I farmacisti scioperano ancora

La prima volta che uno prende un farmaco da banco può avere bisogno del consiglio di un farmacista.
Se poi prende sempre lo stesso, allora il consiglio non serve più, se è per lo stesso motivo ed è lo stesso farmaco.
 
tashtego ha scritto:
Abito in un comune di pochissime anime,
Beata te

percio' conosco la realta' di cui parli, e non contesto quanto dici, anzi, lo confermo. Ma io ho parlato di farmaci da banco, non di farmaci che richiedono prescrizione medica. E il decreto pure.

Nella realtà il timore è "che il farmacista al supermercato sia il primo passo per la nascita di una serie di farmacie di tipo commerciale, aperte al di fuori di qualsiasi regola. Il rischio è l'ingresso sul mercato di farmacie gestite dai grandi gruppi del settore distributivo, operanti con politiche commerciali spinte." Cioè il modello americano.
Anche perchè certe cose si sanno anche se non si possono dire, esempio le grandi pressioni del colosso tedesco Celesio, di cui fa parte Admenta.
Celesio è l'asso pigliatutto della distribuzione del farmaco in Europa e sta comperando tutto a Est come a Ovest. Prova a cercarlo su Google, magari non solo n italiano.
 
Fleursdumal ha scritto:
il 28luglio, ridicoli :down: hanno trasformato le farmacie in supermarket dove si vende di tutto : dai giocattoli chicco o giù di lì per bambini ai beveroni energetici alle creme solari e di bellezza and so on , e si lamentano se le aspirine vengono messe sui banconi degli iper.
Più protestano sti ingordi più bisogna bastonarli e mettere fine ai loro privilegi medioevali. :clava:
ma non dici la cosa peggiore

L'italia è l'unico paese in cui la produzione dei farmaci ha un costo inferiore rispetto agli altri
ma
poi
non si sa cosa succede

il farmaco venduto nelle farmacie a volte supera addirittura il 100% rispetto al prezzo negli altri paesi europei


Ora alcuni defi.cienti e celebrolesi sostengono che questa liberalizzazione favorisce le coop rosse
sfugge alla loro attenzione che prima di tutto favorisce il consumatore che potrà acquistare il farmaco da banco ad un prezzo inferiore
 
tontolina ha scritto:
ma non dici la cosa peggiore

L'italia è l'unico paese in cui la produzione dei farmaci ha un costo inferiore rispetto agli altri
ma
poi
non si sa cosa succede

il farmaco venduto nelle farmacie a volte supera addirittura il 100% rispetto al prezzo negli altri paesi europei


Ora alcuni defi.cienti e celebrolesi sostengono che questa liberalizzazione favorisce le coop rosse
sfugge alla loro attenzione che prima di tutto favorisce il consumatore che potrà acquistare il farmaco da banco ad un prezzo inferiore

Scusa tontolina ma non potresti informarti prima di straparlare?
In Italia di produzione di farmaci se ne fa poca. Se ti informi vedrai che Roche, Pfizer, Bayer, Glaxo, Novartis etc ....non sono italiane.
Sui prezzi dei farmaci, che sono una cosa complessa, ci sono degli studi della Bocconi.

FARMACI: IN ITALIA QUELLI CON RICETTA COSTANO MENO

MILANO - I prezzi al pubblico dei nuovi farmaci su ricetta in Italia sono inferiori rispetto ai principali paesi occidentali. Da uno studio condotto da Cergas (Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale) dell'Universita' Bocconi di Milano e' infatti emerso che i prezzi dei farmaci su prescrizione sono superiori del 5-10% in Francia, Canada e Inghilterra, del 37% alla Germania e del 100% agli USA.
I farmaci lanciati dopo il 1990 - ha spiegato lo studio - hanno prezzi al pubblico inferiori dal 5 al 100% e i prezzi che l'industria pratica alla distribuzione dal 10 al 160%. Lo studio riguarda Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Canada e Stati Uniti e confronta prodotti con lo stesso principio attivo e indicazione terapeutica e riferiti al mercato gestito dalle farmacie aperte al pubblico.
Secondo la ricerca, i prodotti di piu' recente introduzione (farmaci lanciati sul mercato internazionale dopo il 1990) presentano in Italia prezzi al pubblico di poco superiori (+1%) solo alla Spagna e inferiori (dal 5 al 100%) agli altri. Per prezzo finale si intende il prezzo che l'utente e le assicurazioni private (se il farmaco non e' rimborsabile) o lo Stato e le assicurazioni sociali (se e' rimborsabile) pagano. I prezzi finali sono dati dal prezzo industriale piu' la remunerazione della distribuzione (distributori all'ingrosso e farmacie) e l'IVA. Non sono inclusi nel prezzo finale eventuali sconti dovuti dalle farmacie in caso di farmaco rimborsato dal sistema pubblico.
''I prezzi dei farmaci in Italia sono inferiori, soprattutto se si fa riferimento ai farmaci piu' recentemente introdotti sul mercato - ha spiegato Claudio Jommi, responsabile dell'Osservatorio Farmaci -. Tale posizionamento e' da ascrivere, tra gli altri fattori, al maggiore controllo dei prezzi industriali, realizzato attraverso una contrattazione simultanea di prezzi e rimborsabilita' dei farmaci, ai frequenti tagli diretti o indiretti di prezzo e all'applicazione nel 2005 di uno sconto obbligatorio sul prezzo a carico delle imprese''.
Secondo lo studio anche i prodotti lanciati da piu' tempo (e, quindi, il mercato nel suo complesso), in Italia i prezzi sono superiori alla Spagna (del 10-20%) e inferiori a Germania, del 10-30%, Canada, con differenze assimilabili alla Germania, e USA, con differenze molto piu' consistenti. Tendenzialmente i prezzi al pubblico sono piu' alti di quelli inglesi (soprattutto perche' l'IVA e' nulla per i prodotti con obbligo di prescrizione nel Regno Unito) e, in parte, francesi. Quelli industriali sono invece in linea o piu' bassi rispetto a Francia e Regno Unito.
Il posizionamento dell'Italia - secondo la ricerca - e' dunque piu' incerto, modificandosi in funzione dell'indice utilizzato. ''Tale risultato non e' sorprendente - ha sottolineato Claudio Jommi - in quanto diversi principi attivi sono in Italia ancora oggi coperti da brevetto, mentre in altri paesi la copertura brevettuale e' scaduta (con conseguente apertura alla competizione dei generici). C'e' da aspettarsi tuttavia un graduale allineamento degli indici riferiti a tutto il mercato a quelli per i prodotti di piu' recente introduzione, in quanto questi avranno un peso sempre maggiore e per diversi principi attivi il brevetto e' in scadenza anche in Italia''.
I minori prezzi dell'Italia - secondo lo studio - sono piu' evidenti nei prezzi industriali, mentre il confronto sui prezzi al pubblico mostra qualche incertezza in piu'. ''Un ruolo importante - ha spiegato Jommi - viene giocato dall'IVA sui farmaci etici, che in Italia (10%) e' inferiore soltanto rispetto alla Germania (16%). Piu' incerto e' il ruolo dei costi della distribuzione intermedia e finale''. Fatto cento il prezzo finale - e' spiegato nella ricerca - la quota della distribuzione, 30%, su tale prezzo non e' in Italia superiore rispetto ai principali partner europei, mentre e' piu' alta rispetto a USA e Canada, entrambi al 27%, che presentano pero' un sistema distributivo differente.

FARMACI: IL COSTO IN ITALIA, LE TABELLE
Queste le tabelle dello studio Cergas Bocconi sul costo dei farmaci a ricetta. Differenza nel prezzo al pubblico rispetto all'Italia:


- Spagna -1%
- Francia +5%
- Canada +6%
- Regno Unito +7%
- Germania +37%
- USA +100%
Differenza nel prezzo industriale rispetto all'Italia:
- Francia +10%
- Spagna +11%
- Regno Unito +24%
- Germania +28%
- Canada +38%
- USA +160%


Quota sul prezzo finale dei farmaci su ricetta (al lordo di IVA) prevista per la remunerazione delle imprese, per i margini alla distribuzione (intermedia e finale[cioè grossisti e farmcie]) e per l'IVA:


Industria Distribuzione IVA
- Germania 52,8% 33,4% 13,8%
- Francia 59,5% 38,4% 2,1%
- Italia 60,6% 30,3% 9,1%
- Spagna 63,2% 33,0% 3,8%
- Regno Unito 65,8% 34,2% 0%
- Canada 73,3% 26,7% 0%
- USA 73,3% 26,7% 0%.


http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200607211345250554/200607211345250554.html


Fonte: Elaborazioni Osservatorio Farmaci Cergas su dati IMS Health
[] [] 21.07.2006 - © Università Bocconi

Comunque con i prezzi dei farmaci i farmacisti non c'entrano niente perchè non sono loro che li determinano, non c'è mica l'etichetta del farmcista appiccicata sopra, il prezzo è stampigliato dalla ditta.
Perchè non leggi i post precedenti dove ci sono un po' di dati?
Se fate trading con questo genere di raccolta dati non so cosa possiate concludere.
 
questo 3d è una massa di scemenze concentrate teso solamente ad alimentare l' egocentrismo smodato di taluni, se si volesse impostare un discorso serio allora dovremmo partire dalla posizione della Commissione che fà della liberalizzazione dei servizi un punto essenziale del rilancio della strategia di Lisbona sulla competitività dell'Unione, la stessa riconosceva anche difficoltà rilevanti per la sua adozione legate naturalmente ai principi giuridici di ogni stato..


senza menarcelo troppo ( visto che ho il cuore ballerino :( ma l' uccello canterino :-o ) da una rapida lettura del testo si evince :



l' assetto giuridico non cambia , solo un farmacista può essere titolare di licenza e ogni farmacista può avere la titolarità di una sola. Il meccanismo del concorso per l’assegnazione della farmacia continua aimè , rimane ll' asimmetria tra vekkio ed il nuovo lasciando il sistema concoursuale Eppoi il decreto apre alle catene di farmacie e alle società di distribuzione del farmaco escludendo che la società di distribuzione possa gestire la farmacia ??????? !!!!!!!!!!

adusbef ( faccio un pò di copia incolla pure io ):

Il decreto sulla competitività a costo zero per le casse dello Stato,
che non è stato adottato dal precedente Governo,sedicente liberista,
consentirà un risparmio di quasi 1.000 euro a regime,per le tartassate
famiglie italiane saccheggiate da monopoli,oligopoli e cartelli, che si sono
arricchiti negli ultimi cinque anni,proprio operando al riparo della
concorrenza e delle corrette regole del mercato.
Dei 12 provvedimenti di liberalizzazione,almeno 6 produrranno risparmi
certi e sostanziosi per le tartassate famiglie italiane;
la liberalizzazione dei farmaci cosiddetti equivalenti con la
possibilità di vendita nei supermercati,sempre con la presenza di un
farmacista,invece di spingere (come affermano gli interessati) ad un aumento
dei consumi,produrrà invece meccanismi virtuosi di abbattimento dei
prezzi,non solo nei supermercati,ma anche nelle farmacie,con ribassi del
30-50 per cento,con risparmi medi annui a famiglia di 100- 110 euro

( per i poveri vecchietti di periferia !!!!)


basilare sarebbe anche una comparazione tra il decreto l. 223/06 e la L 80/2005, alcuni articoli sono stati ripresi ed ampliati nel loro ambito d' operatività......
 
Anonimo ha scritto:
questo 3d è una massa di scemenze concentrate teso solamente ad alimentare l' egocentrismo smodato di taluni, se si volesse impostare un discorso serio allora dovremmo partire dalla posizione della Commissione che fà della liberalizzazione dei servizi è un punto essenziale del rilancio della strategia di Lisbona sulla competitività dell'Unione, la stessa riconosceva anche difficoltà rilevanti per la sua adozione legate naturalmente ai principi giuridici di ogni stato..


senza menarcelo troppo ( visto che ho il cuore ballerino :( ma l' uccello canterino :-o ) da una rapida lettura del testo si evince :



l' assetto giuridico non cambia , solo un farmacista può essere titolare di licenza e ogni farmacista può avere la titolarità di una sola. Il meccanismo del concorso per l’assegnazione della farmacia continua aimè , rimane ll' asimmetria tra vekkio ed il nuovo lasciando il sistema concoursuale Eppoi il decreto apre alle catene di farmacie e alle società di distribuzione del farmaco escludendo che la società di distribuzione possa gestire la farmacia ??????? !!!!!!!!!!

adusbef ( faccio un pò di copia incolla pure io ):

Il decreto sulla competitività a costo zero per le casse dello Stato,
che non è stato adottato dal precedente Governo,sedicente liberista,
consentirà un risparmio di quasi 1.000 euro a regime,per le tartassate
famiglie italiane saccheggiate da monopoli,oligopoli e cartelli, che si sono
arricchiti negli ultimi cinque anni,proprio operando al riparo della
concorrenza e delle corrette regole del mercato.
Dei 12 provvedimenti di liberalizzazione,almeno 6 produrranno risparmi
certi e sostanziosi per le tartassate famiglie italiane;
la liberalizzazione dei farmaci cosiddetti equivalenti con la
possibilità di vendita nei supermercati,sempre con la presenza di un
farmacista,invece di spingere (come affermano gli interessati) ad un aumento
dei consumi,produrrà invece meccanismi virtuosi di abbattimento dei
prezzi,non solo nei supermercati,ma anche nelle farmacie,con ribassi del
30-50 per cento,con risparmi medi annui a famiglia di 100- 110 euro

( per i poveri vecchietti di periferia !!!!)


basilare sarebbe anche una comparazione tra il decreto l. 223/06 e la L 80/2005, alcuni articoli sono stati ripresi ed ampliati nel loro ambito d' operatività......




Benvenuto Anonimo con la A maiuscola e quindi non molto anonimo.. :D
Scherzo eh......, sono d'accordo con buona parte delle cose che scrivi. :)
 
sharnin ha scritto:
[
Se fate trading con questo genere di raccolta dati non so cosa possiate concludere.

vorrei sapere come ti permetti di fare certe affermazioni. Non ce la fai a restare sul confronto senza trascendere sul personale tentando di offendere? ho notato che lo fai ripetutamente e con tutti.

sai qualcosa tu delle persone che sono dietro ai nick?

cerca di fare la persona intelligente e piantala con questo egocentrismo soffocante mirato solo a soddisfare il tuo io.
 
sharnin ha scritto:
Io ho una carissima amica che vive in America da 20 anni, e ha vissuto in posti diversi (e fortunatamente a breve saranno trasferiti in Francia), ci scambiamo mail tutti i giorni e ci telefoniamo spesso.
Dell'America c'è da salvare proprio poco.
Gli avvocati sono la corporazione più potente dell'America, sono grandi studi legali con diecine di avvocati dipendenti, in genere si prendono una percentuale sulla causa, e fanno scattare il tassametro appena gli telefoni.
.

a me della tua amica che citi non importa niente, io in america ci sono stata e sono stata in diversi posti e so da sola quello che voglio salvare e quello che non mi piace.

Comprare farmaci al supermercato l'ho trovato comodo. Punto. Ti interessa la mia opinione o ne fai polpette perchè non uso nomi altisonanti come fai tu? in fondo siamo qua per dire la nostra opinione no? o tu forse sei qua per imporre la tua? ognuno MERITA LA STESSA ATTENZIONE.


per quel che riguarda gli avvocati hai letto male,

io ho detto che NON HANNO MINIMALI . punto.

cosa vuol dire? che lo studio associato risponde inizialmente con il capitale dei soci, stabilisce la percentuale che gli spetta in caso di esito positivo con tutte le spese accessorie, percentuale che arriva al 40%, in caso di esito negativo il cliente NON sborsa un dollaro. questo è quello che conta. E' facile arricchirsi ma è anche facile chiudere i battenti. Visto il film a civil action? storia vera tanto per fare un esempio.
NON dico che il sistema americano sia il top, dico solo che sono felice che bersani abbia pensato di togliere il minimo. La gente fa cause civili assurde, e gli avvocati sono pronti a prendere tutto proprio perchè per loro è sempre gain.
 
elena ha scritto:
vorrei sapere come ti permetti di fare certe affermazioni. Non ce la fai a restare sul confronto senza trascendere sul personale tentando di offendere? ho notato che lo fai ripetutamente e con tutti.

sai qualcosa tu delle persone che sono dietro ai nick?

cerca di fare la persona intelligente e piantala con questo egocentrismo soffocante mirato solo a soddisfare il tuo io.

L'ho detto a te? NO, l'ho detto a tontolina che afferma "L'italia è l'unico paese in cui la produzione dei farmaci ha un costo inferiore rispetto agli altri
ma
poi
non si sa cosa succede

il farmaco venduto nelle farmacie a volte supera addirittura il 100% rispetto al prezzo negli altri paesi europei", cose assolutamente FALSE.
Io non offendo nessuno ma MI PERMETTO di criticare chiunque.
 

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