All'inizio di questo anno scolastico, abbiamo fatto due chiacchiere. A fronte di una stanchezza sia sua, sia mia, gli ho detto che non gli avrei più ricordato i suoi doveri scolastici.
Era liberissimo di studiare o non studiare, di farlo all'ora che voleva. Io avrei smesso del tutto di sgridarlo se non studiava , avrei continuato a non dare importanza ai voti. La sola cosa che gli chiedevo era di farmi sapere se gli servisse un sostegno, in caso di difficoltà in qualche materia, che avrei provveduto a trovarlo e, in questo caso, gli avrei chiesto un minimo di serietà nel seguire le ripetizioni, on line o in presenza che fossero.
Lui, che preferisce scaricare le responsabilità dei voti non sempre buoni sulla sfortuna, il professore, la distrazione, la stanchezza e bla bla bla, se ne è ben guardato dal chiedermi di trovare lezioni di sostegno. E siamo andati lisci così io e lui fino a fine anno.
Il papà non ha mai concordato con questo patto e spessissimo mi ha incolpata di "averlo lasciato solo", sicché in questo periodo che sta preparando la maturità, lui interferisce parecchio, sgridando il figlio se sta fuori, se esce la sera, se....
Perciò ieri sera abbiamo nuovamente discusso con il ragazzo, perché io mi sono permessa di dirgli che secondo me non si stava proprio spaccando la schiena per l'esame. Detto così, senza giudizi, rimproveri. L'ho detto perché lui si è lamentato della sgridata del padre e io gli ho risposto "al di là di tutto, non mi sembra che tu ti stia consumando per lo studio".
Apriti cielo. Ha detto che gli dà fastidio che io lo guardi. Gli ho detto che non posso farne a meno. Viviamo in casa assieme e la sua presenza o assenza, la sua dedizione ai libri o meno io le vedo e le noto, volente o nolente ma che non gli ho detto mai nulla, visto il nostro patto.
Ha risposto che è vero ma io non dovrei nemmeno guardarlo, secondo lui.
Gli ho ricordato che siamo una famiglia e che famiglia significa individui che, tra di loro, hanno un legame e sono interdipendenti, che lui non è un inquilino che paga l'affitto e con il quale divido gli spazi a fronte di un contratto, e che ogni cosa che io faccio o non faccio ricade su di me, su di lui e sulla sorella, che a lui piaccia o no e lo stesso per quanto fa o non fa lui.
Allora, con grandissima maturità
![che imbarazzo :-o :-o](/images/smilies/icon_redface.gif)
ha affermato che lui preferisce vivere da inquilino, badare solo alle cose sue e basta. Gli ho risposto che allora io avrei fatto lo stesso con lui: cucina, bucato, spesa, pulizie, riordino. Solo le mie cose e le cose per me. Che non mi chiedesse più soldi, passaggi in auto, che non mettesse più nella cesta il suo bucato e che non si aspettasse che lo lavassi io.
Ha risposto che io devo, perché sono la mamma.
Ah ecco.
Il tutto con mia estremissima calma. E lui che sbraitava come una scimmia urlatrice.