MILANO - Wall Street rialza la testa a sorpresa e l'Europa evita un nuovo venerdì nero. I mercati occidentali già nervosi sulle voci ribassiste di un taglio al
rating della Germania hanno sbandato, lasciando temere il peggio, sul mancato annuncio di un pacchetto di stimoli all'economia americana da parte di Ben Bernanke, il presidente della Fed, il cui intervento era attesissimo al simposio dei banchieri centrali a Jackson Hole. C'erano forse fin troppe aspettative sulla relazione del presidente della Fed sia pure alla prima uscita significativa a tre settimane dal declassamento del debito degli Stati Uniti. Bernanke non entra nel merito delle possibili iniziative per sostenere l'economia - gli stimoli saranno valutati a settembre - e definisce «deludente» la velocità di ripresa. Che anzi presenta ancora «molti rischi» e certo non è stata fin qui sufficiente a ridurre la disoccupazione. Wall Street accentua il calo all'1,63% poi riparte al rialzo, Milano peggiora fino al 3% ma poi si riprende e contiene in chiusura il calo allo 0,9%. Lo spread Btp-Bund punta brevemente a quota 300, un livello che non si vedeva dallo scorso 8 agosto, e poi si riposiziona a 290. A Francoforte il Dax archivia con un fortuito -0,84% una seduta da incubo.
APPUNTAMENTO A SETTEMBRE - La Federal Reserve dispone di «una gamma di strumenti per sostenere la crescita» che saranno valutati solo «in settembre». Per ora Bernanke si limita a ribadire che la Fed intende sostenere l'economia ma attenderà l'andamento dei dati economici nel corso delle prossime settimane e mesi prima di varare nuovi interventi.
PRIMATO ALLA POLITICA - Tocca al Congresso, dunque alla politica, lascia intendere il banchiere, agire per stimolare la ripresa. Il presidente della Fed spiega che i tassi di interesse al livello più basso di sempre promuoveranno la crescita a lungo termine, ma è comunque necessario prendere subito in mano la situazione. Il presidente della Fed si dice ottimista su una ripresa «nel secondo semestre» che porti finalmente benefici al mercato del lavoro. L'economia americana «tornerà in salute a lungo termine»
IL PESO DELLA FINANZA - «Lo stress finanziario è stato e continua ad essere un peso significativo sul recupero, sia qui che all'estero. Periodi di forte volatilità e avversione al rischio - è l'analisti del presidente della Fed - recentemente riemersi in reazione alle preoccupazioni sui debiti sovrani europei e gli sviluppi relativi alla situazione fiscale degli Stati Uniti, tra cui il recente declassamento del
rating a lungo termine del credito». Per Bernanke, «è difficile giudicare quanto questi sviluppi abbiano influenzato l'attivitá economica finora, ma non c'è dubbio che hanno ferito la fiducia delle imprese il che comporta rischi per la crescita in corso».
INFLAZIONE AL 2% - «La Federal Reserve continua a monitorare gli sviluppi nei mercati finanziari e delle istituzioni da vicino ed è in contatto frequente con i politici in Europa e altrove». La politica monetaria, dice, «deve essere sensibile ai cambiamenti nell'economia e, in particolare, le prospettive di crescita e inflazione. I dati recenti hanno indicato che la crescita economica nella prima metà di quest'anno è stato notevolmente più lento di quello che si aspettava, e che fattori temporanei possono rappresentare solo una parte della debolezza economica che abbiamo osservato». Ci aspettiamo che l'inflazione si stabilizzi a livelli pari o inferiori al tasso del 2 per cento».
Paola Pica
26 agosto 2011(ultima modifica: 27 agosto 2011 13:14)