Ciao Tommy, secondo me l'interesse di chi decide sul sostegno finanziario alla Grecia (USA, Germania) è principalmente quello di togliere il rischio Grecia dai mercati finanziari fino a fine 2012, però congelando la situazione attuale in capo ai bondholders.
Per onestà per ora, almeno a giudicare dai rendimenti OTC, non si vedono differenziali di rendimento tali da fare pensare a date prefigurate dal mercato. Voglio dire che il marzo 2012 ed il maggio 2013 hanno il medesimo rendimento, con un differenziale minimo.
Ci sono poi disallineamenti di rendimento fra titoli a scadenza ravvicinata e quindi anomalie nella curva che però mi fanno pensare piuttosto a vendite disordinate che ad altro.
Occorre vedere cosa succederà alla Grecia sul piano macroeconomico e del raggiungimento degli obiettivi fissati dal nuovo piano, diciamo che è molto improbabile un risanamento dei conti.
Ammesso che avvenga, occorrerebbe comunque ridurre il fardello del debito, che con il nuovo piano continuerà a salire, visto che da quello che si capisce l'entità delle cedole non dovrebbe essere neanche ridotta.
Ciao Mark,ma se spostano di 7 anni le scadenze,perchè dici che dopo il 2012 avrebbero problemi?avrebbero 7 anni x migliorare..
Ciao Topgun, vorrei capire come giostreranno le cose, e per ora se ne sa troppo poco. Da quanto pare di capire, solo una parte dei bond verrebbe riprofilata (forse ultimo trimestre 2011, 2012 e 2013) e qui non so se riusciranno ad evitare il credit event.
Penso di no, perché se lo fai solo volontario non si riesce ad ottenere il burden sharing che si vorrebbe avere e che cercheranno di averne uno selettivo, ossia limitato negli effetti ai titoli riprofilati, e dunque ad una parte del debito.
A questo punto c'è da vedere come funzioneranno i CDS su questa quota di debito, e qui non sono in grado di dire, ma se riuscissero ad avere un default selettivo, non credo di per sé ne verrebbero fuori sfracelli insostenibili per il sistema finanziario europeo o globale.
Salvo poi verificare cosa succede a senior unsecured di banche irlandesi (e lì la vedo già molto dura), a Tds portoghesi (già meno difficile intervenire: i portoghesi verosimilmente si beccano una patrimoniale e molta austerità ... più in là, ma non nell'immediato, si pone il problema della sostenibilità della loro permanenza nell'euro), titoli di cajas spagnole e delle municipalità, ecc.
Però spostare in avanti di sette anni il debito in maturazione nei prossimi due anni non è detto che basti, perché nel mentre i finanziamenti extra erogati dai "salvatori" della Grecia continueranno ad andare soggetti alle verifiche trimestrali circa il raggiungimento degli obiettivi prefissati, considerato che nel mentre, dato che il piano non sembrerebbe prevedere tagli al cedolare dei bond, il debito continua a crescere e che il principale motore della crescita economica post-crisi, ossia il deficit pubblico USA, entrerà anche lui in fase di contenimento.
Se i "salvatori" si rendessero conto di ulteriori difficoltà della Grecia, dopo le elezioni USA sarebbero maggiormente motivati a lasciarla andare, oppure forse in quel momento saranno le classi dirigenti greche a ritenere non più sostenibile la situazione che verrà a crearsi.
La via del risanamento sembra complicata: oltre ad un debito elevatissimo, che continuerà a crescere, hai un paese in cui 6 euro di reddito su 10 sono generati dal settore pubblico e per ogni euro di export ci sono sono 3 euro di import.
Resta difficile capire come si dovrebbero generare le risorse occorrenti al ripagamento del debito, per cui, ben che vada, credo si dovrà ristrutturare più in là.
Poi certo, se arrivassero gli eurobond e si decidesse di utilizzarli per salvare i bondholders della Grecia, sarebbe un trombone e salvo tutto, ma capisco pienamente i tedeschi che sono contrari.
Immaginati cosa succederebbe a quei titoli e ai rating dei paesi emittenti e garanti se le prossime presidenziali francesi fossero vinte da uno dei due candidati attualmente accreditati, ossia Marine Le Pen (sostenitrice di un ritorno alle valute nazionali con abbandono dell'euro) e Martine Aubry (sostenitrice di un abbandono di qualsiasi politica di rientro nei limiti di Maastricht)
E parliamo della Francia...