HO VISTO UN POSTO CHE MI PIACE... SI CHIAMA MONDO

DANY1969

Forumer storico
(Cesare Cremonini)
... e grazie ai viaggi ed alle foto di mio fratello... ne sono convinta ;)
Buona settimana a tutti :)

upload_2017-12-3_23-32-59.jpeg
 
Sarebbe ora - per salvaguardare le bellezze naturali del mondo - che qualcuno imponesse a Stati tipo
Cina - India- Turchia - anche qualcuno Est europeo, di adeguarsi alle normative di emissione porcherie in atmosfera.
 
Non ho intenzione di tediarVi troppo.
A qualcuno potrebbe essere sfuggito questo articolo.
Grandi inziaitive .........forse .....un tantino fuori luogo. Forse sarebbe il caso di educarli a rispettare altre regole.

L’Associazione Sportiva Dilettantistica Grifo Boxe Rapallo presieduta da Antonino Tiano con il Maestro di pugilato Francesco Mascaro,
in collaborazione con il Tecnico F.P.I. Andrea Prassini Direttore Sportivo presso la sede secondaria della stessa Società
che è all’interno del Palazzetto dello Sport della Spezia e sotto l’egida F.P.I. Comitato Regionale Ligure,

darà il via ad un Progetto pugilistico denominato “Un Pugno al Razzismo”.

L’iniziativa sportiva, patrocinata dal Comune di Santo Stefano di Magra (SP) ed in particolare dagli Assessorati ai Servizi Sociali
a cura del Vice Sindaco Nicla Messora ed allo Sport a cura dell’Avv. Jacopo Alberghi,

si prefigge lo scopo di incentivare anche con lo sport, ed in particolare col pugilato, un percorso di integrazione relativo a 33 giovani immigrati
ospiti della struttura denominata Open Space del Campo – La Piccola Matita, sita a Santo Stefano di Magra in via Vincinella,

sotto la supervisione del Direttore della Caritas Diocesana La Spezia-Sarzana-Brugnato, Don Luca Palei.

I giovani immigrati, avranno pertanto la possibilità di praticare la “noble art” sotto le direttive del Tecnico F.P.I. Armando Bellotti,
già pugile professionista e Tecnico di rango internazionale, che li allenerà all’interno della stessa struttura.

- Al centro dell’attenzione è posta l’importanza dell’integrazione attraverso lo sport – ci riferisce l’ideatore del Progetto e Tecnico F.P.I. Andrea Prassini, che continua -
ed in particolare il pugilato, che possa fungere da strumento di socializzazione e di inserimento per coloro i quali vengono giudicati “diversi” a causa della loro provenienza, lingua o colore della pelle.


Di diverso avviso Manola Sambo, presidente di “Progetto Araba Fenice” e referente del gruppo “Dalla Parte delle Donne”,
secondo cui “le cronache raccontano di donne di tutte le età aggredite, pestate e abusate da extracomunitari”
ed “è assurdo che a chi arriva nel nostro Paese vengano forniti ulteriori strumenti di aggressione e sottomissione”.
“Queste iniziative targate sinistra - conclude - mi spaventano e mi portano a pensare che, forse, l’unico modo che rimane a noi donne per difenderci è prendere il porto d’armi”.
 
Follia a due passi dal Duomo di Milano, dove un vigilante di 29 anni ha allontanato un gruppo di nordafricani da un McDonald's ed è stato aggredito e accoltellato alla schiena.

L'episodio è avvenuto ieri sera, verso le 20,45, nella centralissima Galleria Ciro Fontana.
Gli stranieri erano entrati nel fast food e, pur non avendo consumato nulla, hanno iniziato a infastidire i clienti.
Così il responsabile del locale ha chiesto al vigilante di cacciarli. Una volta fuori, però, i nordafricani li hanno presi a calci e pugni.
Poi uno di loro ha tirato fuori un coltello e lo ha colpito gravemente alla schiena, all'altezza della regione lombare.
Gli stranieri sono poi fuggiti e hanno fatto perdere le loro tracce, mentre l'uomo è stato portato al Policlinico in codice giallo e in gravi condizioni,
anche se non è in pericolo di vita. Ha riportanto anche la frattura di uno zigomo e una spalla lussata.
 
Grandi o piccole città, paesi di provincia, treni, metro, questa è la realtà reale
di tutti i giorni. E la colpa è solo nostra. Se avete una figlia che viaggia in treno,
verso l'università o verso il lavoro, provate a farvi raccontare cosa succede tutti i giorni.

"Queste persone ormai credono di poter fare ciò che vogliono, Milano è diventata la loro terra di conquista:
la città di Milano è ultima in tutte le classifiche sulla sicurezza, e questo risultato è da attribuire in primo luogo all'indulgenza
e al buonismo dimostrati dalle ultime giunte. Serve più decisione, più concretezza: contro questi criminali
bisogna utilizzare il pugno duro, non c'è alternativa. Non possiamo permettere che questi delinquenti
imperversino per il centro di Milano totalmente indisturbati, senza nessun controllo.
Dal Comune e dalla Prefettura mi aspetto una risposta decisa: soltanto in questo modo si potrà ripristinare l'ordine".
 
Solo un po' di politica .......

Caos politico, rialzo del tasso di interesse sui titoli di Stato, fuga di capitali,
perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, impennata della povertà, otto banche a rischio fallimento.
Le profezie dei sostenitori del Sì non si sono avverate.
Anzi: ora sono gli stessi renziani a rivendicare crescita del pil e aumento degli occupati. Mps e le Popolari venete?
I problemi erano precedenti. Le decisioni sono state rinviate per paura di perdere consensi

Per dirla con Matteo Renzi, hanno perso i “gufi” e i “profeti di sventura”.
Ma stavolta il gufo è lui. Insieme ai suoi fedelissimi e a centri studi, agenzie di rating e banche d’affari che,
prima del referendum del 4 dicembre 2016 sulla riforma costituzionale,
avevano evocato scenari di caos politico e apocalisse economica in caso di vittoria del No.

Un anno dopo, con il pil a +1,5%, l’Italia resta in coda alla classifica Ue ma ben lontano dal -0,7% paventato nel luglio 2016 da Confindustria.
Ed è lo stesso Renzi a rivendicarlo, attribuendo il risultato ai suoi “1000 giorni”.

Negli ultimi 12 mesi, poi, non si sono registrate drammatiche fughe di capitali né la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro,
il crollo del reddito pro capite e un’impennata della povertà, come vaticinava viale dell’Astronomia.
Paghiamo ancora in euro, a dispetto del rischio Italexit paventato dal Financial Times.
Secondo cui “fino a otto banche italiane in difficoltà” sarebbero state “a rischio fallimento“.

In realtà gli istituti più deboli restano soggetti a turbolenze come lo erano prima del voto.
Per quelli in cui è intervenuto lo Stato, la “soluzione di mercato” era chiaramente impraticabile da molto prima del dicembre 2016.
La campagna referendaria, semmai, ha indotto il precedente governo a prendere tempo per non rischiare di perdere consensi.

Aggravando i problemi.
 
Tutti noi lo sappiamo perchè qualcosa capiamo.
Ma quanta gente ignora e pensa che questo sia un buon governo.

Il bluff della “soluzione di mercato” per MontePaschi
E’ vero invece che il 22 dicembre 2016, 18 giorni dopo la vittoria del No, è fallito l’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena.
Con il risultato che il governo Gentiloni, entrato in carica dieci giorni prima, ha dovuto varare in fretta e furia un fondo da 20 miliardi di euro e impegnarsi a ricapitalizzare l’istituto.

Ma a scrivere l’esito dell’ennesima crisi di Rocca Salimbeni è stato l’esecutivo di Renzi.
Che avendo sostenuto, il 22 gennaio 2016, che la banca era “risanata” e “ora investire è un affare“,
ha volutamente rimandato la soluzione della crisi a dopo la consultazione
fidandosi del piano di ricapitalizzazione messo a punto da Jp Morgan.

A ridosso del voto, poi, la situazione di Mps è diventata un’arma di pressione sugli elettori.
Complice la sponda delle banche d’affari (spesso direttamente coinvolte nell’operazione).

Se vince il No, era per esempio la tesi di Goldman Sachs, l’instabilità politica spaventerà gli investitori che
“potrebbero preferire aspettare in attesa di maggiore chiarezza” rendendo più probabile “una ristrutturazione di Mps con fondi pubblici” e l’attivazione del bail in.

In realtà la strada scelta è stata quella della ricapitalizzazione precauzionale, con la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni che lo Stato ha poi in gran parte riacquistato.
Che la “soluzione di mercato” non fosse percorribile era comunque evidente già da tempo.
Il salvataggio pubblico non è stato reso necessario dall’esito delle urne,
ma solo ritardato per tener buoni i risparmiatori e convincere gli elettori che senza un Sì il Monte sarebbe saltato.

Anche il salvataggio delle venete fu solo rinviato
Quanto al crac di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, la crisi era conclamata già dal 2015.

Nell’anno del referendum il governo ha esercitato la sua moral suasion sul sistema finanziario per promuovere la creazione del fondo Atlante, che avrebbe dovuto sostenere i loro aumenti di capitale.
Come da copione, il piano è fallito: dopo essere diventato primo azionista dei due istituti e aver bruciato quasi 3,5 miliardi,
il veicolo finanziato da istituti, assicurazioni e fondazioni ha gettato la spugna
e il cerino è rimasto ancora una volta in mano a Gentiloni e Padoan.

E’ seguito l’azzeramento degli obbligazionisti (che verranno in parte rimborsati),
l’iniezione di soldi pubblici
e la vendita a Intesa Sanpaolo al prezzo simbolico di un euro.

Tutto pur di evitare il bail-in, che avrebbe coinvolto anche i correntisti con più di 100mila euro sul conto.

Siamo pur sempre – di nuovo – in campagna elettorale.
 
Ho trovato questo commento in rete e mi sembra abbastanza esaustivo per chiudere ogni polemica.

Pinotti.
Ex consigliere circoscrizionale a Sampierdarena per il Partito Comunista,
ex Assessore alla scuola della provincia di Genova per il DS, laureata in lettere: presupposti ideali per un ruolo nella Difesa.
Ma alla fine ce la fa: Ministro della Difesa.

In un'intervista, tempo fa, incorre in una grossolana gaffe, dicendo che il caccia F-35 serve per contrastare i missili balistici intercontinentali,
sciocchezza che da sola basterebbe per cacciarla.

Occorre ammettere che il carabiniere incriminato è stato stupido ad esporre una bandiera prussiana
(per la precisione il vessillo imperiale della Marina Militare del Kaiser Guglielmo II),
perché l'unica bandiera che dovrebbe trovare posto in una caserma dell'Arma è il tricolore;
al massimo una sciarpa o un simbolo della sua squadra di calcio, così come la fotografia della fidanzata.

Rimane tuttavia l'ignoranza di Pinotti, che l'ha confusa con una bandiera nazista.
Invece di aprire un'chiesta, poteva aprire un libro di storia.

L'ignoranza specifica la si evince dal fatto che il suo post sul social è stato modificato per ben 4 volte
 
Giorno dopo giorno, nel silenzio generale, aumentano le limitazioni alle libertà personali e di pensiero.
Chi avrà le "qualità" ? O meglio chi avrà il "potere" di stabilire se un'associazione può o non può ?

Diversi comuni, infatti, nelle ultime settimane hanno proposto e approvato dei regolamenti
per proibire le manifestazioni pubbliche apertamente neo-fasciste, xenofobe o razziste.

E come? La soluzione è un certificato antifascista che ogni associazione o organizzazione politica dovrà sottoscrivere se vorrà disporre di uno spazio pubblico.

Capofila di questa iniziativa è stato il Consiglio Comunale di Siena – arrivato solo dopo Pavia nel panorama nazionale –
che nel luglio scorso ha deciso di approvare all’unanimità un atto di indirizzo politico proposto dal sindaco Bruno Valentini dal titolo:

“Valori della resistenza antifascista e dei principi della Costituzione Repubblicana”.

Oltre ad occuparsi della promozione dei valori antifascisti nelle scuole e nella società civile,
questo atto obbligherà gli organizzatori di qualunque evento pubblico a sottoscrivere una dichiarazione di riconoscimento nei valori antifascisti.

A ruota ha seguito Prato, a inizio novembre San Giuliano Terme e poi Pontedera (entrambe in provincia di Pisa).
Ed è proprio la città della torre quella più coinvolta nell’iniziativa: il consiglio comunale di Pisa
sarà chiamato presto a discutere una mozione simile per volere della maggioranza a guida Pd.

Anche Firenze si sta muovendo in questa direzione.
Il sindaco Dario Nardella, dopo aver proposto che l’educazione civica torni obbligatoria nelle scuole
in occasione dell’anniversario della liberazione della città, ha aderito all’appello di Aned (Associazione ex deportati nei campi nazisti)
e Anpi di “schierarsi con i valori dell’antifascismo” e “non concedere spazi pubblici a partiti e movimenti di chiara ispirazione neo-fascista”.
Inoltre, il gruppo Pd di Palazzo Vecchio ha depositato una delibera di modifica allo statuto comunale per la concessione di spazi pubblici che arriverà in commissione consiliare la prossima settimana.

Oltre ai singoli comuni, la questione è arrivata anche in Regione: ad agosto la giunta aveva approvato la proposta del governatore Enrico Rossi
e dell’Anpi Toscana di istituire un osservatorio regionale contro l’apologia del fascismo e nelle scorse settimane la consigliera Alessandra Nardini (Pd)
ha portato in Consiglio un atto di indirizzo politico per invitare tutti i comuni della regione a dotarsi di un regolamento sullo stile di Siena.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto