E meno male che Bank of America non aveva bisogno di soldi
Di Gabriele Capolino
"I mercati finanziari hanno un modo molto sicuro per predire il futuro: lo provocano loro". Chissa se questo aforisma di George Soros sia applicabile anche al deal fatto da Warren Buffett con Bank of America. Il titolo del mastondonte bancario americano aveva perso il 37% del suo valore in un mese, e una parte crescente del mercato era pronto a scommettere che l'eventuale Lehman brothers del prossimo cataclisma globale sarebbe stata proprio Bofa, alle prese con miliardi di dollari in asset ritornati improvvisamente tossici, e con cause e risarcimenti miliardari legati ai mutui e ai derivati sui mutui in arrivati anche in seguito all'acquisizione della moribonda Countrywide.
Inutilmente la banca si affannava a precisare, anche rivolgendosi ai suoi dipendenti, che non aveva bisogno di nuovi capitali, che aveva già disposto una serie di vendite di asset in modo da avere la liquidità necessaria eccetera. Giovedì 25 invece è uscito che Warren Buffett, mentre era nella vasca da bagno, ci ha pensato su, ha chiamato il ceo di Bofa, Brian Moynihan, e si è accordato per investire 5 miliardi in 50 mila azioni Bofa preferred (una specie di risparmio convertibile) al 6% di rendimento annuo (richiamabili dalla banca con un premio del 5%) e con warrant per comprare 700 milioni di azioni ordinarie entro dieci anni al valore di esercizio di 7,14 dollari, ovvero il 60% del valore patrimoniale netto attuale della banca. Il valore di quelle opzioni è di 2-3 miliardi a seconda di come le si calcola e, se esercitate, farebbero di Buffett il primo azionista del colosso Usa.
Nel 2008 Buffett aveva fatto un giochino del genere con un altro pezzo da 90 in difficoltà di liquidità, Goldman Sachs, e gli era andata bene, tanto che Goldman ha preferito rimborsargli tutto anticipatamente pochi mesi fa. In borsa il titolo Bofa ha subito preso il 26% in apertura di seduta per poi limare il rialzo al 7%. In Italia, una procura di provincia avrebbe aperto un fascicolo per usura ai danni dell'arzillo vecchietto di Omaha.
Ma allora, avevano ragione i tanto disprezzati ribassisti o ha ragione Soros, che il mercato il futuro se lo fabbrica da solo?