Obbligazioni societarie HIGH YIELD e oltre, verso frontiere inesplorate - Vol. 2 (10 lettori)

fedro10

è la somma che fa il totale...
arrivata con un tempismo da IW, scade domani...

lo appena aperto e poi richiuso non ho visto nemmeno quanto ti danno..
 

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riky2013

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certo che paga ... del doman non v'è certezza

ha emesso una marea di obbligazioni non so come fara' a assolvere un debito cosi' enorme
 

riky2013

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Moby: dopo il cambio al timone, rotta sul Baltico (e navi cinesi)
Il ceo Achille Onorato racconta il nuovo corso del gruppo della nautica tra digitalizzazione e concessioni portuali, da Olbia a Livorno. con un obiettivo preciso: « Rafforzare l’autostrada del mare»
di Maria elena Zanini


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Passaggio di consegne, nuove rotte e più digitalizzazione. È una piccola rivoluzione quella che il gruppo Moby ha messo in atto negli ultimi anni, a partire proprio dal cambio al timone, passato dalle mani del patron Vincenzo Onorato a quelle del figlio maggiore Achille, classe 1986 che dal 2016 è amministratore delegato di Moby. Accanto a lui, oltre al padre, rimasto presidente del gruppo di famiglia, anche il fratello Alessandro, consigliere di amministrazione di Moby Spa, Tirrenia Spa, Toremar Spa e Onorato Armatori Spa e delegato allo sviluppo commerciale del gruppo. La Onorato Armatori (holding di Compagnie Moby, Tirrenia-Cin, di cui Moby detiene il 100%, St. Peter Line e Toremar) è arrivata ormai alla quinta generazione di un gruppo che affonda le sue radici nell’ultima metà del 1800, con le prime navi «che trasportavano merci, petrolio e bestiame in tutto il mondo», spiega Achille Onorato. Con un 2016 chiuso con ricavi in calo a 538 milioni dai 609 del 2015 (ancora non sono noti i dati del 2017), e un utile netto consolidato di 7,7 milioni, (a fronte però di un aumento dei passeggeri del 3,4%) la nuova generazione ha deciso di ripartire dal passato, più precisamente dalla Cina dove il gruppo ha già registrato un primato negli anni ’50 del 900: «Le nostre sono state le prime navi occidentali ad attraccare in un porto cinese» racconta Achille Onorato.



I record
Ed è sempre dalla Cina che arrivano gli assi che il gruppo si prepara a giocare. Due nuove navi, due colossi del mare che costruirà la cinese Gsi che saranno pronti a navigare nel 2021. Di progetti sul tavolo ce ne sono parecchi e le due navi made in China sono una parte importante. «Si tratta di due traghetti ibridi destinati sia al trasporto passeggeri, sia al trasporto merci nel Mediterraneo». I numeri, snocciolati da Achille Onorato sono da record: «Sono le navi più grandi al mondo. Hanno una capacità lineare di 3.765 metri, 536 cabine e una capienza da 2.500 passeggeri». Praticamente il doppio rispetto alla capacità delle navi attuali, al punto che «una delle due nuove, potrebbe sostituirne due, liberandole per posizionarle su nuove rotte». Le nuove navi, commissionate a Gsi sono state pensate per ridurre l’impatto ambientale: «Sono predisposte per andare a gas, sono “Lng ready”. Mancano, per il momento, le infrastrutture di supporto però. Banalmente, in Italia non ci sono ancora porti in cui fare rifornimento».








Nuovi ordini
Accanto ai due colossi cinesi, sono in arrivo due navi cargo già in fase di realizzazione nel cantiere di Flensburg in Germania, con una capacità di 4100 metri lineari ciascuna. Che le infrastrutture siano un tema centrale nella strategia del gruppo, lo dimostrano le acquisizioni «seriali» delle concessioni che Moby si è aggiudicata nell’ultimo anno: la gestione del terminal passeggeri di Olbia, con una concessione ventennale; del terminal merci di Catania, ottenuto nel 2017 dopo una gara pubblica; e dello scalo merci del porto di Livorno ottenuta lo scorso anno con un investimento di 8,6 milioni. «L’obiettivo ora è arrivare ad avere l’intero pacchetto: oltre allo scalo merci, anche quello passeggeri di Livorno che sta diventando uno snodo sempre più rilevante e strategico per il nostro gruppo», spiega Onorato che pone l’accento sull’altro progetto, quello dell’autostrada del mare. Una rotta che da nord a sud, arrivando fino a Malta, riesca a spostare sempre più traffico dalle strade al mare.



Smart & innovazione
Ma il nuovo passo impresso da Achille Onorato si vede anche nell’innovazione dell’intera flotta, fatta su un doppio binario, sia la parte per così dire hardware, che riguarda la progettazione della nave, sia software, ossia tutta la tecnologia digitale, fondamentale a bordo di navi diventate sempre più smart. Quanto ai nuovi orizzonti, la prua di Moby si è spostata decisamente verso nord: «Nel 2016 Abbiamo acquisito dalla St. Peter Line due navi da crociera. Una volta sul posto abbiamo deciso di rilevare navi e business, creando una newco gestita da noi al 51% e dalla stessa St. Peter Line al 49%», spiega Achille Onorato che del 100% made in Italy offerto sulle navi del nord, un segno distintivo, tipico del resto dell’intero gruppo: «Quando diciamo che siamo 100% italiani, vogliamo dire che offriamo anche ai nostri lavoratori contratti che rispettano le normative italiane, sia come stipendi, sia come garanzie».
 

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