Parmalat (PLT) I promessi sposi: Lucia Parmalat e Renzo Lactalis (7 lettori)

zoccoloduroPa

Forumer attivo
Buon weekend a tutti.
Oggi la cordata Italiana lavora per portare avanti la trattativa, poveretti:specchio: si e' aggiunta anche BNL, tra poco mi chiameranno a casa per vedere se sono disposto a partecipare anch'io:)

Parmalat, si stringono i tempi per l'opzione Opa

C'è una data cerchiata di rosso sul calendario: è il 2 maggio. Quella è lo spartiacque per la cordata Tricolore se vuole tentare il contrattacco a Lactalis su Parmalat tenendosi aperte due strade: sia la trattativa diretta con gli stessi francesi sia l'avventura dell'Opa.

Il 16 giugno infatti è l'ultimo giorno per depositare le azioni e presentarsi all'assemblea della Parmalat. Gli italiani, capeggiati da Intesa Sanpaolo e Granarolo, hanno dunque tempo fino al 2 maggio per trovare un eventuale accordo con il colosso francese, che ha rastrellato il 29% di Parmalat a un prezzo medio di carico di 2,65 euro, e avere il tempo sufficiente per presentarsi in assemblea. Trascorsa quella data, non resterà altra scelta che il lancio dell'Opa se si vuole sfidare Lactalis.


Questo perché nella tabella di marcia verso l'assemblea della società di Collecchio, fissata per il 25 giugno (27 e 28 in seconda e terza convocazione), c'è una variabile indipendente: l'entrata in vigore, il 2 maggio prossimo, del nuovo regolamento Consob sulle offerte pubbliche d'acquisto. Tra le novità introdotte ce n'è una che involontariamente regala una settimana di tempo in più per la cordata italiana. Per tutte le offerte presentate alla Consob dopo il 2 maggio, infatti, il periodo obbligatorio di offerta si riduce da quattro a tre settimane (ossia 15 giorni di mercati aperti). Le offerte presentate prima seguiranno le vecchie regole e dunque non avrebbe senso lanciare un'Opa prima del 3 maggio. Ecco perché: fatti due conti, tra i 20 giorni di calendario che ha a dispozione la Consob per il nulla osta a un'Opa, sommando le tre settimane minime di offerta, più i due o tre giorni necessari per il passaggio di mano delle azioni e i cinque che devono trascorrere tra l'ok di Consob e l'avvio dell'offerta, si arriva al pelo a un'altra deadline, quella del 16 giugno, data ultima per la consegna delle azioni necessarie a presentarsi in assemblea. Lanciando un'Opa entro i primi di maggio, dunque, c'è il rischio che non si faccia in tempo ad avere in mano le azioni per potersi presentare in assemblea.

La nuova regola, dunque permette alla cordata di lavorare, per una settimana in più, sui due fronti: da un lato cercare l'accordo con i francesi prima del 2 maggio; dall'altro strutturare la newco e pianificare un'eventuale offerta. Il tutto cercando di minimizzare i rischi Antitrust. Tutta la tabella di marcia, infatti, funziona se si esclude un intervento dell'Autorità che ha fino a 75 giorni di tempo per pronunciarsi sulle concentrazioni. Per eludere questo rischio, spiegano fonti legali, bisognerebbe evitare la presenza di soci di controllo nella newco. Perciò sono in tanti a ritenere sempre più probabile l'accordo con Lactalis. In questo caso, la cordata tricolore avrebbe comunque un obbligo, quantomeno morale, a lanciare l'Opa, ma potrebbe farlo più avanti con calma.

Se dunque l'agenda per la cordata si muove su binari molto rigidi, rimane ancora fluida la situazione sul versante della cordata, dove solo ora iniziano a delinearsi i primi contorni del dossier Latco. Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, ora è ufficiale: Granarolo ha avuto l'investitura a cuore industriale della cordata. Ieri il cda della cooperativa bolognese, il secondo produttore di latte in Italia, ha incaricato il presidente Gianpiero Calzolari di andare avanti a trattare con il quartettto di banche. Sciolta la riserva sul lato industriale, sarà un fine settimana di lavoro per le banche, impegnate a trovare la quadra finanziaria. Le ipotesi si sono ristrette sostanzialmente a due, come anticipato ieri dal Sole 24 Ore: quella che vede Granarolo conferire asset al posto di equity in Latco e le banche farsi carico di tutto l'impegno finanziario in termini di capitale. E l'altra, meno dispendiosa ma più complessa, che vedrebbe le banche finanziare Granarolo per rilevare il 29,9% di Parmalat (sempre che i francesi siano disponibili) e poi conferire gli asset di entrambe le società nella newco. Si tratta adesso, identificate le cornici, di definire i dettagli finanziari. E qui si rincorrono varie indiscrezioni: rumor parlano di un impegno di 500 milioni per Granarolo (da versari sottoforma di stabilimenti) e uno analogo, ma cash, della Cassa depositi e prestiti. L'obiettivo, secondo l'agenzia Ansa, è un impegno in termini di capitale di 1,5 miliardi, mentre una cifra analoga dovrebbe arrivare dai finanziamenti delle banche.
 

storm

Forumer storico
La rete del potere

Chi comanda davvero in Italia? A Biennale Democrazia si disegna la mappa dei potenti, che forse i giovani possono cambiare

da Digi.TO - Il magazine on line dell'Informagiovani di Torino - andrea orritos

Pochi e ben ramificati. E’ questo lo scenario che, secondo il docente della Bocconi Tito Boeri e Gianni Dragoni del Sole 24 Ore, descrive alla perfezione la mappa dei poteri in Italia.

IL CETO POLITICO
Boeri inizia il suo intervento presentando una recente ricerca, svolta dalla prestigiosa università milanese dove insegna, sul ceto politico italiano: «Secondo il nostro studio in Italia un parlamentare percepisce circa 160.000 euro annui per la sua attività politica, senza contare che il suo reddito è cumulabile con attività extra-parlamentari, cosa che in altre nazioni non è permessa».
Ciò che stupisce il pubblico, però, non sono le alte cifre che la ricerca ha rilevato, quanto il fatto che la percentuale dei parlamentari laureati dagli anni ’50 ad oggi è scesa piuttosto che aumentare: «Oggi circa il 60% dei parlamentari italiani ha conseguito una laurea, mentre negli Stati Uniti questa percentuale è salita a quasi il 100% e gli stipendi sono più bassi rispetto alla nostra classe dirigente».

POTERI PERENNI
Qui Boeri si ferma. Dragoni si occupa invece del settore privato che, sebbene sia spesso elogiato, ha anch’esso le sue pecche: «Il potere dei privati in Italia ruota attorno a due fulcri: Mediobanca e Assicurazioni Generali; queste due aziende sono partecipate dai gruppi finanziari più importanti del paese: banche, aziende di pneumatici, finanziarie etc.». Questi gruppi di potere, secondo Dragoni, danno vita ad un capitalismo di relazione piuttosto che di merito, costruiscono una vera e propria rete di potere che si avvita su se stessa e non permette la crescita del paese.
«Il motivo di questo meccanismo perverso è da ricercarsi nel fatto che molti dei gruppi, ad esempio quello che fa capo a Ligresti, non hanno i capitali sufficienti per espandere le loro attività – continua il giornalista - così si limitano ad auto-riprodursi attraverso figli e nipoti inseriti nei vari consigli di amministrazione». E non solo. I problemi più grossi subentrano, secondo Dragoni, quando le imprese con i loro manager entrano in politica, influenzando prepotentemente l’attività governativa del paese (e qui partono gli applausi dal pubblico).

ROMPERE LA RETE E’ POSSIBILE?
Per rompere questa catena, prosegue Boeri, un modo ci sarebbe. Se molte grandi aziende italiane si aprissero ai capitali esteri, allora ci sarebbe lo spazio per creare nuova vitalità nel nostro paese: «Le tendenze attuali, però, ci mostrano che l’Italia cerca di salvaguardare i propri gruppi di potere, piuttosto che aprirsi ad un mondo globalizzato. L’esempio di Parmalat è eloquente: quale interesse c’è nel mantenere l’italianità di una azienda che produce latte?». E non è tutto qui.
Quando la rete si estende anche agli organi di informazione come le televisioni e i giornali, queste contraddizioni non vengono percepite dalla popolazione. Dragoni è un fiume in piena: «Alcuni organi di stampa, della tv si sa già tutto purtroppo, come il Corriere della Sera, sono partecipati da quasi tutte le grandi aziende italiane. Si può garantire libertà di informazione con questi presupposti? Altre iniziative editoriali indipendenti, come il neonato Fatto Quotidiano, stanno avendo successo anche perché la loro proprietà è di un editore, non di aziende». Altri applausi del pubblico.
La parte finale del dibattito è dedicato alle domande: «Che spazio c’è fra le maglie di questa rete per i giovani?» domanda una ragazza. «Innanzitutto dovete continuare a chiedere trasparenza a chi ha il potere - risponde Boeri - poi il lato positivo è che, essendo il sistema rivolto all’auto-riproduzione, c’è molto spazio per chi ha delle idee innovative e vuole mettersi sul mercato. E l’innovazione è tradizionalmente dei giovani».
 
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salcatal

Come i Panda
Gli inganni dell'EV.

Buongiorno.

Ho visto la vicenda della Roma e, per curiosità lo ammetto, le reazioni di la'.

Ora cosa dire se non che siamo in presenza di malafede pura o ignoranza pura.

E di giochini fatti ad arte sull'Ev per ingannare sprovveduti, tanto che uno si permette perfino di scrivere, a comprova della validità dei suoi ragionamenti, che all'improvviso sarebbero usciti circa 90 milioni di debiti che prima non c'erano.

Vediamo perchè.

Posto che la Società AS Longobarda abbia la seguente struttura finanziaria:

Ac= attivo corrente 20

Ai= attivo immobilizzato= 100

Ci= totale attivo= 120

Pn = patrimonio netto= 0

DF= debiti finanziari= 0

DNF= debiti non finanziari (fornitori, INPS, erario ecc.) = 120

N. azioni= 100

Quindi avremo

Attivo corrente 20
Attivo immobilizzato 100
Totale attivo 120

Passività non finanziarie 120
Patrimonio netto. 0
Totale passivo. 120

Ora immaginiamo che ci sia una trattativa per la vendita della società e che comincino a circolare le voci su un valore dell'attivo o Enterprise Value (EV), dato dal valore di marchi, calciatori ecc., pari a 200.

Uno stupido direbbe che il valore dell'azione e' 2 euro.

Uno normale, che sa fare due conti, direbbe che vale a malapena 1.

Infatti lo stupido farebbe il seguente calcolo.

Valore Attivo= EV= 200

DF= 0

Valore dell'equity= EV-DF= 200-0= 200

Valore azione = 200/100= 2.

Morale?

Attenti agli inganni dell'EV.:wall:
 
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curfr@

Forumer storico
Buongiorno.

Ho visto la vicenda della Roma e, per curiosità lo ammetto, le reazioni di la'.

Ora cosa dire se non che siamo in presenza di malafede pura o ignoranza pura.

E di giochini fatti ad arte sull'Ev per ingannare sprovveduti, tanto che uno si permette perfino di scrivere, a comprova della validità dei suoi ragionamenti, che all'improvviso sarebbero usciti circa 90 milioni di debiti che prima non c'erano.

Vediamo perchè.

Posto che la Società AS Longobarda abbia la seguente struttura finanziaria:

Ac= attivo corrente 20

Ai= attivo immobilizzato= 100

Ci= totale attivo= 120

Pn = patrimonio netto= 0

DF= debiti finanziari= 0

DNF= debiti non finanziari (fornitori, INPS, erario ecc.) = 120

N. azioni= 100

Quindi avremo

Attivo corrente 20
Attivo immobilizzato 100
Totale attivo 120

Passività non finanziarie 120
Patrimonio netto. 0
Totale passivo. 120

Ora immaginiamo che ci sia una trattativa per la vendita della società e che comincino a circolare le voci su un valore dell'attivo o Enterprise Value (EV), dato dal valore di marchi, calciatori ecc., pari a 200.

Uno stupido direbbe che il valore dell'azione e' 2 euro.

Uno normale, che sa fare due conti, direbbe che vale a malapena 1.

Infatti lo stupido farebbe il seguente calcolo.

Valore Attivo= EV= 200

DF= 0

Valore dell'equity= EV-DF= 200-0= 200

Valore azione = 200/100= 2.

Morale?

Attenti agli inganni dell'EV.:wall:


Permittimi l'intromissione per dissentire:

- l' ENTERPRISE VALUE è valore di mercato delle attività aziendali solitamente espresso dalla somma algebrica dell'equity value e della posizione finanziaria netta;
- l'EQUITY è il patrimonio netto; attività meno passività. Il valore della proprietà residuale dei soci;
- la POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (PFN) è pari a (banche a breve termine + debiti a medio/lungo termine – disponibilità liquide).

Di conseguenza l'EQUITY VALUE è il valore di mercato dell' intero patrimonio netto riferito all' azienda In caso di acquisizione di quote non totalitarie l' equity value è proporzionale alla quota acquisita ... ma non è il caso che tu hai posto.

Mi chiedo, allora, poste le tue ipotesi:

Ac= attivo corrente 20

Ai= attivo immobilizzato= 100

Ci= totale attivo= 120

Pn = patrimonio netto= 0

DF= debiti finanziari= 0

DNF= debiti non finanziari (fornitori, INPS, erario ecc.) = 120

N. azioni= 100

Quindi avremo

Attivo corrente 20
Attivo immobilizzato 100
Totale attivo 120

Passività non finanziarie 120
Patrimonio netto. 0
Totale passivo. 120


... come è possibile che tu possa affermare l'ingannevolezza di un paramentro EV posto che lo stesso è ASSOLUTAMENTE mal calcolato?

Non volermene ... ;)
 
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salcatal

Come i Panda
E come potrei volerne a uno che ha fatto le scuole serali di Economia aziendale?

Chi si sforza gode del mio apprezzamento e della mia stima.

Anzi in questi casi sono pronto a dare anche dei consigli.

Cambia scuola.:D:D:D

Non hanno spiegato, infatti, in quella scuola la differenza tra valore dell'attivo contabile, economico, di mercato ecc. ecc.

E, quindi, non hanno spiegato la differenza tra valore contabile, economico, di mercato ecc. dell'azione.

Ma un buon corso di recupero aiuterà.
 

salcatal

Come i Panda
Ovviamente scherzo.

E' chiaro che la colpa e' mia che non ho spiegato bene quello che volevo dire.

Cerco di spiegarmi con l'esempio postato sopra.

Immaginiamo che l'azione della Longobarda SPA quoti 1,2.

Allora avremmo

EV di mercato= capitalizzazione+DF= 1,2*100+0= 120.

Ora esce la notizia che il valore dell'attivo economico di questa società, emerso dalle trattative tra Tizio e Caio, e' pari a 200.

La domanda da farsi e':

Quanto stanno valutando (valore economico) una azione?


Uno stupido direbbe a 2 euro ad azione.

Uno che da far di conto direbbe MASSIMO 1 euro ad azione.


Quindi avremo:

Valore contabile azione= 0;

Valore di mercato azione= 1,2;

Valore economico azione calcolato dalla volpe e dal pollo= 2;

Valore economico azione effettivo= MAX 1 euro.

E ora per favore non mi chiedete perché scrivo MAX perché dovete capirlo da soli.

Quindi per concludere se l'Ev (economico) posto a base della trattativa e' 200 valore ad azione e' Max 1 era chiaro che l'Opa non sarebbe stata fatta a 2, come la volpe faceva credere e il pollo credeva, ma al massimo a 1.


Conclusione:

1) Non capisco chi parla di truffa;

2) L'EV di mercato va usato con cautela nelle ciofeche.

Infatti il metodo di calcolo proposto da Curfr (capitalizzazione + Posizione finanziaria netta) è basato sull'assunto che la Società abbia un livello FISIOLOGICO (quindi normalmente positivo) di Capitale circolante operativo (Attività non finanziarie-Passività non finanziarie) e non un livello PATOLOGICO (fortemente negativo) come spesso capita nelle ciofeche tipo l'AS LONGOBARDA.:wall::wall::wall:
 
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curfr@

Forumer storico
E come potrei volerne a uno che ha fatto le scuole serali di Economia aziendale?

Chi si sforza gode del mio apprezzamento e della mia stima.

Anzi in questi casi sono pronto a dare anche dei consigli.

Cambia scuola.:D:D:D

Non hanno spiegato, infatti, in quella scuola la differenza tra valore dell'attivo contabile, economico, di mercato ecc. ecc.

E, quindi, non hanno spiegato la differenza tra valore contabile, economico, di mercato ecc. dell'azione.

Ma un buon corso di recupero aiuterà.

certo, certo ...:D
apprezzo il tuo consiglio ;)
 

curfr@

Forumer storico
Ovviamente scherzo.

E' chiaro che la colpa e' mia che non ho spiegato bene quello che volevo dire.

Cerco di spiegarmi con l'esempio postato sopra.

Immaginiamo che l'azione della Longobarda SPA quoti 1,2.

Allora avremmo

EV di mercato= capitalizzazione+DF= 1,2*100+0= 120.

Ora esce la notizia che il valore dell'attivo economico di questa società, emerso dalle trattative tra Tizio e Caio, e' pari a 200.

La domanda da farsi e':

Quanto stanno valutando (valore economico) una azione?


Uno stupido direbbe a 2 euro ad azione.

Uno che da far di conto direbbe MASSIMO 1 euro ad azione.


Quindi avremo:

Valore contabile azione= 0;

Valore di mercato azione= 1,2;

Valore economico azione calcolato dalla volpe e dal pollo= 2;

Valore economico azione effettivo= MAX 1 euro.

E ora per favore non mi chiedete perché scrivo MAX perché dovete capirlo da soli.

Quindi per concludere se l'Ev (economico) posto a base della trattativa e' 200 valore ad azione e' Max 1 era chiaro che l'Opa non sarebbe stata fatta a 2, come la volpe faceva credere e il pollo credeva, ma al massimo a 1.


Conclusione:

Non capisco chi parla di truffa.

Quanto vale


... ti ricordo che quella di società di capitali con patrimonio netto pari a zero mi sembra ipotesi assolutamente improbabile sia sotto l'aspetto civilistico (... gli amministratori o il consiglio di gestione e, in caso di loro inerzia, il consiglio di sorveglianza devono senza indugio evidenziare "un patrimonio netto pari a zero" e di conseguenza la società si sarebbe trovata nella situazione prevista dall’art. 2447 codice civile». Ciò significa che la società doveva essere ricapitalizzata ... ma questo lo riguardo alle scuole serali) tanto piu sotto quello contabile visto che nel tuo esempio varrebbe proprio zero.

attivo - passivo= patrimonio netto
quindi
attivo=patrimonio netto + passivo
ma se ...
patrimonio netto = 0
posto che attivo = 120 = passivo = 120
dovrebbe fare
ZERO! ... che diviso 100 azioni è SEMPRE ZERO!

torno a studiare ...
 
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salcatal

Come i Panda
... ti ricordo che quella di società di capitali con patrimonio netto pari a zero mi sembra ipotesi assolutamente improbabile sia sotto l'aspetto civilistico (... gli amministratori o il consiglio di gestione e, in caso di loro inerzia, il consiglio di sorveglianza devono senza indugio evidenziare "un patrimonio netto pari a zero" e di conseguenza la società si sarebbe trovata nella situazione prevista dall’art. 2447 codice civile». Ciò significa che la società doveva essere ricapitalizzata ... ma questo lo riguardo alle scuole serali) tanto piu sotto quello contabile visto che nel tuo esempio varrebbe proprio zero.

attivo - passivo= patrimonio netto
quindi
attivo=patrimonio netto + passivo
ma se ...
patrimonio netto = 0
posto che attivo = 120 = passivo = 120
dovrebbe fare
ZERO! ... che diviso 100 azioni è SEMPRE ZERO!

torno a studiare ...


Sto parlando della ROMA, penso si fosse capito.

Che ha risolto il problema del Patrimonio netto, cui tu fai riferimento, con un'acrobazia contabile.

Vale a dire conferendo il marchio in una Sas e facendo emergere una plusvalenza di circa 123 milioni. Questa plusvalenza ha portato il Patrimonio netto in positivo.

Quindi l'AS Roma, formalmente, ha un Patrimonio netto positivo (per effetto della plusvalenza), ma sostanzialmente ha un patrimonio netto negativo di circa 28 milioni a livello di consolidato.

Infatti a livello di consolidato la plusvalenza, essendo infragruppo, viene elisa, unitamente alla c.d. riserva di conferimento presente nella capogruppo.

Il giochino del marchio, fatto dalla ROMA, lo imparai, mi ricordo bene, in III elementare.:D:D:D:D:D
 

salcatal

Come i Panda
Rumors/ Per gli americani la Roma vale 200 mln

Mercoledí 16.02.2011 09:10
Gli americani per sbarcare a Roma lo hanno chiamato Progetto Colosseo. Settanta pagine per far cambiare il corso della storia sportiva del club giallorosso. Ieri quando il Cda di Roma2000 ha concesso la trattativa esclusiva alla cordata guidata da Thomas R. DiBenedetto (con lui ci sono Richard D'Amore, James Pallotta e Michael Ruane, mentre Julian Movsesian non ha ancora avuto modo di formalizzare il suo impegno per motivi personali) si e' di fatto conclusa l'era della famiglia Sensi e se ne e' aperta un'altra, quella di un club a stelle e strisce.
Cosa prevede il Progetto Colosseo? Secondo le indiscrezioni, la As Roma e le due societa' collegate nel processo di vendita (Brand e Real Estate) sono state valutate come "enterprise value" circa 200 mln di euro, dedotte le passivita' si e' arrivato ad un "equity value" di 110 milioni. Il purchase price value dell'intero perimetro e' di 77 milioni di euro. Per quel che riguarda le iniezioni di liquidita' decise: si procedera' ad un primo aumento di capitale da almeno 35 mln, e successivamente qualora necessario ad ulteriori 50 mln.


Questa la notizia.

E la gente ha continuato a comprare a 1,1.

Come spiegarlo?

Così.

Ovviamente i numeri non sono precisissimi in quanto non ho seguito la vicenda, ma li ho tirati giù oggi in dieci minuti.


CALCOLO FATTO DALLA VOLPE E DAL POLLO

A Numero azioni132.523.296
B Quotazione1,166
C= A*B Capitalizzazione 154.522.163,14
D Posizione finanziaria netta 17.736.000,00
E=C+D EV di mercato 172.258.163,14
F Ev a base trattativa 200.000.000,00
D Posizione finanziaria netta 17.736.000,00
G=F-D Valore equity 182.264.000,00

H=G/A Valore per azione calcolato dalla volpe e dal pollo 1,38

*********************************************************

CALCOLO CORRETTO FATTO DALLE PARTI IN TRATTATIVA

A Numero azioni132.523.296
B Quotazione1,166
C= A*B Capitalizzazione 154.522.163,14
D Posizione finanziaria netta 17.736.000,00
E=C+D EV di mercato 172.258.163,14
F Ev a base trattativa 200.000.000,00
D Posizione finanziaria netta 17.736.000,00
G Capitale necessario per ripianare il CCN 60.000.000,00
H Capitale necessario per ripianare il REAL ESTATE 30.000.000,00
I= F-D-G-H Valore equity AS ROMA 92.264.000,00

L= I/A Valore per azione calcolato in maniera corretta 0,696


Note:CCN = capitale corrente netto
 
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