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ANTONIO MARTINO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, devo confessare che lo stato del dibattito su questi temi nel nostro Paese è causa per me di divertito stupore. Quando un'impresa italiana scala con successo un'impresa estera sono tutti contenti: l'Italia si è fatta valere. Quando, viceversa, un'impresa straniera scala un'impresa italiana, si stracciano le vesti. Dovrebbe essere il contrario! Un'impresa italiana che ne scala una estera significa fuga di capitali dall'Italia, che riduce lo
stock di capitali in Italia e la sua capacità produttiva; una scalata di un'impresa italiana da parte di un'impresa estera significa un afflusso di capitali che accresce la capacità produttiva della nostra economia
(Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
E questa bizzarra proposta mercantilista viene dal fustigatore del mercantilismo, uno che ritiene che sia corretto sommare il debito privato al debito pubblico per valutare il complessivo indebitamento di un Paese! Non bisogna sommare il debito pubblico al debito privato. Il debito pubblico è un credito privato, sono soldi che gli italiani hanno prestato allo Stato: sono un loro credito. Bisogna detrarre il debito pubblico dal debito privato.
Ma chi non ha seguito neanche un corso di economia di primo anno non lo sa (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
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