tommy271
Forumer storico
Il punto è proprio questo.
L'autorità terza potrebbe essere proprio l'EFSF e i termini della possibile ristrutturazione non sono un dettaglio secondario ma l'aspetto fondamentale per giudicare quanto oggi i titoli siano prezzati a sconto o meno...
La garanzia che non ci sarà alcun haircut è in realtà poca cosa e può servire anzi ad indorare la pillola e far credere ai più sprovveduti che di default non si tratti.
La Duration di un titolo cresce con la Maturity del titolo e decresce in ragione del rateo (maggiore è il flusso di cassa generato, minore è la duration).
Qui si vuole agire su tutte e due le variabili. Il che potrebbe deprimere fortemente il valore di mercato di un titolo post ristrutturazione che finirebbe per avere duration elevata, per altro in un contesto di scenari incerti di lungo periodo circa inflazione (non da "ripresa economica", ma da speculazione su materie prime, la peggiore....) e conseguente rialzo tassi.
Per altro già lo sconto di cui si vocifera riguardo al prestito EU-FMI non è da poco. Si parla di dimezzare l'interesse.
Se sopra 5 era da strozzini, per delle entità istituzionali che dovevano correre in soccorso (della serie, "dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io...") c'è da dire che interessi del 2,5 e rotti sono proprio bassi. E' giusto che li applichino a queste entità sovranazionali che "dovrebbero" essere non-profit.
Ma se applichi un simile tasso a possibili nuovi bond in concambio con l'attuale outstanding e allunghi le scadenze in modo sostanzioso, allora un buon esempio del valore di mercato che assumerebbero i titoli lo hai con l'attuale valore dei bond argentini in concambio, quelli a scadenza molto lunga e cedola bassa, se pur step-up (e mi sembra anche legata alla crescita del PIL nazionale).
E sarebbero titoli sensibilissimi al generico "rischio tassi", che ripeto, in questo contesto è tutt'altro che remoto.
Si, questo è l'altro scenario cui potremmo avvicinarci.
Vedendo la "qualità temporale del debito" credo non sia necessario: posso benissimo sbagliarmi ... dipenderà molto da cosa si deciderà in merito alla questione complessiva del debito in Europa.
Un giornalista del "Kathimerini" poneva l'accento su uno scenario di uscita di tipo "uruguaiano", un altro su un allungamento delle scadenze riguardanti solo il biennio 2014/2016 che rimarrebbe quello più critico.
Credo però che, in linea di massima, un 2018 preso a 60/65 sconti già in parte queste ipotesi.
Non sconta quella del default.
Una ripresa dei nostri titoli può avvenire solo in un quadro più definito.
Ed è quello che è mancato tra lunedì e martedì.