Baro
Umile contadino
Vai all'articolo
Salta la mappa del sitoTi trovi in: Home : Rassegna Stampa : Nazionale : Testo articolo
Mf di giovedì 7 luglio 2011, pagina 2
Intervista a Franco Bruni - Bruni: quelle agenzie non sono certo il Vangelo
di Castagneto Giuliano
Secondo l'economista, non basta un indice per valutare la solidità di un Paese. E sui mercati un'Europa più debole la comodo a molti Bruni: quelle agenzie non sono certo il Vangelo DI GIULIANO CASTAGNETO Lne agenzie di rating? «Assurdo che goveri e istituzioni sovranazionali si facciano ondizionare dai loro giudizi». Perché? «Perché il default di un Paese è un concetto estremamente più complesso di quello di un'azienda e non può essere espresso da un indice sintetico. Ed è anche assurdo che le stesse istituzioni europee vogliano regolamentare enti come le agenzie, il cui giudizio è soltanto uno dei tanti elementi da includere nella valutazione della solidità finanziaria di uno Stato». Chi ci guadagna dai recenti giudizi delle agenzie di rating severi con alcuni Paesi Ue? «C'è_qualcuno cui fa comodo che gli asset in euro e la moneta unica si indeboliscano e il mercato sfrutta questi trend per speculare, ma alla fine i mercati si adegueranno all'azione che banche e governi stanno attuando sul debito». Non usa mezzi termini l'economista Franco Bruni, docente di teoria e politica monetaria internazionale all'Università Bocconi, per descrivere la situazione venutasi a creare con i recenti giudizi della agenzie di rating americane Moody's e Standard & Poor's sui debiti sovrani nell'Eurozona.
Domanda. I titoli di Stato di alcuni governi dell'Eurozona patiscono peri giudizi di due agenzie di rating private americane. La situazione non le sembra singolare? Risposta. Ci sono due aspetti da sottolineare. Il primo è che se le agenzie di rating fanno il loro mestiere è comunque assurdo che governi ed enti sovranazionali se ne facciano condizionare, pretendendo addirittura di regolamentarle. Il loro giudizio è solo uno degli elementi di cui tenere conto ai fini della valutazione della solidità di un Paese. E questo ci porta al secondo aspetto.
D. Quale? R. E un punto molto poco dibattuto ma fondamentale. Stabilire il default di uno Stato sovrano è una faccenda di gran lunga più complessa rispetto alla formulazione di un giudizio su un' azienda. In questo caso il concetto di insolvenza ha una natura praticamente contabile. Quando le passività superano gli attivi l'impresa si trova nell'incapacità di far fronte agli obblighi verso i creditori. Uno Stato può dispone del patrimonio demaniale. vendere cespiti, imporre tasse; insomma, ha molte opzioni in più. E se c'è consenso di più Stati sulla ristrutturazione del debito di un Paese, lo stesso concetto di default diventa molto più difficile da definire. In altre parole, un singolo indice non basta affatto a sancire l' insolvenza di una pubblica amministrazione.
D. Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, trova strano che agenzie americane boccino il debito governativo europeo. In pratica sembra insinuare il sospetto che sia in atto una manovra contro l'euro e contro il debito dell'Eurozona. Condivide questa opinione? R. È noto che a molti operatori in dollari farebbe molto comodo un indebolimento dell'euro, considerata la precarietà in cui si trova attualmente la valuta americana D. Tuttavia i mercati sembrano dare ascolto ai giudizi delle agenzie. R. I mercati fanno il loro mestiere, che è sfruttare i trend per lucrarci. Ma si tratta di movimenti di breve termine che non hanno nulla a che vedere con le prospettive di lungo periodo. Queste ultime dipendono dallo sforzo che le istituzioni, e anche alcune banche come quelle francesi, stanno producendo. Dunque sarebbe davvero importante riuscire a non farsi condizionare dalle agenzie di rating. (riproduzione riservata) ***

Salta la mappa del sitoTi trovi in: Home : Rassegna Stampa : Nazionale : Testo articolo
Mf di giovedì 7 luglio 2011, pagina 2
Intervista a Franco Bruni - Bruni: quelle agenzie non sono certo il Vangelo
di Castagneto Giuliano
Secondo l'economista, non basta un indice per valutare la solidità di un Paese. E sui mercati un'Europa più debole la comodo a molti Bruni: quelle agenzie non sono certo il Vangelo DI GIULIANO CASTAGNETO Lne agenzie di rating? «Assurdo che goveri e istituzioni sovranazionali si facciano ondizionare dai loro giudizi». Perché? «Perché il default di un Paese è un concetto estremamente più complesso di quello di un'azienda e non può essere espresso da un indice sintetico. Ed è anche assurdo che le stesse istituzioni europee vogliano regolamentare enti come le agenzie, il cui giudizio è soltanto uno dei tanti elementi da includere nella valutazione della solidità finanziaria di uno Stato». Chi ci guadagna dai recenti giudizi delle agenzie di rating severi con alcuni Paesi Ue? «C'è_qualcuno cui fa comodo che gli asset in euro e la moneta unica si indeboliscano e il mercato sfrutta questi trend per speculare, ma alla fine i mercati si adegueranno all'azione che banche e governi stanno attuando sul debito». Non usa mezzi termini l'economista Franco Bruni, docente di teoria e politica monetaria internazionale all'Università Bocconi, per descrivere la situazione venutasi a creare con i recenti giudizi della agenzie di rating americane Moody's e Standard & Poor's sui debiti sovrani nell'Eurozona.
Domanda. I titoli di Stato di alcuni governi dell'Eurozona patiscono peri giudizi di due agenzie di rating private americane. La situazione non le sembra singolare? Risposta. Ci sono due aspetti da sottolineare. Il primo è che se le agenzie di rating fanno il loro mestiere è comunque assurdo che governi ed enti sovranazionali se ne facciano condizionare, pretendendo addirittura di regolamentarle. Il loro giudizio è solo uno degli elementi di cui tenere conto ai fini della valutazione della solidità di un Paese. E questo ci porta al secondo aspetto.
D. Quale? R. E un punto molto poco dibattuto ma fondamentale. Stabilire il default di uno Stato sovrano è una faccenda di gran lunga più complessa rispetto alla formulazione di un giudizio su un' azienda. In questo caso il concetto di insolvenza ha una natura praticamente contabile. Quando le passività superano gli attivi l'impresa si trova nell'incapacità di far fronte agli obblighi verso i creditori. Uno Stato può dispone del patrimonio demaniale. vendere cespiti, imporre tasse; insomma, ha molte opzioni in più. E se c'è consenso di più Stati sulla ristrutturazione del debito di un Paese, lo stesso concetto di default diventa molto più difficile da definire. In altre parole, un singolo indice non basta affatto a sancire l' insolvenza di una pubblica amministrazione.
D. Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, trova strano che agenzie americane boccino il debito governativo europeo. In pratica sembra insinuare il sospetto che sia in atto una manovra contro l'euro e contro il debito dell'Eurozona. Condivide questa opinione? R. È noto che a molti operatori in dollari farebbe molto comodo un indebolimento dell'euro, considerata la precarietà in cui si trova attualmente la valuta americana D. Tuttavia i mercati sembrano dare ascolto ai giudizi delle agenzie. R. I mercati fanno il loro mestiere, che è sfruttare i trend per lucrarci. Ma si tratta di movimenti di breve termine che non hanno nulla a che vedere con le prospettive di lungo periodo. Queste ultime dipendono dallo sforzo che le istituzioni, e anche alcune banche come quelle francesi, stanno producendo. Dunque sarebbe davvero importante riuscire a non farsi condizionare dalle agenzie di rating. (riproduzione riservata) ***