i PENTAstellati in regione Lazio-denunciano

tontolina

Forumer storico
ricordo che la regione ha elargito ai gruppi consiliari una marea di denaro che è stato sprecato in feste per allietarli...
ma i cittadini deboli bisognosi di assistenza.... NIENTE


M5S. DENUNCIA 11 OSPEDALI ,FINISCONO TUTTI SOTTO INCHIESTA DA UN COLPO ALLA CASTA


Pazienti costretti a far le pulizie, a rifare i letti di intere corsie, a sistemare il parco delle strutture di cura e nel piatto un pasto frugale: dalla regione una cascata di soldi che finisco nel nulla. La denuncia dei Pentastellati scuote il Consiglio Regionale del Lazio al ritorno dalla ferie. Non usano mezzi termini: “Collusione e autorizzazioni senza troppi controlli”. Destra e sinistra si sarebbero spartiti un tesoretto immobiliare. Sotto la lente di ingrandimento sono finite numerose strutture sui cui i giovani consiglieri ora voglio vedere fino in fondo Chi doveva vigilare, non ha vigilato abbastanza, chi doveva autorizzare ha autorizzato senza chiedere troppo, chi poteva arricchirsi sulle spalle dei cittadini lo ha fatto senza alcun rimorso. Vanno giù duro i Cinque Stelle presentando un vero e proprio dossier sulla malasanità laziale, paventando anche la presenza di persone colluse all'interno delle istituzioni.Criminali sui cui il gruppo consiliare del Movimento vuole fare chiarezza.
“Grazie alle segnalazioni dei cittadini – annunciano i pentastellati - abbiamo aperto undici fascicoli di inchiesta: ASL RM G , Ospedale Subiaco, Umberto I, Colle Cesarano, S. Alessio, ASL RM D, San Michele, ASL RM E, Ospedale 'P. Colombo' di Velletri, Cristo Re, Gemelli, Ospedale San Benedetto di Alatri”.
Puntano il dito soprattutto contro alcuni casi su cui denunciano interessi convergenti di destra e sinistra: il Centro Regionale S. Alessio Margherita di Savoia è un Istituto pubblico di assistenza e di beneficenza fondato nel 1875 per assistere i non vedenti. Dal 2000 ad oggi la politica ci avrebbe messo le mani sopra, perché l’istituto possiede un patrimonio enorme di immobili di pregio a Roma e provincia.Si sono moltiplicati i Commissari straordinari che ha promosso un incremento costante dell’organico, dei bonus destinati ai dirigenti e degli immobili di pregio assegnati in maniera impropria a totale discapito dei non vedenti, a cui vanno l’intitolazione del centro e gli sfratti.
I commissari straordinari hanno lasciato un debito di 12 milioni di euro però hanno fatto concedere immobili in affitto a prezzi bassissimi o svenduti ad aste andate stranamente deserte. Una speculazione economica che tocca anche la tenuta di Presciano, in Toscana, 820 ettari con decine di casali regalati con un contratto di 40 anni a una società privata, la Clovis, che paga solo 250.000 euro l’anno mentre il valore di mercato è di 50 milioni di euro.Al capogruppo dei pentastellati in consiglio regionale Davide Barillari e membro della VII Commissione 'Politiche Sociali e Salute' il Commissario Matteini aveva addirittura negato l’autorizzazione ad ispezione minacciando di chiamare le forze dell'ordine. Una questione già stata sollevata a maggio ma lasciata senza risposta.
La Casa di Cura Colle Cesarano è una struttura sanitaria privata neuropsichiatrica accreditata dalla Regione Lazio da maggio 2013. La struttura che da quattro anni opera senza autorizzazione e con un contratto di affitto scaduto nel 2009, ottenendo finanziamenti regionali, è passata di mano in varie società private, per ultima la Geress S.r.l. che senza dichiarare ufficialmente lo stato di crisi, ha aperto ben quattro procedure di mobilità licenziando 8 lavoratori. Nell’aprile 2013 il budget annuale alla struttura è stato aumentato da Zingaretti per 500.000 euro, toccando uno dei massimi fondi erogati ad una struttura sanitaria privata. E’ ampiamente documentato che nella clinica vengono utilizzati degenti per mansioni che dovrebbero essere appannaggio del personale ausiliario e OTA, come la pulizia e manutenzione del parco, il rifacimento dei letti di intere corsie e la sanificazione di interi reparti, mentre il riscaldamento viene centellinato nei periodi invernali, e mancano i condizionatori d’aria, con anche una scarsa qualità e quantità del vitto,
Nella Asl Roma D esistono evidenze di anomale modalità di accertamento dell’invalidità civile e un aumento 'anomalo' di prestazioni dei consultori. Anche in questo caso si registra un improprio utilizzo dei fondi regionali: una delibera del 2008 stanziava oltre 4 milioni di euro per realizzare progetti sperimentali e innovativi mai realizzati. Al ritorno dalla ferie i molti consiglieri che ancora latitano dalla aule consiliari si troveranno a dover studiare le carte preparate dal movimento che si prepara ad una offensiva d'autunno.

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Bene, ottima iniziativa.

è per questo che li abbiamo votati

perchè facciano uscire il marcio ad opera dei politici destri e sinstri collusi nel ladrocinio e nel portare la nazione allo stremo


il debito che abbiamo è odioso perchè, non solo non è democratico, ma è l'opera della mafia politica che strozza l'Italia!
 
Lazio, blitz M5S nei pronto soccorso: “Anziani costretti a dormire in corridoio”

Sette gruppi formati da un consigliere regionale, un parlamentare, un consigliere comunale e un esperto legale hanno girato tra gli ospedali laziali, trovando pochi medici e infermieri oberati di lavoro, persone in barella nei corridoi in attesa di un letto e ambulanze ferme


di Marco Quarantelli | 17 gennaio 2014


Commenti (22)
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Più informazioni su: Alessandro Di Battista, Lazio, Movimento 5 Stelle, Nicola Zingaretti, Pronto Soccorso.



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“Sto qui dalle 7 di ieri sera -­ racconta la ragazza riccia, gli occhi gonfi di sonno, nella sala d’aspetto -­ l’ambulanza ci ha messo 40 minuti ad arrivare, con mio marito che stava male. La cosa peggiore è che dalla mezzanotte di ieri non so nulla di lui. E’ arrivato in codice rosso e nessuno mi dà sue notizie”.

Sono le 9.20 del mattino quando Alessandro Di Battista, parlamentare del Movimento 5 Stelle, e Davide Barillari, responsabile Sanità M5S alla Regione Lazio, mettono piede nel pronto soccorso del San Filippo Neri. I problemi sono noti, al San Filippo come altrove: pochi medici e infermieri oberati di lavoro, persone in barella nei corridoi in attesa di un letto, ambulanze ferme senza poter ripartire prima che vengano liberate le barelle. Gli stessi problemi in fotocopia, nei 25 ospedali del Lazio in cui i consiglieri regionali del M5S sono entrati per una serie di visite ispettive a sorpresa.
Sette gruppi formati da un consigliere regionale, un parlamentare, un consigliere comunale e un esperto legale, hanno girato tra i pronto soccorso laziali da Viterbo a Formia per parlare con medici e pazienti e portare alla luce le criticità.

“Il piano voluto da Nicola Zingaretti (presidente della Regione Lazio, ndr) per decongestionare i pronto soccorso non funziona ­- spiega Barillari ­- il problema non si risolve con provvedimenti spot”.

Il “black wednesday“, come lo chiamano i medici, è solo un ricordo della settimana passata, quando un afflusso anomalo di persone si riversò negli ospedali della Capitale bloccando per ore i pronto soccorso.
L’emergenza è passata, ma i problemi sono cronici.

“Mio marito è stato accettato subito ­- racconta al San Filippo Neri una signora bionda ­- ma sono qui ad aspettare perché dopo ore ancora non è stato trasferito al reparto”.

Per trovare un letto servono ore.
“I posti sono pochi: erano 780 nel 2000, oggi sono meno di 500″, spiega alla delegazione M5S il direttore sanitario, Patrizia Magrini. Eppure i nove punti del piano voluto da Zingaretti avrebbero dovuto decongestionare i pronto soccorso:
“Sono utili, ma non bastano ­- continua il direttore -­ prenda ad esempio la discharge room, l’ambiente in cui dovrebbero essere sistemati i pazienti dimessi, in attesa che possano andare a casa: servono locali che non ci sono e soprattutto serve personale che si prenda cura di loro, perché finché il paziente non va via è sotto la responsabilità dell’ospedale”. Medici e infermieri, la carenza è cronica ovunque.
Al pronto soccorso del Policlinico Umberto I ogni 10 malati in sala rossa ci sono solo due infermieri: il rapporto dovrebbe essere di uno a due, servirebbero 10­12 unità sulle 24 ore.

La giornata tranquilla, ma trovare un letto è difficile: dal primo all’8 gennaio, dati della Centrale operativa del 118 alla mano, dei 341 pazienti arrivati ben 206 sono rimasti in barella per più di mezz’ora, per un totale di 170 ore di blocco degli accessi.

Il problema è comune: al pronto soccorso del Pertini, che ha un bacino d’utenza di 300mila romani e 350 posti letto, ci sono nove ambulanze ferme. Non possono ripartire e rispondere ad altre emergenze perché aspettano che tornino le barelle, occupate dai pazienti in attesa di posto in reparto. Nella sala emergenze stazionano circa 30 persone, in altre due sale ce ne sono altre 20 in attesa di ricovero. “Comprate nuove barelle”, suggerisce Barillari a Francesco Rocco Pugliese, responsabile del pronto soccorso, 75mila accessi l’anno.
“Non basterebbe ­- risponde il primario -­ non abbiamo personale e spazi per gestirle: all’organico mancano almeno sei o sette medici e 10 infermieri”.

Le ispezioni del M5S continuano a tamburo battente per tutta la giornata. Minuto per minuto consiglieri e parlamentari fanno i loro resoconti in diretta su facebook e twitter all’hashtag #m5soccorso.

La fotografia della sanità laziale che ne emerge è impietosa.

Alle 13 al Policlinico Casilino ci sono 18 pazienti su sedie o in barella in attesa di ricovero alle 9.30 del mattino: uno era parcheggiato lì da 3 giorni, tre persone da due giorni, 12 da ieri. “Si tratta spesso di anziani, con più di una patologia, costretti a dormire in corridoio, senza una famiglia che possa pagare per un ricovero privato”, racconta il deputato Massimo Baroni.


A Ostia il problema è la struttura: “Sala d’attesa molto piccola e con pochi posti a sedere. Alcune sedie sono inutilizzabili. Bagno dei disabili non a norma mancando di maniglioni per i portatori di handicap.
Letti insufficienti, mancanza di separazione della sala d’attesa interna fra uomini e donne e ore d’attesa”, recita un post su facebook del gruppo guidato dal consigliere regionale, Silvana Denicolò.
“Quello che abbiamo visto rivela il dato di un vero e proprio abbandono sociale, avvenuto negli ultimi anni. Anni in cui il pubblico è stato sabotato, per dirottare pazienti e investimenti sul privato”, chiosa Baroni. “I problemi sono noti da anni, perché nessuno prova a risolverli?”, domandava in mattinata Di Battista ad un medico che da più di 30 anni lavora al Policlinico.
“Hai presente quelle pizzerie o quelle gelaterie che in realtà sono coperture per spacciare droga? ­- risponde il medico ­- ecco, il sistema sanitario italiano è la stessa cosa. Una volta venivano curati i cittadini e poi c’erano anche i pezzi grossi che rubavano. Oggi invece è un sistema dove i pezzi grossi rubano e, di tanto in tanto, vengono curati i malati”.
 
I consiglieri del Lazio non mollano i soldi


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"Una delle prime proposte presentate dal M5S alla Regione Lazio è stata quella di ridurre gli stipendi dei consiglieri regionali a 2.700 euro netti al mese (5.000 lordi) contro gli 8.000 netti che vengono percepiti attualmente. I Consiglieri M5S dal giorno del loro insediamento applicano questa regola sui loro stipendi, versando l'eccedenza su un fondo da destinare ad interventi di utilità sociale
Destra e Sinistra, nonostante le promesse elettorali, hanno votato compatte contro la proposta M5S. Storace, che oggi propone ipocritamente e con scarsa credibilità l'azzeramento dello stipendio, dichiarava che la proposta era sbagliata e bisognava vergognarsi nell'averla presentata. Vincenzi, Capogruppo PD, dichiarava pacificamente che se 5.000 euro lordi è una somma sufficiente per i consiglieri M5S non vuol dire che debba essere sufficiente per tutti. Fortunatamente le loro dichiarazioni sono destinate all'immortalità grazie alla registrazione video." M5S Lazio
 
vedi che bisogna diminuire ai minimi termini sta gentaglia

il fatto che sono contrari a diminuire il numero dei parlamentari me li mette sullo stesso piano degli altri

sono solo giovani, con qualche anno in + ....saranno la copia
 

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