Troppi debiti,Iren in affanno
A fine marzo l'esposizione finanziaria è arrivata a sfiorare i 3 miliardi di euro, mentre il gruppo soffre di sovra-capacità produttiva in campo energetico. In Borsa il titolo perde il 12 per cento.
Ricavi in crescita per Iren nel primo trimestre dell’anno 2012, ma margine operativo lordo, cioè differenza fra ricavi e costi, in calo del 7,3%. E se si aggiungono gli oneri della gestione finanziaria, cioè degli interessi sul debito, il risultato operativo diminuisce addirittura del 15%. Sono i dati poco brillanti di una trimestrale del gruppo resa nota all’indomani di una contrastata assemblea dei soci sul bilancio 2011. Il gruppo Iren è in difficoltà per troppo indebitamento, per una mole di investimenti industriali non adeguatamente ripagati dalla vendita di energia elettrica e gas, come è costretto a riconoscere lo stesso presidente, Roberto Bazzano.
Da un lato la crisi economica ha creato una sovra-capacità produttiva, e dall’altro ha influito sui prezzi di vendita. Un tema sollevato in assemblea dal sindaco di Reggio, Graziano Delrio. Nel primo trimestre dell’anno l’indebitamento è salito ancora, fino a 2.893 milioni, con un incremento del 9,5% rispetto a dicembre. Fra gli investimenti di maggior rilievo la centrale di cogenerazione di Torino, l’ultimazione del terminale di rigassificazione di Livorno, l’imminente entrata in funzione del polo ambientale integrato di Parma dopo che il Tar ha bocciato una ordinanza del Comune d’oltre Enza di sospensione dei lavori per il nuovo inceneritore. La crescita dell’indebitamento e le perdite per la riorganizzazione Edison-Edipower e sulla collegata Sinergie Italiane hanno avuto ripercussioni negative anche sull’andamento del titolo in Borsa. Nell’ultimo anno ha perso quasi il 70% del suo valore. Ne ha preso atto il presidente annunciando un piano di dismissioni per 300 milioni di euro.