HO VISTO UN POSTO CHE MI PIACE... SI CHIAMA MONDO

Buongiorno. Ben svegliati. Avete salutato i "Vostri amici" prima di lasciare il caldo giaciglio ?

Quando andiamo a letto pensiamo di essere nel luogo più confortevole della casa. E spesso è così.
Eppure se non lo curiamo adeguatamente, cambiando spesso le lenzuola e le federe, rischia di diventare una vera e propria "bomba" di batteri.

Il nostro corpo, infatti, in un anno emana (in media) qualcosa come 26 litri di sudore.
E visto che l'umidità aiuta i funghi a proliferare, sui nostri cuscini dopo un anno e mezzo se ne possono trovare anche 17 tipologie differenti.
Non proprio il massimo dell'igiene. Senza considerare tutto il resto del corpo:
chi dorme nudo, ovviamente, sporcherà di più il letto di quanto non faccia chi si affida alla camicia da notte.
Attenzione: per chi indossa il pigiama il discorso è lo stesso.
Anche i vestiti dovrebbero finire in lavatrice almeno una volta a settimana
(uno studio confezionato da una società di materassi abbia dimostrato che i maschi sono soliti tenerli per molti più giorni rispetto alle donne).

Ai funghi che crescono nel letto bisogna aggiungere i batteri che provengono dall'epidermide,
dai colpi di tosse o dagli starnuti notturni e pure le secrezioni vaginali e anali.
Infine, per chi ha cani o gatti a casa non sono da sottovalutare i peli degli animali che si depositano sotto il piumone, oltre ovviamente al polline e agli acari della polvere.

Ogni quanti giorni bisognerebbe cambiare le lenzuola?
Secondo Philip Tierno almeno una volta alla settimana.

Solo così si evita di covare germi che possono provocare raffreddori e gola infiammata, opppure peggiorare situazioni croniche di asma e sinusite.
Nel letto, infatti, i germi sono a diretto contatto con la bocca e, sebbene inconsciamente, di notte ne inaliamo moltissimi. Impossibile evitarlo.

Gli studi condotti sulla frequenza di cambio delle lenzuola non sono incoraggianti.
Secondo una agenzia di assicurazioni domestiche, fa notare Focus,
"i single britannici cambierebbero la biancheria del letto ogni tre mesi e la media degli inglesi addirittura solo tre volte all’anno".

Non proprio il massimo della pulizia.
 
Come al solito - come nel caso del muro già costruito sul confine del Messico dai precedenti Presidenti -
si butta legna sul fuoco per ardere un Presidente che ha "il coraggio di fare qualcosa di diverso".

Questa è la realtà. Non le mistificazione dei media.

"È il momento di riconoscere ufficialmente Gerusalemme come capitale d'Israele".
Lo ha annunciato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante l'atteso discorso dalla Casa Bianca.

"Non possiamo risolvere i problemi ripetendo le strategie del passato, servono nuovi approcci.

Nel 1995 il Congresso votò una legge per riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele.

Per oltre 20 anni, tutti i miei predecessori hanno esercitato una deroga, rifiutandosi di riconoscere Gerusalemme come capitale e di spostare l'ambasciata.
Lo hanno fatto credendo che sarebbe servito per la pace. Invece non siamo nemmeno vicini a un accordo di pace e sarebbe sbagliato ripetere sempre la stessa formula".

"Chiedo al dipartimento di Stato - ha aggiunto Trump - di far partire il processo per lo spostamento dell'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, immediatamente".
"Gerusalemme non è solo il cuore di tre religioni, ma di una delle democrazie più importanti al mondo.
Gli israeliani hanno costruito un Paese dove tutti sono liberi di professare la loro religione. Gerusalemme è e deve restare un posto dove tutti possono pregare".
"Oggi riconosciamo l'ovvio: Gerusalemme è la capitale d'Israele. È il riconoscimento della realtà, niente di più".

"Restiamo impegnati profondamente nel tentativo di aiutare le parti in causa a raggiungere un accordo di pace accettabile per tutti" ha dichiarato Trump.
Gli Stati Uniti sono pronti a sostenere "una soluzione a due Stati, se accettata da entrambe le parti".

Il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, sarà in Medio Oriente nei prossimi giorni per
"riaffermare il nostro impegno a lavorare con i partner del Medio Oriente per sconfiggere il radicalismo che minaccia le speranze e i sogni delle generazioni future".

Secondo il piano già noto da tempo, Pence incontrerà il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a Gerusalemme,
e il presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen, a Ramallah.

Inoltre, sarà al Cairo, dove incontrerà il presidente Abdel Fattah al-Sisi.
 
Trump ha fatto riferimento al Jerusalem Embassy Act, approvato nel 1995 dal 104esimo Congresso,
a maggioranza repubblicana, ma mai attuato, vista l'opposizione dei presidenti Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama,
secondo cui il Congresso, con il provvedimento, avrebbe violato l'autorità dell'esecutivo sulla politica estera.

Nello specifico, la legge aveva l'esplicito obiettivo di finanziare lo spostamento dell'ambasciata statunitense da Tel Aviv e Gerusalemme entro il 31 maggio 1999.
La legge inoltre riaffermava Gerusalemme come città indivisibile e capitale dello Stato d'Israele.

La legge fu approvata con 93 voti a favore e 5 contrari in Senato e con 374 voti a favore e 37 contrari alla Camera.

Da allora, ogni sei mesi i presidenti statunitensi hanno fatto valere il loro potere di rimandare l'attuazione, citando gli interessi di sicurezza nazionali.
 
Una bella maggioranza, schiacciante maggioranza e soprattutto - una maggioranza eterogenea, che comprendeva membri di entrambi gli schieramenti -
Democratici e Repubblicani.
 
Gli ebrei considerano Gerusalemme la loro capitale da oltre tremila anni, per ragioni religiose e politiche.
Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme e la successiva dispersione del popolo ebraico,
per il giudaismo il ritorno a Gerusalemme è rimasto un punto fermo.

La Città Santa è l’antica capitale del Regno di Israele del re David (X secolo a.C.) e poi del Regno ebraico degli Asmonei (II secolo a.C.).

I palestinesi
, che costituiscono circa un terzo della popolazione della città, rivendicano Gerusalemme come la capitale dello Stato a cui aspirano.
Gerusalemme per loro rappresenta una dimensione religiosa essenziale con la Spianata delle Moschee, nella città Vecchia,
da dove il profeta Maometto venne assunto in cielo: è il terzo luogo santo per i musulmani.

Il piano di partizione della Palestina, approvato dall’Onu nel 1947, prevedeva di dividere il territorio – all’epoca sotto mandato britannico – tra tre entità:
uno Stato ebraico,
uno Stato arabo
e Gerusalemme sotto il controllo internazionale.

Questo piano venne accettato dai dirigenti sionisti ma respinto dai leader arabi.

Dopo la fine del mandato britannico, con la prima guerra israelo-araba, nel 1948 venne creato lo Stato di Israele,
che fece di Gerusalemme la sua capitale nel 1949, ma la parte orientale della città restò sotto il controllo della Giordania.

Dopo la conquista e l’annessione della parte Est della città in seguito alla guerra israelo-araba del 1967, Israele dichiarò Gerusalemme «riunificata» e sua «capitale».

Una legge israeliana di rilievo costituzionale adottata nel 1980 – la "Legge fondamentale"
confermò lo status di Gerusalemme come capitale «eterna e indivisibile» di Israele.
L’atto venne interpretato come una forma di annessione "de jure" di Gerusalemme Est,
e quindi il Consiglio di Sicurezza dell’Onu deplorò immediatamente la decisione,
che non è mai stata riconosciuta dalla Comunità internazionale, che considera Gerusalemme Est come «occupata».

Prima della decisione del 1980 e delle relative risoluzioni di condanna dell’Onu, 13 Paesi avevano la loro ambasciata a Gerusalemme:
la Bolivia, il Cile, la Colombia, Costa Rica, la Repubblica dominicana, l'Ecuador, El Salvador, il Guatemala, Haiti, i Paesi bassi, Panama, Uruguay e Venezuela.
Poi anche questi Paesi, come tutti gli altri, hanno trasferito le loro sedi di rappresentanza a Tel Aviv.
Costa Rica ed El Salvador hanno di nuovo installato la loro ambasciata a Gerusalemme dal 1984 al 2006.

Nel 1995 il Congresso Usa approvò una controversa legge – il «Jerusalem Embassy Act»
secondo cui Gerusalemme, «città indivisa», avrebbe dovuto essere riconosciuta come «capitale dello Stato di Israele»,
e quindi l’ambasciata americana trasferita da Tel Aviv a Gerusalemme.
Il "trasloco" sarebbe dovuto avvenire entro il 31 maggio 1999.

Da allora, però, è stato sistematicamente rinviato con un preciso intervento, due volte l’anno, del presidente americano in carica: il Presidential Waiver.

Una delle conseguenze della legge del 1995 è che nei documenti ufficiali americani Gerusalemme è menzionata come capitale di Israele.
 
Le parole di Trump sono molto chiare. E non sono soggette ad interpretazioni farlocche.

La politica adottata ad oggi, non ha portato alla soluzione del conflitto.
C'è una chiara apertura alla possibilità di creare 2 stati e che Gerusalemme diventi - nella parte Ovest -
capitale di Israele e - nella parte Est - capitale dello stato palestinese (se si vuole creare questo Stato).

Non vedo soluzione migliore. Seguire questa strada dopo 20 anni di conflitto è la sola possibile.
SE si vuole realizzare qualcosa di nuovo e soprattutto dare pace alla regione.

W Trump allora.
 

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