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Umile contadino
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Finanza & Mercati di martedì 5 luglio 2011, pagina 1
Tutto è meglio di un default
di Tanzi Vito
CRISI GRECA TUTTO È MEGLIO DI UN DEFAULT di Vito Tanzi La crisi greca continua a preoccupare i mercati finanziari. Molti si chiedono come e quando, finirà questo dramma. La soluzione dovrebbe venire dalla combinazione di due elementi: da parte della Grecia, l'accettazione del programma negoziato con il Fondo Monetario Internazionale e con le autorità europee, seguita dall'implementazione effettiva di quel programma, senza scappatoie; da parte del resto del mondo, (FMI, autorità europee e mercato finanziario) la continuazione del finanziamento del programma negoziato, che contiene importanti e necessarie riforme che sono difficili da vendere politicamente alla popolazione greca e forse ancora più difficili da essere implementate. I rischi politici per il governo greco sono enormi, come le immagini televisive degli scontri tra forze dell'ordine e dimostranti indicano. Anche se il governo e il parlamento accettano il programma di riforme, rimane l'incertezza dell'implementazione. Data questa situazione, sembra logico chiedersi: non sarebbe meglio lasciar fallire la Grecia? Un défault non sarebbe preferibile a questa lenta agonia? La domanda è logica, ma prima di tuffarsi per scappare da un pericolo, ci si dovrebbe sempre chiedere se l'acqua è abbastanza profonda da permettere il tuffo. È sicuro che il fallimento rimuoverebbe la necessità delle riforme? L'aggiustamento fiscale che si è chiesto alla Grecia non è cosi eccezionale come molti credono, specialmente quando si prende in considerazione il recente passato. Se si chiede a una persona di perdere cinque chili, il sacrificio dovrebbe essere minore per chi nel passato aveva messo su più di cinque chili. E i greci avevano guadagnato più peso di quanto avrebbero dovuto. I tassi ai quali la Grecia riesce ora a ottenere credito danno un'impressione non fedele della situazione perche l'età media del debito Greco è di circa otto anni per cui il costo medio del debito Greco è molto meno alto del costo del debito marginale. Ed il costo marginale è aumentato tanto perché la Grecia non ha fatto ancora le riforme promesse. Un'accelerazione delle riforme, con un possibile allungamento volontario del debito esistente, potrebbe riportare la situazione ad un livello sostenibile in poco tempo. Per la Grecia, il fallimento creerebbe una situazione economica e politica che potrebbe essere disastrosa. Quelli che dimostrano nelle piazze e che chiedono che la loro situazione, come stipendiati, pensionati, o tassati, non venga toccata, potrebbero trovarsi senza stipendio, senza pensioni, e con un carico fiscale molto più alto con un fallimento, che potrebbe avere effetti disastrosi sull'economia. Ma, naturalmente, il governo greco dovrebbe davvero fare un sforzo maggiore non solo per vendere le riforme, ma anche per assicurare i cittadini che i tagli e i sacrifici saranno distribuiti equamente tra la popolazione. E questo non sembra essere successo finora.
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Finanza & Mercati di martedì 5 luglio 2011, pagina 1
Tutto è meglio di un default
di Tanzi Vito
CRISI GRECA TUTTO È MEGLIO DI UN DEFAULT di Vito Tanzi La crisi greca continua a preoccupare i mercati finanziari. Molti si chiedono come e quando, finirà questo dramma. La soluzione dovrebbe venire dalla combinazione di due elementi: da parte della Grecia, l'accettazione del programma negoziato con il Fondo Monetario Internazionale e con le autorità europee, seguita dall'implementazione effettiva di quel programma, senza scappatoie; da parte del resto del mondo, (FMI, autorità europee e mercato finanziario) la continuazione del finanziamento del programma negoziato, che contiene importanti e necessarie riforme che sono difficili da vendere politicamente alla popolazione greca e forse ancora più difficili da essere implementate. I rischi politici per il governo greco sono enormi, come le immagini televisive degli scontri tra forze dell'ordine e dimostranti indicano. Anche se il governo e il parlamento accettano il programma di riforme, rimane l'incertezza dell'implementazione. Data questa situazione, sembra logico chiedersi: non sarebbe meglio lasciar fallire la Grecia? Un défault non sarebbe preferibile a questa lenta agonia? La domanda è logica, ma prima di tuffarsi per scappare da un pericolo, ci si dovrebbe sempre chiedere se l'acqua è abbastanza profonda da permettere il tuffo. È sicuro che il fallimento rimuoverebbe la necessità delle riforme? L'aggiustamento fiscale che si è chiesto alla Grecia non è cosi eccezionale come molti credono, specialmente quando si prende in considerazione il recente passato. Se si chiede a una persona di perdere cinque chili, il sacrificio dovrebbe essere minore per chi nel passato aveva messo su più di cinque chili. E i greci avevano guadagnato più peso di quanto avrebbero dovuto. I tassi ai quali la Grecia riesce ora a ottenere credito danno un'impressione non fedele della situazione perche l'età media del debito Greco è di circa otto anni per cui il costo medio del debito Greco è molto meno alto del costo del debito marginale. Ed il costo marginale è aumentato tanto perché la Grecia non ha fatto ancora le riforme promesse. Un'accelerazione delle riforme, con un possibile allungamento volontario del debito esistente, potrebbe riportare la situazione ad un livello sostenibile in poco tempo. Per la Grecia, il fallimento creerebbe una situazione economica e politica che potrebbe essere disastrosa. Quelli che dimostrano nelle piazze e che chiedono che la loro situazione, come stipendiati, pensionati, o tassati, non venga toccata, potrebbero trovarsi senza stipendio, senza pensioni, e con un carico fiscale molto più alto con un fallimento, che potrebbe avere effetti disastrosi sull'economia. Ma, naturalmente, il governo greco dovrebbe davvero fare un sforzo maggiore non solo per vendere le riforme, ma anche per assicurare i cittadini che i tagli e i sacrifici saranno distribuiti equamente tra la popolazione. E questo non sembra essere successo finora.
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