Io non penso affatto che tutti i prezzi si siano raddoppiati, tanto è vero che in Italia, ma anche in altri paesi d'Europa, si è sviluppato un certo dibattito sulla valenza dei dati ufficiali sull'inflazione, rilevati dagli organi ufficiali quali l'Istat, visti in stridente contrasto con la comune percezione di un'inflazione in forte crescita.
La realtà è più complessa e io direi che nessuno ha ragione e nessuno ha torto.
E mi spiego.
Da un lato abbiamo assistito al fenomeno, globale e non solo italiano, dell'impennata dei prezzi degli immobili, e conseguentemente degli affitti, che ha giocato un ruolo fortemente distorsivo sulla percezione che dell'inflazione hanno gli italiani, per l'importanza che il "mattone" e la "casa di proprietà" ha avuto ed ancora ha nel loro comune sentire
Ma l'aumento dei prezzi ha riguardato anche molti beni c.d. durevoli, automobili in particolare.
Cosa abbia determinato questa crescita dei prezzi è facilmente intuibile ed è un fenomeno da noi tutti, penso, ampiamente sperimentato.
Un fenomeno da noi appena partito ma che ha registrato la massima espansione negli Stati Uniti, costituendo poi una delle con-cause della grande crisi.
Vale a dire i consumi finanziati con il credito, diventato improvvisamente disponibile e a buon mercato (bassi tassi di interesse) come mai non lo era stato prima nella storia, proprio grazie all'abbattimento del rischio che si pensava di poter realizzare con le tanto odiate cartolarizzazioni, cioè i prodotti salsiccia che abbattevano, trasferendolo a piccole dosi in capo a tanti soggetti, il rischio, unitamente agli altrettanto odiati e, ingiustamente, demonizzati derivati.
Di qui il forte ricorso ai mutui, di importo anche elevato in relazione al reddito, e più in generale al credito al consumo c.d. rateale, con il ricorso crescente anche alle vacanze pagate a rate.
L'accumulo di rate mensili che ne è derivato, andando a gravare sul reddito delle famiglie, che nel frattempo non cresceva, ha accentuato la percezione di una maggiore povertà, la famosa sindrome della quarta prima, terza poi, settimana.
Quindi abbiamo assistito alla singolare situazione di persone che in maniera crescente si lamentano di non farcela ad arrivare a fine mese, in apparente contrasto con l'evidenza di consumi crescenti di beni durevoli, in primis telefonini, televisori giganti al plasma, LCD ecc., luoghi di villeggiatura sempre pieni e luoghi esotici zeppi di italiani.
Il resto l'ha fatto la circostanza che la bassa crescita dell'Italia e l'aumento della pressione fiscale, soprattutto a livello locale, con forme di tassazione che sfuggono in parte alle rilevazioni (multe stradali, aumento dei costi dei servizi pubblici locali, maggiore aggressività dei concessionari della Riscossione, Equitalia tanto per capirci) ha determinato una ulteriore contrazione del c.d. "REDDITO DISPONIBILE", che ha reso ancora più insopportabile l'aumento dei prezzi.
Giova ricordare che un aumento medio del 2% annuo composto, si traduce in aumento, dopo 10 anni, del 22% circa.
Aggiungi che L'ISTAT dal canto suo continua a rilevare l'inflazione con il consueto metodo, sia pure aggiornato, dei consumi delle famiglie medie di operai ed impiegati ed il gioco è fatto.
Nel senso che a mio modo di vedere l'inflazione media rilevata dall'ISTAT non coglie necessariamente l'inflazione media effettiva di ognuno di noi, almeno per come la percepiamo.
Quindi la mia risposta definitiva è:
a) Non è proprio vero che tutti i prezzi si siano raddoppiati;
b) Siamo noi che ci stiamo impoverendo, abbiamo un reddito disponibile sempre minore, siamo costretti ad intaccare il patrimonio ed abbiamo la errata percezione (c.d. deficit cognitivo) che i prezzi aumentino più di quanto effettivamente aumentano.