se anche un cambio volontario viene considerato default...a maggior ragione un qualsiasi cambio delle condizioni (cedole, allungamento, haircut) non volontario lo sara'
ma questo gia' lo sapevamo
ma e' giusto ricordarlo per chi crede che sia tanto semplice toccare i nostri bond
non e' affatto cosi'
se me li toccano, rating a D immediato!
Io la questione non la vedo così semplice.
Ora le agenzie di rating cominciano a remare contro e a cavillare sul fatto che un'adesione volontaria delle banche potrebbe però avere elementi coercitivi impliciti nel timore di conseguenze ancora più avverse se rifiutano.
Tra l'altro non capisco perchè l'originale accordo di Vienna con i debiti di alcuni paesi dell'Est non implicasse il medesimo presupposto.
Va da se che in quel caso le banche più esposte si saranno sedute intorno a un tavolo consentendo di spostare più avanti le maturity, altrimenti non c'era soluzione. In quel frangente forse la situazione era solo meno sotto i riflettori, poichè tutta l'attenzione dei mercati era rivolta soprattutto alla voragine bancaria delle cartolarizzazioni dei mutui inesigibili, i CDS altrettanto inesigibili, AIG praticamente nazionalizzata e poi il caso GM.
Quella vicenda è stata gestita in modo tecnico senza essere alla ribalta un giorno si e l'altro pure.
Ora invece le agenzie di rating non mollano l'osso sulla Grecia e sull'Europa e questo atteggiamento cavilloso ora, in quest'ultimo caso, potrebbe far precipitare la situazione.
Prima la BCE ha preteso che non ci fossero riscadenziamenti se non su base volontaria, per poter ancora accettare bond greci come collaterale.
E così facendo ci è venuta in favore.
Ma se ora ci si mettono anche le agenzie di rating, cavillando sul fatto che il riscadenziamento delle banche non sarebbe poi così volontario, vista la gravità della situazione, così non si lascia una via di uscita alla Germania e agli altri paesi tripla A che sentono pesare su di loro, sui loro contribuenti, ingiustamente, questi continui finanziamenti, che si traducono di fatto in quel tanto odiato trasferimento fiscale che non era contemplato secondo i trattati.
E' vero che noi Italiani siamo i terzi contributori al fondo, e non certo gli Austriaci, i Finlandesi o gli Olandesi. Ma per noi è veramente una partita di giro, quei soldi o li tiriamo fuori così o lasciamo fallire la Grecia e li spendiamo in interessi più costosi sul nostro debito, il cui spread si innalzerebbe decisamente e magari rischieremmo pure che la situazione precipiti, perchè neanche noi possiamo permetterci tassi alti sul debito, questo è certo.
Quindi Italia, Spagna, Belgio che sono la seconda linea del problema, stanno contribuendo ben volentieri a spegnere l'incendio.
Ma i paesi dell'EU primi della classe per rating alla lunga rischiano di perderci.
Capisco l'argomento che Germania e Francia sono preoccupate soprattutto per l'esposizione delle banche all'intero sistema Grecia, oltre che ai soli TdS, e un contagio agli altri paesi deboli potrebbe rivelare conseguenze a catena oggi difficili da preventivare, non c'è stress test che tenga!
Il punto è che si deve consentire l'onore delle armi, ossia una soluzione (purtroppo per adesso si parla solo di soluzioni pro tempore, non certo definitiva) che accontenti tutti. E la Germania e altri paesi forti, esigono che i privati partecipino, o meglio, devono poter dire ai loro elettori-contribuenti, che i privati sono stati chiamati in solido ad aiutare la Grecia, visto che poi sono i primi a beneficiarne se tutto si mette a posto.
E se in particolare questi privati sono le banche, lo slogan funziona ancora meglio, perché la polemica di Main Street che deve salvare Wall Street ormai è vecchia e consolidata (e giusta per principio, aggiungo io), sin dai primi enormi bailout pubblici americani.
Dire che almeno le banche sono state chiamate a non esigere i loro crediti ora che la Grecia non ha liquidità è il minimo che si possa dire ai propri contribuenti.
Ma se le agenzie di rating ora vogliono ricattare con cavilli formali e non lasciare una via d'uscita pratica, se minacciano una bella D o una SD per quelle scadenze 2012-2014 e se questo dovesse avere ripercussioni con crisi di sfiducia anche sull'altro debito fragile della zona Euro a quel punto tanto varrebbe ristrutturare. Voglio dire, se non c'è un modo elegante di risolvere questa faccenda senza beccarsi una D, allora forse la Germania preferirà fare assegnare la D alla Grecia ma ottenere un più corposo sconto dai privati.
Che poi, detto fra noi questa gran paura del contagio vale finché le mani forti della speculazione internazionale decidono di "attaccare" in quella direzione.
Dalla vicenda di come l'Irlanda a trattato gli obbligazionisti delle LT2 poteva scaturire un terremoto sui titoli bancari e invece non c'è stato.
Al limite ne ha risentito qualche subordinata particolarmente distressed, ma anche e soprattutto in conseguenza alle pieghe che stava assumendo la legislazione Tedesca su questa materia.