JOACKIN
joakin
Come diceva oggi un trader a Chicago in TV, i fondamentali economici in borsa hanno smesso di contare un -20% fa, cioè quando il mercato era un 20% più in basso
(Ultimi dati dalla Lombardia:..a luglio sono state presentate in media 50 nuove domande di cassa integrazione ogni giorno, ad agosto, periodo di ferie, la media è scesa a 10, per risalire subito a 50 da lunedì 31 agosto... Il fatturato cala sia su base annua (-18,4%) sia rispetto al trimestre precedente (-5,4%). ...Nel primo semestre i licenziamenti hanno toccato quota 31.161, con un aumento del 74% rispetto allo stesso semestre del 2008, mentre il ricorso alla cassa integrazione +415%....Bassissimo il tasso di utilizzo degli impianti: per l’industria cala al 63,5%, mentre per l’artigianato scende addirittura sotto il 60%. .... ordinativi, che rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso a -14% sul versante interno e -8,3% su quello estero, con una piccola svolta congiunturale sull’estero (+1,6%)....)
ecco perchè la borsa continua a salire da sei mesi, gli ordinativi esteri per la prima fanno +1.6%!
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LOMBARDIA IN GENERALE
E’ cominciato il mese di settembre e piovono da una parte gli ultimi dati che fanno il punto della situazione, dall’altra le previsioni per il prossimo autunno-inverno. A fine luglio la Cgil ha diffuso una serie di dati che fotografano la situazione nella regione prima delle ferie: circa il 45% delle imprese sono indebitate e ben un quarto ha i bilanci in perdita, 200.0000 persone su 3.000.000 occupati (partite IVA escluse) hanno perso un lavoro e ne stanno cercando un altro. Nel primo semestre i licenziamenti hanno toccato quota 31.161, con un aumento del 74% rispetto allo stesso semestre del 2008, mentre il ricorso alla cassa integrazione è cresciuto del 415%; nei primi sette mesi di quest’anno, inoltre, le indennità di disoccupazione hanno registrato un balzo del 128% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Un’indagine dell’Api rileva che nella regione il 60% delle medie imprese e il 40% delle piccole hanno riscontrato cali nell’occupazione. Il reddito degli abitanti della Lombardia è cresciuto solo dello 0,2%, rispetto a una media nazionale dello 0,5%. Dai dati di un’indagine condotta da Confindustria, Unioncamere e Regione, risulta che nel secondo trimestre 2009 il calo della produzione industriale è stato del 3% rispetto al trimestre precedente (rispetto al -4% del primo trimestre 2009 sull’ultimo 2008) e dell’11% anno su anno. Le medie imprese (da 50 a 199 addetti) registrano il dato tendenziale peggiore (-12,4%), un po’ meno peggio sono messe le grandi aziende (-9,9%). Nell’artigianato invece sono le microimprese a essere messe peggio (-12,8%). Il fatturato a prezzi correnti cala sia su base annua (-18,4%) sia rispetto al trimestre precedente (-5,4%).
Bassissimo il tasso di utilizzo degli impianti: per l’industria cala al 63,5%, mentre per l’artigianato scende addirittura sotto il 60%. Messi male anche gli ordinativi, che rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso risultano in calo del 14% sul versante interno e dell’8,3% su quello estero, con una piccola svolta congiunturale sull’estero (+1,6%). E’ in aumento il numero di aziende che fanno ricorso alla Cassa integrazione (sono ormai il 39,6%), mentre la quota della Cig sul monte ore trimestrale è cresciuta fino a toccare il 7,7%.
A livello settoriale, i servizi registrano nel loro complesso un calo del volume d’affari del 6,5% rispetto al secondo trimestre 2008, in peggioramento rispetto al dato tendenziale del primo trimestre, che era di -6,3%. Particolarmente negativa e in peggioramento è la situazione nelle costruzioni, nel commercio all’ingrosso, nel turismo e nei trasporti, mentre è contrastata nei servizi alle imprese e alle persone e in lievissimo miglioramento nelle telecomunicazioni. Nei commenti che accompagnano l’indagine si scrive che la situazione congiunturale è ancora di segno negativo, e che siamo ancora lontani dall’inizio di una ripresa, visto che l’unica variabile con un valore congiunturale positivo è quella degli ordini dall’estero, che rappresenterebbe comunque un buon segnale.
Tuttavia due terzi delle imprese lombarde dichiarano di non cogliere nella propria attività segnali di superamento della crisi e solo per il 27% il peggio oramai è alle spalle. Inoltre, secondo dati citati dal Corriere della Sera, a luglio sono state presentate in media 50 nuove domande di cassa integrazione ogni giorno, ad agosto, periodo di ferie, la media è scesa a 10, per risalire subito a 50 da lunedì 31 agosto.
In piena crisi anche il settore tessile: secondo dati Cisl ci sono 749 aziende in crisi e 45.825 lavoratori che utilizzano gli ammortizzatori, rispetto a 504 aziende e 31.376 lavoratori nel 2008. Le prospettive per l’autunno-inverno rimangono fosche: secondo stime della Uil riportate dal quotidiano Cronacaqui da settembre fino a fine anno la crisi potrebbe portare in Lombardia alla perdita di 120.000 posti di lavoro. Ci sono poi anche i dati sulla situazione dei nuclei familiari.
Da una ricerca svolta dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza risulta che solo il 54% dei lombardi ha chiuso il bilancio familiare in pareggio, contro il 62% della media nazionale. La maggioranza dei lombardi stima per l’anno prossimo di non potere mettere da parte alcun risparmio. Si registra infine un ampliarsi della forbice sociale: la metà dei nuclei familiari a basso reddito percepisce un peggioramento della propria condizione economica, contro solo un quarto di quelle ad alto reddito. Nel complesso, una famiglia su quattro deve attingere ai propri risparmi per arrivare a fine mese.
Dalla stessa ricerca emerge che nelle città lombarde i genitori devono “sganciare” in media ogni mese cifre comprese tra 127 euro e 267 euro (il primo dato si riferisce alla provincia di Monza-Brianza, il secondo a quella di Milano) per integrare i redditi dei figli.
A Milano in particolare gli under 30, con un reddito medio mensile di poco superiore ai 1.000 euro al mese, devono spendere tra vitto e alloggio (monolocale di 35 mq) 1.300 euro, di cui 700 solo per l’affitto. Insomma, una pesante tassa di cui nessuno parla e che nessun politico intende “tagliare” affrontando il problema della casa e quello dei redditi. A questa situazione va ad aggiungersi il drastico calo delle assunzioni, che colpisce in modo particolare i giovani che accedono al mercato del lavoro. Ma a essere ancora più colpiti sono i lavoratori immigrati.
Secondo dati di Unioncamere nei prossimi mesi, a livello nazionale, le assunzioni stabili (ovvero non stagionali) previste per gli immigrati caleranno a fine 2009 del 46% e toccheranno quota 93.000, il livello più basso degli ultimi nove anni. Il livello massimo era stato toccato nel 2003, quando la domanda di lavoratori immigrati stabili aveva raggiungo 227.000 unità, pari al 33% delle assunzioni totali – quest’anno la percentuale si fermerà invece al 17%, mentre continuano ad aumentare le richieste di lavori stagionali (+7,9%).
Tra le professioni rimangono al primo posto gli addetti alle pulizie, mentre salgono le richieste di infermieri e badanti e diminuiscono quelle di camerieri e commessi. In Lombardia gli iscritti stranieri alle liste di disoccupazione sono il 23%, un dato più che doppio rispetto a quello della percentuale della popolazione immigrata su quella totale (circa il 10%, irregolari compresi), ma va precisato che esso non tiene conto dei lavoratori a tempo determinato o irregolari, tra i quali la percentuale degli stranieri e sicuramente più alta. Infine, secondo un’indagine della Cgia di Mestre, la Lombardia ha in Italia il tasso più basso di lavoro nero (7,8% rispetto a una media nazionale del 12,8%), ma in cifre assolute è al secondo posto dopo la Campania con circa 340.000 lavoratori al nero.
(Ultimi dati dalla Lombardia:..a luglio sono state presentate in media 50 nuove domande di cassa integrazione ogni giorno, ad agosto, periodo di ferie, la media è scesa a 10, per risalire subito a 50 da lunedì 31 agosto... Il fatturato cala sia su base annua (-18,4%) sia rispetto al trimestre precedente (-5,4%). ...Nel primo semestre i licenziamenti hanno toccato quota 31.161, con un aumento del 74% rispetto allo stesso semestre del 2008, mentre il ricorso alla cassa integrazione +415%....Bassissimo il tasso di utilizzo degli impianti: per l’industria cala al 63,5%, mentre per l’artigianato scende addirittura sotto il 60%. .... ordinativi, che rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso a -14% sul versante interno e -8,3% su quello estero, con una piccola svolta congiunturale sull’estero (+1,6%)....)
ecco perchè la borsa continua a salire da sei mesi, gli ordinativi esteri per la prima fanno +1.6%!
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LOMBARDIA IN GENERALE
E’ cominciato il mese di settembre e piovono da una parte gli ultimi dati che fanno il punto della situazione, dall’altra le previsioni per il prossimo autunno-inverno. A fine luglio la Cgil ha diffuso una serie di dati che fotografano la situazione nella regione prima delle ferie: circa il 45% delle imprese sono indebitate e ben un quarto ha i bilanci in perdita, 200.0000 persone su 3.000.000 occupati (partite IVA escluse) hanno perso un lavoro e ne stanno cercando un altro. Nel primo semestre i licenziamenti hanno toccato quota 31.161, con un aumento del 74% rispetto allo stesso semestre del 2008, mentre il ricorso alla cassa integrazione è cresciuto del 415%; nei primi sette mesi di quest’anno, inoltre, le indennità di disoccupazione hanno registrato un balzo del 128% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Un’indagine dell’Api rileva che nella regione il 60% delle medie imprese e il 40% delle piccole hanno riscontrato cali nell’occupazione. Il reddito degli abitanti della Lombardia è cresciuto solo dello 0,2%, rispetto a una media nazionale dello 0,5%. Dai dati di un’indagine condotta da Confindustria, Unioncamere e Regione, risulta che nel secondo trimestre 2009 il calo della produzione industriale è stato del 3% rispetto al trimestre precedente (rispetto al -4% del primo trimestre 2009 sull’ultimo 2008) e dell’11% anno su anno. Le medie imprese (da 50 a 199 addetti) registrano il dato tendenziale peggiore (-12,4%), un po’ meno peggio sono messe le grandi aziende (-9,9%). Nell’artigianato invece sono le microimprese a essere messe peggio (-12,8%). Il fatturato a prezzi correnti cala sia su base annua (-18,4%) sia rispetto al trimestre precedente (-5,4%).
Bassissimo il tasso di utilizzo degli impianti: per l’industria cala al 63,5%, mentre per l’artigianato scende addirittura sotto il 60%. Messi male anche gli ordinativi, che rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso risultano in calo del 14% sul versante interno e dell’8,3% su quello estero, con una piccola svolta congiunturale sull’estero (+1,6%). E’ in aumento il numero di aziende che fanno ricorso alla Cassa integrazione (sono ormai il 39,6%), mentre la quota della Cig sul monte ore trimestrale è cresciuta fino a toccare il 7,7%.
A livello settoriale, i servizi registrano nel loro complesso un calo del volume d’affari del 6,5% rispetto al secondo trimestre 2008, in peggioramento rispetto al dato tendenziale del primo trimestre, che era di -6,3%. Particolarmente negativa e in peggioramento è la situazione nelle costruzioni, nel commercio all’ingrosso, nel turismo e nei trasporti, mentre è contrastata nei servizi alle imprese e alle persone e in lievissimo miglioramento nelle telecomunicazioni. Nei commenti che accompagnano l’indagine si scrive che la situazione congiunturale è ancora di segno negativo, e che siamo ancora lontani dall’inizio di una ripresa, visto che l’unica variabile con un valore congiunturale positivo è quella degli ordini dall’estero, che rappresenterebbe comunque un buon segnale.
Tuttavia due terzi delle imprese lombarde dichiarano di non cogliere nella propria attività segnali di superamento della crisi e solo per il 27% il peggio oramai è alle spalle. Inoltre, secondo dati citati dal Corriere della Sera, a luglio sono state presentate in media 50 nuove domande di cassa integrazione ogni giorno, ad agosto, periodo di ferie, la media è scesa a 10, per risalire subito a 50 da lunedì 31 agosto.
In piena crisi anche il settore tessile: secondo dati Cisl ci sono 749 aziende in crisi e 45.825 lavoratori che utilizzano gli ammortizzatori, rispetto a 504 aziende e 31.376 lavoratori nel 2008. Le prospettive per l’autunno-inverno rimangono fosche: secondo stime della Uil riportate dal quotidiano Cronacaqui da settembre fino a fine anno la crisi potrebbe portare in Lombardia alla perdita di 120.000 posti di lavoro. Ci sono poi anche i dati sulla situazione dei nuclei familiari.
Da una ricerca svolta dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza risulta che solo il 54% dei lombardi ha chiuso il bilancio familiare in pareggio, contro il 62% della media nazionale. La maggioranza dei lombardi stima per l’anno prossimo di non potere mettere da parte alcun risparmio. Si registra infine un ampliarsi della forbice sociale: la metà dei nuclei familiari a basso reddito percepisce un peggioramento della propria condizione economica, contro solo un quarto di quelle ad alto reddito. Nel complesso, una famiglia su quattro deve attingere ai propri risparmi per arrivare a fine mese.
Dalla stessa ricerca emerge che nelle città lombarde i genitori devono “sganciare” in media ogni mese cifre comprese tra 127 euro e 267 euro (il primo dato si riferisce alla provincia di Monza-Brianza, il secondo a quella di Milano) per integrare i redditi dei figli.
A Milano in particolare gli under 30, con un reddito medio mensile di poco superiore ai 1.000 euro al mese, devono spendere tra vitto e alloggio (monolocale di 35 mq) 1.300 euro, di cui 700 solo per l’affitto. Insomma, una pesante tassa di cui nessuno parla e che nessun politico intende “tagliare” affrontando il problema della casa e quello dei redditi. A questa situazione va ad aggiungersi il drastico calo delle assunzioni, che colpisce in modo particolare i giovani che accedono al mercato del lavoro. Ma a essere ancora più colpiti sono i lavoratori immigrati.
Secondo dati di Unioncamere nei prossimi mesi, a livello nazionale, le assunzioni stabili (ovvero non stagionali) previste per gli immigrati caleranno a fine 2009 del 46% e toccheranno quota 93.000, il livello più basso degli ultimi nove anni. Il livello massimo era stato toccato nel 2003, quando la domanda di lavoratori immigrati stabili aveva raggiungo 227.000 unità, pari al 33% delle assunzioni totali – quest’anno la percentuale si fermerà invece al 17%, mentre continuano ad aumentare le richieste di lavori stagionali (+7,9%).
Tra le professioni rimangono al primo posto gli addetti alle pulizie, mentre salgono le richieste di infermieri e badanti e diminuiscono quelle di camerieri e commessi. In Lombardia gli iscritti stranieri alle liste di disoccupazione sono il 23%, un dato più che doppio rispetto a quello della percentuale della popolazione immigrata su quella totale (circa il 10%, irregolari compresi), ma va precisato che esso non tiene conto dei lavoratori a tempo determinato o irregolari, tra i quali la percentuale degli stranieri e sicuramente più alta. Infine, secondo un’indagine della Cgia di Mestre, la Lombardia ha in Italia il tasso più basso di lavoro nero (7,8% rispetto a una media nazionale del 12,8%), ma in cifre assolute è al secondo posto dopo la Campania con circa 340.000 lavoratori al nero.