Val
Torniamo alla LIRA
La Dia di Reggio Calabria ha arrestato l’ex ministro Claudio Scajola, la sua segretaria, Roberta Sacco, l’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, latitante da alcuni mesi per una condanna definitiva a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa, sua moglie Chiara Rizzo (non reperibile), e la madre Raffaella De Carolis. L’ex ministro Claudio Scajola è stato arrestato perché avrebbe aiutato l’ex parlamentare Amedeo Matacena a sottrarsi alla cattura per l’esecuzione pena dopo essere stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex ministro Claudio Scajola nasce da un filone dell’indagine «Breakfast», quella sui fondi neri della Lega Nord, coordinata dal sostituto procuratore della dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. Personaggio di spicco in quest’inchiesta è Bruno Mafrici, un faccendiere legato al clan De Stefano di Reggio Calabria. L’utenza telefonica di Mafrici, che si spacciava per avvocato, era stata messa sotto controllo dagli uomini della Dia reggina. L’attenzione degli investigatori si è soffermata su alcune telefonate che l’uomo d’affari ha avuto con l’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena. Le telefonate tra i due si sono fatte sempre più insistenti qualche mese prima che la condanna a sei anni di reclusione per associazione mafiosa diventasse definitiva per Matacena. Mafrici e Matacena parlavano di affari. Ed è proprio in questo contesto che si lega l’arresto dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola. Il deputato ligure avrebbe intrattenuto rapporti definiti dalla Dia «sospetti»con la moglie di Matacena, Chiara Rizzo.In più Scajola ha «interessato» un faccendiere italiano con interessi in Libano per favorire la latitanza di Amedeo Matacena.
Pensatela come volete, ma qui si lasciano in libertà degli assassini e - se fosse vero quanto scritto sopra - si arresta uno perchè "si interessa" un altro.
L’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex ministro Claudio Scajola nasce da un filone dell’indagine «Breakfast», quella sui fondi neri della Lega Nord, coordinata dal sostituto procuratore della dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. Personaggio di spicco in quest’inchiesta è Bruno Mafrici, un faccendiere legato al clan De Stefano di Reggio Calabria. L’utenza telefonica di Mafrici, che si spacciava per avvocato, era stata messa sotto controllo dagli uomini della Dia reggina. L’attenzione degli investigatori si è soffermata su alcune telefonate che l’uomo d’affari ha avuto con l’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena. Le telefonate tra i due si sono fatte sempre più insistenti qualche mese prima che la condanna a sei anni di reclusione per associazione mafiosa diventasse definitiva per Matacena. Mafrici e Matacena parlavano di affari. Ed è proprio in questo contesto che si lega l’arresto dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola. Il deputato ligure avrebbe intrattenuto rapporti definiti dalla Dia «sospetti»con la moglie di Matacena, Chiara Rizzo.In più Scajola ha «interessato» un faccendiere italiano con interessi in Libano per favorire la latitanza di Amedeo Matacena.
Pensatela come volete, ma qui si lasciano in libertà degli assassini e - se fosse vero quanto scritto sopra - si arresta uno perchè "si interessa" un altro.