lafenice2
Forumer attivo
ecco un solo esempio delle fonti AUTOREVOLI che leggo in giro...
Notizie ANSA 2009-07-24 10:18
INFLUENZA A: SILVIO GARATTINI, SU VACCINO PRESSIONE DELLE AZIENDE di Manuela Correra
ROMA - Lo dice senza mezzi termini il farmacologo Silvio Garattini: se il virus A/H1N1 della nuova influenza non muterà, acquisendo dunque una maggiore virulenza rispetto allo stato attuale, la vaccinazione di massa annunciata dal governo italiano e da quelli di molti altri paesi "non è necessaria".
... Si celano, afferma, enormi interessi economici. Ed anche questo Garattini lo dice in modo chiaro: "Al momento c'é, certamente, una grande pressione da parte delle industrie, che da tale corsa trarranno molte risorse economiche".
...Il virus A/H1N1, ha spiegato Garattini già nelle scorse settimane, "ha una virulenza mite. Bisogna informare, ma il pericolo - sostiene - é per quelli che vengono dalle zone colpite". Quanto ai farmaci antivirali da utilizzarsi in caso di contagio, come il Tamiflu, Garattini rileva che "in realtà l'attività del farmaco è poca. Nell'influenza normale si risparmia un giorno di malattia su cinque o sei. Però - avverte - ci sono effetti collaterali. Non è che si faccia un grande affare a prenderlo".
... Se il virus A/H1N1 manterrà il livello di virulenza attuale con la bassa aggressività clinica sinora registrata, "non c'é la necessità di vaccinare tutta la popolazione" ma, afferma l'esperto, "sarebbe piuttosto opportuno valutare l'ipotesi di vaccinare solo gli operatori sanitari".
... Se invece il virus dovesse mutare, ha avvertito Garattini, "non è detto che il vaccino in produzione sia in grado di proteggere". Dunque, "realisticamente - ha commentato - quello che andrebbe fatto in questo momento è cercare di diminuire le possibilità di infezione, controllando le frontiere e invitando la gente ad evitare luoghi a rischio e affollati e ad adottare strette misure igieniche".
... Al momento, ha concluso Garattini, "non siamo di fronte a un reale pericolo e il numero di contagio da virus A/H1N1 nel mondo, sebbene in crescita, resta comunque inferiore a quello relativo a una normale influenza stagionale".
I casi in Europa e nel mondo - In Europa in 30 Paesi finora sono stati diagnosticati 17.189 casi di influenza A/H1N1 con 29 decessi nel Regno Unito e quattro in Spagna. I casi diagnosticati extra-Europa sono stati 149.364 con 810 decessi. "L'aspetto positivo", ha detto la commissaria Ue alla Sanità Andorula Vassiliou, "è che il tasso di mortalità resta relativamente debole, ma nessuno sa come il virus evolverà. Ci aspettiamo che i casi di nuova influenza aumenteranno nel periodo estivo in conseguenza dei flussi turistici e temiamo che, in autunno, la pandemia possa legarsi alla normale influenza facendo aumentare la mortalità".
Notizia del 24 luglio, un mese fa. Ho recuperato il link all'intervista a Garattini, eccolo:
http://www.marionegri.it/mn/it/docs/PressRoom/istitutoStampa/Messaggero_24_luglio.pdf
Restano alcuni dati:
la mortalità non è inferiore alle solite influenze ma lievemente superiore (finora). A tal fine per me valgono i dati pubblicati dall'OMS sui link più volte citati.
Non è la solita influenza delgi ultimi anni, ma un ceppo con caratteristiche diverse: una delle diversità è che gli eventi peggiori (compresa la morte) avviene in fasce di età di solito indenni da tali evenienze.
L'OMS non ha MAI consigliato (finora) la vaccinazione a tutta la popolazione: allo stato attuale è assolutamente sproporzionata, ma è vero che l'ha consigliata a categorie di persone che negli anni scorsi non faceva parte delle categorie a rischio.
Il fatto che io continui a dire "finora", è perchè quando compaiono nuovi virus (o nuovi ceppi di un virus) l'evoluzione dello stesso virus in termini di morbilità e mortalità non è prevedibile. Può capitare (come spesso accaduto) che con il passare del tempo il virus attenui le caratteristiche peggiori ma può capitare anche il contrario.
Il motivo dei miei post è quello di spingere tutti ad andare alle fonti delle notizie e a verificarle il più possibile, senza limitarsi ad una accettazione più o meno passiva delle stesse.