa che negli ultimi anni del pre-Lehman era arrivata al paradosso di dover generare il debito a qualunque costo affinché si potesse poi cartolarizzarlo.
Ora il motore dei deficit pubblici va a sua volta ad esaurire la propria spinta, ponendosi il problema della sostenibilità della crescita del debito pubblico che esso genera.
Poiché sopra gli stati nazionali non c'è nulla, dovremo abituarci ad un prolungato periodo di deleverage nel contesto occidentale (che banche, soggetti finanziari, ma anche aziende industriali hanno già intrapreso largamente nel post-Lehman, avvantaggiandosi del rimbalzo nella crescita economica generato dalla crescita della spesa pubblica).
Certe situazioni non sono dunque evitabili, per questo verranno affrontate: debito senior unsecured delle banche irlandesi, delle cajas spagnole, debito delle amministrazioni locali spagnole, debito pubblico e delle GRE portoghesi ecc. ecc.
Tempi e modi da definire, trattandosi di situazioni comunque differenti.