HO CERCATO DI FARE IL QUADRO DELLA SITUAZIONE... NE E' USCITO L'URLO DI MUNCH

L’Azerbaigian ha ammesso l’abbattimento dell’elicottero militare russo all’inizio della serata di lunedì sera (ora locale).

La TASS ha riportato l’annuncio del Ministero degli Esteri azero, così come la disponibilità di Baku a compensare Mosca per l’elicottero abbattuto.

Quindi ha espresso il proprio cordoglio per la morte dei membri dell’equipaggio dell’elicottero russo abbattuto.


Anche se l’incidente è ancora sotto inchiesta, il Ministero della Difesa russo ha rilasciato una dichiarazione che indica che due dei suoi piloti sono stati uccisi.

Il Ministero della Difesa ha detto che un sistema di difesa aerea portatile è stato sparato sulla nave da fuoco da terra vicino al villaggio di Yeraskh, vicino al confine con l’Azerbaigian.


Le riprese non confermate dell’abbattimento stanno circolando attraverso fonti russe:


Hate when I accidentally shoot down a Russian helicopter over Armenia. pic.twitter.com/inAMqrKuW4
— Serge (@Zinvor) November 9, 2020




Gli armeni hanno postato anch’essi un video che , come il precedente, non è però confermato nell’origine.


BREAKING NEWS: SPUTNIK ARMENIA REPORTS A RUSSIAN HELICOPTER WAS SHOT DOWN IN ARMENIA FROM THE DIRECTION OF AZERBAIJANI NAKHICHEVAN EXCLAVE.
DETAILS ARE CURRENTLY BEING CLARIFIED.
— 301 (@301_AD) November 9, 2020
 
Forse siamo ad un punto di svolta nella guerra fra Armenia ed Azerbaigian:

ieri è stato firmato un cessate al fuoco fra le due parti che prevede delle pesanti cessioni territoriali armene,
ma conserva il corridoio di collegamento fra Nagorno Karabakh ed Armenia,
e prevede pure il dispiegamento di truppe russe sulla linea del cessate il fuoco.


L’accordo è stato firmato dal presidente armeno Pashinyan e dal presidente azero Aliyev oltre che da Putin come garante dell’accordo.

Aerei da trasporto militare e colonne di mezzi sono subito partite per trasferire le truppe russe sulla linea di confine
e permettere quindi che il cessate il fuoco non finisca esattamente come i precedenti, cioè nel nulla.


L’accordo è stato definito come “molto doloroso, ma necessario” da parte del presidente armeno Pashinyan,
e lo possiamo vedere confrontando queste mappe, con il prima:





mentre questa è la sitauzione attuale:






quasi metà del Nagorno Karabakh è tornato in mani azere.

Questo ha fatto infuriare fortemente gli armeni ed all’annuncio delle condizioni del cessate una folla rabbiosa ha occupato il parlamento di Yerevan


The Prime Minister of Armenia signed an agreement to end the war with Azerbaijan, in response protestors in Yerevan, Armenia have broken into a government building and are demanding the Prime Minister leaves#Armenia pic.twitter.com/fwc3iYKJIT
— CNW (@ConflictsW) November 9, 2020




Però non è che Peshinyan avesse molte alternative: senza l’aiuto diretto russo il conflitto era diretto verso una precisa conclusione
e l’iuto turco all’Azerbaigian aveva fornito a quest’ultimo una superiorità militare non affrontabile da Yerevan.

Il presidente armeno si è sicuramente giocato una parte della propri popolarità, ma ha preso una decisione necessaria e non rinviabile.


In questa fase il vincitore appare Putin che da un lato riporta Yerevan sotto il proprio controllo,
dall’altro non punisce l’Azerbaigian che, comunque, era uno stato amico.

Nello steso tempo Baku ha però affermato che vorrebbe schierare truppe turche per far controllare il proprio lato della linea di cessate il fuoco.

Questo riproporrebbe una situazione molto pericolosa, di confronto diretto fra Russia e Turchia, che vediamo già in Siria.
 
“Si dovrà andare avanti con stop and go per 6-8 mesi, quelli che mancano al vaccino.
Noi rischiamo di andare avanti così per moltissimo tempo ancora.
Si tratta della convivenza con il virus.
Spero che avremo presto un vaccino, ma prima di avere un’immunità acquisita passeranno mesi”.

Lo ha detto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ospite di ‘Titolo Quinto’ su Rai 3,
svelando così a tutti la realtà delle cose e quello che nessuno dal governo aveva voluto svelare.

E mentre ora a tutti tornano alla mente le parole di Conte che prometteva un vaccino entro Natale,
sapendo benissimo che sarebbe stato impossibile, il viceministro ci dice come funzionerà per almeno i prossimi 8 mesi.
Vale a dire quasi un anno.
Lockdown piccoli o grandi, aperture e chiusure continue.
Poi Sileri ha provato anche a chiarire alcuni dei tanti punti oscuri del nuovo Dpcm:

“Nell’ambito della stessa regione – ha continuato – ci potrebbero essere anche zone che non sono rosse”.

Che vuol dire?

Che “in alcune aree il virus sta circolando molto meno perché nel corso della prima ondata molte persone si sono infettate, formando una immunità di gregge.
Laddove ora il virus circola meno alcune misure si possono allentare anche a livello sub regionale”, spiega Sileri.

In collegamento poi con Tagadà, il programma di Tiziana Panella su La7, conferma che dalla cabina di regia in corso sul coronavirus ci saranno delle retrocessioni,
ossia zone gialle diventeranno arancioni (o rosse) e zone arancioni diventeranno rosse.


“Ci sarà un’Italia più ‘rossa’ e più ‘arancione'”. spiega Sileri.

“Non avremo retrocessioni verso un colore più chiaro”.
 
Inetti nelle camere di regia. Un test del genere era da applicare da mesi.


Tra le tante dichiarazioni arrivate in questi giorni confusi, in cui la lotta al Covid-19 si arricchisce ogni giorno di possibili soluzioni,
ce n’è una passata inosservata alla maggior parte delle testate e che invece, se letta con attenzione, solleva non pochi interrogativi.

Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma,
ha infatti dichiarato nel corso della trasmissione di Rai 1 Buongiorno Benessere di Vira Carbone:


“Probabilmente la settimana prossima arriveranno dei test che permetteranno di distinguere il Covid dall’influenza”.





Vaia ha spiegato anche in maniera sommaria il funzionamento degli esami che, si è augurato,
potrebbero permettere di effettuare diagnosi più efficaci:

“Questi test che sono test antigenici ci consentono in tempi rapidissimi, tra i 15 e i 30 minuti,
di sapere se il soggetto che si sottopone al test ha in corso un’attività virale da coronavirus oppure di tipo influenzale.
Inutile sottolineare la grandissima rilevanza di questo test in un momento in cui purtroppo la curva epidemica è ancora in atto
e che si sovrappone alla curva influenzale. Sarà molto rilevante dal punto di vista della sanità pubblica”.


Un modo veloce, insomma, per avere la certezza che il paziente sia affetto dal Covid-19 e non da una semplice influenza stagionale.

Dai costi contenuti: “Dovrebbero limitarsi a 4-10 euro, non di più”.

Già a metà ottobre, d’altronde, un annuncio simile era stato fatto dall’assessore regionale alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato:

“Presto lo Spallanzani sperimenterà i test naso-faringei in grado di distinguere tra influenza stagionale (sia di tipo A che di tipo B) dal Covid-19”.


Tutto bello, tutto giusto. Viene però spontaneo chiedersi, di fronte a questo tipo di affermazioni:

“Ma quindi, i test attuali non sono in grado di fare una distinzione certa tra i due tipi di patologia?”.



Una domanda non propriamente banale, in un momento delicato,
con gli italiani costretti a sottoporsi continuamente a esami per escludere la positività e il pericolo,
oltre che per la propria salute, anche di infettare altre persone.


Sarebbe forse il caso, in mezzo a tanti annunci che si rincorrono ogni giorno tra tv e social, di spiegarlo anche ai cittadini.
 
Sempre gli stessi inetti nella cabina di regia.


«Occorreva rinforzare le rianimazioni perché i morti sono stati lì», ma non è stato fatto.

«Occorreva istruire i medici di medicina generale con linee guida terapeutiche per la cura in casa della malattia»
per evitare i sovraffollamento negli ospedali, ma nemmeno questo è stato fatto.



«Quando è stata aperta la scuola a settembre
sono stati messi in circolazione otto milioni di studenti nella stagione autunnale, periodo in cui non abbiamo più la protezione della natura».


Ma l’Azzolina sosteneva che i suoi miracolosi banchi a rotelle e protocolli sanitari da Corea del Nord avrebbero reso a prova di Covid gli istituti scolastici.


L’Oms? «formata da burocrati che rispondono ai propri Paesi e quindi ad istanze politiche più che scientifiche».
 
«Mi baso su dati scientifici che dimostrano che la letalità di questo virus oscilla tra lo 0, 25% e lo 0,6%.
Sicuramente il tasso di mortalità è superiore a quello dell’influenza stagionale ma non è la peste».


Il virus, come precedentemente evidenziato non è destinato a scomparire nel breve periodo.

«è un virus molto contagioso che ha trovato il suo ospite naturale nella specie umana e perché non è letale».

In funzione della sua bassa letalità,

«Il morbo non ha interesse a uccidere l’ospite, altrimenti farebbe estinguere sé stesso.
Anzi, noi sappiamo che dal progenitore di Wuhan il virus si è evoluto in diverse mutazioni
che lo hanno reso molto contagioso ma al tempo stesso meno letale».



Contrariamente alla Sars, che invece «aveva una letalità del 10%.
Un virus con un’elevata letalità è destinato a estinguersi in primis perché si estingue l’ospite
e in secondo luogo perché è facilmente riconoscibile ed isolabile.

Tutto il contrario del virus di oggi, che è molto contagioso e che dà luogo a un 90- 95% di soggetti asintomatici ed è quindi molto più difficile da controllare».


Oms, «è un’istituzione politica che raggruppa quasi tutti gli Stati tranne Taiwan per volontà cinese,
oggi è a maggioranza cinese tanto che il suo direttore Adhanom è un biologo quasi sconosciuto alla scienza voluto dai cinesi
e che ha sempre giustificato l’operato di Pechino».

Inoltre, l’Oms è formata da «burocrati che rispondono ai propri Paesi e quindi ad istanze politiche più che scientifiche».

E a proposito di Cina «E’ inconfutabile: il coronavirus circola almeno da settembre 2019. E i cinesi sono stati zitti 4 mesi.
Ed erano stati zitti, e lo sappiamo bene, perché oramai è storia, 6 mesi nel 2002 quando era scoppiata la SARS»
 
Canakinumab (anticorpo anti IL-1β) fallisce la fase III su pazienti COVID ospedalizzati
(https://www.novartis.com/…/novartis-provides-update-can-cov… ).

Da marzo c'è stato un discreto numero di trial su anti IL-1 e anti TNF, ma sono tutti andati a finire nel nulla, per ora.

Anche gli anticorpi anti IL-6 alla fine hanno offerto un quadro a tinte più scure che chiare,
mentre baricitinib (inibitore JAK) è andato piuttosto bene assieme a remdesivir.

Mettendo il tutto assieme ai risultati con desametasone e considerato che non è passato nemmeno un anno
dall'esordio mondiale di SARS-CoV-2 tutto ciò è quasi fantascienza

. Il fatto che ci fosse un po' di lavoro (al 99% industriale) fatto su SARS e MERS ha aiutato,
ce ne fosse stato di più sarebbe stato meglio, ma come diceva qualcuno, se mancano gli incentivi...

Il vaccino mRNA antiCOVID di Pfizer Biontech mira all' Emergency Use Authorization, in USA.
In giro si strilla: "Efficace al 90%", e sarebbe una gran cosa, ma... il trial di fase III del vaccino ha un piano di arruolamento di 44.000 soggetti.

Pfizer ha iniziato a parlare con FDA quando aveva risultati ad interim su 32 soggetti (!)
,
che nel corso delle trattative sono man mano saliti a 94.

A FDA devono aver detto che neanche se ne discuteva se non arrivavano a 164,
e al momento l'azienda lavora per avere un'analisi ad interim su quel numero.

Quindi la notizia è "leggermente" esagerata. Ma solo un po', eh...
(https://www.fiercebiotech.com/…/pfizer-biontech-sees-stock-…)

Precisazione evidentemente necessaria sul significato di "analisi ad interim":
La prima analisi è stata fatta quando 32 volontari— sia tra quelli che hanno ricevuto il vaccino che tra quelli che hanno ricevuto il placebo— hanno contratto Covid-19.
Se meno di sei volontari nel gruppo che ha ricevuto il vaccino avessero sviluppato Covid-19, le aziende avrebbero dichiarato il vaccino efficace.

Lo studio sarebbe continuato fino a 164 casi di Covid-19 riportati — individui con sintomi e test positivo
( https://www.statnews.com/.../covid-19-vaccine-from.../ )


C'è da noi, e non solo, una vasta area che ritiene remdesivir inutile e costoso.

Si tratta dell'area CHE NON NE HA INDOVINATA UNA:

quelli che a gennaio-febbraio non c'era problema;

quelli che l'idrossoclorichina;

quelli che hanno stilato linee guida deliranti quanto a protocolli farmacologici (vedasi SIMIT),

quelli che quei protocolli li avevano davanti agli occhi, per esempio perché erano nel CTS di AIFA,

e non hanno detto mezza parola al riguardo, preferendo disquisire di sesso degli angeli

e massimi sistemi davanti alla prima ondata di una pandemia nuova e problematica - e via dicendo.



Ma l'8 ottobre la Commissione Europea firmava un contratto con Gilead per la fornitura di mezzo milione di dosi
(https://ec.europa.eu/commis…/presscorner/detail/…/ip_20_1845).

Poi arrivava la pubblicazione dei primi dati di SOLIDARITY, il trial di OMS (fatto un po' così come veniva),
e per l'area di cui sopra è stato cacio sui maccheroni: remdesivir non funziona e lo dice OMS.

Però notare bene: non è che si sia chiesto che la Commissione recedesse dal contratto, no: si è chiesto che ricontrattasse il prezzo - ma che caso!
(https://www.reuters.com/…/us-health-coronavirus-remdesivir-…)

Ai primi di novembre arriva Reuters con notizie dalla Germania:

il governo di Merkel ha richiesto di acquisire il 5% della fornitura europea di remdesivir tramite ESI che corrisponde a... 150.000 dosi.

Perché l'accordo di fornitura europeo sarebbe stato velocemente aggiornato a tre milioni di dosi ?

Ops, da Bruxelles nessuna notizia ufficiale al riguardo.
Berlino ha scavalcato con nonchalance la Commissione
(https://www.reuters.com/…/germany-says-remdesivir-useful-fo…).


Tralasciando per una volta la politica della pagina riporterò un "si dice": si dice che a Brescia, dove usano "il farmaco",

il tempo di permanenza medio in intensiva sia tre giorni, mentre in primavera era di due-tre settimane.



Prendetelo come va preso un "si dice", perché frugando tra le notizie degli ultimi trenta giorni
le uniche cose che si trovano sono che a Brescia si sta sperimentando metotrexato
(https://www.giornaledibrescia.it/…/metotrexato-il-farmaco-t…)
e che a metà ottobre il numero degli intubati era passato a 9, raddoppiando in una settimana
(https://www.ilgiorno.it/…/coronavirus-9-pazienti-intubati-n…).


ADDENDUM: Riguardo a trial ACTT-1 etc - criteri Cochrane dicono riguardo OR che se il Confidence Interval
comprende 1 o p è maggior di 0.05 non c'è significatività statistica dell'effetto.

Questo significherebbe che 95% CI 0,95-0.99 p=0.05 va bene,

95% CI 0,5-0,7 p=0.06 no.


Le ricettine facili alle volte possono essere ingannevoli.
 
Vaccino testato su 32 soggetti ??????? sicuro al 90%.
azz...che scoperta.



Il presidente della società farmaceutica statunitense Pfizer ha annunciato lo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19,
congiuntamente con BioNTech, risultato efficace nel prevenire il 90 per cento delle infezioni durante la fase 3 della sperimentazione, che è ancora in corso.

La BioNtech tedesca conferma l'annuncio della Pfizer, annunciando in una pubblicazione di voler chiedere l'autorizzazione per la produzione,
insieme alla stessa Pfizer, la settimana prossima all'ente FDA statunitense.

Il vaccino contro il Covid dà "speranza", ma la battaglia è ancora lunga.

L'efficacia del vaccino Pfizer è "straordinaria": avrà un importante impatto sulla risposta al Covid-19, afferma invece Anthony Fauci, immunologo di fama mondiale.



La notizia è ovviamente rimbalzata su tutti i mezzi d’informazione sulle due sponde dell’oceano.
In una fase segnata da una nuova forte recrudescenza dei contagi nel vecchio continente, divenuto epicentro mondiale della pandemia.
Così mentre buona parte di virologi e medici in Europa sembrano non riuscire ad andare oltre a misure come il confinamento
- lockdown per gli amanti degli anglicismi - dal sapore medievale per contrastare la diffusione del virus,
dagli USA arriva una notizia potenzialmente capace di ribaltare l’attuale visione e gestione della pandemia.


Interessante notare due aspetti.


Primo: la notizia sullo sviluppo di questo vaccino che promette di essere efficace arriva curiosamente
subito dopo l’elezione alla Casa Bianca del democratico Joe Biden.


Secondo: la reazione dei media. La notizia è stata accolta molto positivamente dai media.
Praticamente tutti riportano con enfasi dello sviluppo di questo vaccino potenzialmente efficace al 90%,
limitandosi a comunicare quanto affermato dall’azienda statunitense, quasi fosse oro colato.


Che differenza con l’annuncio russo.

Quando fu Putin a dire al mondo che la Russia - primo paese a livello mondiale - a registrare un vaccino contro il Covid-19
la notizia fu accolta in occidente da forte scetticismo.

Nonostante allo sviluppo del vaccino avesse lavorato un centro pubblico come il Gamaleya di Mosca,
dove si è lavorato anche a vaccini per l'ebola.


Fino a giungere a bollare la notizia come una mossa propagandistica del Cremlino.



Ma ormai l’abbiamo constatato da tempo: in questa pandemia c’è più politica che scienza. A tutti i livelli.
 
Vedo che i signori della nostra maggioranza giallorossa stanno dando i numeri, al solito, immaginando una Quarta Repubblica di Bengodi.


Si, avremo ancora un po’ di guai col Covid, Giuseppe Conte continuerà a perdere un po’ della popolarità guadagnata a buon mercato nella prima parte dell’anno
ed ora grazie ai fondi europei da investire in Italia, Sergio Mattarella ce la farà a migliorare il clima nelle Camere perché maggioranza e opposizioni si diano una mano, o una manina.

Non vorranno essere così fessi quelli del centrodestra di non partecipare al banchetto di 209 miliardi di ripresa,
di nuova generazione e qualcosina anche alle casse di Rousseau e Davide Casaleggio per vivere la decrescita felice del loro partito dimezzato ?


Ma pensano davvero che gli europei ci faranno spendere tutti quei soldi per rimpinguare le nostre regioni e finire di non accorgersi del loro dissesto?

Pensano davvero che le regioni siano state affondate nel 2016 dalla fallita riforma della Costituzione
che voleva finalmente mettere ordine nelle loro competenze
e non trasformare la Corte Costituzionale nel manicomio di manutenzione delle autonomie locali ?


Grillini e soci di governo non hanno ancora capito che la riforma Renzi dovrà essere ritirata fuori dalle casse,
riportata in Parlamento per rifare più semplicemente l’Italia e finalmente governarla.
Va rifatta l’Italia daccapo.


Bisogna finirla con le feste celebrate, peraltro anche al Quirinale,
avere restituito il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro ad una seconda giovinezza,
avere negato il rimedio delle elezioni anticipate
ed avere avviato quella legislatura ad una Cavalleria Rusticana recitata in tutta Italia da Beppe Grillo e comparse.

Ora i giochi sono a zero, e si ricomincia daccapo.

E Nicola Zingaretti, se vuole avere finalmente un’idea buona, rifondi il Pd,
e faccia gli Stati Generali, non quelle finzioni dei mesi scorsi.


La scelta del nuovo Capo dello Stato nel 2012 non sia occasione anche questa solo per trovare un presidente della Repubblica.

E non faccia morire tutti di Covid.


Lo spettacolo, signori, è finito.

I comici tornino in teatro, i lavoratori nelle fabbriche e gli studenti a scuola.
 

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