Il sentiero stretto dei greci in questo articolo del WSJ online. Per ora pare riescano a tenerlo, sebbene le scadenze importanti del mese corrente e del prossimo concorrano, come detto a tenere elevati gli spread sul debito.
Se circa la metà dei provvedimenti presi saranno tali da replicare i propri effetti negli anni (cd. misure strutturali), la Grecia dovrà ancora fare qualche altro passo difficile negli anni a venire per raggiungere il target di un deficit/PIl sotto il 3% nel 2012, ma avrà imboccato la strada correttamente.
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Bene Mark, un po' più pessimista, invece, Alain Faujas su "Le Monde" di oggi di cui abbozzo, scusandomene, una traduzione alla buona un po' "à bâtons rompus".
Piacerà forse a Gaudente ma, sia detto a chiosa, mi è parso di capire che i francesi siano ancora più inguaiati dei tedeschi con il debito greco.
La Grecia è ancora lontana dall'esser fuori dai guai
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Son contento" Il ministro delle finanze greco è apparso sollevato il 29 marzo scorso dopo i risultati dell'asta del nuovo titolo di stato. Contrariamente a quel che però potrebbe far pensare il concerto di autocongratulazioni che si è levato all'indomani dell'ennesimo piano di sostegno (verbale e non scritto) a favore della Grecia, al summit di Bruxelles del 25 marzo la Germania ha sancito la sorte dell'economia ellenica: un default a termine sul debito nazionale. Certo la BCE ha scelto di prolungare sine die la presa in carico anche di quelle parti del debito giudicate meno affidabili e questo...
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assicura la liquidità del debito greco e rassicura le banche europee che l'acquistano" ha commentato Jesus Castillo, economista di Natixis.
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Certo, le prime cifre presentate da Atene relative al suo piano di austerità
mostrano che il deficit pubblico è sceso in febbraio del 70% in rapporto ai
risultati del mese corrispondente del 2009" sottolinea.
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Ma diminuire di 10 punti (dal12,7 al 3%) in tre anni la percentuale del deficit in rapporto al PIL rappresenta uno sforzo enorme"
Ed è proprio qui che le note si fan dolenti. La Grecia tenterà sì, verosimilmente, di realizzare il suo impegno di riduzione del deficit di 4 punti percentuali nel 2010 per l'effetto degli incrementi dell'IVA, dei carburanti, del tabacco e per il congelamento degli stipendi dei dipendenti pubblici e delle pensioni ma, al di là di questo, appare poco verosimile la possibilità di raggiungere un tale traguardo in presenza di una contrazione dell'economia che viene già ora stimata dalla banca centrale greca a non meno del 2%.
Appare evidente che questo piano, così impostato per richiesta di Berlino, è troppo esigente. Questo i mercati lo sanno ed è per questo che hanno inflitto
al titolo greco un tasso proibitivo di circa il 6% quando la Germania stessa
può indebitarsi al 3% ed il FMI potrebbe prestar denaro anche a meno.
Il costo supplementare che ne deriverà andrà ad incrementare il giro vizioso per il quale gli investitori, fidandosi meno del debito greco, chiederanno ulteriori premi per l'investimento ed è per questo che, da lunedì, il prezzo del settennale greco ha ricominciato a cadere in segno di sfiducia.
Per interrompere questa dinamica perversa la soluzione migliore sarebbe stata quella di mettere il denaro sul tavolo al più presto per rassicurare i mercati ed alleggerire il fardello. La Germania ha invece giudicato che ciò sarebbe stato immorale per i trucchi ed il lassismo praticati in passato dalla
clesse dirigente greca ed Angela Merkel non ha voluto, a distanza di soli due mesi dalle elezioni regionali, andare contro un'opinione pubblica ed un potenziale elettorato che rifiutano pervicacemente qualsiasi aiuto alla Grecia.
In conseguenza di tutto ciò gli aiuti (per due terzi europei e per un terzo provenienti dal FMI) non saranno concessi che come extrema ratio quando la Grecia dovesse trovarsi in evidente caduta libera.
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Questo costerebbe ben di più di quei 25 miliardi di dollari che tutti si son sgolati a definire sufficienti[/Ii" ha commentato un autorevole membro del G20. "Non capisco perché voi (l'Unione Europea), dopo aver contrbuito con circa 170 miliardi di dollari alla triplicazione delle riserve del FMI, non abbiate detto, fin da settembre del 2009, che eravate intenzionati a recuperare una parte del vostro denaro approfittandone per l'organizzazione
di prestiti agevolati alla Grecia. Oltre a tutto, essendo denaro proveniente dalla creazione monetaria delle banche centrali, sarebbe stato ben più indolore di prelievi provenienti dai budget di singoli stati destinati ad aggravare ulteriormente altri deficit nazionali ed a fare imbufalire i contribuenti in questi tempi di crisi e restrizioni.
Oggi dunque, né l'unione Europea né il FMI sono nella posizione di poter spalleggiare un governo greco che si trova terribilmente solo di fronte a scadenze temibili dovendo finanziarsi per 53 miliardi di dollari nel 2010, affrontare lo scontento popolare e far ripartire la crescita.
"Ci son voluti quattro mesi all'Unione Europea per partorire questo topolino"
ha commentato sconsolato Bruno Cavalier, capo economista di Oddo Securities. "I dirigenti europei fanno come se la Grecia non avesse un bisogno urgente di tassi più bassi. Se non troverà altro che il 6% o più per potersi indebitare credo non potrà far fronte alle proprie scadenze ed andrà in default. Ma, nel frattempo, ha guadagnato un mese. Chiamatela pure cavalleria se vi pare".