praticamente ne sanno meno di noi.
il mercato dei cambi non risponde più a criteri logici e si muove con volumi così elevati da determinare dinamiche non controllabili.
l'articolo si sorprende addirittura che le quotazioni dell'euro non siano maggiori di quelle attuali nei confronti del dollaro.
Leggendo tra le righe anche una politica di rialzo dei tassi non pare in grado di invertire il processo di rafforzamento dell'euro. E comunque finchè questo è in atto non dovrebbero esserci problemi per le obbligazioni sul fronte euro. Al contrario un dollaro forte darebbe modo alla banca centrale europea di intervenire sui tassi, con dolore per gli obbligazionisti.
io credo che la soluzione migliore in questo momento sia la quotazione attuale, e nessuno si prenderà la briga di rompere questo equilibrio, range euro/$ 1.22/1.25.
nessuno poi è in grado comunque di prevedere come possano impattare le seguenti variabili:
dazi doganali
costo del petrolio
riduzione della liquidità sul fronte euro (gli USA sono stati in grado di camminare senza spinte siamo sicuri che l'europa sia in grado di fare altrettanto?)
appena la bce smetterà di acquistare bond i tassi dovrebbero abbandonare il territorio negativo...